Una giornata di sport indimenticabile, un’atmosfera elettrizzante e un record frantumato: mai prima d’ora così tante persone avevano riempito gli spalti del “Comunale” per un evento sportivo. Il derby tra Ugento e Casarano ha segnato un momento storico per la comunità giallorossa, con una cornice di pubblico straordinaria e un tifo acceso ma sempre corretto. Peccato per il risultato finale, che ha visto il Casarano imporsi per 3-2 al termine di una gara combattutissima.
Mister Mimmo Oliva ha ritrovato quasi tutti gli squalificati, eccezion fatta per Amabile, e ha schierato l’Ugento con un 4-3-1-2 determinato e aggressivo. La squadra ha messo in campo orgoglio e determinazione, dando tutto fino all’ultimo secondo. Il Casarano è partito forte, trovando il vantaggio al 16’ con Malcore, ma l’Ugento ha reagito immediatamente. Al 35’ Sanchez ha prima fallito un calcio di rigore, parato da Fernandes, ma è stato poi rapidissimo sulla respinta a insaccare di testa il gol dell’1-1.
Nella ripresa, il Casarano ha messo in campo Milicevic, mossa che si è rivelata decisiva. Al 10’ della ripresa Loiodice ha riportato in vantaggio gli ospiti su rigore, prima che proprio Milicevic firmasse il tris al 25’ con un colpo di testa letale. Sembrava finita, ma l’Ugento ha trovato ancora la forza di reagire: al 90’, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Ancora ha riacceso la speranza con un guizzo da rapace d’area. Nel recupero i giallorossi hanno tentato il tutto per tutto, ma il Casarano ha saputo gestire il finale portando a casa tre punti pesanti.
Se il risultato lascia un po’ di amarezza, la prestazione dei ragazzi di Oliva merita solo applausi. L’atteggiamento mostrato in campo è stato encomiabile, e il sostegno dei tifosi ha dato una dimostrazione di grande civiltà e attaccamento alla maglia. La macchina organizzativa ha retto bene l’afflusso record di spettatori, confermando la crescita dell’ambiente calcistico ugentino.
Ora testa bassa e concentrazione massima sulla prossima sfida, un crocevia fondamentale per la corsa salvezza: domenica si va a Brindisi, in uno scontro diretto da affrontare con lo stesso spirito battagliero visto contro il Casarano. Forza Ugento, il campionato non è finito!
A Ugento, la storia sembra ripetersi inesorabilmente. A distanza di oltre quindici anni, il vescovo Vito Angiuli scrive alle istituzioni per richiamare l’attenzione su una problematica che affligge il territorio: la discarica di Burgesi. Se nel 2009 il suo predecessore Vito De Grisantis, sull’onda dell’indignazione provocata dell’omicidio di Peppino Basile, si rivolgeva ai cittadini e agli operatori dell’informazione con un accorato appello all’unità e alla responsabilità di amministratori e politici locali, oggi il tono sembra essersi fatto più istituzionale, quasi burocratico. Ma il cuore della questione resta lo stesso: l’immobilismo amministrativo che, nel tempo, ha lasciato irrisolti problemi ambientali e gestionali di primaria importanza.
Era il 20 marzo 2009 quando il vescovo di allora, con una lettera dettagliata e incisiva, metteva in guardia la cittadinanza e soprattutto gli amministratori di Ugento dal rischio di una deriva pericolosa. In quel testo, si sottolineava con fermezza la necessità di un’azione comune per evitare che la città fosse travolta da paure e strumentalizzazioni. Un chiaro richiamo al dovere morale e istituzionale, che spronava chi aveva potere decisionale a fare il proprio lavoro con coscienza e nell’interesse del bene comune.
Ed eccoci al 24 marzo 2025. Ancora una volta, il vescovo di Ugento scrive, ma questa volta lo fa con una missiva indirizzata direttamente al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e all’assessore all’Ambiente, Serena Triggiani. Il tema è inevitabilmente legato anche alla missiva del 2009 del suo predecessore: la discarica di Burgesi, oggetto di una recente delibera di sopraelevamento che ha generato l’ennesima ondata di proteste. Tuttavia, il tono della lettera odierna appare ben diverso da quello del 2009: non c’è più il monito forte e preciso rivolto agli amministratori locali, non si parla più di responsabilità politiche, ma ci si limita a chiedere un confronto, una spiegazione, un’opportunità di dibattito. Come se l’esito della questione fosse già stato scritto altrove, lontano dalla comunità ugentina.
