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Ugento celebra Titta Viva: nasce il club “Ugento Giallorossa” a lui intitolato

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Ugento si prepara a vivere un evento significativo per la comunità sportiva locale e per tutti gli appassionati di calcio salentino. Il 24 febbraio 2025, alle ore 18:30, si terrà una doppia cerimonia che rafforzerà il legame tra Ugento e il Lecce: l’inaugurazione ufficiale del Club Lecce intitolato a Saverio Sticchi Damiani e, contestualmente, l’intitolazione del già attivo Club Ugento Giallorossa alla memoria di Giambattista “Titta” Viva.

La serata vedrà la partecipazione d’eccezione del presidente dell’U.S. Lecce, Saverio Sticchi Damiani, che sarà presente per il taglio del nastro del club a lui dedicato e per affiancare la famiglia Viva nell’omaggio a una delle figure più iconiche dello sport ugentino.

Il Club Ugento Giallorossa, già operativo da tempo, verrà ufficialmente intitolato a Giambattista “Titta” Viva, ex calciatore del Lecce e simbolo della storia calcistica locale. Viva ha rappresentato una generazione di sportivi cresciuti con la passione per il calcio autentico, distinguendosi anche per il suo impegno nella comunità. Tra i momenti più significativi della sua carriera si ricorda la storica amichevole del 24 giugno 1968 contro il Santos di Pelé, in cui ebbe l’onore di affrontare il leggendario fuoriclasse brasiliano.

L’inaugurazione del Lecce Club Saverio Sticchi Damiani rappresenta un punto di riferimento per tutti i tifosi giallorossi di Ugento, mentre l’intitolazione del Club Ugento Giallorossa a Titta Viva è un tributo al valore sportivo e umano di un uomo che ha lasciato un segno indelebile nel territorio. Inoltre, si discute già della possibilità di dedicare un luogo pubblico alla memoria di Titta Viva, un ulteriore riconoscimento per un concittadino che ha dato tanto allo sport e alla comunità.

Con questa doppia celebrazione, Ugento non solo onora il passato, ma si proietta verso il futuro con entusiasmo, consolidando il legame con il Lecce e con i suoi tifosi in un’annata calcistica ricca di emozioni.

Ora FDI Ugento deve decidere: quale futuro per l’amministrazione comunale?

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C’è qualcosa di paradossale nella politica ugentina. Se altrove Fratelli d’Italia rappresenta il partito di governo per eccellenza, qui il suo ruolo appare più ambiguo e contraddittorio. Con l’annessione del Movimento Regione Salento nelle fila del partito di Giorgia Meloni, la pattuglia azzurra si ingrandisce, vantando ora due assessori e due consiglieri comunali. Il problema? Sono consiglieri di minoranza.

In un panorama politico lineare, chi governa è in maggioranza, chi critica sta all’opposizione. A Ugento, invece, Fratelli d’Italia sembra avere un piede in entrambi i campi. Da un lato, con i suoi assessori Enzo Ozza e Alessio Meli, partecipa attivamente alla gestione della città; dall’altro, con i suoi consiglieri Tiziano Esposito ed Ezio Garzia, recentemente confluito dal Movimento Regione Salento, si oppone alla stessa amministrazione di cui fa parte. Un cortocircuito politico che rischia di disorientare elettori e militanti.

Il vero ago della bilancia, tuttavia, resta il Partito Democratico. Il consigliere Vincenzo Scorrano regna sotto l’egida di Massimo Lecci, il grande manovratore che, dietro le quinte, tira le fila della giunta. Un assetto che lascia Fratelli d’Italia sospesa tra il ruolo di scendiletto del PD e la tentazione di un’opposizione più netta.

La questione ora è chiara: Fratelli d’Italia deve decidere. O conferma la sua partecipazione alla giunta, accettandone pienamente le dinamiche, oppure ne esce, ponendosi come forza di alternativa. Continuare a restare in bilico rischia di trasformare il partito in una sigla senza identità, incapace di incidere realmente sulla politica locale.

Ma questa scelta non è solo una questione di coerenza politica, è anche una decisione che potrebbe cambiare gli equilibri del governo cittadino. Se Fratelli d’Italia dovesse uscire dalla maggioranza, l’amministrazione Chiga-Lecci, già fragile e segnata da una gestione traballante, potrebbe subire un colpo decisivo. La perdita di due assessori sarebbe un segnale di sfiducia pesante, tale da minare la stabilità della giunta e aprire scenari di crisi politica, dopo l’addio dello scorso anno dell’ex assessore Venneri e la costante crisi di nervi dell’assessore Chiara Congedi.

Ugento si troverebbe di fronte a un bivio: mantenere uno status quo instabile, dove il partito di Giorgia Meloni partecipa al governo con una presenza contraddittoria, o vedere cadere un’amministrazione che appare sempre più in bilico.

