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Nuovo patto per la sicurezza a Casarano

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Casarano si trova ad affrontare una nuova fase nella gestione della sicurezza urbana. Dopo gli episodi di cronaca che hanno recentemente colpito la comunità e messo in discussione l’efficacia del piano del 2019, l’amministrazione comunale ha ritenuto necessario un intervento più strutturato. Nella mattinata del 31 gennaio 2025, presso la Sala consiliare del Comune, il Prefetto di Lecce Natalino Manno e il Sindaco Pompilio Giovanni Ottavio De Nuzzo hanno sottoscritto il “Patto per la sicurezza urbana e per la promozione ed attuazione di un sistema di sicurezza partecipata ed integrata”.

L’accordo coinvolge diversi attori istituzionali e imprenditoriali, tra cui la Provincia di Lecce, la Camera di Commercio, Confindustria Lecce e l’Ufficio Scolastico Provinciale, con l’obiettivo di creare un sistema di monitoraggio più efficace e coordinato. Tra le misure previste, il potenziamento dei sistemi di videosorveglianza e video-allarme, con un collegamento diretto alle sale operative delle Forze di Polizia statali.

Una particolare attenzione è stata riservata alla zona industriale, cruciale per l’economia locale. L’intento è garantire maggiore sicurezza per le imprese, favorendo così un contesto più stabile per gli investimenti. Il Patto prevede inoltre interventi contro le occupazioni abusive di immobili, il ripristino del decoro urbano e il miglioramento dell’illuminazione pubblica, considerata un deterrente per fenomeni di criminalità diffusa.

Il contrasto all’abusivismo commerciale e alla contraffazione rappresenta un altro punto centrale del Patto, con un rafforzamento dei controlli su vendita di alcol ai minori, emissioni sonore e verifiche antimafia. L’accordo include anche un programma di educazione alla legalità destinato agli studenti, con incontri formativi presso il teatro Filograna in collaborazione con le Forze di Polizia.

Sul fronte sportivo, lo stadio “Giuseppe Capozza” è stato dotato di un sistema di videosorveglianza avanzato con 12 telecamere e una control room dedicata, realizzato grazie alla collaborazione tra Comune e Casarano Calcio, che ha sostenuto i costi iniziali.

Per garantire un monitoraggio continuo, il Patto prevede un Tavolo Tecnico Permanente che si riunirà ogni sei mesi per valutare l’efficacia delle misure adottate e apportare eventuali correttivi. L’accordo rappresenta un tentativo concreto di rispondere alle esigenze di sicurezza della città, cercando un equilibrio tra prevenzione, controllo e partecipazione attiva della comunità.

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PUG a Ugento: maggioranza in bilico e cittadini sul piede di guerra

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Una profonda spaccatura sta scuotendo il panorama politico e sociale di Ugento sulla questione del nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG). Il documento, presentato attraverso la Delibera di Giunta n. 233 dell’8 novembre 2024, sta generando un’ondata di proteste senza precedenti, culminata nella prima seduta di audizione della 3ª Commissione, tenutasi il 31 gennaio presso Palazzo Rovito.

Come riporta Tiziano Esposito nel suo resoconto della seduta: “Il dibattito si è svolto in un clima di confronto acceso ma rispettoso tra le parti”, con al centro “la richiesta principale di revoca della Delibera di Giunta n. 233 dell’8 novembre 2024, con il conseguente azzeramento della proposta di P.U.G.”

La controversia ha raggiunto il suo apice quando, come evidenziato dalla consigliera Laura De Nuzzo, “è accaduto qualcosa di clamoroso: i consiglieri di maggioranza Francesco Carangelo, Igino Normanno e Federica Rizzello, incalzati da un cittadino che chiedeva di ritirare questo PUG per crearne uno condiviso, hanno improvvisamente fatto marcia indietro, prendendo le distanze dalla loro stessa giunta!”

