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Ambiente e Territorio

La voce del territorio contro la riapertura della discarica di Burgesi

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“C’è una strategia ai danni del Basso Salento”. Con queste parole il movimento Salento Libero ha convocato ieri sera, giovedì 17 luglio 2025, nella sala convegni di Piazza del Popolo a Presicce, una pubblica manifestazione per ribadire la totale contrarietà del territorio alla riapertura della discarica di Burgesi. Un evento molto partecipato, con cittadini, associazioni, attivisti e rappresentanti politici riuniti per fare il punto su una vicenda che, ancora una volta, rischia di compromettere ambiente, economia e salute pubblica.

Ad aprire l’incontro è stato Antonio Nuzzo, coordinatore del comitato “No Burgesi”, che ha illustrato le tappe fin qui percorse dal movimento civico per tentare di fermare la ripartenza dell’impianto. Ricorsi, diffide, azioni legali e comunicati pubblici: tante iniziative, purtroppo, che finora non hanno portato ad alcun risultato concreto, anche se Nuzzo ha parlato di una “mobilitazione da rilanciare con maggiore consapevolezza e coinvolgimento”.

A dare peso istituzionale alla serata è stata la presenza del consigliere regionale Sergio Blasi, che ha risposto alle domande della nostra redazione, sottolineando la necessità di un cambio di passo nella gestione dei rifiuti: «Non possiamo pensare che la discarica sia ancora oggi una soluzione accettabile. Serve una programmazione diversa, che metta al centro il riciclo, il riuso e la riduzione a monte. Il Salento è già stato troppo penalizzato». Blasi ha criticato duramente la delibera regionale e ha promesso un’azione di pressione in Consiglio per chiedere alla Giunta di fare marcia indietro.

Il dibattito ha anche toccato il tema della mancanza di trasparenza da parte delle istituzioni e delle contraddizioni della politica regionale, incapace – secondo molti – di assumersi fino in fondo la responsabilità di un piano serio e condiviso sulla gestione dei rifiuti.

La serata si è chiusa con un invito alla mobilitazione civile e alla partecipazione attiva, per far sentire la voce dei cittadini. «Non possiamo più delegare. La battaglia contro Burgesi deve essere una battaglia per il nostro futuro e per la dignità del nostro territorio», è stato il messaggio finale.

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