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Chieste le manette per 3 sindaci salentini

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Una vera e propria bomba giudiziaria esplode nel Salento, confermando i sospetti di un “sistema” radicato che da anni gestisce appalti e risorse pubbliche. Il Giudice per le Indagini Preliminari di Lecce, Stefano Sala, ha notificato una richiesta di arresto preventivo per 25 persone, tra cui spiccano i nomi di tre primi cittadini: Ernesto Toma di Maglie, Antonio Rocco Cavallo di Ruffano e Salvatore Sales di Sanarica.

L’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza sotto il coordinamento della PM Maria Vallefuoco, ha portato alla luce un intricato sistema di corruzione che coinvolge amministratori pubblici, imprenditori e dipendenti di ditte appaltatrici. Le accuse sono pesantissime: corruzione, anche elettorale, falso, turbativa d’asta, frode in pubbliche forniture e persino associazione a delinquere.

Al centro dell’indagine, gli appalti per la manutenzione del verde pubblico, gestiti dalla ditta dei fratelli Marco e Graziano Castrignanò. Secondo gli inquirenti, gli imprenditori avrebbero “ripagato” i favori ricevuti con prestazioni personali, come la ristrutturazione dell’abitazione del sindaco Toma e la fornitura gratuita di addobbi floreali per un matrimonio.

Questa inchiesta rappresenta solo la punta dell’iceberg di un sistema collaudato che pervade l’intero territorio salentino, e che non vede coinvolti solo privati e aziende fornitrici, ma anche associazioni del terzo settore e determinate frange politiche che continuano a contendersi bandi e finanziamenti regionali a suon di raccomandazioni e amichettismo becero. Un modus operandi che continuiamo a vedere espresso anche alla luce del sole di Ugento, dove analoghe logiche di distribuzione di risorse pubbliche, spesso assegnate direttamente agli amici interessati, fanno si di conservare il consenso elettorale e finanziare le future campagne elettorali. Questioni politiche e morali prima che giudiziarie, e che dimostrano come i partiti abbiano perso ogni tipo di funzione, compresa quella della selezione e dell’educazione di una classe dirigente che sia degna di questo nome.

Sia il sindaco Toma che il sindaco Cavallo hanno rilasciato dichiarazioni in cui professano la loro innocenza. Gli interrogatori, previsti per il 4 febbraio secondo la nuova modifica del codice, rappresenteranno un momento cruciale per fare chiarezza su questa vicenda che sta scuotendo le fondamenta del potere locale.

Questa indagine potrebbe rappresentare solo l’inizio di un effetto domino destinato a rivelare l’estensione reale di un sistema che ha trasformato la gestione della cosa pubblica in un meccanismo di potere e controllo del territorio attraverso la distribuzione strategica di risorse pubbliche. Questo almeno è quello che possiamo sperare.

Questi intanto i comunicati dei sindaci coinvolti:

“Tengo a chiarire sin da subito -commenta in una nota- la mia completa estraneità rispetto alle accuse. Nella mia carriera politica ho sempre operato in maniera trasparente, per il bene della collettività. Mai ho tradito la fiducia della mia comunità, né tanto meno ho utilizzato la mia posizione per tornaconto personale o per favorire terzi”. “Confido -conclude- che la giustizia, nell’offrirmi la possibilità di chiarire ogni equivoco, mi permetterà di far luce su questo e di dimostrare la mia innocenza. Al contempo, vigilerò affinché il peso di questa indagine non ricada sul bene di Ruffano e della sua comunità. Qualora questo dovesse succedere, sarò pronto a fare un passo indietro rimettendo la mia carica”.

Antonio Cavallo

“I miei avvocati chiederanno a breve i documenti in modo da poterne capire di più. Sono sereno, affronterò con determinazione l’interrogatorio, forte della mia innocenza. Non ho nulla da rimproverarmi e non ho mai piegato la mia funzione di sindaco a interessi personali”

Ernesto Toma,

OLEOTURISMO, UNA NUOVA OPPORTUNITÀ PER CONOSCERE E DEGUSTARE LA PUGLIA

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Da giovedì 30 gennaio EVOLIO a Bari con Pugliapromozione mette insieme la filiera del turismo dell’olio

In un mondo dove la scoperta e l’apprezzamento del patrimonio culinario sembrano avere un ruolo sempre più fondamentale, la Puglia offre un nuovo modo di conoscere, amare e valorizzare il territorio: l’Oleoturismo. Secondo quanto riportato dal sito ufficiale della Regione Puglia, si tratta di un modo originale e innovativo di viaggiare alla scoperta di sapori, saperi, tradizioni che si intrecciano con la storia, la cultura, l’arte e gli scenari naturali di un territorio unico.