De Nuzzo ha sottolineato come “mentre il Vice-sindaco e Assessore all’urbanistica Massimo Lecci continua a imporsi, dichiarando che non intende ritirare la delibera, nonostante le proteste dei cittadini, dell’opposizione e della stessa maggioranza che, in Commissione, ha mostrato segni di cedimento!”

Il consigliere Giulio Lisi ha offerto un’analisi ancora più approfondita della situazione: “Il problema non è politico ma SOCIALE considerato che tutti noi, come cittadini e a prescindere da interessi personali, siamo toccati da una programmazione territoriale che ci vincola per almeno un ventennio!” Lisi ha inoltre evidenziato come il vicesindaco Lecci “ha apertamente dichiarato che le verità sul PUG sono tante… allora è naturale chiedersi perché deve prevalere la sua e non quella dei cittadini, dei tecnici del territorio e dei professionisti esterni scevri da ogni interesse.”

La situazione è particolarmente critica considerando, come riportato da Esposito, che “la Regione Puglia, nel mese di dicembre 2024, ha avviato i lavori per la redazione di una nuova legge urbanistica regionale”, rendendo il piano potenzialmente obsoleto ancora prima della sua adozione. “Alla luce di queste novità,” continua Esposito, “si rischia di adottare un piano urbanistico già obsoleto sia nella forma sia nei contenuti, considerato che la sua redazione si basa su dati risalenti al 2014.”

Le critiche si concentrano particolarmente sull’approccio della giunta. Come sottolinea Lisi: “Il vicesindaco unico vero artefice delle scelte politiche pensa di essere il proprietario del paese e di essere impunibile e impunito dal giudizio popolare. QUESTO PUG NON PIACE A NESSUNO TRA COLORO CHE SI STANNO INTERESSANDO AL PROBLEMA!”

De Nuzzo conclude con un appello all’azione: “Significa che la battaglia che stiamo portando avanti sta iniziando a dare i suoi frutti! Significa che quando i cittadini alzano la voce, chi governa è costretto ad ascoltare! Significa che non possono più imporre dall’alto decisioni che riguardano il futuro di Ugento!”

Il movimento di protesta sta crescendo, con Lisi che invoca “UN MOVIMENTO POPOLARE PENSANTE e non violento che faccia finalmente comprendere a chi di dovere che solo gli stolti non tornano sui propri passi!” La richiesta di dimissioni del vicesindaco Lecci si fa sempre più forte, mentre la battaglia per il futuro urbanistico di Ugento sembra destinata a intensificarsi nei prossimi giorni.

Torre San Giovanni: strade colabrodo mettono a rischio la sicurezza

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Una situazione al limite dell’emergenza quella segnalata dai residenti di Torre San Giovanni, frazione marina di Ugento, dove le condizioni del manto stradale hanno raggiunto livelli di degrado preoccupanti. In particolare, Via Tremiti e la strada che conduce al centro colonico presentano crateri che poco hanno a che vedere con le normali buche stradali.

“Chi abita qui e ha figli in bici o in scooter, cosa rischia con buche di queste dimensioni?” si domanda una cittadina esasperata, che ha documentato la situazione con diverse fotografie. “Non bastasse il fatto che siamo al buio ogni sera, l’intero paese è disseminato di voragini simili. La situazione è diventata invivibile.”

Il problema non si limita al disagio quotidiano. Queste arterie principali, che anche nel periodo invernale vedono il transito di centinaia di veicoli al giorno, sono diventate un vero e proprio percorso a ostacoli che mette a repentaglio l’incolumità di automobilisti, motociclisti e ciclisti.

Ma c’è di più: il dissesto stradale si traduce in un pesante aggravio economico per le casse comunali. Infatti, i danni subiti dai veicoli generano contenziosi legali contro il Comune di Ugento che, secondo le stime, costano ai cittadini centinaia di migliaia di euro ogni anno in risarcimenti.

