Da oltre vent’anni Torre San Giovanni convive con una delle emergenze ambientali più gravi e irrisolte del territorio comunale di Ugento: il canale Suddenna. Un problema noto, documentato e denunciato più volte, che nel tempo non solo non è stato risolto, ma che è progressivamente peggiorato, con conseguenze sempre più evidenti sulla salute pubblica, sulla qualità della vita dei residenti e sull’economia turistica della marina.
Nel frattempo, a pochi chilometri di distanza, il Comune di Ugento ha portato avanti con determinazione e continuità il progetto del Parco Navigabile, un intervento finanziato con fondi pubblici per oltre 1,2 milioni di euro, inserito nel sistema dei bacini e localizzato nell’area di Torre Mozza.
Una contraddizione evidente che solleva una domanda politica e amministrativa sempre più difficile da eludere: perché per il Parco Navigabile sì, e per Torre San Giovanni no?
Il Parco Navigabile di Ugento: fondi, iter e opere previste

Il Parco Navigabile di Ugento è finanziato nell’ambito del POR-POC Puglia 2014-2020, Fondo FESR, Asse VI, Azione 6.6, dedicata agli interventi per la tutela e la valorizzazione delle aree di attrazione naturale.
L’iter amministrativo prende avvio nel 2018 con l’approvazione dello studio di fattibilità e si sviluppa negli anni successivi attraverso un percorso articolato che comprende progettazione definitiva ed esecutiva, studi naturalistici, procedure di VIA, VINCA e PAUR, monitoraggi di flora e fauna, caratterizzazione e dragaggio dei sedimenti, bonifica bellica preventiva, procedure espropriative e affidamento dei lavori.
Il costo complessivo del progetto, inizialmente pari a 1.300.000 euro, è stato successivamente rideterminato in 1.203.995,22 euro, con un’economia di gara di 96.004,78 euro. I lavori risultano regolarmente affidati, a dimostrazione del fatto che, pur in presenza di vincoli ambientali e burocratici complessi, l’amministrazione comunale è stata in grado di portare l’intervento fino alla fase esecutiva.
Torre San Giovanni e il canale Suddenna: un’emergenza che dura da oltre vent’anni
Di segno opposto è la situazione di Torre San Giovanni, dove il canale Suddenna rappresenta da oltre vent’anni una ferita aperta. Acque stagnanti, miasmi persistenti, criticità igienico-sanitarie e un danno costante all’immagine turistica continuano a caratterizzare un’area che dovrebbe essere il principale motore economico della marina.

Negli ultimi anni la situazione è nettamente peggiorata, come più volte segnalato da cittadini, operatori turistici e associazioni del territorio. Un peggioramento che rende sempre meno credibile la tesi dell’impossibilità di intervenire.
La posizione ufficiale del Comune di Ugento è rimasta nel tempo invariata: il canale Suddenna è di proprietà del Consorzio di Bonifica e, pertanto, l’ente comunale non avrebbe poteri diretti di intervento. Una motivazione che, con il passare degli anni, appare sempre più come un rimpallo di responsabilità piuttosto che come una reale strategia di soluzione.
Il caso Striscia la Notizia e le promesse del 12 ottobre 2019
Ozanews segue da sempre la vicenda del canale Suddenna, documentandone l’evoluzione e mantenendo alta l’attenzione pubblica. Il 12 ottobre 2019 il problema arrivò anche all’attenzione nazionale grazie all’intervento dell’inviato di Striscia la Notizia, Pinuccio, che incontrò l’allora sindaco di Ugento, Massimo Lecci.
In quell’occasione venne assicurato un impegno per la risoluzione del problema. A distanza di oltre cinque anni, tuttavia, quelle promesse non hanno trovato riscontro concreto. Al contrario, la situazione del canale Suddenna risulta oggi ulteriormente compromessa.
La protesta elettorale di Paolo Pagliaro: un’iniziativa rimasta senza seguito
Nel corso dell’ultima campagna elettorale regionale, anche il consigliere regionale Paolo Pagliaro aveva portato l’attenzione sul tema, inscenando una protesta lungo le sponde dei canali di bonifica. Un’iniziativa che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto riaccendere i riflettori su una questione annosa.
Di fatto, però, quella protesta sembra essere rapidamente passata di moda. Lo stesso Pagliaro ha tenuto a precisare pubblicamente che la sua polemica era rivolta esclusivamente al Consorzio di Bonifica, guardandosi bene dall’avanzare accuse o rilievi nei confronti dell’amministrazione comunale di Ugento.
Una posizione che lascia aperti più di un interrogativo, soprattutto alla luce di un rapporto politico e personale con l’amministrazione comunale che, ancora oggi, non appare del tutto chiaro, anche analizzando i risultati elettorali delle ultime regionali.
Due pesi e due misure nelle politiche ambientali
Il confronto resta inevitabile. Per il Parco Navigabile a Torre Mozza l’amministrazione comunale ha superato vincoli ambientali, coordinato enti diversi e intercettato risorse finanziarie significative. Per Torre San Giovanni, invece, si continua a invocare l’assenza di competenze, senza alcun tentativo concreto di farsi carico di un problema che incide direttamente sulla salute dei cittadini e sull’economia locale.
Nel frattempo, risorse pubbliche comunali vengono impiegate nei canali di bonifica di altre aree del territorio, mentre il Suddenna continua a rappresentare un’emergenza irrisolta.
Il dato di fatto: una questione di volontà politica
Al netto delle dichiarazioni, delle polemiche e delle proteste, il dato di fatto è uno solo: quando il Comune di Ugento vuole intervenire, può farlo. Il Parco Navigabile lo dimostra in maniera inequivocabile.
Se il problema del canale Suddenna non viene affrontato, non è per l’assenza di strumenti tecnici o amministrativi, ma per una totale mancanza di volontà politica. Una mancanza che da oltre vent’anni condanna Torre San Giovanni a convivere con un’emergenza permanente.
Ozanews continuerà a occuparsi di questa vicenda, come ha sempre fatto, perché il tempo delle promesse è finito. Resta una domanda, semplice e sostenuta dai fatti: per il Parco Navigabile sì, per Torre San Giovanni no. Perché?



























