L’oleoturismo è una tipologia di turismo enogastronomico che porta i visitatori alla scoperta dell’olivicoltura e della produzione di olio extravergine d’oliva, vero e proprio emblema del Salento, seppur in un momento di crisi legata alla xylella.

La Puglia, seconda solo alla Spagna tra le principali produttrici di olio d’oliva nel mondo, offre un’opportunità per conoscere e degustare una delle eccellenze della gastronomia locale: l’olio extravergine d’oliva. Qui, passeggiare tra gli oliveti secolari, le storiche frantoiane e le aziende produttrici di olio non è solo un viaggio gustativo, ma diventa un’immersione nel cuore della tradizione e della cultura pugliese.

“L’apertura della fiera Evolio Expo a Bari è un’occasione imperdibile per celebrare il legame indissolubile tra la Puglia e il nostro olio extravergine d’oliva, un vero e proprio ambasciatore della nostra meravigliosa terra nel mondo – ha detto Gianfranco Lopane, assessore al Turismo della Regione Puglia – . Il turismo enogastronomico, in continua crescita, rappresenta una risorsa fondamentale per lo sviluppo sostenibile e per la valorizzazione dei nostri prodotti tipici. Con eventi come questo, rafforziamo il nostro impegno, nella sinergia tra assessorati della Regione Puglia e accanto alle nostre imprese, nel promuovere una Puglia autentica e innovativa, con l’obiettivo di costruire una destinazione sempre più internazionale e attrattiva”.

Così, il turista diventa protagonista di un viaggio emozionale e sensoriale, in cui il contatto con la natura e le persone che vivono quotidianamente nel rispetto di antiche tradizioni diventa un momento di insostituibile apprendimento e condivisione.

La Puglia, con i suoi oliveti ancestrali e le sue tradizioni culinarie radicate, diventa pertanto un esempio lampante di come patrimonio gastronomico e rispetto per la natura si fondano insieme, per creare un’esperienza turistica di valore, in grado di attrarre ogni anno migliaia di visitatori.

“Per la Puglia l’enogastronomia è molto più di un giacimento culturale, visto che da tre anni è stato individuato come uno dei cinque Prodotti Turistici che possono spingere a visitare la nostra regione tutto l’anno. Evolio, a Bari, rappresenta un altro tassello verso la consapevolezza da parte dei turisti e della ristorazione del valore identitario nonché salutistico e gustativo dell’olio extra vergine di oliva pugliese – ha detto Luca Scandale, direttore generale di Pugliapromozione -. Noi stiamo investendo già da anni sulle potenzialità dell’enogastronomia, anche per il turismo oltre che per lo sviluppo economico dell’agroalimentare. A supporto di tutto ciò ci sono i dati del più recente Rapporto Turismo Enogastronomico Italiano, voluto da Roberta Garibaldi che in Evolio sarà ospite di un talk sull’oleoturismo. Al secondo posto dopo il vino (38,1% delle preferenze) nell’immaginario collettivo nazionale delle icone enogastronomiche del Belpaese c’è l’olioextravergine di oliva (24%), ben prima di pizza (22%) e pasta (15%)”.

 

Atlante dei Tumori 2024: Ugento e l’impatto ambientale della discarica di Burgesi

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L’Unità Operativa ‘Registro Tumori’ ASL Lecce, in collaborazione con il Coordinamento del Registro Tumori Puglia presso l’AReSS Puglia presentaziono dell’Atlante dei Tumori 2024, un documento che analizza l’incidenza, la prevalenza e la sopravvivenza dei tumori nei 96 Comuni della provincia di Lecce, con particolare attenzione al periodo pandemico 2015-2020.

La presentazione si svolgerà presso il Centro Congresso di Ecotekne dell’Università del Salento, il prossimo 1° febbraio alle ore 9:00

L’obiettivo è quello di fornire una mappatura epidemiologica dettagliata delle patologie oncologiche nel territorio leccese, con particolare attenzione alle aree a maggior rischio.

Il nuovo Atlante dei Tumori 2024 si prepara quindi a gettare nuova luce sulla situazione oncologica della provincia di Lecce, con particolare rilevanza per comuni come Ugento, dove l’impatto ambientale ha lasciato un segno profondo sulla salute pubblica.

