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Politica

Burgesi e la memoria corta degli ugentini

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La recente decisione della Regione Puglia di ampliare la discarica di Burgesi, situata nel territorio di Ugento, ha riacceso un dibattito che affonda le sue radici nel passato e mette in luce le responsabilità politiche locali. Già nel settembre 2024, questa testata aveva anticipato possibili sviluppi riguardanti Burgesi, basandosi su indiscrezioni che indicavano Ugento come candidata alla riapertura della discarica. Le voci riguardavano la necessità di trovare soluzioni temporanee per tamponare le carenze del piano regionale dei rifiuti, influenzato anche da esigenze elettorali nel nord Barese, area di interesse del presidente Emiliano.

È difficile credere che tali informazioni non siano giunte all’amministrazione comunale di Ugento. Il vicesindaco Massimo Lecci ha partecipato attivamente alle recenti discussioni, affiancato dal comitato “No Burgesi”, che mantiene una posizione intransigente, focalizzandosi sul rifiuto di nuovi conferimenti senza analizzare a fondo le motivazioni regionali dietro questa decisione. Tuttavia, la domanda cruciale è: perché la Regione ha scelto di sacrificare proprio Ugento?

La presenza di una discarica di soccorso, voluta e costruita quando Massimo Lecci deteneva la delega all’ambiente, rende Ugento una scelta ricorrente quando emergono criticità nel sistema di smaltimento dei rifiuti. È opportuno ricordare che la discarica Monteco di Burgesi, elevata di 12 metri durante il mandato di Lecci come assessore all’ambiente, è stata oggetto di preoccupazioni ambientali confermate da sentenze giudiziarie.

Inoltre, nel 2016, un’inchiesta della Procura di Lecce ha rivelato lo smaltimento illecito di fusti contenenti PCB nella discarica Monteco, sottolineando ulteriormente i rischi per l’ambiente e la salute pubblica.

È sorprendente che oggi si protesti per un’ipotesi di ampliamento, mentre fino ad ora non si è levata una voce unanime contro pericoli concreti e accertati, che continuano e continueranno ad esserci indipendentemente da qualsiasi decisione regionale su questa questione. Sembra, per questo, che alcuni esponenti politici locali tentino di ripulire la propria immagine, sfruttando l’ignoranza e utilizzando fondi pubblici per ottenere consenso, anche attraverso associazioni che ora si schierano con il comitato “No Burgesi”.

È fondamentale accendere un faro sulle responsabilità politiche che hanno portato alla nascita di una nuova discarica di rifiuti solidi urbani e al contestuale abbandono di un impianto pubblico costato miliardi, che avrebbe potuto generare introiti significativi per le casse comunali. Non possiamo ignorare che la situazione attuale è frutto di scelte politiche discutibili e di una gestione dell’ambiente che, negli ultimi 25 anni, ha visto sempre gli stessi protagonisti al timone.

La memoria corta degli ugentini rischia di perpetuare errori del passato. È tempo di una riflessione profonda e di un’assunzione di responsabilità collettiva per garantire un futuro sostenibile al nostro territorio.

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Videomaker, Fotografo, Giornalista ed esperto di marketing digitale. Tutto questo dopo aver vissuto dieci anni a Bologna ed esser tornato in Salento. Oggi dirigo la redazione di Ozanews, la comunicazione di Ugento Calcio e le iniziative di Officine Multimediali ETS mentre continuo a lavorare per i miei clienti storici.