Se la coerenza ha ancora un valore, Fratelli d’Italia deve chiarire il suo futuro a Ugento. Perché governare e contestare allo stesso tempo non solo è incoerente, ma soprattutto inefficace. La scelta che si profila non riguarda solo il destino del partito locale, ma potrebbe segnare la fine dell’attuale amministrazione, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero per la città e i suoi cittadini.

L’Ugento Calcio si prepara ad affrontare la Fidelis Andria

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L’Ugento Calcio si prepara ad affrontare la Fidelis Andria nella 25ª giornata del Girone H della Serie D italiana. Il match si disputerà domenica 23 febbraio 2025 allo Stadio Comunale di Ugento, con fischio d’inizio previsto per le 14:30.

Dopo la sconfitta nella difficile trasferta contro l’Ischia Calcio (3-0), la squadra di Mimmo Oliva vuole tornare a far punti e sfruttare il fattore campo per risalire la classifica. La Fidelis Andria, invece, arriva a questo incontro forte di tre vittorie consecutive, compresa l’ultima netta affermazione contro il Nardò.

Per l’Ugento, sarà fondamentale l’apporto dei tifosi di casa, gli unici a poter fare la differenza. L’obiettivo sarà contenere il prolifico attacco avversario e provare a conquistare punti preziosi per allontanarsi dalla zona calda della classifica.

Intanto, nel Girone H non mancano le novità fuori dal campo. La Virtus Francavilla ha ufficializzato un’importante modifica nella propria area tecnica. Gilberto Niccoli, già responsabile del settore giovanile, è stato promosso a nuovo Responsabile dell’Area Tecnica della prima squadra. Niccoli lavorerà in stretta sinergia con il Direttore Generale Orlando e il Vice Presidente Donatiello per gestire la rosa fino al termine della stagione. Questa decisione rientra in una più ampia strategia della società per riorganizzarsi e puntare a un finale di campionato più competitivo.

Al momento, non sono state segnalate altre variazioni nelle panchine delle squadre del Girone H, ma la fase cruciale della stagione potrebbe riservare ulteriori sorprese.

I sostenitori dell’Ugento sono chiamati a sostenere la squadra in questa sfida delicata. L’incontro contro la Fidelis Andria rappresenta un bivio importante per il cammino dei giallorossi in questa stagione. Per chi non potrà essere presente sugli spalti, il match sarà trasmesso in diretta streaming su Tele Sveva.

Sarà una gara da vivere intensamente, con l’Ugento determinato a tornare alla vittoria e la Fidelis Andria pronta a consolidare la propria posizione ai vertici della classifica. Il Girone H continua a regalare emozioni e colpi di scena, dentro e fuori dal campo.

Maxi operazione della polizia: 9 arresti

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LECCE – Blitz all’alba della Polizia di Stato di Lecce, che ha eseguito un’operazione di grande rilievo nel contrasto al traffico di droga. Nove persone sono state arrestate in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare: otto sono finite in carcere, mentre una è stata posta agli arresti domiciliari. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di ingenti quantitativi di stupefacenti, detenzione di armi e materiale esplosivo.

L’operazione, che ha visto l’impiego di 60 uomini della Polizia di Stato, ha coinvolto anche esponenti della criminalità organizzata già condannati per affiliazione alla Sacra Corona Unita, storicamente radicata nel capoluogo salentino e con ramificazioni in diversi comuni della provincia.

Le indagini preliminari hanno permesso di accertare l’esistenza di un gruppo criminale operante a Lecce, con una precisa catena di comando. A capo dell’organizzazione figurano M.F. (classe 1969), promotore del sodalizio, e F.M. (classe 1974), considerato l’organizzatore. Secondo gli inquirenti, il gruppo era dedito al traffico e al commercio di ingenti quantitativi di droga, prevalentemente eroina.

L’attività investigativa ha preso il via dall’arresto di un piccolo spacciatore, che ha portato a scoprire una rete ben strutturata. Gli investigatori hanno accertato che il gruppo utilizzava come base operativa un piccolo panificio in città, dove venivano prese le decisioni strategiche. La banda operava con una suddivisione chiara di ruoli, impiegava telefoni criptati e disponeva di depositi sicuri per occultare la droga e le armi.

Nel corso delle indagini, gli agenti hanno sequestrato oltre 60 kg di sostanze stupefacenti. Uno degli episodi chiave dell’inchiesta risale al 20 maggio 2021, quando, durante una perquisizione domiciliare a Lecce, è stato scoperto un deposito di armi e droga. In quell’occasione, la polizia ha sequestrato oltre 54 kg di eroina, diverse armi da fuoco – tra cui un fucile d’assalto AK-47 Kalashnikov – e materiale esplosivo, compreso tritolo, una bomba a mano e ordigni rudimentali completi di inneschi e detonatori. Sono state inoltre rinvenute numerose pistole e passamontagna.

