Ambiente e Territorio
Sta per riaprire la discarica di Ugento?
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La recente decisione della Giunta regionale della Puglia di aggiornare il Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani (PRGRU) riaccende un tema particolarmente sentito a Ugento: la riattivazione della discarica. Il provvedimento prevede un incremento delle volumetrie disponibili nelle discariche di Deliceto, Manduria e, soprattutto, Ugento, attraverso interventi di sopraelevazione che non prevedono ulteriore consumo di suolo. Il rischio concreto, quindi, è che anche la discarica Marcegaglia, chiusa alcuni mesi fa per esaurimento della sua capacità, possa essere riattivata con una sopraelevazione.
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Ugento ha pagato un caro prezzo ambientale per la presenza della discarica Monteco, ormai nella sua fase finale, dove l’estrazione del biogas continuerà per anni prima della definitiva chiusura. Ora, tuttavia, la possibilità che la discarica Marcegaglia venga sopraelevata apre nuovi interrogativi. Il sito insiste su un terreno carsico, già ispezionato a suo tempo, che in fase di costruzione rivelò le sue criticità: emblematica fu l’episodio in cui un mezzo pesante venne inghiottito da un cratere naturale formatosi durante gli scavi. Le preoccupazioni sono accentuate dalla vicenda della discarica di Burgesi, che per anni ha rappresentato una grave criticità ambientale per il territorio, sia per la gestione dei rifiuti sia per la contaminazione del suolo e delle falde acquifere.
La decisione della Regione Puglia arriva come misura straordinaria (proprio come fu a suo tempo straordinaria la misura che permise la sopraelevazione della discarica Monteco) per scongiurare il rischio di emergenza rifiuti nelle strade, a fronte di una raccolta differenziata che si attesta al 60% su scala regionale, ancora lontana dal 70% previsto dal piano. Secondo l’assessora all’Ambiente, Serena Triggiani,
“Un provvedimento necessario e urgente che risponde operativamente al bisogno prioritario di smaltimento in discarica dei rifiuti, in attuazione – ci tengo a dirlo – del Piano regionale, come misura straordinaria dovuta all’emergenza concreta di ritrovarsi i rifiuti per le strade a breve, come da informazioni comunicate da Ager. Purtroppo l’indice di raccolta differenziata registrato nel 2024, in miglioramento negli ultimi anni, è ancora al 60% su scala regionale, pertanto risulta distante rispetto al 70% previsto dal Piano, cosi come la riduzione di produzione dei rifiuti urbani che, se pur migliorata, non appare ancora in linea con le previsioni del documento programmatico. Abbiamo previsto accorgimenti e condizioni vincolanti di esercizio per ogni sito di discarica, tali da garantire la salute pubblica, la tutela ambientale e, naturalmente la corretta gestione dei rifiuti. In sintesi, anche monitoraggi più stringenti dello stato qualitativo delle acque sotterranee, a cura di ARPA Puglia in fase di esercizio e in fase di post-gestione, e, tra le altre cose, sarà definito un piano per la verifica e il controllo delle caratteristiche meccaniche e funzionali della discarica, in particolare per il sito di Corigliano d’Otranto di nuova gestione”.
“E’ uno sforzo – tiene a precisare l’assessora Triggiani – che, nostro malgrado, chiediamo ai territori e alle comunità che accolgono i siti di discarica – già previsti nel Piano – per scongiurare una possibile emergenza ambientale e di salute pubblica. L’obiettivo prioritario è prevenire situazioni potenzialmente pericolose per la salute umana e l’ambiente, soprattutto con l’approssimarsi del periodo più caldo. E scongiurare, altresì, l’impatto negativo sul sistema dei nostri territori, anche turistici, dato dalla diffusione della piaga dell’abbandono dei rifiuti. In questi anni abbiamo avviato una massiccia campagna di comunicazione regionale nella gestione e raccolta dei rifiuti e destinato, altresì, importanti risorse ai comuni virtuosi provenienti dal fondo eco-tassa: questo per premiare le migliori performances dei territori in tema di raccolta e richiamare ad una responsabilità sociale che la maggioranza delle comunità ha dimostrato. E’ assolutamente comprensibile il disagio dei territori siti di discariche o di impianti TMB che si fanno carico della responsabilità della resilienza del sistema: per questo motivo, la buona notizia è che nella legge di bilancio per il 2025 e su proposta dell’Assessorato all’Ambiente, il Consiglio regionale si è dotato di una norma di civiltà ed equità sociale, a vantaggio delle comunità, che prevede una forma di compensazione, “indennità di disagio”, in favore dei comuni ospitanti discariche, che potrà incidere con una significativa diminuzione della Tari per i territori che subiscono il disagio. Una forma indennitaria, dunque, che sarà approvata in Giunta Regionale nelle prossime settimane, con una determinazione dell’entità del contributo per le diverse tipologie impiantistiche di trattamento dei rifiuti urbani e con le modalità per la ripartizione del contributo tra i Comuni interessati”.
“Inoltre – conclude l’assessora Triggiani – grazie alle imponenti risorse stanziate a valere sui fondi FSC dell’Accordo di Coesione del Governo con Regione Puglia, saranno potenziate le raccolte differenziate nei capoluoghi di provincia che contribuiranno a migliorare il target necessariamente influenzato dalle loro dimensioni. Ci saranno anche interventi sugli impianti pubblici esistenti al fine di garantirne una migliore sicurezza ambientale e un efficientamento produttivo per la riduzione dei costi, nonché significativi interventi per la bonifica delle discariche chiuse”.
Con le determinazioni attuative ancora da definire, la palla passa ora alle istituzioni locali e alle associazioni del territorio, chiamate a vigilare sugli sviluppi della situazione. Il primo campanello d’allarme è già suonato e il tempo per agire è poco.
Il mantra delle istituzioni ugentine dovrebbe essere chiaro: valutare se il sito ha le condizioni strutturali per un’operazione simile e garantire che qualsiasi scelta venga presa nel pieno rispetto della salute dei cittadini e dell’ambiente. Nel frattempo, resta da capire quale sarà la posizione della comunità locale, già gravata dalle conseguenze di anni di gestione rifiuti nel suo territorio.
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Qui il comunicato ufficiale della regione Puglia