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Cronaca

Attivata Chirurgia vascolare al Fazzi: l’intervento di Paolo Pagliaro

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Lecce – Chirurgia vascolare finalmente operativa dopo vent’anni di attesa, ma Chirurgia toracica ancora relegata in locali fatiscenti e priva di strumentazione essenziale. È il quadro che emerge dall’ispezione condotta questa mattina dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro all’ospedale Vito Fazzi di Lecce, il principale presidio sanitario del Salento. Un bilancio di “luci ed ombre” che il politico ha rivendicato come frutto delle proprie battaglie, ma che lascia aperte troppe domande sulla reale capacità del sistema sanitario regionale di garantire standard adeguati.

L’avvio dell’attività di Chirurgia vascolare rappresenta senza dubbio una conquista per i pazienti salentini, che fino a ieri dovevano essere trasferiti d’urgenza a Tricase o Brindisi, con trasporti che in passato sono costati vite umane. Pagliaro si attribuisce il merito di aver sollecitato l’attivazione del “reparto fantasma”, sottolineando la presenza di uno staff medico di “primo livello”. Peccato che lo stesso consigliere ammetta che l’organico sia “ancora incompleto”. Una partenza a metà, insomma, che solleva dubbi sulla capacità di risposta del reparto in caso di emergenze complesse.

Situazione analoga per la camera iperbarica, operativa – rivendica ancora Pagliaro – dopo una sua “lunga battaglia”, visto che era rimasta “incellofanata” per cinque anni dall’installazione. Eppure, anche in questo caso la realtà è ben lontana dall’ottimale: la struttura funziona “a singhiozzo”, solo per poche ore al giorno e unicamente per pazienti già ricoverati. I cittadini esterni, che pure potrebbero beneficiare delle terapie iperbariche, restano esclusi.

Ma è sul fronte della Chirurgia toracica che il quadro diventa decisamente preoccupante. L’equipe diretta dal dottor Camillo Lopez, definito “ottimo primario” dallo stesso Pagliaro, lavora ancora nel vecchio reparto del Fazzi in condizioni che il consigliere stesso definisce “precarie”. Mancano apparecchiature fondamentali come quelle per la videotoracoscopia e l’endoscopia, e addirittura i ferri chirurgici risultano insufficienti. I pazienti destinati a interventi di chirurgia robotica devono essere trasferiti al DEA (Dipartimento di emergenza-urgenza-accettazione) con il rischio concreto di contrarre infezioni durante il trasporto, aggravato dal fatto che l’unico ascensore disponibile è “spesso fuori servizio”.

Non meno grave la situazione delle degenze: le stanze sono prive di bagno privato, i servizi igienici sono “vecchi e promiscui”, e la pavimentazione è “rotta e pericolosa in diversi punti”. Un quadro che stride con gli standard minimi di sicurezza e decoro che ogni ospedale dovrebbe garantire. Il trasferimento della Chirurgia toracica al DEA, annunciato da tempo, non ha ancora una data certa. E intanto medici e pazienti continuano a operare e curarsi in un contesto indegno di una struttura sanitaria moderna.

Pagliaro annuncia che il trasferimento del reparto sarà “una priorità” delle sue “battaglie” per una sanità pubblica efficiente. Ma dopo cinque anni di impegno – a suo dire costante – viene da chiedersi: quante altre ispezioni e quante altre note stampa serviranno prima che la Regione Puglia metta davvero mano alle criticità strutturali del Fazzi? I cittadini salentini hanno diritto a risposte concrete, non solo ad annunci e rivendicazioni politiche.

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