“Le mappe del rischio di tumore a livello comunale rappresentano una novità rispetto ai report del passato,” ha dichiarato la Dott.ssa Anna Melcarne, Dirigente Registro Tumori ASL Lecce, sottolineando l’importanza di questo strumento per le attività di prevenzione territoriale.

Il Direttore generale di ASL Lecce, Stefano Rossi, ha evidenziato come questa mappatura epidemiologica permetterà di “identificare le aree a maggior rischio e di costruire e supportare adeguate politiche sanitarie territoriali.”

Di particolare interesse saranno i dati riguardanti Ugento e la frazione di Gemini, zone che da anni subiscono le conseguenze dell’inquinamento ambientale. Al centro dell’attenzione resta la discarica Monteco di Burgesi, un impianto che si eleva per 12 metri dal livello del suolo, la cui ultima sopraelevazione risale al periodo in cui Massimo Lecci ricopriva la carica di assessore all’ambiente del comune di Ugento. Non è un caso che l’impatto ambientale di questa struttura è stata confermata anche da sentenze giudiziarie che ne hanno riconosciuto gli effetti negativi sul territorio.

L’Atlante, che arriva a tre anni di distanza dall’ultimo report del 2021, si propone come uno strumento fondamentale per comprendere l’evoluzione delle patologie oncologiche nel territorio e pianificare interventi mirati di prevenzione e tutela della salute pubblica. I dati, che coprono il periodo dal 2015 al 2020, includeranno anche un’analisi dell’impatto della pandemia sulle patologie tumorali nel territorio leccese.

Ugento Calcio trionfa 5-1 contro il Costa d’Amalfi

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Ugento Calcio domina in casa: una trionfante vittoria 5-1 contro Costa d’Amalfi

Dimostrando ancora una volta perché è considerata una delle squadre rivelazione del girone H della Serie D, l’Ugento Calcio ha recentemente travolto la Costa d’Amalfi con un impressionante 5-1. Questa vittoria domestica ha visto qualche grande performance dei giocatori dell’Ugento, consolidando ulteriormente la loro posizione a ridosso della zona playout.

Con una formazione (3-5-2) che vedeva in campo Illipronti; Lezzi, Romero, Martinez; Bedini, Grisley, Amabile, Regner, Romano; Rossi, Ancora, l’Ugento ha debuttato alla grande. Il gol d’apertura è arrivato al 2’ del primo tempo con Grisley, seguito da Ancora al 30’ con un colpo di testa su assist arrivato dalla destra. Regner e Rossi hanno poi aumentato il vantaggio nel secondo tempo, prima che Esposito segnasse l’unico gol per la Costa d’Amalfi. Grisley ha poi sigillato la partita con una doppietta, portando il risultato finale a 5-1.

Questa ultima vittoria ha proiettato l’Ugento Calcio per la prima volta sul filo della salvezza. Sono infatti 8 i punti che dividono i giallorossi dalla terzultima, divario che permetterebbe di saltare i playout . Nonostante una stagione difficile, la squadra ha mostrato una grande consistenza nelle sue prestazioni che sono continuate a migliorare con l’andar del tempo.

Con questa vittoria fresca in mente, l’Ugento Calcio si prepara ora per i prossimi importantissimi appuntamenti contro Manfredonia e Francavilla In Sinni. La squadra punta a mantenere lo slancio e consolidare la sua posizione chiave nel Girone H della Serie D, per continuare a sognare una salvezza tranquilla.

 

Maxi sequestro da 12 milioni alla criminalità organizzata nel Salento

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La DDA di Lecce sferra un nuovo colpo alle organizzazioni criminali salentine. Questa mattina le Fiamme Gialle del GICO, lo SCICO e la Squadra Mobile di Lecce hanno eseguito un sequestro preventivo di beni per circa 12 milioni di euro, proseguendo l’operazione che lo scorso 20 novembre aveva portato a 35 arresti.

Nel mirino degli investigatori sono finiti i proventi del traffico di droga, reinvestiti attraverso un elaborato sistema di società, pub e ristoranti nel territorio salentino. Le indagini hanno fatto emergere due associazioni criminali radicate a Lecce e nel basso Salento, guidate rispettivamente da P.A.M. e G.S. da una parte, e da C.G e R.C. dall’altra, tutti con precedenti penali.

