“Rifiutato ogni dialogo. Procedimento già avviato, richiesta di un milione di euro”
A poche ore dalla pubblicazione del comunicato ufficiale diffuso dalla Curia di Ugento – Santa Maria di Leuca, arriva la dura replica dell’avvocato Nicola Ciullo di Taurisano, legale dell’ex seminarista che denuncia di aver subito molestie all’interno del seminario ugentino oltre vent’anni fa.
Secondo l’avvocato, la Curia “non avrebbe fatto nulla per andare incontro al proprio assistito”, respingendo – a suo dire – ogni tentativo di dialogo avanzato dall’uomo negli ultimi mesi. Una vicenda che, sempre secondo Ciullo, sarebbe stata “nota a molti da molto tempo”, mentre la diocesi sarebbe stata più impegnata a silenziare la questione che a cercare una soluzione condivisa.
Il legale conferma ai nostri microfoni che il procedimento è già stato avviato e che verrà formalizzato nei prossimi giorni, smentendo l’ipotesi che si tratti di una causa destinata alla prescrizione. Ciullo cita infatti alcune sentenze della Cassazione, secondo cui il termine di prescrizione in casi analoghi può decorrere dal momento in cui la vittima acquisisce piena consapevolezza del reato subito.
L’avvocato conferma anche la richiesta di un risarcimento da un milione di euro formulata nei confronti della Curia, definendo però l’azione legale come “una ricerca di verità dopo tanti anni, più che una battaglia economica”. La causa, come noto, si svilupperà in sede civile, ma secondo Ciullo non si possono escludere «scossoni» o sviluppi clamorosi nelle prossime fasi.
Il legale ricostruisce inoltre il percorso psicologico del suo assistito, spiegando che l’uomo avrebbe attraversato una profonda crisi religiosa durante il periodo del Covid, fase in cui avrebbe maturato – per la prima volta in modo nitido – la consapevolezza delle presunte molestie subite da giovane. Proprio allora, sostiene Ciullo, l’ex seminarista avrebbe chiesto aiuto alla Curia, trovando però “le porte chiuse”.
La vicenda si arricchisce dunque di nuovi elementi e di una crescente tensione fra le parti, mentre l’opinione pubblica resta in attesa degli sviluppi giudiziari e delle prossime mosse della diocesi.
























