L’elemento più surreale di questa vicenda sta nel ruolo giocato dall’amministrazione comunale. Dal 2009 ad oggi, alla guida di Ugento c’è sempre la stessa persona, sindaco di fatto da oltre quindici anni, principale attore politico in questo lungo periodo di immobilismo (e che continuerà ad esserlo per molti anni ancora). Lo stesso amministratore che, in questi giorni, ha preso parte alla fiaccolata “No Burgesi” per protestare contro la decisione di sopraelevare la discarica. Una decisione che, ironia della sorte, è anche sua responsabilità, fin da quando si è deciso di costruire un’altra discarica accanto alla bomba ecologica Monteco. Siamo di fronte a un caso di “opposizione a se stessi”? La domanda, in fondo, è retorica.
La lettera del vescovo Angiuli, dunque, non è solo la conferma che la Chiesa continua ad avere un ruolo di sentinella morale sul territorio, ma è anche la prova provata che in quindici anni nulla è cambiato. Ugento si trova ancora a fronteggiare gli stessi problemi, con le stesse facce al comando, e con gli stessi metodi inefficaci. Se nel 2009 l’appello episcopale si rivolgeva direttamente agli amministratori locali, oggi questi sembrano addirittura scomparsi dalla narrazione, come se non avessero alcuna responsabilità.
Ma il dato di fatto è inconfutabile: chi ha governato Ugento negli ultimi tre lustri non ha saputo (o voluto) risolvere il nodo Burgesi.
E mentre la politica locale continua a girare a vuoto, la città resta ostaggio delle stesse emergenze di sempre, che continueranno ad esserci indipendentemente dalla decisione regionale su questi ultimi 190mila metri cubi di immondizia. Con la differenza che, oggi, anche la voce del vescovo sembra essersi fatta più flebile, quasi rassegnata al destino di un territorio condannato a ripetere all’infinito i propri errori.
Quindi, come mai fatto prima d’ora, vorrei fare mie le parole del compianto vescovo De Grisantis, figura che nonostante il mio ateismo percepivo come amica e veramente vicina alle esigenze degli ultimi, e che già 16 anni fa ci aveva visto molto lungo, capendo e prevedendo quello che in questi giorno sta risuccedendo a Ugento:
In merito, inoltre, ad una proposta emersa in questi giorni, mi permetto di esprimere la mia personale opinione, essendo al di sopra delle parti: in questo momento, ciò di cui meno ha bisogno Ugento è una campagna elettorale, che al di là delle rette intenzioni, non farebbe altro che accentuare le divisioni, le contrapposizioni, la faziosità, lo scontro, a tutto svantaggio del bene della città.
Il 28 marzo segna il ritorno sulle scene di Alessio Vida con il suo sesto album di inediti, “Artriste (Tutti i colori del buio)”. L’artista ugentino presenta un concept album profondo e suggestivo, in cui l’arte, in particolare la pittura, e la solitudine diventano i temi portanti del disco.
L’album, composto da dieci tracce, è stato interamente prodotto da Salvatore Angelè, in arte Js. Il talento visivo di Malepasso, pittore di Lecce emergente nella scena underground, ha dato forma all’artwork, contribuendo all’identità visiva del progetto.
Un viaggio tra arte e introspezione
“Artriste” è un’esperienza musicale che trascina l’ascoltatore su una montagna russa di emozioni. La narrazione sonora si muove tra momenti di ascesa e caduta, senza mai concedere una via d’uscita chiara, restituendo un senso di smarrimento e di esplorazione emotiva.
Vida racconta di essere stato ispirato dalla solitudine vissuta in un nuovo appartamento, dall’impressionismo di Monet, dalla letteratura di Murakami (Norwegian Wood) e Yanagihara (Una vita come tante), dai film di Spielberg e Tarantino, e dalla determinazione del pugile Giuseppe Carafa. “Sono l’Al Pacino di Carlito’s Way, così profondo così spietato”, afferma l’artista, lasciando intendere quanto questo album rappresenti per lui una dichiarazione di stile e una sfida artistica.
Nel disco trovano spazio anche importanti featuring, tra cui Carlo Adamo e Dario Ancona degli Avvocati Divorzisti (con quest’ultimo che ha suonato anche basso e chitarra in due brani), Uchieman e Marea Chiara, quest’ultima alla sua prima esperienza discografica.
