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Lavoro ed Economia

L’incuria, i prezzi, la crisi e la favola della conversione turistica

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Ferragosto è alle porte e con se ha portato il boom di presenze della stagione estiva 2022 a Ugento in una stagione che ci sta offrendo diversi spunti su cui saremo obbligatoriamente chiamati a riflettere.

La prima stagione post pandemia caratterizzata dalla normalizzazione dei flussi turistici, ma anche da un deterioramento del target nazionale, caratterizzato da presenze che non stanno spendendo sicuramente come negli anni passati. Sembra essere questo il vero nocciolo della questione, anche e più delle mere presenze, che sembrano comunque essere leggermente inferiori rispetto allo scorso anno, che ha rappresentato il record storico di tutto il Salento e di Ugento in particolare.

I flussi iniziano a riassettarsi in linea con le tendenze pre pandemia, ma nel frattempo, neanche il tempo di riprendersi, dobbiamo fare i conti con nuovi e altrettanto problematici fenomeni: Il totale abbandono dei campi colpiti dalla Xylella, i prezzi che come in tutta Italia iniziano a galoppare, e la concorrenza sempre più apprezzata dell’Albania devono mettere in guardia tutti coloro che vedevano nel turismo la chiave di riscatto delle migliaia di persone che con la xylella rischiano di perdere ogni tipo di prospettiva professionale.

Un dato che si evince plasticamente da quanto scritto pochi giorni fa da Marco Carra, titolare del noto motore di ricerca Salento.it che in un lungo post ha affrontato analiticamente la situazione attuale e futura del turismo Salentino, dal quale risulta come la qualità e la professionalità nei servizi offerti stanno continuando a fare la differenza nei casi di quelle strutture che, nonostante tutto, continuano a rimanere piene.

Chi fa questo di mestiere, investendo tempo e risorse in promozione e costante aggiornamento, continua a lavorare a gonfie vele. Chi è dunque che sta soffrendo?

Stanno soffrendo tutti coloro che si sono “convertiti”. Piccoli imprenditori agricoli che hanno visto nel settore alberghiero un opportunità per occupare i propri figli. Ex agricoltori che hanno investito i loro risparmi nell’allestimento di un piccolo b&B ricavato dalla casa della nonna morta. Ex possidenti che hanno puntato tutto sulla vecchia masseria di famiglia, come se questa esistesse in un mondo a parte dal nostro.

E allora inizia a prospettarsi quello che i vecchi contadini, all’inizio della grave crisi legata alla xylella, dicevano allor quando si parlava di conversione turistica: “ci nasci furese nu poi murire cameriere”.

Uno spaccato di saggezza popolare che racchiude in sé quella che è una grande verità: il turismo, quello di qualità, non può essere improvvisato e non basta la “veracità” per far passare come autentico quello che ormai non è.

Impressionante risulta essere poi la totale assenza delle istituzioni di fronte ad un fenomeno che sta assumendo le proporzioni di disastro ambientale, come quello dei roghi che in quest’estate stanno caratterizzando gli orizzonti delle nostre zone contribuendo alla desertificazione e alla svalutazione dell’ambiente.

Dire questo non significa sminuire il Salento o tantomeno infangarlo, così come vuole far passare l’interessato ignorante di turno, ma iniziare a pensare ad un nuovo modello di sviluppo che passi innanzitutto dalla formazione e dalla cultura. Non basta certo una scuola alberghiera per potersi dire soddisfatti del sistema che forma le migliaia di persone che, ogni giorno, lavorano lungo le coste salentine.

Dire questo significa innanzitutto mettere in guardia le persone comuni da un fenomeno odioso che si sta iniziando a prospettare in Salento, quello che qualcuno inizia a chiamare Landgrabbing (letteralmente: accaparramento di terreno) ma che in realtà si è sempre chiamato latifondismo.

Sbaglia infatti chi parla di landgrabbing, perché quest’ultimo è un fenomeno tipicamente africano e che viene caratterizzato dalla sua natura globale e transnazionale. Sbaglia e lo fa un pò per quella moda chic di usare l’inglese per addolcire vecchi vocaboli in disuso, una moda che sembra aver attecchito bene nei moderni movimenti ambientalisti, un pò per celare interessi di sempre più larghi settori dell’economia salentina.

E allora giù di green economy, di landgrabbing, di ‘flight shaming’, di ‘global warming’ che si è trasformata poi in ‘climate change’, ‘climate emergency’ o ‘climate crisis’. Tutto per non parlare di cose concrete, che in Salento e a Ugento sono sempre di più legate ad un solo fatto: i reimpianti degli ulivi.

Sempre più spesso, infatti, si assiste alla nascita di immense piantagioni intensive di nuove cultivar di ulivi, caratterizzate dalla loro resistenza alla xylella, che iniziano a mutare oltre che i paesaggi, gli equilibri economici della nostra regione. Perché se è vero come è vero che questi reimpianti s’anno da fare è vero anche che non saranno certo i piccoli proprietari terrieri a potersi permettere interventi di questa portata. Assistiamo per questo alla svalutazione quanto mai indotta delle terre salentine, arrivate a costare anche 3500€ l’ettaro.

Apriamo le porte allora ai nuovi latifondisti, che ci verranno presentati come nuovi salvatori del Salento, coloro che salveranno quest’angolo di paradiso da una desertificazione che appare ormai irreversibile, riuscendo per questo a piegare ogni residua voglia di resistenza da parte di un tessuto sociale piegato da anni di strisciante e silenziosa emigrazione.

Tutto questo non succederà in futuro, ma avviene ora davanti ai nostri occhi. Il Salento si sta trasformando ma nessuno ha il coraggio di dire in cosa. Il coraggio che una comunità chiede alla classe politica, che mai come in questo momento sembra latitare, immobile e inutile a salvare questo lembo di terra, che ci ostiniamo a chiamare paradiso.

Ma se invece la soluzione fosse, semplicemente, poter tornare ognuno a fare il proprio lavoro?

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Azzurra torre san giovanni

Videomaker, Fotografo, Giornalista ed esperto di marketing digitale. Tutto questo dopo aver vissuto dieci anni a Bologna ed esser tornato in Salento. Oggi dirigo la redazione di Ozanews, la comunicazione di Ugento Calcio e le iniziative di Officine Multimediali ETS mentre continuo a lavorare per i miei clienti storici.

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