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“Punti Cardinali For Work”: finanziati 124 progetti in Puglia. Ugento c’è, ma ancora nessun annuncio

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L’assessorato al lavoro della Regione Puglia, insieme al Dipartimento all’istruzione Formazione e lavoro, ha comunicato l’esito positivo dei primi risultati di valutazione delle domande per l’Avviso “Punti Cardinali For Work. Punti di orientamento per la formazione e il lavoro”, approvato con Determinazione n. 118 del 14 maggio 2025.

Il Nucleo di Valutazione, nominato con Determinazione Dirigenziale 162 del 14 luglio 2025, ha esaminato oltre 200 istanze pervenute da parte di Comuni, Città Metropolitana, Province e associazioni degli enti territoriali. Di queste, sono stati valutati positivamente 124 progetti per un totale di 11.665.100 euro, su una dotazione complessiva di 15 milioni stanziati nell’ambito del Programma Regionale Puglia FESR-FSE+ 2021-2027, Azione 5.1 “Interventi per l’occupazione”.

Lecce domina con 59 progetti

Le proposte progettuali finora ammesse a finanziamento testimoniano un forte coinvolgimento degli enti locali, con una distribuzione territoriale che vede la provincia di Lecce nettamente in testa. Sono infatti 59 i progetti approvati nel Leccese, per un importo complessivo superiore a 5,6 milioni di euro, più di un terzo dell’intera dotazione finora assegnata.

Seguono le province di Foggia e Taranto, entrambe con 21 enti beneficiari e finanziamenti per quasi 2 milioni di euro ciascuna. Nella Città Metropolitana di Bari sono stati ammessi a finanziamento 12 progetti per un totale di oltre un milione di euro, mentre la provincia di Brindisi ha ottenuto il sostegno per 8 enti con risorse pari a quasi 723mila euro. Chiude la provincia BAT con 3 progetti finanziati per circa 270mila euro.

Il lavoro del Nucleo prosegue con la valutazione delle restanti istanze sino ad esaurimento della dotazione finanziaria dei 15 milioni di euro stanziati.

Cosa sono i “Punti Cardinali For Work”

L’iniziativa conferma l’impegno della Regione Puglia a promuovere politiche integrate di formazione e lavoro, favorendo lo sviluppo sociale, culturale ed economico grazie alla collaborazione tra istituzioni, comunità locali e mondo produttivo. I punti di orientamento hanno l’obiettivo di creare servizi territoriali dedicati all’accompagnamento verso la formazione e l’inserimento lavorativo, intercettando bisogni e offrendo supporto concreto a chi cerca opportunità professionali.

Tra i comuni salentini finanziati figurano realtà di diverse dimensioni: da Lecce capoluogo a piccoli centri come Miggiano, Ortelle o Giuggianello, quest’ultimo capofila in convenzione con Sanarica. Ci sono anche Ugento, Taurisano, Casarano, Galatina, Nardò, Maglie, Copertino e molti altri, a dimostrazione di una risposta diffusa da parte delle amministrazioni locali.

Molti comuni iniziano ad annunciare i progetti

In questi giorni diversi comuni stanno iniziando ad annunciare l’ottenimento del finanziamento attraverso le loro pagine istituzionali sui social network. Amministrazioni che comunicano ai cittadini di aver ottenuto le risorse, che spiegano cosa faranno con quei fondi, che illustrano come funzionerà il punto di orientamento sul loro territorio.

È un modo per rendere visibile un risultato amministrativo, per far sapere alla comunità che esistono servizi a disposizione, per dare trasparenza all’uso delle risorse pubbliche. Una pratica ormai consolidata, che permette di raggiungere velocemente i cittadini, soprattutto i giovani che sono i principali destinatari di questi servizi.

Ugento c’è nella lista, ma non negli annunci

Il Comune di Ugento figura nella lista degli enti beneficiari. Il finanziamento c’è, il progetto è stato approvato. Ma al momento, a differenza di molti altri comuni della provincia, non è stato fatto alcun annuncio ufficiale.

Aspettiamo di vedere cosa farà l’amministrazione ugentina, come comunicherà questo risultato, come illustrerà ai cittadini le modalità di accesso al servizio. Anche se, va detto, Ugento parte con un handicap non da poco: è l’unico comune del territorio a non avere una pagina social ufficiale.

Una scelta anacronistica in un’epoca in cui la comunicazione istituzionale passa sempre più attraverso i social network. Una scelta che rende più difficile raggiungere i cittadini, informarli tempestivamente, creare un dialogo diretto con la comunità.

Il paradosso della comunicazione

Ed è un paradosso non da poco: la Regione finanzia punti di orientamento per la formazione e il lavoro rivolti soprattutto ai giovani, e il Comune non ha gli strumenti digitali per comunicare con quella stessa fascia di popolazione che vive sui social, che cerca informazioni online, che si aspetta risposte immediate attraverso i canali digitali.

Come faranno i giovani ugentini a sapere che esiste questo servizio? Come faranno a scoprire che possono rivolgersi a un punto di orientamento comunale per ricevere supporto nella ricerca di formazione e lavoro? Attraverso manifesti? Comunicati stampa su siti web istituzionali che nessun under 30 consulta?

La mancanza di una pagina social istituzionale non è solo una questione di modernità o di immagine. È una questione di efficacia della comunicazione pubblica, di accessibilità dei servizi, di capacità di raggiungere i destinatari delle politiche che si mettono in campo.

Serve comunicazione, non solo progetti

Avere ottenuto il finanziamento è importante. Significa che il comune ha presentato un progetto valutato positivamente, che avrà risorse per attivare un servizio utile alla comunità. Ma se poi quel servizio non viene comunicato, se i potenziali beneficiari non sanno che esiste, se l’amministrazione non è in grado di informare i cittadini attraverso i canali che loro utilizzano quotidianamente, allora il rischio è che quel progetto resti una voce di bilancio senza impatto reale.

I soldi pubblici vanno spesi bene, certo. Ma vanno anche comunicati bene. Perché un servizio che non viene comunicato è un servizio che non viene utilizzato. E risorse che non vengono utilizzate sono risorse sprecate.

Ugento ha ottenuto il finanziamento per “Punti Cardinali For Work”. Bene. Ora serve che i cittadini lo sappiano. Che i giovani vengano informati. Che il servizio sia visibile, accessibile, conosciuto.

E magari, è il momento di chiedersi se non sia arrivato il tempo di dotarsi di una pagina social istituzionale. Come fanno tutti gli altri comuni. Come impone, semplicemente, il buon senso nell’era digitale.

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