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Lavoro ed Economia

Negato un milione di euro di indennizzo ad uno stabilimento balneare

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Poco più di un mese fa, il Consiglio di Stato è ritornato sulla vicenda delle concessioni demaniali marittime, chiamato a decidere su ragioni un po’ diverse.

In particolare, si è espresso sulla richiesta di proroga della concessione demaniale avanzata dal titolare di uno stabilimento balneare in Follonica. La motivazione dell’imprenditore turistico, che peraltro aveva già ottenuto un giudizio negativo dal Tar della Toscana, si basa sostanzialmente sulla necessità di ammortizzare l’intero investimento, pari all’incirca ad un milione di euro. Per il titolare della struttura balneare, la rideterminazione della durata della concessione demaniale marittima costituirebbe un atto necessario in applicazione dei principi stabiliti in un’altra sentenza (“Promoimpresa”) dalla Corte di giustizia europea nel 2016. Si imporrebbe un prolungamento dell’atto concessorio ogni qualvolta il concessionario dimostri di aver effettuato degli investimenti non ancora ammortizzati.

In due occasioni il TAR della Toscana, a cui l’operatore balneare si era rivolto per avere ragione della nota di diniego di proroga del comune di Follonica, ha puntualizzato che il prolungamento del rapporto concessorio non può ritenersi compatibile con i principi affermati dalla giurisprudenza, nazionale e sovranazionale.

Il Consiglio di Stato ha confermato sia l’operato dell’Ente locale, sia soprattutto le determinazioni del Tribunale toscano, essendo stata data da questi una corretta applicazione di principi di derivazione europea secondo le interpretazioni all’uopo fornite dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Tra le motivazioni, e quindi i principi, evidenziati dai giudici di palazzo Spada è importante riferire che l’accoglimento della proroga costituirebbe il riconoscimento di una “rendita di posizione” non ammissibile perché si configurerebbe una violazione delle regole della concorrenza per oltre venti anni (periodo di proroga richiesto!). Inoltre, richiamando un precedente orientamento, di cui alle cd. “sentenze gemelle” ove puntualizza che l’affidamento al concessionario incontra tutela e protezione non con la “proroga automatica” ma al momento di fissare le regole per la procedura di gara ai fini del rilascio della concessione demaniale marittima, definisce la necessità che le procedure per l’assegnazione delle concessioni siano supportate dal riconoscimento di un indennizzo a tutela degli eventuali investimenti effettuati dai concessionari uscenti. Sostanzialmente è possibile riconoscere un indennizzo al concessionario uscente, che è aspetto ben diverso dalla “proroga automatica”.

Al di là dei meri tecnicismi giuridici che meriterebbero altri e ben più ampi spazi e tempi di trattazione, ciò che emerge chiaramente dalla realtà è che sia gli utenti, sia gli imprenditori turistici vivono una perenne, e potremmo anche dire snervante, situazione di incertezza e di stallo, tutt’altro che funzionale a garantire la tutela della concorrenza nel settore turistico e, al tempo stesso, la tutela dell’ambiente marino. 

La complessità, e quindi la difficoltà sul piano della governance, attiene al bilanciamento dei differenti diritti ed interessi in gioco. Non si tratta solamente di tutelare la concorrenza nell’accesso alla gestione di un bene pubblico come la spiaggia, ma anche di tutelare l’ambiente, la proprietà ed il relativo indennizzo per le opere realizzate; di garantire ancora la gestione sostenibile di un bene “da maneggiare con cura”. Una proroga non può essere concessa sulla base delle esigenze di ammortizzazione dell’investimento effettuato dall’impresa balneare. Anche perché, emergerebbe un altro problema, tutt’altro che trascurabile, dal duplice aspetto: il pagamento dell’indennizzo e chi e con quali modalità dovrà corrisponderlo considerando l’inevitabile impatto sulle finanze statali.

Tra gli addetti ai lavori vi sono diversi orientamenti, dei quali sia il Governo e le Regioni, sia soprattutto i comuni non potranno non tener conto. Non rimane che auspicare quella chiarezza e trasparenza legislativa e regolamentare che possa mettere ordine e soprattutto bilanciare i numerosi interessi in gioco. Attendiamo una nuova pronuncia del Consiglio di Stato ed i provvedimenti del legislatore, augurandoci possano garantire gli interessi di tutti.  

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