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Il Salento che invecchia: 259 ultracentenari in provincia di Lecce, tre vivono a Ugento

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Il Censimento permanente della popolazione 2024 restituisce l’immagine di un Paese che continua lentamente a perdere abitanti ma che, allo stesso tempo, vive sempre più a lungo. L’Italia invecchia, il Mezzogiorno arretra sul piano demografico e il Salento si conferma uno dei territori in cui questi fenomeni appaiono in modo più evidente e strutturale.

In questo quadro, un dato colpisce più di altri: in provincia di Lecce vivono ben 259 ultracentenari, persone che hanno superato i 100 anni di età. Un numero significativo, che racconta una straordinaria longevità, ma che allo stesso tempo evidenzia uno squilibrio profondo tra le generazioni, ormai sempre più marcato.

Ugento: tre cittadini oltre il secolo di vita

Anche Ugento partecipa a questo primato silenzioso della longevità: tre cittadini ultracentenari risultano residenti nel comune. Tre vite che attraversano un secolo di storia, di sacrifici e di cambiamenti, testimoni diretti di un territorio che ha conosciuto un’economia agricola, artigiana, comunitaria, molto diversa da quella odierna.

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Un dato che, se da un lato rappresenta un motivo di orgoglio, dall’altro si inserisce in una dinamica ormai ben nota e più volte raccontata dalla nostra testata: Ugento continua a fare i conti con il calo demografico, la bassa natalità, l’emigrazione giovanile e l’invecchiamento della popolazione.

Un problema demografico che nasce dall’economia

L’aumento degli anziani e degli ultracentenari non è un fenomeno isolato né casuale. È il sintomo evidente di un problema economico strutturale, legato alla profonda trasformazione dell’economia salentina, sempre più devota e votata quasi esclusivamente al comparto turistico.

Non si tratta di un fenomeno isolato né esclusivamente salentino. Prima del Salento, altri territori europei hanno già sperimentato gli effetti di un modello economico eccessivamente sbilanciato sul turismo di massa. È accaduto nelle Isole Canarie e nelle Baleari, dove la dipendenza quasi totale dal comparto turistico ha prodotto salari bassi, precarietà diffusa e un progressivo aumento del costo della vita, spingendo molti residenti – soprattutto giovani – ad abbandonare le proprie comunità. È accaduto nelle grandi città d’arte come Venezia, Barcellona o Lisbona, dove l’overtourism ha svuotato i centri storici di abitanti, sostituendo la residenzialità con un’economia fragile e stagionale. In tutti questi casi, la crescita apparente del turismo non si è tradotta in benessere diffuso, ma in spopolamento, perdita di coesione sociale e impoverimento demografico. Il Salento, oggi, sembra percorrere la stessa traiettoria: un territorio sempre più attrattivo per chi arriva, ma sempre meno vivibile per chi ci nasce e vorrebbe costruirvi il proprio futuro.

Turismo di massa: crescita apparente, fragilità reale

Il turismo di massa, così come è stato costruito negli ultimi anni, non sta uccidendo solo il Salento inteso come territorio e risorse ambientali, ma sta lentamente consumando la rete sociale delle nostre comunità.

A restare, sempre più spesso, è:

  • manodopera a basso costo,
  • lavoro precario e stagionale,
  • occupazione poco tutelata e scarsamente qualificata,
  • forza lavoro spesso extra comunitaria, chiamata a colmare vuoti che l’economia locale non riesce più a rendere attrattivi.

In questo contesto, mettere al mondo figli diventa una scelta sempre più difficile, se non impossibile. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: meno nascite, scuole che si svuotano, paesi che invecchiano, mentre cresce il numero dei grandi anziani.

Longevità come valore, spopolamento come allarme

I 259 ultracentenari della provincia di Lecce raccontano una terra capace di far vivere a lungo i suoi abitanti, grazie al clima, alle relazioni sociali, a uno stile di vita che resiste. Ma raccontano anche una fragilità profonda, se non si interviene con politiche capaci di diversificare l’economia, creare lavoro stabile e restituire prospettive ai giovani.

Per Ugento, come per molti comuni del Salento, la sfida è ormai chiara:

  • proteggere e valorizzare la popolazione anziana, custode della memoria collettiva;
  • ricostruire una base economica solida e plurale, che non dipenda da una sola stagione e da un solo comparto.

Una questione che riguarda il futuro del territorio

Il dato sugli ultracentenari non è una curiosità statistica. È un campanello d’allarme. Come Ozanews ha più volte sottolineato, la crisi demografica è una delle emergenze silenziose del Salento, e affonda le sue radici nelle scelte economiche degli ultimi decenni.

Ugento, con i suoi tre ultracentenari, guarda al passato con rispetto.
Ora, però, serve ripensare il presente per non compromettere definitivamente il futuro.

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