La comunità chiede interventi urgenti per ripristinare condizioni di sicurezza accettabili, considerando che Torre San Giovanni, rinomata località turistica del Salento, non può permettersi di accogliere i visitatori con strade che sembrano bombardate. L’amministrazione comunale dovrà necessariamente fare i conti con questa emergenza, prima che il deterioramento delle strade porti a conseguenze ancora più gravi.

Giustizia è fatta. Speriamo anche per “Burgesi”

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Apparentemente può sembrare che la “Terra dei fuochi” e la discarica “Burgesi non abbiano nulla in comune. Invece sono due questioni che vanno a braccetto, soprattutto alla luce della recentissima sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani, con cui l’Italia è stata condannata per la mancata prevenzione dei danni causati dallo smaltimento illegale di rifiuti in Campania, sebbene le autorità fossero a conoscenza dei rischi. 

Tutti i cittadini di Ugento, Gemini e di Acquarica – Presicce possono trarre le conclusioni che riterranno più opportune. Dettate esclusivamente dalla propria coscienza e dal proprio senso civico. Operando o meno parallelismi, oppure ritenendo che l’accostamento sia inopportuno e al di fuori della realtà. Nulla può obiettarsi sulla violazione del “diritto alla vita”. Solo chi è in cattiva fede e preferisce il puzzo del compromesso politico – elettorale, non riconosce un diritto così importante. Viviamo un momento storico in cui, ahinoi, ci sono politiche di diniego, nelle quali specifiche manifestazioni di danno sociale e ambientale vengono offuscate ed ignorate. 

Se in passato i giudici di Strasburgo si erano orientati al diritto alla vita privata e familiare, applicando criteri molto rigidi per il “diritto alla vita”, dacchè era richiesta una minaccia “reale e imminente per la vita”, con questa nuova sentenza si sono concentrati sul principio di precauzione. Motivo per cui il rischio per la vita derivante da un inquinamento (e nella Terra dei fuochi ed a Burgesi c’è un inquinamento!) “sufficientemente grave, reale e accertabile”, lo Stato italiano doveva (deve!) attivarsi per tutelare il “diritto alla vita”.
Sotto l’aspetto pratico, questa sentenza distingue i criteri procedurali tra i contenziosi climatici e quelli ambientali. 

Per la sua esecuzione (tutte le sentenze vanno eseguite!) la Corte ha avviato la “procedura pilota”. Uno strumento più prescrittivo del solito: entro due anni, il governo italiano dovrà attuare una strategia di decontaminazione efficace e completa, istituendo un meccanismo indipendente di monitoraggio nazionale e rendere tutte le informazioni disponibili su un’unica piattaforma pubblica. Oggi per fortuna non bisogna scomodarsi molto per farsi un’idea delle battaglie che vanno combattute. Quelle che si possono vincere bisogna lasciarle ad altri! 

A proposito di monitoraggio, sarebbe bello sapere a che punto è quello della discarica Burgesi. Interessante e utile sarebbe conoscere i risultati del “referto epidemiologico comunale”, avviato e finanziato nel 2020 dal Comune di Ugento. Domande poste non per fare polemiche sterili e pretestuose, ma per chiedere rispetto di quei diritti che sono riconosciuti a tutti i cittadini.

Il ricorso alla Corte era stato presentato da 41 cittadini italiani residenti nelle province di Caserta e Napoli e da cinque associazioni con sede nella Regione Campana per avere giustizia sui danni ambientali causati da gruppi criminali che per anni hanno scaricato, interrato e incenerito rifiuti. Un territorio martoriato quindi, che registra un aumento dei tassi di cancro e dell’inquinamento delle falde acquifere. Una situazione non molto diversa dalla nostra realtà. 

