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Ricerche a Taurisano: interviene l’esercito

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Proseguono senza sosta le ricerche di Antonio Salvatore Preite, il 65enne scomparso nel pomeriggio di lunedì 17 marzo 2025. Dopo giorni di intensi sforzi da parte delle forze dell’ordine, della protezione civile e dei volontari, da domani anche l’esercito entrerà ufficialmente in campo per fornire supporto nelle operazioni di perlustrazione del territorio.

Questa decisione è emersa oggi durante un tavolo tecnico di aggiornamento in Prefettura, in cui si è discusso delle strategie per intensificare le ricerche. Nel corso della riunione, le autorità hanno ringraziato tutti coloro che si sono già mobilitati, sottolineando l’importanza di un ulteriore sforzo organizzativo.

Intanto, la comunità di Taurisano continua a dimostrare un forte senso di solidarietà. Nei giorni scorsi numerosi cittadini si sono riuniti per contribuire alle operazioni di ricerca nelle campagne circostanti. Il punto di ritrovo è stato individuato nei pressi di contrada Carcarone, lungo la strada provinciale che collega Taurisano a Miggiano, dove l’uomo sarebbe stato avvistato per l’ultima volta.

Le condizioni meteorologiche avverse degli ultimi giorni stanno aumentando la preoccupazione dei familiari, già provati da un’attesa angosciante. Le temperature rigide e l’allerta meteo con piogge e forti raffiche di vento rendono ancora più urgenti le operazioni di soccorso.

L’appello del sindaco Luigi Guidano ai proprietari di terreni e casolari abbandonati ha rafforzato ulteriormente la partecipazione attiva della popolazione. Si chiede, infatti, di ispezionare pozzi, cisterne e ruderi che potrebbero offrire riparo all’uomo scomparso.

Con l’intervento dell’esercito, si auspica di poter coprire un’area ancora più vasta in tempi brevi, nella speranza di trovare quanto prima Antonio Salvatore Preite e riportarlo sano e salvo dai suoi cari.

Grisley e Teyou, gli opliti dell’Ugento Calcio

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Nell’antica Grecia, la falange era una formazione di combattimento di fanteria pesante, i cui soldati erano armati di lance, scudi e spade. L’esempio più famoso ci è noto con la Battaglia delle Termopili, ispiratrice del film “300” con protagonista Gerard Butler. Secondo la tradizione 300 spartani guidati da Leonida assieme a diversi contingenti alleati riuscirono a tenere testa ad un esercito di migliaia di persiani prima di soccombere. Per via del ristretto spazio in cui erano posizionati, nelle Termopili gli opliti riuscirono a reggere con efficacia l’urto frontale dei soldati nemici e a spingerli via, uccidendone molti per calpestamento o per compressione.    

L’oplite era il cittadino – soldato delle città-Stato, armato di lancia e scudo. Se questo concetto lo trasmutiamo nel calcio, Grisley e Teyou sono senza dubbio due opliti fondamentali di quella falange calcistica che domenica prossima si sconterà con la ben più blasonata falange del Casarano Calcio.

Il nostro campo sportivo sarà teatro di una gara che in questi giorni di preparazione si sta disvelando fibrillante ed entusiasmante, motivo di grande attesa per gli amanti dello sport e del calcio in particolare. Dei nostri convicini casaranesi e degli ugentini e geminiani, che non si lasceranno sfuggire l’occasione di assistere ad un altro appuntamento con la storia. A contendersi la vittoria ci saranno da un lato gli opliti giallorossi che a fronte di ottime prestazioni delle ultime gare hanno le carte in regola per ottenere una salvezza che passo dopo passo stanno dimostrando di meritare sul campo, giocando sempre a viso aperto ed esprimendo un bel calcio. Dall’altro gli opliti rossoblù che con tutto il loro indiscutibile valore tecnico – economico, storico e sportivo intendono continuare a macinare risultati utili per la conquista del campionato nazionale di serie D. Ad oggi dominato con assoluta bravura e merito. Un campionato evidentemente un po’ stretto per una piazza di valore, tradizione e importanza come quella degli amici casaranesi. Le premesse per una grande manifestazione sportiva, di sana e conviviale rivalità ci sono tutte. Spetta ai veri protagonisti fare in modo che si tramutino in campo, garantendo lealtà, rispetto, fratellanza e corretto agonismo. 

La falange ugentina, con i sui opliti Grisley e Teyou, avrà di fronte una grande compagine calcistica. Certamente difficile ma allo stesso tempo stimolante da battere. 

