Cronaca
Emergenza nel Salento: Capo di Leuca senza ambulanza 118
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Il Capo di Leuca si trova in una situazione di emergenza sanitaria dopo che l’unica ambulanza India della postazione 118 di Gagliano del Capo è andata fuori servizio per guasto meccanico. La criticità, emersa ieri, evidenzia una grave carenza organizzativa della ASL di Lecce, che non dispone di alcun mezzo sostitutivo per garantire la continuità del servizio di emergenza-urgenza.
Il personale della postazione – composto da infermiere, soccorritore e autista – è stato posto in ferie forzate fino a domani, lasciando scoperta un’area territoriale particolarmente vasta. La situazione ha già mostrato le sue prime conseguenze critiche nella mattinata odierna, quando un grave incidente stradale nei pressi dell’ospedale di Tricase ha richiesto l’intervento di un’ambulanza da Scorrano, con conseguenti ritardi nei soccorsi. L’episodio si è verificato mentre l’unità di Tricase era impegnata per un codice verde ad Alessano, territorio normalmente coperto dalla postazione di Gagliano.
La denuncia arriva da Paolo Pagliaro, che definisce “paradossale” l’assenza di un mezzo sostitutivo di emergenza nell’intera ASL per ben tre giorni. “È inconcepibile che un presidio salvavita possa rimanere sguarnito del mezzo di soccorso in una zona così vasta”, afferma Pagliaro, sottolineando come questa carenza comprometta significativamente la tempestività e l’efficacia del servizio 118.
![“Siamo pronti alla mobilitazione, al fianco di agricoltori e proprietari di terreni, per rispedire al mittente la pioggia di cartelle che continuano ad arrivare dai Consorzi di bonifica, a fronte di interventi mal o mai eseguiti. L’incuria e l’abbandono sono sotto gli occhi di tutti: terreni come giungle, infestati di erbacce, canali ostruiti e trascurati di cui non si distinguono più nemmeno gli argini, pozzi malandati. Da vent’anni va avanti l’odissea gestionale del commissariamento dei Consorzi dissestati, che prosciugano i milioni erogati ogni anno dalla Regione per pagare le spese di personale (assunzioni, stabilizzazioni e consulenze), lasciando solo le briciole per l’attività ordinaria e straordinaria di cui c’è urgente bisogno. I debiti accumulati dai Consorzi commissariati hanno sforato i 250 milioni di euro, e si pretende di farli pagare ai proprietari dei terreni senza che siano state eseguite bonifiche ed interventi di manutenzione e pulizia dei canali, con il famigerato tributo 630, che non è dovuto – come hanno stabilito diverse sentenze – in assenza di un beneficio specifico diretto. Nel consorzio salentino dell’Arneo, che comprende una superficie di oltre 250mila ettari tra le province di Lecce, Brindisi e Taranto, sono stati realizzati appena 27 interventi di bonifica negli ultimi tre anni. E parliamo di territori piagati dalla xylella, dove al danno di oliveti rasi al suolo si aggiunge la beffa dei tributi da pagare ai Consorzi. Le cartelle relative a questi terreni devono essere annullate, lo ribadiamo. Comprendiamo la rabbia, la delusione e la stanchezza degli agricoltori, che vivono questi tributi come un balzello ingiusto, perché sono costretti ad accollarsi le spese di opere di bonifica e manutenzione fantasma. E tutto questo mette a rischio anche la tenuta idrogeologica del territorio in caso di eventi estremi ormai sempre più frequenti. A gennaio 2021 manifestammo insieme al territorio e alle istituzioni ad Ugento, per chiedere la sospensione dell’invio degli avvisi di pagamento, e chiamammo in audizione l’assessore Pentassuglia per sollecitare la revoca delle cartelle. Ci fu risposto che, senza il contributo degli agricoltori, non ci sarebbero le risorse necessarie per la manutenzione dei pozzi e per le opere di bonifica. Ma ogni anno i Consorzi ricevono milioni di euro dalla Regione, e nulla cambia. E, checché ne dica l’assessore Pentassuglia, non sarà la riforma (ancora sulla carta) con l’accentramento delle funzioni in un Consorzio unico a risolvere tutti i mali che impediscono a questi enti di funzionare, di programmare e realizzare piani di manutenzione del territorio agricolo e dei canali irrigui. Anzi, il Consorzio unico peggiorerà la situazione e accentuerà la distanza dai territori da servire, emarginandoli e penalizzandoli. Intanto, noi non ci stiamo a dover pagare per interventi non eseguiti o realizzati solo in emergenza e a macchia di leopardo. Da qui le ragioni di una protesta che siamo pronti a portare avanti ad oltranza”](https://ozanews.it/wp-content/uploads/2023/07/IMG-20230715-WA0069-e1689689917775.jpg)
La vicenda solleva serie preoccupazioni sulla gestione dell’emergenza sanitaria nel territorio salentino. Secondo Pagliaro, l’azienda sanitaria deve assumersi la responsabilità di questo grave disservizio che mette a rischio la sicurezza dei cittadini, vittime di quella che viene definita una evidente inefficienza gestionale.
La situazione richiede un intervento immediato da parte delle autorità sanitarie per ripristinare un servizio essenziale per la popolazione del Capo di Leuca, garantendo la necessaria copertura del territorio con mezzi di soccorso efficienti e personale operativo.