L’abbiamo scritto sul nostro giornale che sabato prossimo a Lecce, presso il campus Ecotekne dell’Università del Salento verrà presentato l’Atlante dei tumori 2024. Un’occasione per informarsi e per capire. Comprendere che per chiedere giustizia occorre realizzarla tutti i giorni, tra le proprie mura domestiche, come nel territorio in cui si vive. 

Emergenza idrica: il Presidente Emiliano sollecita il Governo per interventi strategici

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La sete della Puglia oggi chiama a gran voce l’aiuto delle istituzioni. Il richiamo non è un lamento soprannaturale, ma il problema concreto e palpabile dell’emergenza idrica che sta affliggendo la regione, e che oggi vede l’intervento del Presidente della Regione, Michele Emiliano, il quale sollecita il Governo per delle misure strategiche risolutive.

Questo rilancio è stato riportato direttamente dal sito della Regione Puglia, in un comunicato ufficiale che riporta minuziosamente le parole del Presidente. Da quello che trapela, l’emergenza idrica è diventata un tema primario nel dibattito pubblico regionale e nazionale, e per questo Emiliano si fa portatore di questa richiesta, per far luce sulla situazione critica in cui versa il territorio.

Ecco il testo della missiva del presidente Emiliano:

“L’intero Paese e la Puglia, in particolare, stanno attraversando un momento particolarmente critico nella disponibilità della risorsa idrica a fini civili, agricoli e industriali. Le particolari condizioni climatiche e meteorologiche degli ultimi mesi hanno aggravato, infatti, il problema strutturale dell’approvvigionamento idrico delle regioni del Sud. In questo contesto, è nota a tutti l’opportunità derivante dall’utilizzo delle risorse idriche dell’invaso del Liscione, le cui disponibilità eccedenti l’utilizzo attuale non sono utilizzate, ma finiscono inutilmente in mare. Appare imprescindibile definire, sotto la regia dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, un quadro complessivo delle disponibilità e degli utilizzi attuali e potenziali della risorsa idrica, partendo da un’analisi storica e da una valutazione parametrica degli utilizzi comuni. Al fine di utilizzare più razionalmente ed efficacemente le risorse dell’invaso, è necessaria la realizzazione di due determinanti opere di collegamento a valle dello stesso. La prima riguarda un percorso di circa 18 km verso sud, che consentirebbe di ampliare le aree molisane che possono beneficiare della disponibilità idrica dell’invaso. Un ulteriore collegamento di circa 5 km consentirebbe di convogliare le risorse idriche, eccedenti le esigenze del Molise, verso il nodo di Finocchito, incrementando così la disponibilità idrica dell’intera Capitanata. Il tutto, ovviamente, prevedendo adeguati ristori a favore della regione Molise.

Queste due opere, situate tra le due regioni, sancirebbero, ancora una volta, l’intelligente collaborazione interregionale per la gestione di una risorsa tanto preziosa quanto scarsa, evitando l’attuale spreco verso il mare.

Da tempo, la regione Puglia, in collaborazione con l’Acquedotto Pugliese e con il Consorzio per la bonifica della Capitanata, ha avviato attività di progettazione per la parte di propria competenza. È, dunque, auspicabile che questo intervento, di assoluta priorità strategica per due regioni del Sud, sia inserito dal Commissario Straordinario nel Piano idrico nazionale. In tal modo, si potrebbero soddisfare bisogni essenziali dei cittadini e delle imprese, rafforzando la resilienza del nostro sistema idrico. Alla luce dei confronti già da tempo avviati con il Commissario Straordinario, con l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale e con le realtà territoriali locali, è fondamentale che sia convocata una Conferenza di servizi, nell’ambito della quale individuare strategie condivise da tutti gli attori coinvolti. La regione Puglia è disponibile a contribuire, anche in termini finanziari, alla realizzazione delle opere, nonché in termini di competenze progettuali. Confidando in un tempestivo accoglimento della proposta, mi auguro che la prossima settimana sia convocato un incontro istituzionale ai massimi livelli, al fine di definire, in modo stringente, strumenti, risorse e tempi necessari per la realizzazione di questo intervento tanto atteso sul territorio. Il successo dell’operazione rinnoverebbe lo spirito di una strategia condivisa, come avvenne con la istituzione dell’Acquedotto Pugliese, la cui visione lungimirante continua a portare benefici alle popolazioni interessate. La collaborazione tra Governo, regione Molise e regione Puglia può rappresentare un modello innovativo ed efficace di sinergia tra Soggetti istituzionali, nell’interesse esclusivo della tutela dei cittadini e delle imprese.”

