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Lavoro ed Economia

Boom dei musei pugliesi per l’epifania

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Le festività di inizio anno hanno confermato il trend positivo per i musei pugliesi, con una crescita significativa delle presenze rispetto allo stesso periodo del 2024. Il Castello Svevo di Bari, Castel del Monte, il Castello di Trani, il Parco Archeologico di Siponto e il Museo Archeologico Nazionale e Castello di Manfredonia sono stati tra i più visitati, consolidando il loro ruolo di attrazioni culturali di riferimento nella regione.

Castel del Monte, in particolare, nonostante la chiusura del primo gennaio, ha registrato 1.333 presenze in sole due giornate di apertura. Complessivamente, il numero di visitatori nei musei pugliesi tra Capodanno e l’Epifania è quasi raddoppiato, passando dai 2.720 del 2023 ai 5.213 di quest’anno. “Anche quest’anno ha vinto la cultura della bellezza. Le prime aperture festive del 2025 hanno rappresentato un’occasione colta al volo dai residenti e dai numerosi turisti”, ha commentato il direttore regionale Musei Nazionali Puglia, Francesco Longobardi. I numeri positivi rispetto all’anno precedente sono, secondo Longobardi, “un chiaro segnale che la storia e l’arte della Puglia occupano ormai un posto prioritario nel cuore di visitatori italiani e stranieri”.

Tuttavia, non tutti i musei della regione possono vantare simili successi. Mentre le principali strutture culturali pugliesi attirano sempre più visitatori, il Museo Archeologico di Ugento continua a registrare numeri estremamente bassi, con poche decine di visitatori l’anno. Un dato che mette in evidenza il bilancio negativo del sistema culturale ugentino, che fatica a trovare una sua identità e un posizionamento strategico nel panorama regionale.

La situazione del museo è sintomatica di un problema più ampio che affligge Ugento. Nonostante le potenzialità del suo patrimonio storico e artistico, la cittadina sembra incapace di trasformare i suoi beni culturali in un valore aggiunto per il territorio. Invece di rappresentare un volano per lo sviluppo turistico e culturale, i musei e i beni artistici ugentini sembrano più orientati a produrre posti di lavoro da rinfacciare piuttosto che generare un reale impatto economico e sociale.

Ugento, che nei mesi estivi è meta di numerosi visitatori attratti dalle sue spiagge e dal mare cristallino, appare spento e desolato durante l’inverno. La destagionalizzazione, che dovrebbe rappresentare una soluzione per rendere viva la città tutto l’anno, rimane un miraggio. Nonostante le dichiarazioni d’intenti e i progetti annunciati, manca una strategia chiara e incisiva per promuovere il turismo culturale, che potrebbe rappresentare una valida alternativa al turismo balneare.

Il paragone con altre realtà pugliesi è impietoso: città come Bari, Trani e Manfredonia riescono a sfruttare appieno il proprio patrimonio culturale, ma anche piccoli centri nei loro pressi, attirando visitatori anche nei periodi di bassa stagione. Ugento, invece, sembra bloccato in un circolo vizioso di immobilismo e mancanza di visione, con un sistema culturale che non riesce a decollare e che continua a produrre risultati deludenti.

I dati relativi alle presenze nei musei pugliesi durante il ponte festivo dovrebbero spingere l’amministrazione ugentina a una seria riflessione sul futuro del proprio patrimonio culturale. È necessario un cambio di passo che parta da un piano strategico integrato, capace di valorizzare i beni culturali locali e di inserirli in un circuito turistico più ampio e competitivo. Solo così Ugento potrà sperare di invertire la tendenza e di ritagliarsi un ruolo di rilievo nel panorama culturale pugliese e nazionale.

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Videomaker, Fotografo, Giornalista ed esperto di marketing digitale. Tutto questo dopo aver vissuto dieci anni a Bologna ed esser tornato in Salento. Oggi dirigo la redazione di Ozanews, la comunicazione di Ugento Calcio e le iniziative di Officine Multimediali ETS mentre continuo a lavorare per i miei clienti storici.