L’attività investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Lecce, è stata portata avanti attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, nonché riprese video e pedinamenti. Un lavoro meticoloso, che ha consentito di raccogliere prove schiaccianti a carico degli indagati.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce. L’operazione ha coinvolto gli uomini della Squadra Mobile di Lecce e del Reparto Prevenzione Crimine, con il supporto di unità cinofile e un elicottero del Reparto Volo.

Il contesto investigativo in questione si colloca nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla Polizia di Stato sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Lecce volte al contrasto della criminalità organizzata.

È doveroso sottolineare che le misure cautelari sono state disposte nella fase delle indagini preliminari e allo stato delle attuali acquisizioni probatorie e in attesa di giudizio definitivo, le persone oggi ristrette sono da ritenersi presunti innocenti.

Ugentini, dovremo tener d’occhio Lecce e il suo nuovo PUG

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Mentre Lecce si prepara a rivedere il proprio Piano Urbanistico Generale (PUG), la vicenda diventa un caso esemplare anche per Ugento, dove la prossima amministrazione dovrà affrontare un problema analogo. Il PUG, destinato a ridefinire lo sviluppo urbanistico, infrastrutturale e territoriale delle città, è uno strumento fondamentale, ma la sua gestione e revisione sono spesso accompagnate da polemiche e incertezze. Lecce e Ugento si trovano ora in una situazione parallela: se da un lato il capoluogo salentino ha già avviato la revisione di un piano approvato dalla precedente amministrazione, dall’altro Ugento si prepara ad adottare un PUG che sarà al centro del dibattito politico e urbanistico nei prossimi anni.

L’amministrazione leccese guidata dalla sindaca Adriana Poli Bortone ha deciso di rivedere il PUG varato dalla precedente giunta Salvemini, avvalendosi di un gruppo di esperti selezionati direttamente senza attingere alla precedente short list. La decisione ha suscitato forti perplessità, in particolare da parte del Codacons Lecce, che ha criticato l’assenza di un vero percorso partecipativo e il rischio che il nuovo piano sia il frutto esclusivo di valutazioni tecniche senza un adeguato coinvolgimento della cittadinanza.

Uno degli aspetti più controversi della revisione riguarda la possibile trasformazione di alcune aree da agricole a edificabili e la revisione dei vincoli che attualmente impediscono uno sviluppo costiero più esteso. Secondo i tecnici vicini all’attuale amministrazione, l’obiettivo sarebbe quello di rendere il piano meno restrittivo e consentire un maggiore sviluppo infrastrutturale. Tuttavia, le associazioni cittadine temono che la revisione possa privilegiare interessi di parte senza un adeguato bilanciamento tra crescita urbana e tutela ambientale.

A Ugento la situazione è altrettanto delicata. L’amministrazione Lecci si appresta ad approvare definitivamente il nuovo PUG nella prossima primavera, nonostante le polemiche e le contestazioni di parte della cittadinanza. Le preoccupazioni principali riguardano l’impatto del piano sul territorio, la gestione degli spazi pubblici e le ricadute economiche per i residenti.

La prossima amministrazione comunale di Ugento erediterà una “patata bollente”, simile a quella che sta affrontando Lecce. La domanda cruciale sarà: sarà possibile mitigare gli effetti negativi del nuovo PUG o l’impianto normativo che verrà approvato renderà impossibile ogni margine di modifica? E soprattutto, il futuro consiglio comunale avrà la volontà politica e la forza di avviare un processo di revisione senza scatenare un nuovo scontro tra amministrazione, cittadini e categorie professionali?

Seguire da vicino la vicenda leccese potrà fornire agli ugentini preziose indicazioni su come affrontare il proprio dibattito urbanistico. Se a Lecce il processo di revisione del PUG sarà caratterizzato da trasparenza, confronto pubblico e miglioramenti sostanziali, potrà rappresentare un modello anche per Ugento. Viceversa, se a Lecce si confermeranno le preoccupazioni del Codacons, con un piano deciso a porte chiuse e senza coinvolgimento popolare, allora Ugento dovrà prepararsi ad affrontare le stesse criticità con una maggiore consapevolezza.

In un momento in cui le scelte urbanistiche determinano il futuro delle comunità locali, è fondamentale che cittadini, associazioni e professionisti restino vigili e attivi nel dibattito. Lecce sta scrivendo un capitolo importante della sua storia urbanistica, e Ugento farebbe bene a leggerlo con attenzione per non ritrovarsi, tra qualche anno, a ripetere gli stessi errori.