Rimandiamo al sito della Regione Puglia per ulteriori approfondimenti sulla materia: https://www.regione.puglia.it/web/press-regione/-/emergenza-idrica-il-presidente-emiliano-sollecita-il-governo-per-interventi-strategici.

(Titolo SEO: ” in Puglia: il punto del Presidente Emiliano”)

(Descrizione SEO: “Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano sollecita interventi strategici per risolvere l’emergenza idrica. Approfondiamo la situazione nel Salento.”)

Autovelox: i calendari del mese di febbraio

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 La Polizia della Provincia di Lecce si prepara ad intensificare i controlli di velocità per il mese di Febbraio attraverso l’uso di autovelox, telelaser e postazioni fisse. Il calendario dettagliato di queste operazioni è stato recentemente reso disponibile al pubblico.

 Le strade interessate, nei diversi giorni del mese, saranno supervisionate dalle 7:00 alle 19:00 e comprendono i tratti Galatina – Copertino (S.P. 18), Melendugno – Torre dell’Orso (S.P. 297), Casarano – Ugento (S.P. 72) e Lecce – Galatina (S.P. 362), tra le più trafficate della zona.

Il piano di prevenzione stila anche una programmazione per il telelaser: dalla S.P. 21 che collega Leverano a Porto Cesareo sino alla S.P. 367, denominata Mediana del Salento.

Un particolare occhio di riguardo sarà riservato alla S.P. 72 che unisce Ugento a Casarano, che, attraversata ogni giorno da centinaia di veicoli, necessita di un controllo costante a salvaguardia della sicurezza stradale.

Saranno 5 i giorno nel mese di febbraio in cui l’autovelox sarà attivo in questa tratta:

  • 3 febbraio dalle 7.00 alle 19.00

  • 7 febbraio dalle 7.00 alle 19.00

  • 11 febbraio dalle 7.00 alle 19.00

  • 15 febbraio dalle 7.00 alle 19.00

  • 19 febbraio dalle 7.00 alle 19.00

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Emergenza nel Salento: Capo di Leuca senza ambulanza 118

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Il Capo di Leuca si trova in una situazione di emergenza sanitaria dopo che l’unica ambulanza India della postazione 118 di Gagliano del Capo è andata fuori servizio per guasto meccanico. La criticità, emersa ieri, evidenzia una grave carenza organizzativa della ASL di Lecce, che non dispone di alcun mezzo sostitutivo per garantire la continuità del servizio di emergenza-urgenza.

Il personale della postazione – composto da infermiere, soccorritore e autista – è stato posto in ferie forzate fino a domani, lasciando scoperta un’area territoriale particolarmente vasta. La situazione ha già mostrato le sue prime conseguenze critiche nella mattinata odierna, quando un grave incidente stradale nei pressi dell’ospedale di Tricase ha richiesto l’intervento di un’ambulanza da Scorrano, con conseguenti ritardi nei soccorsi. L’episodio si è verificato mentre l’unità di Tricase era impegnata per un codice verde ad Alessano, territorio normalmente coperto dalla postazione di Gagliano.

La denuncia arriva da Paolo Pagliaro, che definisce “paradossale” l’assenza di un mezzo sostitutivo di emergenza nell’intera ASL per ben tre giorni. “È inconcepibile che un presidio salvavita possa rimanere sguarnito del mezzo di soccorso in una zona così vasta”, afferma Pagliaro, sottolineando come questa carenza comprometta significativamente la tempestività e l’efficacia del servizio 118.