Al centro del sistema di riciclaggio, secondo gli inquirenti, c’era un noto commercialista salentino, attualmente in carcere, che aveva messo in piedi una rete di cooperative intestate a prestanome. Attraverso queste società veniva “ripulito” il denaro proveniente dal traffico di stupefacenti, anche con trasferimenti all’estero, eludendo i controlli antiriciclaggio.

Il meccanismo era ben collaudato: ingenti somme in contanti venivano versate sui conti correnti delle cooperative per poi essere utilizzate per pagare finti stipendi ai familiari dei detenuti, con importi che raggiungevano anche i 2.500 euro mensili. Parte del denaro serviva anche per l’acquisto di auto di lusso destinate ai pregiudicati o ai loro familiari.

La svolta nelle indagini è arrivata lo scorso 21 dicembre, quando il Tribunale del Riesame di Lecce ha confermato le misure cautelari in carcere riconoscendo la sussistenza del reato associativo di stampo mafioso. Le organizzazioni colpite sono riconducibili al clan Pepe-Briganti e al gruppo Penza, storicamente legati alla Sacra Corona Unita nel territorio salentino.

“Le attività odierne assestano un altro duro colpo alle organizzazioni criminali”, hanno sottolineato gli investigatori, evidenziando come l’operazione miri a privare i clan delle risorse finanziarie ed economiche acquisite illecitamente. L’indagine si inserisce in una più ampia strategia della Procura di Lecce volta a contrastare i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto imprenditoriale sano dell’economia locale.

Le accurate indagini patrimoniali hanno permesso di ricostruire il patrimonio di ciascun indagato, dimostrando l’evidente sproporzione rispetto ai redditi dichiarati. Il sequestro ha colpito beni, denaro, società e altre utilità nella disponibilità degli indagati, molti dei quali attualmente detenuti, anche quando intestati a prestanome o società di comodo.

La differenza tra Ugento e gli altri parchi pugliesi

Mentre il Parco delle Dune Costiere si prepara a presentare la sua strategia quinquennale di sviluppo turistico sostenibile, puntando al terzo riconoscimento consecutivo della certificazione europea CETS, sul versante sud del Salento il Parco Naturale di Ugento resta avvolto in una cortina di nebbia che dura da quasi vent’anni.

Una conferenza stampa, quella annunciata per martedì a Ostuni, che mette in luce il divario nella gestione delle aree protette pugliesi. Da una parte un parco che convoca assessori regionali, sindaci e operatori del territorio per condividere progetti e visioni future. Dall’altra, quello di Ugento, dove l’unica certezza sembra essere lo stipendio del direttore, assunto part-time a tempo indeterminato.

Le domande si accumulano come le dune sulla costa ugentina: dove sono finiti i fondi pubblici investiti in questi due decenni? Quali progetti sono stati realizzati? E soprattutto, quali benefici tangibili ha portato il parco al territorio, alla sua economia e al suo ecosistema? Il silenzio amministrativo è assordante quanto il rumore delle onde che si infrangono sulla costa protetta (e che sta scomparendo!).

La vicenda assume contorni paradossali se si considera che il Parco di Ugento custodisce uno dei tratti costieri più suggestivi del Salento, con un patrimonio naturalistico che potrebbe generare sviluppo sostenibile e opportunità per l’intera comunità. Invece, mentre altri parchi regionali presentano bilanci, strategie e coinvolgono gli operatori locali, qui l’unica notizia certa resta quella dell’assunzione del direttore, #IATAIDDHU.

Il contrasto con il Parco delle Dune Costiere è stridente. Mentre a Ostuni si discute di certificazioni europee e di sviluppo turistico sostenibile, a Ugento regna un silenzio che sa di occasione mancata. Eppure basterebbe poco: una conferenza stampa, un bilancio sociale, una strategia condivisa con il territorio.

I cittadini di Ugento attendono risposte. Non chiedono molto: solo di sapere come vengono spesi i loro soldi e quale futuro si immagina per un’area protetta che, sulla carta, dovrebbe essere un volano di sviluppo sostenibile per l’intero territorio e non per la solita cerchia ristretta di amici del capo. 

Terrarussa Bike ASD: I Campioni del Salento che Pedalano verso il Successo

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Antonio Russo, campione regionale XCO FCI, insieme ad Andrea Pagliara e Marco Palese, campioni nazionali UISP rispettivamente nelle discipline XC e Marathon, portano in alto il nome dell’associazione che promuove il ciclismo con una filosofia basata su agonismo, natura e sostenibilità.