Occorrerà che Samu e Frank oltre alla riconosciuta bravura e talento, mettano in campo tutto quanto sia necessario per controbattere colpo su colpo alle avanzate di Loiodice e compagni.  Gettare ancora una volta il cuore oltre l’ostacolo!

Si celebrerà una gara di grande livello agonistico. Ci sarà un campo di battaglia con 22 atleti che si fronteggeranno con anima e corpo su ogni pallone. Per conquistare ogni centimetro di terreno. Le due falangi non si daranno per vinte, pronte a rimanere impenetrabili all’avversario. Sostenuti dal loro pubblico, Grisley e Teyou saranno pronti ad aiutare, ad attaccare o a difendersi, costituendo insieme ai propri compagni di squadra quel muro di scudi necessario ad evitare che il pallone possa entrare nella porta giallorossa. Agiranno secondo una regia tattica e strategica, su cui mister Oliva appare molto concentrato e motivato, che sia in grado di metterli nelle condizioni di esprimersi al meglio, con tutte le potenzialità individuali e collettive. 

Indipendentemente da quello che sarà il risultato, l’augurio è che Ugento vs Casarano sia una partita di calcio improntata al senso di comunità, alla partecipazione e convivenza tra appassionati di calcio. Domenica tutti al campo! Tutti insieme per gridare “tutta Ugento vuole vincere!”. Tutti insieme per vedere Grisley e Teyou lottare con tutta la squadra, per regalare un’altra domenica di emozioni, passioni e piacere dello stare insieme. Per sentirsi popolo! Domenica è un appuntamento per cui si potrà dire: “Io c’ero a vedere Grisley e Teyou, gli opliti dell’Ugento Calcio”. 

Caso Burgesi: le reazioni politiche dopo l’ultima commissione regionale

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La recente audizione in Commissione Ambiente sulla questione della discarica di Burgesi ha suscitato dure reazioni da parte dei consiglieri regionali e non solo, che hanno espresso indignazione e opposizione al piano della Giunta Emiliano di riaprire il sito di Ugento. La decisione di ampliare la discarica, chiusa nel 2021 per saturazione, è stata giustificata come misura emergenziale per la gestione dei rifiuti in Puglia, ma ha incontrato un netto rifiuto da parte della politica locale e della comunità.

Pagliaro (FdI): “Un fallimento politico, l’assessora Triggiani si dimetta”

Paolo Pagliaro, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, ha attaccato duramente la decisione della Giunta, definendola “un fallimento politico”. Durante l’audizione, ha ribadito che il Salento è già stato pesantemente penalizzato dalla gestione dei rifiuti e ha denunciato l’aumento delle patologie tumorali nell’area, attribuendolo anche alla presenza di discariche come quella di Burgesi. Pagliaro ha inoltre respinto l’offerta di riduzioni sulla TARI come compensazione, definendola “una presa in giro per cittadini che chiedono salute e sicurezza, non elemosine”. Infine, ha chiesto le dimissioni dell’assessora Triggiani e il ritiro immediato della delibera dell’11 febbraio.

Casili (M5S): “Il territorio ha già pagato un prezzo altissimo”

Anche Cristian Casili del Movimento 5 Stelle ha espresso totale contrarietà all’ampliamento della discarica, dichiarando che “la popolazione del basso Salento ha già pagato un prezzo altissimo in termini ambientali e sanitari”. Casili ha contestato il metodo con cui la Regione ha portato avanti il provvedimento, accusando la Giunta di ignorare il coinvolgimento delle comunità locali e di imporre una scelta inaccettabile per il territorio.

De Blasi (Lega): “Decisione insostenibile, la Regione ha fallito”

Gianni De Blasi, consigliere della Lega, ha ribadito che la riapertura della discarica di Burgesi è “una scelta scellerata” e che il Salento continua ad essere trattato come la pattumiera della Puglia. “Abbiamo già visto troppi disastri ambientali nella nostra terra. Questa discarica è satura da anni e non può essere ampliata ulteriormente. La Regione ha il dovere di trovare soluzioni alternative, non scaricare ancora il problema su di noi” ha dichiarato De Blasi, chiedendo alla Giunta di fare un passo indietro.

Capone (Pd): “Serve una riflessione più approfondita”

Loredana Capone, presidente del Consiglio Regionale, pur non schierandosi apertamente contro l’ampliamento, ha chiesto un approfondimento sulle implicazioni sanitarie e ambientali della decisione. Ha richiesto un rinvio dell’efficacia della delibera regionale, auspicando una maggiore concertazione con i territori coinvolti.