“Siamo pronti alla mobilitazione, al fianco di agricoltori e proprietari di terreni, per rispedire al mittente la pioggia di cartelle che continuano ad arrivare dai Consorzi di bonifica, a fronte di interventi mal o mai eseguiti. L’incuria e l’abbandono sono sotto gli occhi di tutti: terreni come giungle, infestati di erbacce, canali ostruiti e trascurati di cui non si distinguono più nemmeno gli argini, pozzi malandati. Da vent’anni va avanti l’odissea gestionale del commissariamento dei Consorzi dissestati, che prosciugano i milioni erogati ogni anno dalla Regione per pagare le spese di personale (assunzioni, stabilizzazioni e consulenze), lasciando solo le briciole per l’attività ordinaria e straordinaria di cui c’è urgente bisogno. I debiti accumulati dai Consorzi commissariati hanno sforato i 250 milioni di euro, e si pretende di farli pagare ai proprietari dei terreni senza che siano state eseguite bonifiche ed interventi di manutenzione e pulizia dei canali, con il famigerato tributo 630, che non è dovuto – come hanno stabilito diverse sentenze – in assenza di un beneficio specifico diretto. Nel consorzio salentino dell’Arneo, che comprende una superficie di oltre 250mila ettari tra le province di Lecce, Brindisi e Taranto, sono stati realizzati appena 27 interventi di bonifica negli ultimi tre anni. E parliamo di territori piagati dalla xylella, dove al danno di oliveti rasi al suolo si aggiunge la beffa dei tributi da pagare ai Consorzi. Le cartelle relative a questi terreni devono essere annullate, lo ribadiamo. Comprendiamo la rabbia, la delusione e la stanchezza degli agricoltori, che vivono questi tributi come un balzello ingiusto, perché sono costretti ad accollarsi le spese di opere di bonifica e manutenzione fantasma. E tutto questo mette a rischio anche la tenuta idrogeologica del territorio in caso di eventi estremi ormai sempre più frequenti. A gennaio 2021 manifestammo insieme al territorio e alle istituzioni ad Ugento, per chiedere la sospensione dell’invio degli avvisi di pagamento, e chiamammo in audizione l’assessore Pentassuglia per sollecitare la revoca delle cartelle. Ci fu risposto che, senza il contributo degli agricoltori, non ci sarebbero le risorse necessarie per la manutenzione dei pozzi e per le opere di bonifica. Ma ogni anno i Consorzi ricevono milioni di euro dalla Regione, e nulla cambia. E, checché ne dica l’assessore Pentassuglia, non sarà la riforma (ancora sulla carta) con l’accentramento delle funzioni in un Consorzio unico a risolvere tutti i mali che impediscono a questi enti di funzionare, di programmare e realizzare piani di manutenzione del territorio agricolo e dei canali irrigui. Anzi, il Consorzio unico peggiorerà la situazione e accentuerà la distanza dai territori da servire, emarginandoli e penalizzandoli. Intanto, noi non ci stiamo a dover pagare per interventi non eseguiti o realizzati solo in emergenza e a macchia di leopardo. Da qui le ragioni di una protesta che siamo pronti a portare avanti ad oltranza”

La vicenda solleva serie preoccupazioni sulla gestione dell’emergenza sanitaria nel territorio salentino. Secondo Pagliaro, l’azienda sanitaria deve assumersi la responsabilità di questo grave disservizio che mette a rischio la sicurezza dei cittadini, vittime di quella che viene definita una evidente inefficienza gestionale.

La situazione richiede un intervento immediato da parte delle autorità sanitarie per ripristinare un servizio essenziale per la popolazione del Capo di Leuca, garantendo la necessaria copertura del territorio con mezzi di soccorso efficienti e personale operativo.

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