Cronaca
Trasporto scolastico, summit dopo 2 mesi
Trasporto scolastico Lecce: la Provincia convoca tavolo di confronto dopo due mesi dall’inizio della scuola

Lecce – A due mesi dall’inizio dell’anno scolastico, la Provincia di Lecce decide di convocare tutti gli attori coinvolti nel trasporto pubblico locale per fare il punto della situazione. L’incontro è fissato per giovedì 6 novembre alle ore 10.30 nella sala consiliare di Palazzo dei Celestini a Lecce, ma la domanda sorge spontanea: perché aspettare due mesi per verificare che tutto funzioni?
A chiamare a raccolta i protagonisti del trasporto pubblico è il presidente facente funzioni della Provincia, Fabio Tarantino, che ha convocato Cotrap, FSE (Ferrovie del Sud Est), l’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia – Ambito Territoriale di Lecce, i dirigenti scolastici degli istituti superiori del territorio e i sindaci dei Comuni salentini. Un tavolo ampio, che coinvolge istituzioni, aziende di trasporto e scuola, con un obiettivo dichiarato: monitorare l’andamento dei servizi di TPL scolastico ed esaminare eventuali problematiche emerse.
Tuttavia, la tempistica dell’iniziativa lascia qualche perplessità. Due mesi sono un tempo significativo nella vita scolastica: significa che migliaia di studenti salentini hanno affrontato quotidianamente corse soppresse, ritardi, sovraffollamento, disagi legati a coincidenze mancate o linee inadeguate. Se criticità ci sono state – e l’uso del condizionale appare quasi retorico – è legittimo chiedersi perché non siano state affrontate subito, magari prima dell’inizio delle lezioni o almeno nelle prime settimane di scuola.
Il trasporto pubblico locale nel Salento leccese è da tempo un nervo scoperto, non solo per gli studenti ma per l’intera comunità. Chi vive nelle aree interne o nelle marine conosce bene le difficoltà di collegamenti, la carenza di corse in orari strategici, la vetustà di molti mezzi. Per chi frequenta gli istituti superiori, spesso situati nei centri più grandi come Lecce, Casarano, Tricase o Maglie, il bus diventa una variabile quotidiana da cui dipende la puntualità, l’arrivo a casa in orario, persino la possibilità di partecipare alle attività extrascolastiche.
L’incontro, di per sé, è un segnale positivo: significa che la Provincia riconosce la centralità del tema e la necessità di confronto tra le parti. Ma il rischio è che si trasformi nell’ennesimo tavolo di ascolto senza conseguenze operative immediate. Servono dati chiari, risposte concrete e tempistiche definite per eventuali correttivi. Gli studenti e le loro famiglie non possono permettersi altri mesi di attesa.
Vedremo cosa emergerà giovedì mattina. L’auspicio è che dalle parole si passi rapidamente ai fatti, perché il diritto allo studio passa anche – e soprattutto – dalla possibilità di arrivare a scuola in orario, in sicurezza e con dignità.


