Esposito : “Una decisione ingiustificabile che penalizza ancora il Salento”

Tiziano Esposito ha espresso profonda amarezza per la scelta della Giunta, definendola “una punizione ingiustificata per un territorio già avvelenato”. Ha criticato duramente l’assessora Triggiani per aver ignorato le richieste di revisione della delibera e ha sottolineato come la Regione abbia fallito nella chiusura del ciclo dei rifiuti, costringendo ancora una volta il Salento a pagare il prezzo dell’incompetenza amministrativa. “Non possiamo accettare che il diritto alla salute venga barattato con uno sconto sulla TARI. I cittadini meritano rispetto e soluzioni sostenibili” ha dichiarato Esposito.

Fiaccolata confermata: la mobilitazione continua

Il Comitato No Burgesi ha confermato ufficialmente la fiaccolata di protesta per il 27 marzo. L’evento avrà inizio alle 18:30 dalla zona Lidl di Ugento e si concluderà in piazza San Vincenzo, dove si terranno interventi e momenti di riflessione. L’iniziativa, patrocinata dai Comuni di Ugento, Presicce-Acquarica, Salve e Taurisano, vedrà la partecipazione di cittadini, rappresentanti istituzionali e del vescovo della Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, Mons. Vito Angiuli.

Il Comitato ha sottolineato che la manifestazione non è solo un atto di protesta, ma anche un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di una bonifica definitiva del sito. La discarica di Burgesi, infatti, rappresenta una minaccia per l’ambiente e per la salute pubblica, e la comunità locale è determinata a opporsi a ogni tentativo di riapertura.

La Commissione Ambiente si è chiusa con un muro contro muro tra la Giunta e l’opposizione, mentre i cittadini di Ugento e dei comuni limitrofi continuano la loro mobilitazione. La fiaccolata del 27 marzo sarà un momento cruciale per esprimere il dissenso collettivo contro l’ampliamento della discarica. La palla ora passa nuovamente al presidente Emiliano: ascolterà il grido del Salento o tirerà dritto sulla sua decisione?

Un’altra opera pubblica abbandonata ad Ugento

Nel 2019, l’ex sindaco di Ugento, Massimo Lecci, annunciava con grande enfasi che la pineta comunale si candidava a diventare un “Bosco Didattico”. Un progetto ambizioso, finanziato con fondi europei nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (Misura 8.5), e che avrebbe dovuto accrescere la resilienza e il pregio ambientale degli ecosistemi forestali del territorio. A distanza di anni, il risultato appare desolante: un’opera pubblica abbandonata a sé stessa, simbolo di una gestione discutibile delle risorse pubbliche.

Dalla determina n. 275 del 22 aprile 2022, emerge che il progetto per la realizzazione del Bosco Didattico ha comportato un investimento complessivo di 125.429,51 euro, di cui oltre 120.000 finanziati dalla Regione Puglia e circa 4.700 euro cofinanziati dal Comune di Ugento, ma ciò che resta oggi di quell’intervento è ben lontano dalle aspettative: strutture inutilizzate, materiali esposti all’incuria e all’azione dei vandali.

Uno dei simboli più evidenti di questa gestione è la tenda installata nei pressi dell’ingresso della pineta comunale, mai entrata in funzione e ormai preda delle intemperie e del degrado. Una struttura che avrebbe potuto rappresentare un punto di accoglienza o un’aula all’aperto per le attività didattiche, ma che è rimasta semplicemente un involucro vuoto. Intorno alla tenda, l’area giochi versa in condizioni di completo abbandono: la manutenzione non è mai stata effettuata, e i giochi sono ormai preda delle intemperie e della salsedine che li stanno lentamente intaccando. Le staccionate, ormai marce, lasciano esposti pericolosi chiodi arrugginiti, un pericolo evidente che di didattico ha davvero poco.

Questo caso non è isolato. A Ugento sono numerosi gli esempi di opere pubbliche realizzate e mai realmente sfruttate: la velostazione, il campo da padel, i campetti da calcio. Infrastrutture che sembrano più il frutto di un’opportunità di spesa di fondi pubblici piuttosto che di un reale piano di valorizzazione e utilizzo per la comunità.

