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Ambiente e Territorio

Puglia a secco: proclamato lo stato di emergenza

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La Puglia affronta ufficialmente una delle peggiori crisi idriche degli ultimi anni. Nella riunione pomeridiana di oggi, la Giunta regionale ha dichiarato lo stato di emergenza regionale per il comparto idrico potabile, approvando il Piano di emergenza per il superamento della crisi idrica 2025-2026, condiviso con Acquedotto Pugliese (AQP).

Secondo i dati ufficiali, la disponibilità di acqua negli invasi della regione è complessivamente sotto il 50% della media degli ultimi dieci anni, una soglia insufficiente a garantire il fabbisogno potabile dei prossimi mesi. L’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici (Opui) del distretto idrografico dell’Appennino meridionale ha confermato il livello di severità idrica come “elevato”, definendo una condizione emergenziale conclamata.

A partire da ottobre, Acquedotto Pugliese ha già adottato misure straordinarie di contenimento delle pressioni di rete per compensare la progressiva riduzione delle fonti di approvvigionamento. Con il provvedimento odierno, la Regione sancisce ufficialmente la correlazione tra questa condizione emergenziale e un concreto rischio di deficit idrico, riconoscendo che ricorrono le condizioni per la dichiarazione dello stato di crisi.

Ad inizio anno, la nostra testata aveva già anticipato la gravità della situazione, segnalando la possibile emergenza idrica in arrivo. Oggi, purtroppo, le previsioni sono diventate realtà. È il momento di rimboccarsi le maniche, perché le prospettive per i prossimi mesi sono davvero dure.

La lezione dal Sudafrica: cosa significa vivere senza acqua

Guardando al Sudafrica, le città come Città del Capo hanno sperimentato negli ultimi anni cosa significhi convivere con una carenza d’acqua cronica. Quando i livelli degli invasi sono scesi sotto soglie critiche, le autorità hanno introdotto il “Day Zero”, ovvero il giorno in cui l’acqua dei rubinetti sarebbe stata completamente interrotta per i cittadini.

In pratica, ogni famiglia aveva a disposizione appena 50 litri di acqua al giorno per tutte le necessità: bere, cucinare, lavarsi, lavare i panni e pulire la casa. Per capirci: un solo litro serve per un bicchiere d’acqua, due litri per cucinare un pasto semplice, e una doccia consuma in media 20 litri. La vita quotidiana diventava una continua lotta per gestire le risorse limitate: si facevano code interminabili ai punti di distribuzione pubblici, si riempivano taniche e bottiglie da trasportare a piedi, e la semplice routine di igiene personale diventava un problema costante.

Le scuole e le aziende hanno dovuto adattarsi: mense chiuse, servizi igienici limitati, turni di lavoro modificati. Il rischio sanitario era concreto, con l’aumento di malattie legate alla scarsa igiene e alla difficoltà di mantenere l’acqua potabile separata da quella di uso domestico.

Questo esempio mostra chiaramente cosa significhi vivere quotidianamente senza acqua disponibile in casa, e quali siano le conseguenze sociali, sanitarie ed economiche di una crisi idrica prolungata.

La sfida pugliese

In Puglia, la situazione è ancora gestibile, ma il richiamo sudafricano è un avvertimento: senza interventi concreti e immediati, il rischio di restrizioni severe o razionamenti non può essere escluso. Cittadini, imprese e istituzioni devono collaborare per ridurre gli sprechi e sostenere le misure straordinarie adottate da Regione e Acquedotto Pugliese.

La scarsità d’acqua non è più un problema lontano: è una realtà che richiede attenzione, consapevolezza e azioni concrete, oggi più che mai.

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