Ambiente e Territorio
Non c’è due senza tre: le coste prese d’assalto dalla criminalità
Nei mesi scorsi abbiamo scritto che oltre ad essere secondi nella classifica nazionale per le bandiere blu 2023, la nostra regione vanta anche il non meno brillante secondo posto nella classifica stilata da Legambiente nell’ultimo Rapporto Ecomafia 2023, per quanto riguarda la “pressione” dell’illegalità sull’ambiente.
Si dice spesso che “non c’è due senza tre”. Ed in effetti, possiamo vantare un ulteriore secondo posto, assegnatoci sempre da Legambiente che ha recentemente pubblicato il suo annuale dossier “Mare Monstrum 2023”, ove viene analizzata l’illegalità perpetrata a danno del mare.
Il “mare violato”, oltre a concentrarsi nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa, registra il primato della Campania con 3345 reati, seguita dalla Puglia con i suoi 2492 reati. Tutte violazioni che riguardano i seguenti settori: ciclo illegale dei rifiuti e mare inquinato; pesca di frodo, illegalità nel ciclo del cemento e violazioni del codice della navigazione, del codice della nautica da diporto e della normativa sulle aree protette. Se le violazioni penali sono cresciute del 3,1%, le violazioni amministrative hanno subito un incremento del 13.1%, segnale di evidenti fenomeni di aggressione al patrimonio naturale delle regioni costiere. Ragionando in termini economici, l’attività repressiva posta in essere dal Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera e della Forze di polizia, riferibile ai sequestri ed alle sanzioni amministrative, ammonta a 486 milioni di euro.
Il ciclo illegale del cemento, ovvero la realizzazione abusiva di immobili e l’occupazione di suolo demaniale, è strettamente legato al mercato delle costruzioni ove si intrecciano violazioni in materia di urbanistica, gestione illecita di cave e paesaggistico – ambientale. Sembra non arrestarsi il fenomeno di tanti assaltatori delle coste, spesso con il beneplacito ed il silenzio della pubblica amministrazione, che non rinunciano alla passione per la villetta vista mare od alla realizzazione illegale di strutture balneari prive di qualsiasi legittimità legale. Fenomeno, peraltro, molto frequente e ben noto nel Salento.
Tra le proposte avanzate da Legambiente, di interesse sono quelle relative alla possibilità, tramite modifica normativa, di conferire al Prefetto il compito di demolire le costruzioni abusive oggetto di ordinanze di demolizione emesse dai comuni e spesso non eseguite. Vi è poi la richiesta di adozione di adeguati strumenti normativi contro la pesca illegale, non dichiarata e non documentata. Sarebbe auspicabile la previsione di adeguate sanzioni pecuniarie con la chiusura immediata per un tempo ristretto della pescheria o di quel ristorante, i cui titolari avessero acquistato prodotti ittici da pescatori sportivi.