Al già lungo elenco di opere pubbliche inutilizzate si aggiunge il caso delle piste ciclabili, costate oltre 600mila euro agli ugentini e che da mesi scatenano enormi polemiche per la loro gestione e realizzazione discutibile. Un’opera che, invece di rappresentare un passo avanti per la mobilità sostenibile, si è trasformata in un ulteriore motivo di malcontento tra i cittadini.

Non si può dimenticare il percorso per ipovedenti, un’opera che ha fatto discutere per il suo record di durata: appena due giorni. Questo progetto, tanto discusso anche da questa testata, è il simbolo di un’amministrazione che non riesce a garantire una gestione efficace delle risorse e dei lavori pubblici.

Infine, tra gli esempi più eclatanti dello spreco di denaro pubblico, spicca il Palazzetto dello Sport di Torre San Giovanni, un enorme scempio urbanistico che sembra eretto come un mausoleo all’incompetenza. Da vent’anni questa struttura rappresenta la sintesi di un sistema che ha portato avanti Ugento senza una reale visione di sviluppo sostenibile e a beneficio della comunità.

Il caso del Bosco Didattico e delle altre opere incompiute solleva interrogativi legittimi sull’effettiva pianificazione degli investimenti pubblici. Perché realizzare opere se non si ha la volontà o la capacità di metterle a sistema? È questa la gestione che i cittadini meritano? La trasparenza e l’efficienza dovrebbero essere alla base di ogni progetto finanziato con risorse pubbliche, eppure a Ugento continuano a emergere esempi di fondi spesi senza una visione a lungo termine.

L’auspicio è che le autorità competenti possano intervenire per evitare che queste opere restino monumenti allo spreco, ridando alla comunità il valore che merita.

Pagliaro al Comitato No Burgesi, “Non fare di tutta l’erba un fascio”

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Continua il dibattito sull’ampliamento della discarica di Burgesi a Ugento. Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro ha risposto con una nota alla decisione del Comitato No Burgesi di non partecipare all’audizione in Commissione Ambiente del Consiglio regionale, prevista per lunedì prossimo.

Pagliaro ha espresso amarezza per la scelta del Comitato, sottolineando come non tutti i rappresentanti politici abbiano le stesse responsabilità nella gestione della questione rifiuti.

“Comprendiamo la rabbia e lo scoramento, ma è ingiusto addossare le colpe a tutta la classe politica regionale. Noi ci siamo sempre battuti contro l’invasione di rifiuti nel Salento e contro il partito delle discariche”, ha dichiarato il consigliere.

Il capogruppo de La Puglia Domani verso Fratelli d’Italia ha ricordato il suo impegno ultraventennale sulle tematiche ambientali, fin dai tempi della trasmissione L’Indiano, e le battaglie portate avanti sia con manifestazioni pubbliche che in Consiglio regionale.

“Nel maggio 2021 abbiamo organizzato un sit-in davanti a Burgesi per chiedere la bonifica dell’area e bloccare l’apertura di una nuova discarica. La nostra opposizione è stata sempre chiara e netta”, ha ribadito.

Pagliaro ha poi attaccato la maggioranza di centrosinistra, accusandola di aver approvato nel 2021 un Piano regionale dei rifiuti che, secondo lui, ha portato all’attuale emergenza.

“Oggi la Giunta Emiliano vuole sopraelevare tre discariche, di cui due nel Salento, dimostrando ancora una volta di considerare questa terra una pattumiera. Noi diciamo no, senza se e senza ma”.

Il consigliere ha infine lanciato un appello al Comitato No Burgesi affinché non si chiuda al dialogo: “Insieme possiamo essere più forti contro decisioni che vengono da Bari e che siamo determinati a bloccare”.

LA nota completa:

“Siamo profondamente amareggiati dal contenuto della lettera del Comitato No Burgesi, che annuncia di non voler partecipare all’audizione di lunedì prossimo in Commissione Ambiente del Consiglio regionale, la seconda in due settimane, convocata su nostra richiesta. Un’audizione a cui abbiamo preteso la partecipazione della parte politica – presidente Emiliano e assessora Triggiani – perché ci mettano la faccia e si assumano la responsabilità della scelta di riaprire e sopraelevare la discarica Burgesi a Ugento.  

Pur comprendendo la rabbia e lo scoramento del Comitato, teniamo a precisare che non siamo tutti uguali. È sbagliato e ingiusto fare di tutta l’erba un fascio, addossando all’intera classe politica regionale colpe che sono in capo a chi ha malgovernato e malgoverna questa Regione. Nella gestione dei rifiuti e non solo. 

