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Ambiente e Territorio

Il depuratore di Ugento fuori norma: a dirlo è il nuovo rapporto Legambiente

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il depuratore di ugento non è a norma
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27 i presidi depurativi che nel 2021 hanno presentato una non conformità alla Direttiva comunitaria (91/271) sul trattamento delle acque reflue urbane, tra cui quello di Ugento.

A dirlo è il rapporto di Goletta Verde. I dati sono stati resi noti questa mattina nel corso della conferenza stampa di presentazione dei risultati tenutasi nella sede di Legambiente Puglia a Bari. All’incontro hanno partecipato Alice De Marco, Portavoce Goletta Verde; Ruggero Ronzulli, presidente Legambiente Puglia; Anna Grazia Maraschio, Assessore all’Ambiente Regione Puglia; Vito Bruno, direttore generale di Arpa Puglia; Antonio Matarrelli, Presidente dell’Autorità Idrica Pugliese; Vincenzo Leone, Direttore Marittimo della Puglia e della Basilicata Jonica Contrammiraglio (CP); Marco Paolilli, Responsabile CONOU Coordinamento Area Centro Sud; Giovanni Raggi, Vicepresidente AIPE.

Sono 185 gli impianti di depurazione in esercizio a servizio degli agglomerati pugliesi, di cui 181 gestiti da Acquedotto Pugliese 4 direttamente dai comuni (Biccari, Lesina Marina, Sannicandro Garganico-Torre Mileto e Volturara Appula).  

Come indicato nel Piano d’Ambito 2020-2045 (adottato con Delibera del Consiglio Direttivo AIP n.33 del 08/07/2021 e ss.mm.ii.), solo il 7% dei recapiti finali dei depuratori è costituito da corpi idrici superficiali, il 75% da lame e altri corsi d’acqua effimeri/episodici o dal suolo (attraverso trincee drenanti) e il 18% recapita a mare.  

Per tali peculiarità territoriali, l’aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque, adottato con DGR 1333/2019, prescrive per metà degli impianti che il trattamento sia spinto fino a rendere possibile il riutilizzo delle acque reflue.  Per incentivare le pratiche di riuso delle acque depurate, la Regione Puglia ha anche attivato, sin dal 2016, un avviso a sportello aperto a tutti i Comuni/Consorzi, per consentire di esprimere manifestazioni di interesse indipendentemente dall’originaria previsione di riuso indicata nel PTA. Gli impianti che continuano a scaricare nel sottosuolo sono 2 (Lesina Marina e Manduria Vecchio), attualmente in fase di dismissione. 

Dal monitoraggio effettuato da Arpa Puglia nel 2021 (2.216 controlli, su n.176 impianti di depurazione a servizio degli agglomerati con carico generato superiore a 2.000 AE), emerge che sono n.27 i presidi depurativi che nel 2021 hanno presentato una non conformità alla Direttiva comunitaria (91/271) sul trattamento delle acque reflue urbane.  

Di questi: n.3 sono stati interessati da lavori in corso che hanno reso plausibile un decremento dell’efficienza depurativa (Bari Est, Gioia del Colle e San Severo); su n. 9 sono stati programmati interventi di adeguamento/potenziamento che al 2021 risultano in fase progettuale(Casamassima nuovo, Castellana Grotte, Ascoli Satriano 2, Candela, Deliceto, Foggia 2 Borgo Incoronata, Peschici, Vico del Gargano, Manduria); per i restanti n.15 si procederà al miglioramento della gestione con interventi di manutenzione straordinaria (Bitonto, Gravina in Puglia, Andria, Bisceglie, Trani, Cerignola, Lesina, Manfredonia, Sannicandro Garganico, Serracapriola, Stornara, Copertino, Galatone, Ugento e Crispiano). 

  1. 173 dei n. 185 impianti di depurazione, al 31.12.2021, avevano ottenuto un provvedimento diautorizzazione allo scarico, ai sensi dell’art.124 delD.Lgs. 152/06. Per i restanti n.12 impianti – n. 5 in prov. di Foggia (Ascoli Satriano 1, Deliceto, Lesina Marina, San Marco La Catola e Volturino), n. 4 in prov. di Bari (Altamura, Corato, Gioia del Colle e Putignano) e n. 3 in prov. di Taranto (Crispiano, Lizzanoe Palagiano) – i procedimenti di autorizzazione sono in itinere ovvero sospesi per parametri non conformi e superamenti di valori limite. 

Dei 27 agglomerati originariamente interessati dalla procedura di infrazione n.2059/2014 (Causa C668/19) ai danni dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane (91/271/CEE), con sentenza CGUE del 6 ottobre 2021, n. 14 agglomerati sono stati condannati (Andria, Ascoli Satriano, Bari, Bitonto, Bovino, Carlantino, Castrignano del Capo, Corato, Lucera, Molfetta, Montemesola, San Ferdinando di Puglia, San Severo e Volturino). 

Le motivazioni sono ascrivibili al sottodimensionamento, all’ inadeguatezza per vetustà delle opere ovvero alla presenza di superamenti dei limiti allo scarico.  Nei primi due casi (sottodimensionamento e/o vetustà) sono in corso interventi strutturali di adeguamento/potenziamento che consentiranno di conseguire la conformità alla direttiva 91/271/CEE secondo la seguente scansione temporale: Andria nel 2021, Corato nel 2022, Bari, Carlantino, Montemesola, San Ferdinando di Puglia e San Severo nel 2023, Castrignano del Capo nel 2024, Ascoli Satriano, Bovino e Volturino nel 2026.  

A questi si aggiungono altri 8 agglomerati interessati dalla procedura di infrazione n. 2181/2017 (Cerignola, Faggiano, Manduria, Manfredonia, Monteiasi, Margherita di Savoia, Palagiano e Serracapriola).  In merito ad essi, la Regione Puglia ha indicato al Ministero la conformità di n.6 agglomerati (Faggiano, Manfredonia, Monteiasi, Margherita di Savoia, Palagiano e Serracapriola), la conformità strutturale dell’agglomerato di Cerignola ed in ultimo il raggiungimento della conformità dell’agglomerato di Manduria entro il 2024.  

Con riferimento alla precedente procedura n.2034/2004, i 3 agglomerati oggetto di condanne della Corte di Giustizia Europea in materia di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue (C565/2010) sono Casamassima, Porto Cesareo e Taviano. Le criticità relative agli agglomerati di Casamassima e Porto Cesareo, per una quota parte del carico generato, sono state risolte nel 2019 anche se l’impianto di depurazione di Porto Cesareo non è ancora entrato in esercizio.  La conformità di Casamassima è prevista per il 2026, mentre quella di Porto Cesareo per il 2027. Infine, per l’agglomerato di Taviano sono in corso attività per il completamento della rete fognaria che dovrebbero concludersi entro il 2024, garantendone la conformità. 

Nel settore depurazione, l’attuale programmazione PdI 2020-2023 prevede n.264 interventi infrastrutturali, volti al miglioramento complessivo del comparto depurativo tra adeguamento, potenziamento della capacità di trattamento, abbattimento delle emissioni odorigene e rifunzionalizzazione dei recapiti finali. Di questi 264, dal rapporto di monitoraggio aggiornato al 31.12.2021, si evince che N.58 risultano ultimati47 in esecuzione e 159 in fase di progettazione

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