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Ugento l’isola felice del calcio pugliese

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L’appassionante cavalcata dell’Ugento Calcio in questo campionato ha affascinato tutti coloro che seguono con entusiasmo questa avventura sportiva. In un contesto in cui altrove si verificano episodi poco lusinghieri per il mondo del calcio, l’Ugento ha dato vita a un’esperienza di forza che coinvolge sempre più l’intera comunità.

Il capitano David Ruiz che guida la squadra nei festeggiamenti post partita

Gli ultras, sempre più numerosi e instancabili nel loro supporto, insieme ai tifosi di sempre e ai giovani che vivono questo sogno con occhi pieni di meraviglia, creano un legame speciale con la squadra. È essenziale non dimenticare la vera realtà dell’Ugento Calcio, una squadra provinciale che, sin dall’inizio, ha sfidato le “big” con passione e tenacia, compensando il divario tecnico con il cuore.

La società stessa ha dimostrato tenacia nel credere in un nuovo progetto, affrontando le sfide di un campionato contro squadre più attrezzate e città di maggiore respiro. Una differenza di competenza ma anche di stile, che mai come in questa giornata si staglia in tutta la sua nettezza. Un low profile quello intrapreso dall’Ugento Calcio che appare antitetico allo stucchevole protagonismo della dirigenza del Manduria Calcio, che pochi minuti dopo l’ultima sconfitta ha annunciato le dimissioni in blocco, attraverso i canali social del presidente Vinci.

Tuttavia, la luce positiva che emana dall’Ugento è in netto contrasto con gli spiacevoli episodi verificatisi altrove.

A Sava e Ginosa, durante le partite di Manduria e Racale, si sono verificati incidenti deplorevoli. L’ex allenatore dell’Ugento, Andrea Salvadore, è stato aggredito da un tifoso a seguito della sconfitta del Manduria contro il Novoli. Nel secondo caso, durante la partita tra Ginosa e Racale, una rissa è scoppiata tra il massaggiatore del Ginosa e un giocatore del Racale, culminando in un violento pugno al volto dell’operatore sanitario.

È interessante notare come nello stesso momento si stesse consumando un potenziale dramma sportivo per l’Ugento Calcio. Un gol di Medina, apparentemente regolare, è stato annullato per presunto fuorigioco, generando un grave errore tecnico da parte della terna arbitrale e portando l’Ugento in svantaggio poco dopo.

Nonostante ciò, i giocatori in campo sono riusciti a recuperare, supportati da un tifo appassionato ma corretto che ha continuato a sostenere la squadra nonostante un arbitraggio discutibile. Anche i bambini sugli spalti hanno partecipato all’emozione, creando un’atmosfera che ha raggiunto l’apice al novantesimo minuto, con la notizia della sconfitta del Manduria e l’Ugento a +7! Una felicità che ha coinvolto tutti con un piccolo carosello di auto suonanti che ha proseguito fino al centro del paese.

Il piccolo tifoso vincitore della lotteria domenicale dell’Ugento Calcio

L’Ugento Calcio si trova ora in una posizione inaspettata, ma il merito è tutto suo. Il primo posto in classifica, con un ampio margine, è il risultato di sacrifici dentro e fuori dal campo. Giocatori, staff e dirigenza inseguono un sogno comune: la Serie D. Questa squadra e la sua comunità dimostrano il lato più bello del paese, fatto di passione, competenza, generosità e volontà di contribuire al bene di tutti. Ma è anche la dimostrazione che Ugento ha una grandissima potenzialità da esprimere, fatta di centinaia di persone, famiglie, ragazzi, che ogni domenica si ritrovano al campo per condividere una sana passione che mai come quest’anno è anche un vero e proprio collante sociale.

L’incendio giallorosso, alimentato da questa fiamma, sta crescendo di domenica in domenica, trasformando la stagione dell’Ugento in un’avventura straordinaria da leggere negli occhi dei nostri piccoli tifosi, i veri “patron” di questa squadra.

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Videomaker, Fotografo, Giornalista ed esperto di marketing digitale. Tutto questo dopo aver vissuto dieci anni a Bologna ed esser tornato in Salento. Oggi dirigo la redazione di Ozanews, la comunicazione di Ugento Calcio e le iniziative di Officine Multimediali ETS mentre continuo a lavorare per i miei clienti storici.