Ambiente e Territorio
Che fine ha fatto l’Ostello Diffuso di Ugento?

Nel 2018 veniva annunciato con entusiasmo: “Ugento, un mare di esperienze per 365 giorni all’anno”, prometteva il progetto Ostello Diffuso Ugento. Un’iniziativa innovativa, frutto di un protocollo d’intesa siglato tra il Comune di Ugento e il Comitato Regionale AIG, con l’obiettivo di trasformare la città in una destinazione internazionale per giovani viaggiatori, destagionalizzando il turismo e facendo vivere il territorio anche nei mesi invernali.
L’Ostello Diffuso, sostenuto dall’Assessorato alle Politiche Giovanili, si presentava come il primo progetto in Italia approvato formalmente da un’amministrazione comunale con grande orgoglio, come dichiarava all’epoca l’assessore Graziano Greco. Si parlava di laboratori artistici, percorsi esperienziali tra botteghe, oleifici, cantine, attività sportive, turismo culturale e religioso, esperienze da vivere 365 giorni all’anno.
Le promesse
Con la Delibera di Giunta n. 280 del 19 dicembre 2017, il Comune approvava formalmente l’avvio del progetto. L’idea era semplice quanto ambiziosa: trasformare il centro storico di Ugento in un “ostello diffuso”, ovvero una rete di alloggi, attività e servizi capaci di ospitare e intrattenere giovani turisti, favorendo l’incontro culturale e la crescita economica del territorio.
Un progetto che, sulla carta, aveva tutte le caratteristiche per diventare un fiore all’occhiello. Le aspettative erano altissime: creare rete tra imprenditori, associazioni, Pro Loco, commercianti e strutture ricettive.
La realtà oggi
Sei anni dopo, l’Ostello Diffuso Ugento è chiuso — come segnala Google — e, di fatto, nonè mai esistito. Nessuna attività stabile, nessun circuito di ospitalità diffusa attivo, nessun vero progetto di destagionalizzazione compiuto.
Quella che doveva essere la mossa vincente per “un’esperienza 365 giorni all’anno”, si è trasformata in un’altra occasione mancata.
Le domande che i cittadini si pongono sono semplici ma fondamentali:
- Dove sono finiti i programmi e gli investimenti annunciati?
- Perché l’Ostello è oggi inattivo?
- Che fine hanno fatto le collaborazioni istituzionali celebrate nel 2018?
- Quanti fondi sono stati spesi per un progetto mai decollato?
Il caso dell’Ostello Diffuso non è isolato: si inserisce in un quadro più ampio di progetti annunciati e mai veramente portati a termine che, in questi ultimi trent’anni di governo locale, hanno caratterizzato la gestione della cosa pubblica a Ugento, con milioni di euro spesi in opere mai veramente entratrate in funzione. Ricordiamo solo le più clamorose come la Velostazione, il parco “Cavaleonte”, il campo di Padel del palazzetto dello sport di Ugento senza parlare del pallone tensostatico di Torre San Giovanni, passando per l’impianto di selezione dei rifiuti di Gemini e l’impianto di compostaggio domestico di Torre San Giovanni. Tutto abbandonato.
Un progetto partito con la retorica del “fare rete” e della destagionalizzazione si è perso nei meandri della burocrazia e, forse, della mancanza di un vero piano di gestione imprenditoriale, con misure che puntano essenzialmente a distribuire risorse pubbliche attraverso regalie concesse ad amici ed associazioni complici.
Un’altra cattedrale nel deserto che oggi si aggiunge alla lunga lista delle promesse non mantenute.
Oggi, l’indirizzo ufficiale dell’Ostello Diffuso di Ugento è Piazza Adolfo Colosso, 5, in pieno centro storico. Ma le sue porte sono chiuse. E insieme a quelle porte, sembra chiusa anche una speranza di rilancio che poteva, davvero, segnare una svolta per il turismo giovanile nel cuore del Salento.
Per ora, resta solo l’amarezza per un’altra grande occasione persa.