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Ambiente e Territorio

Ufficiale: Burgesi riapre i battenti

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È ufficiale: la discarica di soccorso di Burgesi riapre i cancelli. La conferma arriva direttamente dalla nota AGER (Agenzia Territoriale della Regione Puglia per il Servizio di Gestione dei Rifiuti), datata 1° luglio 2025, che comunica ai Comuni interessati la ripresa dei conferimenti di rifiuti indifferenziati presso l’impianto di TMB di Ugento, gestito dalla società “Progetto Ambiente Bacino Lecce Tre srl”, a partire dal 2 e fino al 31 luglio 2025.

La nota specifica che il conferimento è stato autorizzato esclusivamente dal 2 al 31 luglio 2025 per i rifiuti indifferenziati (codici EER 20.03.01) e per quelli provenienti dallo spazzamento stradale (codice EER 20.03.03). Tali rifiuti verranno presumibilmente trattati all’interno dell’impianto TMB di Ugento: la frazione umida derivante dal processo finirà nella discarica di Burgesi, mentre la restante parte sarà destinata alla discarica di Cavallino, al netto dei materiali riciclabili eventualmente recuperati dalla selezione.

Una decisione che brucia. Non sono bastate le proteste dei cittadini, le battaglie dei comitati, le mobilitazioni pubbliche e nemmeno la sfilata dei sindaci dello scorso aprile, che si erano detti compatti nel respingere qualsiasi ipotesi di riapertura. La linea di demarcazione tra intenzioni dichiarate e risultati concreti si è mostrata, ancora una volta, drammaticamente netta.

Una scelta già scritta?

Da settimane si rincorrevano le voci sulla possibile riattivazione dell’impianto di Burgesi, ma oggi la pubblicazione della nota AGER e le prime foto dell’impianto operativo lo rendono un fatto compiuto. I rifiuti indifferenziati NON SOLO del bacino ARO Lecce 10 hanno già iniziato a fluire verso Burgesi, rendendo evidente che, al di là delle parole, le istituzioni hanno scelto la continuità e non la discontinuità.

Un’amara conferma per chi sperava in un’inversione di rotta, in una gestione dei rifiuti più moderna, trasparente, sostenibile. Ma anche una pesante sconfitta per chi ha creduto nel ruolo dei sindaci, che solo pochi mesi fa avevano promesso “battaglia fino all’ultimo” per evitare questo scenario.

Il silenzio assordante e le vere responsabilità

A colpire, oggi, è anche il silenzio delle istituzioni locali. Nessuna dichiarazione ufficiale, nessuna presa di posizione netta. Solo le carte che parlano, i documenti che autorizzano, e i camion che entrano.

Una dinamica che ripropone un tema annoso: la gestione dei rifiuti nel Salento e, in particolare, nel territorio di Ugento, dove Burgesi è da decenni simbolo di un modello contestato, fatto di deroghe, emergenze e scelte calate dall’alto. Un impianto che avrebbe dovuto rappresentare un’eccezione, ma che è diventato sistema.

Le battaglie dei comitati: chi resta a resistere?

Resta solo la voce dei comitati civici, delle associazioni ambientaliste e dei pochi cittadini che, stanchi ma ancora presenti, continuano a chiedere chiarezza, giustizia e salute per il territorio. È a loro che oggi va il riconoscimento di una battaglia condotta con coerenza, anche se apparentemente persa. Ma le battaglie perse sono spesso quelle che lasciano i segni più forti, che seminano dubbi, che spingono altri ad aprire gli occhi.

Perché Burgesi non è solo una discarica. È il simbolo di un problema strutturale che da troppi anni pesa su questo territorio. Ed è anche la cartina tornasole di una politica che, quando il gioco si fa duro, troppo spesso si volta dall’altra parte.

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