Il movimento regione Salento con Fratelli d’Italia

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Il sipario cala sul Movimento Regione Salento? Dopo anni di battaglie per l’identità territoriale e la difesa delle istanze locali, il gruppo guidato da Paolo Pagliaro ha deciso di confluire armi e bagagli dentro Fratelli d’Italia. Una scelta che qualcuno potrebbe definire “coerente”, ma che, a ben guardare, sembra l’ennesima resa ai meccanismi della politica nazionale.

Niente più bandiere autonome, niente più proclami di indipendenza. Il Movimento Regione Salento cede il passo alla logica spietata della sopravvivenza politica: per esistere, bisogna contare; per contare, bisogna farsi assorbire dai partiti nazionali. E così, quello che doveva essere un movimento di lotta diventa una componente interna di Fratelli d’Italia, il partito della Premier Giorgia Meloni.

Paolo Pagliaro si candiderà per un posto nel Consiglio Regionale della Puglia proprio con il simbolo di FdI. Nessun stupore, d’altronde: alle elezioni Politiche del 2022 e alle Europee del 2024 il Movimento Regione Salento aveva già sostenuto il partito di Meloni. Ora, il passo successivo con l’annuncio in grande stile.

L’ennesima vittima di una legge elettorale che uccide i piccoli movimenti? La politica è fatta di numeri e liste bloccate, e solo i grandi partiti possono garantire ai loro fedelissimi un seggio sicuro. Così i movimenti locali, nati per “difendere il territorio”, finiscono per diventare semplici correnti di partiti nazionali, svuotati della loro essenza originaria. Qualcuno potrebbe leggerla anche così.

Ci si chiede, allora: che senso ha avuto tutto questo? Il sogno del Salento autonomo, l’idea di una politica slegata dai grandi centri di potere, il desiderio di essere qualcosa di diverso da Roma e Bari, tutto evaporato, sacrificato sull’altare della realpolitik.

Si può essere ironici, ma la verità è una sola: il Movimento Regione Salento ha scelto di morire per rinascere dentro Fratelli d’Italia. O forse, più realisticamente, ha scelto di morire e basta.

Resta solo da capire se gli elettori, quelli che credevano nella battaglia per il Salento, la prenderanno con lo stesso entusiasmo con cui verrà celebrato il “grande evento di primavera”

Sopraelevazione di Burgesi: interviene Tiziano Esposito

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La recente decisione della Giunta regionale della Puglia di aggiornare il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani (PRGRU) ha suscitato forti reazioni nella comunità di Ugento, anche se l’amministrazione comunale continua a rimanere in silenzio. In particolare, la proposta di sopraelevare la discarica in località “Burgesi”, già chiusa per esaurimento, è stata accolta con indignazione.

Il consigliere comunale di minoranza, Tiziano Esposito, ha espresso il suo dissenso attraverso un accorato post sui social media, intitolato “Ugento ha già dato. Ora basta!”. Nel suo intervento, Esposito sottolinea come la comunità abbia già pagato un prezzo altissimo in termini di impatto ambientale e sanitario a causa della presenza della discarica. Egli critica aspramente la decisione regionale, definendola “inaccettabile” e un “ulteriore attacco alla salute pubblica e alla dignità della nostra comunità”.

Esposito evidenzia come le soluzioni proposte, quali monitoraggi più stringenti e indennità di disagio per i comuni ospitanti discariche, siano insufficienti e non risolvano il problema alla radice. Rifiuta categoricamente l’idea di compensazioni economiche, affermando che “la nostra salute non ha prezzo” e che eventuali riduzioni della TARI non compensano le spese sanitarie che i cittadini potrebbero dover affrontare a causa dell’inquinamento.

La posizione del consigliere riflette una crescente preoccupazione tra i residenti di Ugento riguardo alle politiche regionali di gestione dei rifiuti. La comunità locale teme che ulteriori interventi sulla discarica possano aggravare le già delicate condizioni ambientali e sanitarie della zona.

In risposta alle critiche, l’assessora all’Ambiente della Regione Puglia, Serena Triggiani, ha dichiarato che l’aggiornamento del PRGRU è un “provvedimento necessario e urgente” per affrontare l’emergenza rifiuti e prevenire situazioni potenzialmente pericolose per la salute pubblica e l’ambiente. Ha inoltre sottolineato che sono previsti monitoraggi più stringenti e accorgimenti per garantire la tutela ambientale durante l’esercizio delle discariche.

PRESS REGIONE

Nonostante le rassicurazioni regionali, la comunità di Ugento, rappresentata da figure come il consigliere Esposito, continua a manifestare il proprio dissenso, chiedendo il ritiro immediato della proposta e ribadendo che “Ugento ha già dato. Troppo. Adesso basta!”.

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