Per quanto ci riguarda già 18 anni fa, con i coraggiosi reportage de “L’Indiano”, la televisione di cui sono editore e che da sempre è in prima linea sulle questioni ambientali, denunciava i problemi delle discariche nel Salento, l’inquinamento delle falde acquifere, le criticità dell’impianto di Ugento. Temi scomodi ignorati dalla Regione, che ha continuato a portare avanti la scelta politica di incrementare le discariche nel Salento. Noi abbiamo avuto il coraggio di denunciare il partito delle discariche che c’era dietro questa scelta. Nel maggio 2021 organizzammo un sit-in davanti a Burgesi per chiederne la bonifica e per bloccare l’altra discarica. A quella manifestazione parteciparono esponenti dei Comuni di Presicce-Acquarica, Ugento e altri del territorio. Noi eravamo sul campo, lo siamo sempre stati.

E poi in Consiglio regionale la nostra battaglia è continuata con audizioni, interrogazioni, con tutti gli strumenti che ci ha consentito la nostra postazione di opposizione. Ma la maggioranza di centrosinistra è andata avanti come un bulldozer, e a ottobre 2021 ha approvato un Piano regionale dei rifiuti che prevedeva la riapertura della discarica di Conversano e la realizzazione di un nuovo impianto a Cerignola. Tutto rimasto sulla carta, mentre si decide di ampliare Burgesi e di aprire il sito di Corigliano. Una follia. Nel 2021 noi dell’opposizione votammo contro quel piano e alzammo le barricate in Consiglio regionale per bloccare l’attivazione della discarica di Corigliano, una bomba ecologica costruita sulla falda acquifera che disseta l’80% del Salento. 

Ora che siamo in emergenza – anche se la Regione si ostina a negarlo – la Giunta Emiliano aggiorna il Piano rifiuti del 2021 e decide di sopraelevare tre discariche, due delle quali nel Salento. Immediatamente abbiamo tuonato contro questa ipotesi, contro l’ampliamento di Burgesi, abbiamo detto no a nuovi rifiuti perché il nostro Salento non è la pattumiera della Puglia. Non abbiamo mai avuto paura di denunciare che il Salento è bersagliato dall’inquinamento, di mostrare i numeri agghiaccianti delle patologie tumorali che ne derivano e che sono dilaganti. Non diciamo basta da giorni o settimane, lo diciamo da anni. Non è mancato il nostro impegno di opposizione ma è mancata la volontà politica del centrosinistra che governa la Puglia di chiudere il ciclo dei rifiuti e di realizzare discariche pubbliche. Tutto questo per continuare a ingrassare il partito delle discariche che ora sta battendo cassa per avere tutti gli arretrati delle differenze Tari per i rifiuti conferiti negli impianti privati, applicando la delibera Arera del 2023 con l’avallo dell’Ager, l’Agenzia regionale dei rifiuti che risponde agli indirizzi politici di chi comanda da vent’anni in questa Regione.

Quindi, caro Comitato No Burgesi, noi non ci stiamo ad essere messi nel mucchio su cui puntare il dito. Noi Ugento l’abbiamo difesa con forza da sempre, e da sempre abbiamo detto basta ai rifiuti nel Salento. Insieme possiamo fare opposizione ed essere più forti contro decisioni che vengono da Bari e che siamo determinati a bloccare”.

Ruffano verso il commissariamento: la giunta si dimette

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A poche ore dalle dimissioni del sindaco Antonio Rocco Cavallo, giunge un nuovo colpo di scena nella vita politica della cittadina salentina. L’intera maggioranza consiliare ha rassegnato le proprie dimissioni, formalizzandole in data odierna. La decisione segue la linea del primo cittadino, arrestato nei giorni scorsi nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti truccati.

Prima di lasciare le proprie cariche, l’amministrazione ha provveduto all’approvazione del bilancio 2025-2027, con parere favorevole del Revisore dei Conti. Questa mossa garantirà la continuità amministrativa, facilitando il lavoro del futuro Commissario Prefettizio, che avrà il compito di portare avanti le opere pubbliche e i progetti già avviati.

Con le dimissioni contestuali di sindaco e consiglieri, il Comune di Ruffano si avvia verso il commissariamento. La Prefettura nominerà un Commissario Prefettizio, figura che guiderà l’ente fino alle prossime elezioni amministrative, presumibilmente nella primavera del 2025.

