Lavoro ed Economia
Ugentini, dovremo tener d’occhio Lecce e il suo nuovo PUG
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Mentre Lecce si prepara a rivedere il proprio Piano Urbanistico Generale (PUG), la vicenda diventa un caso esemplare anche per Ugento, dove la prossima amministrazione dovrà affrontare un problema analogo. Il PUG, destinato a ridefinire lo sviluppo urbanistico, infrastrutturale e territoriale delle città, è uno strumento fondamentale, ma la sua gestione e revisione sono spesso accompagnate da polemiche e incertezze. Lecce e Ugento si trovano ora in una situazione parallela: se da un lato il capoluogo salentino ha già avviato la revisione di un piano approvato dalla precedente amministrazione, dall’altro Ugento si prepara ad adottare un PUG che sarà al centro del dibattito politico e urbanistico nei prossimi anni.
L’amministrazione leccese guidata dalla sindaca Adriana Poli Bortone ha deciso di rivedere il PUG varato dalla precedente giunta Salvemini, avvalendosi di un gruppo di esperti selezionati direttamente senza attingere alla precedente short list. La decisione ha suscitato forti perplessità, in particolare da parte del Codacons Lecce, che ha criticato l’assenza di un vero percorso partecipativo e il rischio che il nuovo piano sia il frutto esclusivo di valutazioni tecniche senza un adeguato coinvolgimento della cittadinanza.
Uno degli aspetti più controversi della revisione riguarda la possibile trasformazione di alcune aree da agricole a edificabili e la revisione dei vincoli che attualmente impediscono uno sviluppo costiero più esteso. Secondo i tecnici vicini all’attuale amministrazione, l’obiettivo sarebbe quello di rendere il piano meno restrittivo e consentire un maggiore sviluppo infrastrutturale. Tuttavia, le associazioni cittadine temono che la revisione possa privilegiare interessi di parte senza un adeguato bilanciamento tra crescita urbana e tutela ambientale.
A Ugento la situazione è altrettanto delicata. L’amministrazione Lecci si appresta ad approvare definitivamente il nuovo PUG nella prossima primavera, nonostante le polemiche e le contestazioni di parte della cittadinanza. Le preoccupazioni principali riguardano l’impatto del piano sul territorio, la gestione degli spazi pubblici e le ricadute economiche per i residenti.
La prossima amministrazione comunale di Ugento erediterà una “patata bollente”, simile a quella che sta affrontando Lecce. La domanda cruciale sarà: sarà possibile mitigare gli effetti negativi del nuovo PUG o l’impianto normativo che verrà approvato renderà impossibile ogni margine di modifica? E soprattutto, il futuro consiglio comunale avrà la volontà politica e la forza di avviare un processo di revisione senza scatenare un nuovo scontro tra amministrazione, cittadini e categorie professionali?
Seguire da vicino la vicenda leccese potrà fornire agli ugentini preziose indicazioni su come affrontare il proprio dibattito urbanistico. Se a Lecce il processo di revisione del PUG sarà caratterizzato da trasparenza, confronto pubblico e miglioramenti sostanziali, potrà rappresentare un modello anche per Ugento. Viceversa, se a Lecce si confermeranno le preoccupazioni del Codacons, con un piano deciso a porte chiuse e senza coinvolgimento popolare, allora Ugento dovrà prepararsi ad affrontare le stesse criticità con una maggiore consapevolezza.
In un momento in cui le scelte urbanistiche determinano il futuro delle comunità locali, è fondamentale che cittadini, associazioni e professionisti restino vigili e attivi nel dibattito. Lecce sta scrivendo un capitolo importante della sua storia urbanistica, e Ugento farebbe bene a leggerlo con attenzione per non ritrovarsi, tra qualche anno, a ripetere gli stessi errori.