Disponibile sia in formato digitale che fisico, “Artriste (Tutti i colori del buio)” è destinato a lasciare il segno nella scena musicale underground e oltre, con la sua miscela di introspezione e ricerca artistica. Un’opera che celebra la solitudine e i colori del buio, facendo riecheggiare con forza il messaggio di Alessio Vida: “Nessuno scrive meglio di me”.
Ieri sera, le strade di Ugento sono state illuminate dalle fiaccole della protesta organizzata dalle associazioni locali e dai cittadini contro l’ipotesi di ampliamento della discarica Burgesi. L’evento ha visto la partecipazione di circa 500 persone, unite in un lungo corteo partito da via Edison. Alla testa del gruppo, bambini e striscioni simbolici, che hanno guidato la marcia attraversando tutto il paese.
L’iniziativa si è conclusa in piazza San Vincenzo, dove sono intervenute le autorità locali. Sul palco hanno preso la parola i sindaci presenti, tra cui quelli di Ugento e Presicce-Acquarica, i quali hanno ribadito con fermezza la loro contrarietà alla decisione regionale. Un messaggio chiaro e forte è stato lanciato alla Regione Puglia, affinché riveda la propria posizione su un provvedimento che, al momento, sembra confermato.
La fiaccolata ha rappresentato un momento di grande unità per la comunità, con cittadini di tutte le età scesi in strada per manifestare il proprio dissenso. Gli organizzatori hanno sottolineato come l’evento sia stato pacifico ma determinato, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su una questione che tocca da vicino la salute e l’ambiente del territorio.
Intanto, all’indomani della manifestazione, non arretra Giulio Lisi, consigliere comunale di opposizione, che ha voluto chiarire la sua posizione rispetto alla fiaccolata. Insieme alle colleghe Fabiola Musarò e Laura De Nuzzo, Lisi ha spiegato i motivi della loro assenza:
“Appoggiamo la lodevole iniziativa delle associazioni e dei cittadini e con essi siamo assolutamente solidali. Ciò che non possiamo permetterci di accettare, per rispetto di quegli stessi cittadini, è che colui (coloro) che fino alla delibera di Giunta Regionale che ci ha decretato pattumiera di Puglia sono rimasti inerti e non hanno difeso il diritto costituzionale alla salute dei loro cittadini, manifesti il suo dissenso unitamente alla comunità penalizzata dal suo operato!”
Lisi ha poi attaccato l’amministrazione comunale, accusandola di aver avuto un atteggiamento rinunciatario nella gestione della questione ambientale e di non aver fornito ai cittadini le informazioni necessarie in tempo reale.
“Nell’ultimo ventennio quanta informazione è stata data ai cittadini? I rapporti ambientali cosa hanno evidenziato? Chi è al corrente che il nostro territorio è cronicamente border line? Non si può strumentalizzare una manifestazione spontanea per lavarsi la faccia e la coscienza!”
Il consigliere ha concluso ribadendo il proprio impegno nel contrastare l’ampliamento della discarica e sostenere la comunità:
“Da cittadini diciamo NO BURGESI e lo gridiamo a squarciagola insieme con voi, ma da cittadini impegnati in politica non accettiamo di protestare al fianco di chi dovrebbe essere oggetto della contestazione. La nostra coerenza può essere fraintesa, ma il tempo sarà galantuomo. Faremo tutto quello che ci sarà possibile per scongiurare questa drammatica situazione!”
L’atmosfera a Ugento e Casarano è incandescente. A pochi giorni dalla sfida che vedrà le due squadre affrontarsi al Comunale di Ugento, il fermento tra i tifosi ha già raggiunto livelli altissimi, segnando un record storico: i 350 biglietti destinati ai tifosi ospiti sono stati polverizzati in appena nove minuti. Un dato che racconta molto più di qualsiasi dichiarazione ufficiale, testimoniando l’attesa spasmodica che avvolge la cittadina messapica in vista di questa partita fondamentale.
Un Derby Carico di Significati
Domenica prossima, alle ore 16, il Comunale di Ugento sarà il teatro di una delle sfide più sentite della stagione. Una partita che mette di fronte due squadre con ambizioni completamente diverse ma unite da una rivalità che affonda le radici nella storia calcistica locale. Da un lato, il Casarano, squadra costruita per dominare e lanciata verso la promozione diretta, con un organico di assoluto valore e un cammino in campionato che conferma le aspettative di inizio stagione. Dall’altro, l’Ugento, squadra giovane e determinata, impegnata nella lotta per una salvezza diretta che avrebbe il sapore dell’impresa, nel suo primo anno di serie D.