Nel frattempo, l’uscita di scena dell’amministrazione Cavallo lascia il Comune in una fase di incertezza politica. Mentre proseguono le indagini giudiziarie, il futuro politico di Ruffano resta tutto da scrivere. Le forze di opposizione e i possibili nuovi candidati iniziano a muoversi, delineando gli scenari che porteranno alla prossima tornata elettorale.

Nei prossimi mesi, il Commissario Prefettizio amministrerà il Comune, gestendo l’ordinaria amministrazione e garantendo la continuità dei servizi. Parallelamente, la politica locale si riorganizzerà in vista delle elezioni. Le inchieste in corso potrebbero influenzare profondamente il dibattito pubblico, con i partiti e le liste civiche chiamati a presentare volti e programmi credibili per riconquistare la fiducia dei cittadini, che si sono comunque mostrati solidali nei confronti del sindaco dimissionario.

L’amministrazione uscente ha voluto congedarsi con un ringraziamento agli uffici comunali e all’intera comunità ruffanese, sottolineando il lavoro svolto negli anni di governo. Tuttavia, il clima resta teso e l’attenzione della cittadinanza e delle istituzioni è alta.

Nei prossimi mesi, la corsa alla poltrona di primo cittadino sarà al centro dell’attenzione politica locale. Resta da vedere chi scenderà in campo e con quali proposte per il rilancio amministrativo di Ruffano.

Si dimette il sindaco di Ruffano

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Il sindaco di Ruffano, Antonio Cavallo, ha formalizzato questa mattina le sue dimissioni dalla carica, tramite i suoi legali, depositandole al protocollo del Comune. La decisione giunge dopo il suo arresto in carcere nell’ambito dell’inchiesta su un presunto giro di appalti pilotati in cambio di varie utilità.

Gli avvocati Giancarlo Sparascio e Luigi Corvaglia, difensori di Cavallo, si sono recati in carcere per raccogliere la firma del loro assistito sulla lettera di dimissioni e successivamente l’hanno protocollata in Comune. Le dimissioni diventeranno irrevocabili trascorsi venti giorni, dopodiché la Prefettura procederà alla nomina di un commissario straordinario per l’amministrazione del Comune di Ruffano.

L’Inchiesta e gli Arresti

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Lecce e condotta dalla Guardia di Finanza, ha portato all’applicazione di misure cautelari nei confronti di 10 persone, di cui 3 sono state condotte in carcere e 7 agli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato emesso dal Gip Stefano Sala su richiesta del pm Maria Vallefuoco. Inoltre, sono state disposte misure interdittive per altri 6 indagati, ai quali è stato vietato di contrattare con la Pubblica Amministrazione.

Oltre a Cavallo, si trovano in carcere l’imprenditore Marco Castrignanò, legale rappresentante della Castrignanò Vivai s.r.l., e Maurizio Montagna, funzionario nei comuni di Botrugno e Sanarica nonché componente delle commissioni aggiudicatrici nelle procedure di gara.

Agli arresti domiciliari si trovano invece Ernesto Toma, sindaco di Maglie, e il suo vice Marco Sticchi, oltre al sindaco di Sanarica, Salvatore Sales, e l’assessore Dario Andrea Strambaci. Misure cautelari sono state disposte anche per l’ingegnere Sergio Urso, per il dipendente della Castrignanò Appalti, Umberto Mangia, e per Daniele Boscarino, dipendente dell’ufficio tecnico del Comune di Ruffano.

Le accuse mosse dalla Procura sono gravi: corruzione, falso, turbata libertà degli incanti, frode in pubbliche forniture e subappalto illecito. Le indagini avrebbero evidenziato un sistema di scambi illeciti in cui appalti pubblici venivano pilotati in cambio di favori, tra cui addobbi floreali, lavori di ristrutturazione, casse di prosecco e voti elettorali.

Nel frattempo, gli avvocati dei principali indagati stanno già predisponendo i ricorsi al Tribunale del Riesame. I legali di Antonio Cavallo hanno già avanzato l’istanza, i cui motivi saranno depositati nelle prossime ore. Anche il sindaco di Maglie, Ernesto Toma, e il suo vice Marco Sticchi, così come il sindaco di Sanarica, Salvatore Sales, hanno annunciato il ricorso per chiedere una revisione delle misure cautelari.

L’inchiesta scuote il panorama politico locale e apre una nuova fase di incertezza per le amministrazioni coinvolte. Nei prossimi giorni si attendono sviluppi sia sul fronte giudiziario che amministrativo, mentre le comunità interessate restano in attesa di chiarimenti sulla portata dello scandalo.

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