Ambiente e Territorio
La soluzione agli incendi c’è, ma nessuno vuole vederla

L’estate 2025 ha reso ancora più drammatica la fragilità del nostro territorio: tra l’1 giugno e il 12 luglio sono bruciati 2.829 ettari di macchia mediterranea e aree boschive solo in Puglia, con Lecce che ha registrato 467 ettari, seguito da Foggia con 1.609 ettari.
Solo dal 15 giugno al 15 luglio, i roghi sono aumentati del 20% rispetto al 2024, con 979 incendi censiti contro i 780 dell’anno scorso. In provincia di Lecce se ne sono contati 317, a Foggia 152, a Taranto 127, altri nella Bat, Bari e Brindisi.
A livello nazionale, i primi sette mesi del 2025 hanno visto 30.988 ettari andare in fumo: la Puglia da sola ha contribuito con 1.957 ettari in più di superficie distrutta in grandi incendi (superiori a 100 ettari).
L’emergenza incendi non si limita al caldo estremo o alla siccità: spesso è aggravata dalla mano dolosa, dall’abbandono dei rifiuti nei campi e dalla ridotta presenza di cittadini custodi del territorio.
Contemporaneamente, non si arresta l’incubo della Xylella fastidiosa, che ha compromesso circa il 40% della superficie pugliese, mettendo a rischio oltre 10 milioni di ulivi, tra i simboli più preziosi del Salento.
Il combinato disposto tra incendi, devastazione agricola, spopolamento e abbandono crea un circolo vizioso: aree un tempo custodite sono ora pronte a incendiarsi come micce, minacciando villaggi turistici, biodiversità e il futuro stesso del territorio.
Il drone antincendio FH-0: una speranza tecnologica
La tecnologia esiste. Si chiama FH-0, realizzato dall’azienda italiana Vector Robotics, ed è un drone con termocamera antincendio che:
- È progettato esclusivamente per prevenire incendi, con analisi autonome in tempo reale.
- Rileva piccoli focolai, elabora l’allerta automaticamente e invia le coordinate alla centrale operativa.
- Vola ininterrottamente ANCHE CON VENTO FORTE per oltre 15 ore, grazie a celle solari integrate, funzionando silenziosamente e senza carburante.
Un dispositivo capace di trasformare le prime avvisaglie di incendio in un allarme tempestivo anziché in tragedia annunciata.
La prova in Calabria e il riconoscimento di Focus
L’efficacia dell’FH-0 non è rimasta confinata alle schede tecniche. La prestigiosa rivista Focus ha raccontato la sua esperienza, citando in particolare il caso della Calabria, dove – secondo le parole del presidente della Regione – questa tecnologia ha contribuito a ridurre del 40% gli incendi dolosi.
Un risultato concreto, ottenuto grazie a un monitoraggio capillare e a interventi rapidissimi sul territorio, che dimostra come il potenziale dell’FH-0 possa tradursi in salvaguardia ambientale e risparmio economico.
Eppure, questo strumento rivoluzionario è già nel Salento: è custodito, chiuso in una valigetta in un garage umido a Ugento. Il proprietario ha più volte proposto di metterlo in campo all’Ente Parco e al Comune, senza ottenere alcuna apertura.
Domande pressanti: se il drone funziona, costa poco, può salvare comunità e milioni di euro di danni… perché viene tenuto fermo?
- Milioni di euro spesi ogni anno tra Canadair, squadre di terra e soccorso.
- Solo migliaia di euro al mese basterebbero a impiegare il drone FH-0 su vaste aree, mitigando il rischio di incendi e i costi per ripristino ambientale.
- Secondo Coldiretti, per ogni ettaro distrutto servono oltre 10.000 € per recupero e bonifica.
A privati cittadini, imprenditori, associazioni e enti pubblici che amano questa terra e vogliono proteggerla:
Scriveteci. Vi metteremo in contatto diretto con il proprietario di questo drone rivoluzionario per valutare un progetto pilota con il drone FH-0.
Non serve un bilancio milionario, solo un investimento concreto – di poche migliaia di euro – che può fare la differenza tra ettari di territorio salvati o carbonizzati.