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Torre Mozza, cartoline dal disincanto

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La terza lettera di Gaetano e il grido inascoltato di una marina che chiede attenzione

Anche quest’anno, puntuale come l’estate che avanza, è arrivata la lettera del signor Gaetano. Non una lettera qualsiasi, ma l’ennesimo grido d’allarme – gentile, ma accorato – di chi da dieci anni sceglie Torre Mozza come luogo del cuore per le sue vacanze. Una voce lucida e coerente, che segnala un disagio diventato ormai sistemico. Le sue parole, inviate per il terzo anno consecutivo a Ozanews, sono la cronaca di una delusione che si rinnova, la denuncia civile di chi non vuole arrendersi all’idea che “il declino” sia inevitabile.

Ecco il testo integrale del messaggio ricevuto:


**”Buongiorno,
sono un assiduo frequentatore di Torre Mozza da 10 anni, e vi ho già scritto in passato.
Approfitto della giornata poco confacente a una vacanza – ma questo maggio ne ha concesse veramente poche…
Trovo sempre più la località trascurata: dalla spazzatura che nei weekend trasborda dai cestini rifiuti, alle strade rattoppate, alla trascuratezza di marciapiedi e sede stradale piena di erbaccia e arbusti… a volte tagliata e lasciata sul posto, e solo il vento e l’acqua la porterà via…
Ma non esiste una raccolta da parte del Comune?

Perché, mi chiedo, località adiacenti tipo Torre San Giovanni e Lido Marini hanno asfalto nuovo sulle strade, marciapiedi ripuliti, cestini in abbondanza, ecc.?

Un lungomare Tiepolo trascurato, alberi e quel poco verde lasciati all’abbandono… toilette per turisti e venditori ambulanti…? Tutti al mare!!! ⛵

Mi chiedo inoltre se le Istituzioni si siano posti il problema di come risolvere la riduzione della spiaggia e dove allocare i turisti?
L’inizio della stagione estiva è alle porte…
La vedo male quest’anno e gli anni a venire, se persiste questa situazione, con parecchi cartelli “affittasi”… che stia iniziando il declino di Torre Mozza?
Peccato!!!

Un cordiale saluto,
G.L.
P.S. I lampioni sono sempre accesi… notte e GIORNO… Non funziona la fotocellula o il pulsante di spegnimento 😃.”**


Parole semplici, ma che inchiodano alle proprie responsabilità chi amministra questa comunità. La fotografia di Gaetano non è solo quella di un turista deluso, ma il resoconto puntuale di un territorio trascurato: cestini insufficienti o stracolmi, lampioni sempre accesi anche di giorno, aiuole e marciapiedi invasi da vegetazione spontanea, strade rattoppate e sporche, servizi igienici inesistenti per turisti e ambulanti. A ciò si aggiunge la preoccupazione (più che legittima) per l’erosione della spiaggia, che avanza anno dopo anno senza un piano strutturale di contrasto.

Ma ciò che fa più male, leggendo tra le righe, è il confronto. Torre Mozza appare sempre più come la “sorella povera” delle marine vicine, come Torre San Giovanni, dove – a detta dello stesso Gaetano – si vedono asfalto nuovo, ordine e decoro. E il sospetto, per molti, è che questa differenza derivi più da scelte politiche che da reali difficoltà oggettive. Perché qui, a Torre Mozza, sembrano mancare le attenzioni minime, come se si trattasse di una località di “serie B”, utile per incassare la tassa di soggiorno ma non abbastanza strategica da meritare investimenti adeguati.

In fondo, è proprio questo che emerge dalla lettera: la sensazione di essere diventati invisibili. Invisibili agli occhi di chi dovrebbe rispondere a domande semplici: perché nessuno raccoglie l’erba sfalciata? Perché non ci sono bagni pubblici? Perché i lampioni restano accesi anche col sole a picco? Perché nessuno interviene sulla spiaggia che scompare?

A queste domande, Ozanews prova a dare voce. Con un invito chiaro: che chi amministra ascolti, finalmente, chi ama davvero questo territorio. Che non servano influencer, manifesti o eventi spot per raccontare un luogo che invece si racconta da solo, ogni giorno, nei suoi dettagli dimenticati.

Perché la vera accoglienza comincia dalla cura. E se anche un solo turista – come Gaetano – sente il bisogno di scrivere per non sentirsi ignorato, allora significa che qualcosa non sta funzionando.

E il rischio è davvero quello di veder partire il declino.

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