In soli quattro anni, l’Associazione Sportiva Dilettantistica “Terrarussa Ciclismo Presicce-Acquarica” ha già ottenuto risultati importanti. Antonio Russo, vincitore del circuito XC Puglia nella categoria Elite Master Sport e il circuito UISP Lecce, mentre Andrea Pagliara e Marco Palese hanno conquistato i titoli nazionali UISP nella categoria M3. Grazie ai loro successi, la squadra ha raggiunto i vertici del ciclismo amatoriale regionale e nazionale, facendo risplendere di orgoglio non solo l’associazione, ma tutto il territorio salentino.

Ci siamo seduti con Antonio, Andrea e Marco per capire meglio cosa significa vincere e cosa c’è dietro i loro straordinari successi.

Le emozioni della vittoria

Quando chiedo loro delle sensazioni provate al momento della vittoria, la passione emerge con forza.

Andrea, il primo a prendere la parola, sorride ricordando l’adrenalina: “Vincere era un obiettivo che inseguivo da tempo. Mi sentivo pronto, fisicamente e mentalmente. Ogni allenamento è stato una battaglia, e quando finalmente sono riuscito a conquistare il titolo, è stato incredibile.”

Marco annuisce, condividendo il suo pensiero: “Anch’io avevo questi obiettivi, ma non li davo per scontati. Le gare fuori porta sono sempre una sfida. Arrivare al traguardo vincente è un’emozione unica, come la prima volta, da brividi!

Antonio, riflessivo, aggiunge: “Ogni anno ci prepariamo con attenzione, cercando di trovare la forma migliore. Non è semplice, tra lavoro e impegni familiari, ma la determinazione e il sostegno reciproco fanno la differenza. Anche quest’anno ce l’abbiamo fatta.

Il sostegno della squadra Terrarussa

Non ci vuole molto per capire quanto il gruppo sia una forza motrice per i tre campioni.

Il gruppo è una famiglia, non solo una squadra,” sottolinea Andrea. “Sono sempre stati lì per me, soprattutto nei momenti difficili, come dopo la caduta alla Marathon del Salento. Senza il loro supporto, non sarei riuscito a ripartire.”

Antonio concorda: “Il sostegno del team va oltre quello degli sponsor. È l’energia che mi danno a spingermi oltre i miei limiti. Sapere che ci sono loro a tifare mi motiva sempre di più.”

Marco, con un sorriso grato, aggiunge un aneddoto personale: “Il gruppo Terrarussa è fondamentale per me, poiché mi dà la carica quando mi avvicino al traguardo. È grazie a loro che ho ottenuto risultati soddisfacenti nelle gare. Nelle competizioni di cross country (XC), il supporto del tifo di Terrarussa è costante, ripetendosi ogni giro del circuito, e questo è un grande stimolo. Al contrario, nelle gran fondo, che sono più lunghe e con un tracciato non ripetitivo, il tifo si manifesta solo in alcune occasioni, ma quando arriva, è un’emozione unica e inaspettata. È un sostegno che vale tantissimo e che apprezzo profondamente. Grazie!

Gli obiettivi futuri

Guardando avanti, il desiderio di continuare a crescere è unanime.

Antonio vede nel futuro un’opportunità di condivisione: “Vorrei che più giovani si avvicinassero alla mountain bike. È uno sport meraviglioso e noi possiamo essere un esempio per loro. Noi che siamo già attivi da qualche anno possiamo essere un esempio, incoraggiandoli a unirsi a noi e a crescere insieme. Vedere nuovi volti entusiasti che scoprono la bici è ciò che rende questa esperienza ancora più gratificante

Andrea, dallo spirito combattivo, punta alto: “Il mio sogno è vincere una gran fondo. Pedalare è una passione che mi accompagnerà per sempre, e finché avrò la possibilità, continuerò a farlo.”

Marco, più rilassato, conclude: “Non ho traguardi precisi in mente, ma ogni gara è una nuova sfida. L’importante è dare il massimo, non solo per noi stessi, ma anche per i giovani del team che ci guardano come esempi da seguire…Vogliamo che crescano con la stessa passione e determinazione che ci anima

Bilanciare vita, lavoro e passione

Tra un allenamento e l’altro, ognuno dei tre atleti vive il ciclismo in modo diverso.

