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Lo Scarcagnulu: dal folklore salentino ai commenti social

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La piccola tromba d’aria che ieri ha colpito Torre San Giovanni ha suscitato stupore e curiosità, tanto che in molti, sui social, hanno commentato scherzosamente attribuendo il fenomeno a un scarcagnulu. È bastato questo per trasformare un evento atmosferico in un’occasione di memoria collettiva e cultura popolare: una vera e propria lezione di salentino e di tradizione orale – fermo restando che il fenomeno solo per fortuna non ha provocato danni alle persone e i testimoni parlano di una vera e propria tromba d’aria – .

Chi è lo Scarcagnulu

Lo Scarcagnulu, conosciuto anche come scazzamurieddu o carcagnulu a seconda dei paesi, è una delle figure più iconiche del folklore salentino. È un piccolo folletto dispettoso, invisibile ai più, ma sempre presente nelle storie tramandate di generazione in generazione.

Secondo la tradizione, ama fare scherzi di notte: intreccia i capelli delle ragazze, annoda la criniera dei cavalli, nasconde oggetti o si diverte a disturbare il sonno degli adulti, sedendosi sul loro petto e provocando sogni agitati. Il nome “scarcagnulu” deriverebbe proprio dal calcagno, perché si racconta che saltellasse sui talloni di chi dormiva.

Tra paura e fortuna

Nonostante la sua natura birichina, lo scazzamurieddu non è soltanto un portatore di fastidi. La leggenda vuole che chi riuscisse a catturarlo o a ingraziarselo, magari offrendogli un po’ di vino o di cibo, potesse ottenere in cambio protezione o persino scoprire tesori nascosti. Così, accanto al timore di incappare nei suoi dispetti, c’era anche la speranza che la sua presenza fosse segno di prosperità.

Un “folletto” che unisce il Salento all’Europa

Lo Scarcagnulu non è un caso isolato: in tutta Italia e in Europa ricorrono figure simili. A Napoli c’è il munaciello, in Sardegna il su mammutone, nel Nord Europa gli elfi e i coboldi. Tutti hanno in comune la capacità di spiegare, attraverso la fantasia, fenomeni difficili da comprendere o piccoli eventi inspiegabili della vita quotidiana.

Dal mito ai social

Se un tempo il folletto popolava le veglie intorno al camino o le chiacchiere nelle stalle, oggi il suo nome rimbalza nei commenti online, pronto a diventare spiegazione ironica di un fenomeno atmosferico. È successo anche ieri: davanti al video della tromba d’aria a Torre San Giovanni, più di qualcuno ha tirato in ballo lo scarcagnulu, trasformando una notizia di cronaca in un’occasione per riscoprire la ricchezza del nostro immaginario popolare.

Che si tratti di un dispettoso folletto o di un fenomeno meteorologico, lo scarcagnulu resta un simbolo vivo della tradizione salentina. Citato con affetto e ironia, continua a essere un ponte tra passato e presente, tra credenze popolari e linguaggio contemporaneo.

Forse è proprio questo il suo vero potere: farci sorridere e ricordare che la nostra identità è fatta anche di storie antiche, capaci di sopravvivere ai secoli e di ritrovare nuova vita… perfino nei commenti di un post sui social.

Un potere ed una tradizione così radicata da essere stata citata anche dal grande Domenico Modugno

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