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Editoriali

La differenza tra informazione e propaganda

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C’è una differenza sottile ma enorme tra informazione e propaganda.
La prima è ricerca dei fatti, indipendente dai poteri, uno strumento che rende i cittadini consapevoli. La seconda è un racconto costruito, piegato a interessi precisi, usato per orientare le masse.
In teoria, due concetti distinti. In pratica, ad Ugento la propaganda ha preso il posto dell’informazione a suon di soldi pubblici.

Il termine informazione deriva dal latino informātiō, -ōnis, che a sua volta viene dal verbo informāre, ossia “dare forma”, “istruire”, “insegnare”. Originariamente, dunque, informare significava non soltanto trasmettere notizie, ma anche formare la mente, educare, rendere consapevoli.

La parola propaganda ha un’origine diversa: dal latino propagānda, gerundivo di propagāre (“diffondere, estendere”). Entrata nell’uso moderno nel 1622, quando Papa Gregorio XV istituì la Congregatio de Propaganda Fide per la diffusione della fede cattolica, nel tempo ha assunto una connotazione più ampia e spesso negativa: la diffusione di idee pilotate e manipolative a fini politici o ideologici.

Due radici opposte: l’informazione come formazione, la propaganda come espansione del potere.

Il risultato è davanti agli occhi di tutti: un paese incapace di distinguere un articolo libero da un comunicato pilotato.
La propaganda ha costruito consenso, anestetizzato il dibattito, fatto apparire normale il silenzio con il quale l’amministrazione comunale continua a reagire alle critiche e le rimostranze dei cittadini. E chi oggi prova a fare informazione libera si trova davanti ostacoli enormi: sospetti, diffidenza, perfino ostilità.

A questo scenario contribuisce anche il periodico Ausentum, organo di propaganda che l’amministrazione comunale ha a sua disposizione da quasi vent’anni.
Attorno ad Ausentum non sono mancate polemiche: la minoranza ha più volte sollevato dubbi e critiche, soprattutto circa la sponsorizzazione da parte dell’azienda che gestisce attualmente la discarica di emergenza di Burgesi.

La pagina con lo sponsor presente su Ausentum

Ma Ausentum non è l’unico strumento: l’amministrazione dispone infatti anche di altri canali di propaganda, alimentati da finanziamenti pubblici assegnati direttamente ad alcune associazioni. Realtà che non producono cultura, confronto o pluralismo, bensì diffondono una narrazione a senso unico, volta a sostenere chi governa.

Non è solo questione di parole. Queste associazioni reagiscono alla presenza di un’informazione libera con metodi ben precisi, primo di tutti il boicottaggio.
Non c’è dialogo. Non c’è confronto. Solo il tentativo sistematico di screditare chi lavora, chi racconta, chi fa semplicemente il proprio mestiere.

E non di rado, anche sui nostri canali social, leggiamo commenti di utenti vicini all’attuale amministrazione comunale di Ugento e le sue associazioni amiche che — convinti di screditarci — sottolineano come la linea editoriale del nostro giornale sia “sempre contro” l’amministrazione (quasi sempre senza leggere neanche l’articolo commentato!).
Ciò che non comprendono è che queste osservazioni non fanno altro che confermare la bontà del nostro lavoro: un giornalismo che non deve compiacere il potere, ma criticarlo, vigilarlo, raccontarne anche gli aspetti scomodi. Ma soprattutto assecondare le richieste e i bisogni dei nostri lettori, veri editori di riferimento di Ozanews.
Questo è lo spirito autentico del giornalismo, ben diverso da chi è abituato a scrivere e leggere lunghi trattati pieni di elogi e ringraziamenti al ras locale, che quasi sempre è poi colui che finanzia quelle stesse persone.

Queste pratiche hanno alimentato una conseguenza ancora più grave: la paura.
Perché è questa la verità: ad Ugento, da dopo l’omicidio di Peppino Basile, non si parla più pubblicamente di politica.
Le opinioni esistono, eccome. Ma restano nascoste. Troppe persone hanno timore di esprimersi: paura di un commento di troppo, paura di un like, paura di finire nel mirino di chi governa.

Ci sono cittadini che sono stati contattati da consiglieri comunali solo per chiedere spiegazioni su una reazione lasciata sotto un post. Episodi che raccontano meglio di mille discorsi il clima che si respira: non di confronto, ma di intimidazione sottile, quotidiana, strisciante.

Eppure, il giornalismo — quello vero — nasce per fare l’opposto. Per essere “quarto potere”, per stare in equilibrio con gli altri, per controllarli e criticarli. Non per servire il palazzo, ma per vigilare su di esso.
Come diceva Lord Acton:

“Il potere tende a corrompere, e il potere assoluto corrompe assolutamente”.

Il film di Orson Welles, Quarto Potere (Citizen Kane), lo aveva già mostrato con forza: il magnate della stampa Charles Foster Kane non usa i giornali per informare, ma per dominare. “La gente crederà a tutto quello che io vorrò far loro credere”, afferma. Una frase che sembra descrivere alla perfezione gli ultimi venticinque anni della nostra comunità.

Ugento ha bisogno di uscire da questa cappa. Non con altri slogan, non con altre narrazioni costruite, ma con la forza dell’informazione libera, che emancipa, illumina e restituisce ai cittadini la dignità del pensiero critico.
Perché la propaganda lega al potere. L’informazione, invece, libera.

Dopo venticinque anni di silenzi e di paura, è arrivato il momento di ricordarlo.

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Videomaker, Fotografo, Giornalista ed esperto di marketing digitale. Tutto questo dopo aver vissuto dieci anni a Bologna ed esser tornato in Salento. Oggi dirigo la redazione di Ozanews, la comunicazione di Ugento Calcio e le iniziative di Officine Multimediali ETS mentre continuo a lavorare per i miei clienti storici.

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