Antonio racconta come la mountain bike sia entrata nella sua vita da giovane: “Gareggio da quando avevo dieci anni, ora mi alleno tre o quattro volte a settimana e chiudo la settimana con una gara la domenica. La passione è sempre la stessa, anche se con meno pressione. Ho ottenuto diversi titoli regionali nel ciclocross e nella mountain bike, e sono stato convocato alle giovanili per la Coppa Italia. Negli ultimi anni, ho rallentato per il lavoro, ma mi diverto ancora molto. La moto, la mia prima passione, è rimasta un amore secondario, ma la mountain bike è diventata la mia vita

Marco, più pragmatico, dice: “Dopo il lavoro, salgo in sella e pedalo. Tre volte a settimana, un’ora e mezza ogni sessione. Non è facile, ma la passione mi spinge a farlo.”

Andrea, con un sorriso che tradisce il sacrificio: “Con famiglia e lavoro, devo allenarmi nei ritagli di tempo. Sfrutto al meglio il poco tempo che ho. La qualità degli allenamenti è tutto.

Terrarussa Ciclismo: Amicizia, Territorio e Obiettivi Sportivi

Terrarussa Ciclismo Presicce-Acquarica è molto più di una semplice squadra. Il nome stesso, “Terrarussa”, richiama la tipica terra rossastra dei campi salentini, simbolo delle radici e dell’identità territoriale. Fondata l’8 settembre 2020 da 15 amici uniti dalla passione per la bicicletta, l’associazione è diventata un vero e proprio movimento ciclistico nel cuore del Salento. Non sono solo gli atleti a partecipare alle gare, ma anche le loro famiglie e amici, che con il loro supporto colorano di rosso ogni circuito, fornendo assistenza tecnica e morale.

L’associazione ha una missione chiara: competizione, divertimento e promozione del territorio. Da una parte, il “race team” compete con grinta nelle gare regionali e nazionali, mentre dall’altra parte il gruppo principale si dedica a ciclopasseggiate non agonistiche, godendo della natura e del benessere che il ciclismo offre.

Terrarussa è anche co-organizzatrice, insieme all’ASD MTB Casarano, della “storica” Marathon del Salento, la gara più partecipata del Trofeo dei Parchi e del circuito XCP Puglia, che ormai da anni vanta la partecipazione di oltre 1.000 atleti.

L’associazione promuove attivamente la mobilità sostenibile e guarda al futuro con l’ambizione di formare nuove generazioni di ciclisti, avendo in programma la creazione di un vivaio di giovani atleti nei prossimi anni.

Un Progetto che Guarda al Futuro

In quest’ottica di crescita continua, abbiamo intervistato il presidente dell’associazione, Salvatore Fiaschi, per scoprire cosa significa per lui questo percorso e quali sono i progetti futuri di Terrarussa.

Salvatore, come presidente, cosa provi vedendo i traguardi raggiunti dai vostri atleti? Cosa prevedete per il prossimo anno?

Siamo felicissimi dei risultati di Antonio, Andrea e Marco, ma anche di tutti gli altri nostri atleti che partecipano ai circuiti provinciali, piazzandosi spesso nelle primissime posizioni. Penso, ad esempio, ad Andrea Rizzo e Giovanni Gianfreda, ma non possiamo dimenticare Giuseppe Ciullo, il nostro atleta paraolimpico, che quest’anno si è dedicato maggiormente al crossfit, arrivando persino sul podio mondiale. Il merito va a tutti i nostri atleti, perché ognuno di loro, ogni domenica, con dedizione e sacrificio, dimostra che il lavoro di squadra, la costanza e la passione possono portare a grandi successi.

Nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza il supporto dell’intero direttivo, dei soci e dei volontari, che mettono a disposizione il loro tempo e la loro passione. E non possiamo dimenticare i nostri sponsor, senza i quali la vita associativa non esisterebbe! Grazie a loro, l’associazione cresce continuamente. Per il prossimo anno abbiamo molti progetti in cantiere: a novembre cominceremo con i nuovi tesseramenti per il 2025 e stiamo lavorando intensamente sui social per far conoscere la nostra realtà a un pubblico sempre più vasto.

Il nostro obiettivo è rendere il ciclismo uno sport accessibile e inclusivo. Anche un semplice ‘mi piace’ o un ‘segui’ sulle nostre pagine Instagram e Facebook può fare la differenza, aiutandoci a far emergere nuovi talenti e a diffondere la passione per questo sport. Invitiamo tutti a seguirci, a condividere le nostre storie e a far parte di questo splendido progetto: insieme possiamo fare molto per il ciclismo e per il nostro territorio.”

Terrarussa non è solo una squadra, ma una grande famiglia che accoglie chiunque condivida l’amore per la bicicletta e la voglia di pedalare verso nuovi orizzonti.

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