Le strade di Ugento sono già animate da cori, bandiere e discussioni che riguardano esclusivamente il match di domenica. I tifosi giallorossi stanno vivendo l’attesa con un’energia travolgente, consapevoli dell’importanza della partita sia per la classifica che per l’orgoglio cittadino. Anche a Casarano la febbre da derby è altissima, con una tifoseria che ha risposto in maniera impressionante, accaparrandosi in tempo record tutti i biglietti disponibili per il settore ospiti.
Il dato dei nove minuti per il sold out del settore ospiti è un record che pochi club a livello dilettantistico possono vantare, e dimostra come il calcio locale sia ancora capace di muovere emozioni e passione in maniera viscerale.
Sul terreno di gioco, le due squadre arriveranno con stati d’animo differenti ma con la stessa voglia di lasciare il segno. Il Casarano, forte di una rosa di spessore e con l’obiettivo di consolidare la propria leadership in classifica, punterà a ottenere i tre punti per avvicinarsi alla promozione diretta. L’Ugento, invece, consapevole del valore dell’avversario, giocherà con il cuore, cercando quell’impresa che darebbe ossigeno alla corsa per la salvezza.
Gli allenatori stanno preparando la gara nei minimi dettagli, consapevoli che a decidere l’incontro potrebbero essere non solo i valori tecnici, ma anche il carattere e la determinazione. In un derby come questo, l’aspetto emotivo giocherà un ruolo fondamentale e sarà interessante vedere come le due squadre riusciranno a gestire la tensione della partita.
L’attesa è ormai agli sgoccioli e domenica, alle 16, il Comunale di Ugento sarà un’autentica bolgia. La sfida tra Ugento e Casarano non sarà soltanto una partita di calcio, ma un evento che coinvolge due intere comunità, pronte a vivere novanta minuti di pura passione. Con un record di biglietti venduti e un’atmosfera già rovente, tutto è pronto per un derby che si preannuncia indimenticabile.
La fiaccolata di protesta organizzata dalle associazioni e dai cittadini di Ugento contro l’ipotesi di ampliamento della discarica Burgesi ha acceso il dibattito politico locale. L’iniziativa, che vedrà la partecipazione di numerosi cittadini preoccupati per le possibili conseguenze ambientali, non vedrà la presenza di alcuni consiglieri comunali, in particolare dei Consiglieri Comunali di opposizione Laura De Nuzzo (Lega), Fabiola Musarò (Uniti verso il Futuro) e Giulio Lisi (Forza Italia), che hanno espresso una dura critica nei confronti dell’amministrazione comunale.
In un comunicato congiunto, i tre Consiglieri hanno ribadito la loro ferma opposizione alla gestione regionale dei rifiuti, definendola “lacunosa nella programmazione e carente nella realizzazione degli impianti”. Tuttavia, secondo loro, la responsabilità della situazione attuale non sarebbe solo della Regione Puglia.
“Riteniamo che l’amministrazione comunale, e per essa l’assessore con delega all’ambiente, non abbia adeguatamente contrastato la delibera di giunta regionale che prevede il sopralzo della discarica Burgesi – dichiarano i Consiglieri – verosimilmente a causa di rapporti pregressi con il gestore della discarica, ancora tutti da definire in termini economici.”
L’accusa nei confronti dell’amministrazione comunale si fa ancora più diretta quando i Consiglieri di minoranza mettono in dubbio la posizione della maggioranza sulla questione.
“Non possiamo accettare – proseguono – che la fiaccolata organizzata dalle associazioni sia strumentalizzata dalla maggioranza per scaricare sulla sola Regione la responsabilità della decisione, quando invece sempre più ambigue risultano le posizioni dell’amministrazione. Prima di altri, attraverso i propri referenti politici di livello regionale, l’amministrazione avrebbe potuto e dovuto battersi almeno per la sospensione di quella delibera a tempo debito.”
I tre Consiglieri concludono il loro intervento prendendo le distanze da ogni tentativo di sfruttare la protesta per fini politici:
“Non intendiamo strumentalizzare un sacrosanto ed apprezzabile movimento popolare per finalità politiche, come invece sta facendo chi artatamente cerca di gettare fumo negli occhi per nascondere le proprie responsabilità ed un evidente imbarazzo politico.”
Il dibattito sull’ampliamento della discarica Burgesi si fa sempre più acceso e la comunità attende ora risposte concrete sia dalla Regione Puglia che dall’amministrazione comunale, chiamate a fare chiarezza sulle scelte adottate e sulle possibili alternative per la gestione dei rifiuti nel territorio, con il comitato che dovrebbe farsi carico innanzitutto delle responsabilità del passato, che hanno portato fino alla situazione odierna, proprio come rimarcato oggi dai consiglieri di minoranza.
Nel porto di Torre San Giovanni di Ugento stanno per iniziare le operazioni di rimozione della sabbia accumulata nei fondali, un intervento che avrebbe potuto rappresentare un’opportunità per il ripascimento delle spiagge erose della costa ionica. Tuttavia, la destinazione scelta per lo smaltimento della sabbia ha sollevato polemiche, evidenziando uno spreco di materiale prezioso che avrebbe potuto essere impiegato per la tutela del litorale.
Secondo l’ordinanza n. 27 del 21 marzo 2025 emessa dalla Capitaneria di Porto di Gallipoli, la ditta incaricata dei lavori, la “VENNA S.r.l.”, si occuperà del dragaggio dei fondali del porto, con il materiale che verrà trasportato e scaricato nelle acque antistanti la località Fontanelle, nel comune di Ugento. La decisione prevede l’immersione in mare della sabbia dragata tramite la draga “Riccione II”, anziché il suo utilizzo per interventi di ripascimento costiero.
Le coordinate fornite nell’ordinanza identificano chiaramente le aree interessate:
Area di dragaggio nel porto di Torre San Giovanni: 39° 53.163’ N – 018° 06.871’ E / 39° 53.205’ N – 018° 06.941’ E
Zona di immersione nelle acque antistanti Fontanelle: 39° 51.533’ N – 018° 09.451’ E / 39° 52.048’ N – 018° 08.294’ E
I punti di sversamento individuati coprono un’area vasta che va da Torre Mozza a Torre San Giovanni, con distanze dalla linea di costa comprese tra i 150 e i 200 metri. Tuttavia, ci si chiede se sarebbe stato più opportuno destinare la sabbia al ripascimento diretto delle dune e delle battigie, come avvenne nel precedente intervento di anni fa, con l’aggiunta anche dei piccoli moli che si vedono in foto, garantendo una protezione efficace contro l’erosione.
L’aspetto che dovrebbe essere al centro del dibattito è la scelta di scaricare la sabbia in mare invece di destinarla al ripascimento delle spiagge tra Torre San Giovanni e Torre Mozza, aree da tempo colpite da un’importante erosione costiera. Il materiale dragato, compatibile con la composizione della sabbia di queste zone, avrebbe potuto contribuire alla rigenerazione naturale del litorale, con benefici ambientali e turistici.
Nonostante l’opportunità evidente, la scelta di immersione a Fontanelle sembra basata su ragioni burocratiche e logistiche, senza una visione di lungo periodo per la tutela del territorio. Il tema del ripascimento costiero è di cruciale importanza per molte località balneari italiane, che stanno adottando strategie differenti per fronteggiare l’erosione.
Diversi comuni costieri hanno già adottato misure efficaci per contrastare l’erosione e preservare le proprie spiagge. In Emilia-Romagna, ad esempio, molte località turistiche hanno investito in progetti di ripascimento costiero con sabbia prelevata dal mare, spesso finanziati da fondi europei. Analogamente, in Toscana e in Veneto, si sono sviluppate tecniche che prevedono il dragaggio di sabbia dai fondali marini più profondi e il successivo trasporto sulle spiagge erose attraverso sistemi di pompaggio, anch’essi molto costosi.
Un esempio significativo vicino a noi è quello di Porto Cesareo. Qui, si è provato a impiegare una tecnica basata sull’uso di grandi draghe che prelevano sabbia da largo per poi pomparla direttamente sulla battigia. Questo metodo avrebbe dovuto consente di ridurre l’impatto ambientale e di favorire il ripristino naturale delle spiagge, senza disperdere inutilmente il materiale prelevato. Un progetto che però non ha portato i risultati sperati, con la faccenda che è addirittura finita in tribunale.
Gli interventi a Porto Cesareo
La domanda che emerge è: perché disperdere in mare una risorsa che potrebbe essere utilizzata per proteggere le spiagge?
Nel frattempo, il lavoro di dragaggio procederà tra il 24 marzo e il 22 aprile 2025, con la speranza che future operazioni possano essere meglio pianificate per massimizzare i benefici ambientali e turistici del territorio pugliese.