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Presentate le squadre di calcio e pallavolo a Ugento

Nella suggestiva cornice di Piazza San Vincenzo, ieri sera Ugento ha celebrato con grande fervore la tradizionale festa dei Santi Medici, nella prima delle tre serate previste, un evento che va oltre la fede religiosa, abbracciando anche tradizioni e passione per lo sport. La serata è stata resa ancora più speciale dalla presentazione delle squadre di calcio e pallavolo locali, un momento di unione tra tifosi, cittadini e appassionati di sport.

Gli appassionati ricorderanno con nostalgia il periodo di gloria dei “Falchi Ugento,” quando la squadra locale ha solcato i campi di Serie A negli anni d’oro. Questo prestigioso traguardo ha portato l’orgoglio sportivo e la notorietà a Ugento, dimostrando che anche una piccola realtà può emergere nel panorama nazionale, così come ricordato sul palco dall’allenatore Maurizio de Giorgi, che di quell’avventura fece parte come allenatore, assieme a Fefè de Giorgi, l’attuale tecnico della nazionale italiana di pallavolo.

Questi successi hanno scritto pagine indelebili nella storia del volley ugentino, e l’amore per questo sport è rimasto vivo nel cuore di ogni cittadino.

Ma non è solo la pallavolo a far brillare Ugento, perché il calcio locale sta vivendo un periodo d’oro tutto suo. La squadra di Ugento Calcio si appresta a disputare il quinto campionato di Eccellenza consecutivo, un traguardo senza precedenti nella storia sportiva di questa comunità. Questa costanza e determinazione nel mantenere un livello di competitività così elevato nel panorama calcistico regionale sono motivo di grande orgoglio.

I progressi continui del calcio sono stati possibili grazie all’impegno incessante della società, alla dedizione dei giocatori e al sostegno appassionato dei tifosi. Il calcio è divenuto una parte centrale della vita della città, unendo i cittadini in un progetto comune di crescita e successo, testimoniato dal costante aumento delle presenze allo stadio, con l’impianto di Ugento che fa segnare il tutto esaurito in quasi tutte le partite casalinghe della squadra guidata quest’anno da Mimmo Oliva.

La serata di presentazione delle squadre ha ulteriormente evidenziato quanto i tifosi e i cittadini siano centrali nel progetto sportivo di Ugento. La passione per lo sport è palpabile ovunque, e Piazza San Vincenzo si è riempita di sostenitori entusiasti delle squadre locali.

La serata di ieri è stata una dimostrazione tangibile dell’unità della comunità di Ugento nel supportare le proprie squadre, un segno di speranza per un futuro radioso per lo sport locale.

La commissione per l’assegnazione delle case popolari a Ugento

Il Comune di Ugento ha compiuto un passo significativo nell’ambito dell’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica disponibili e futuri. Con la Determina N° 730 del 21/09/2023, il Responsabile del Settore AA.GG., il Dott. Pierpaolo Tripaldi, ha annunciato la nomina della Commissione incaricata di formare una graduatoria finalizzata all’assegnazione di questi alloggi, in conformità alla Legge Regionale n. 10/2014 e s.m.i..

La normativa regionale ha stabilito che i Comuni siano responsabili dell’amministrazione delle assegnazioni in locazione semplice degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica presenti sul loro territorio tramite bandi pubblici. Il Comune di Ugento, seguendo queste direttive, ha impostato il processo di selezione e assegnazione in modo trasparente e meritocratico.

La giunta comunale, con la Delibera n. 204 del 14 ottobre 2022, aveva dato indicazioni al Responsabile del Settore AA.GG. di avviare il bando di concorso per la formazione di una graduatoria. Successivamente, con la Determinazione n. 98 del 8 febbraio 2023, è stato emanato il bando stesso, che ha stabilito i termini e le condizioni per la partecipazione dei cittadini.

Il bando prevedeva che, al termine del processo di selezione basato sui punteggi indicati nel bando, il Comune di Ugento avrebbe formato una graduatoria provvisoria, che sarebbe stata pubblicata sull’Albo pretorio online dell’Ente per trenta giorni. Questa graduatoria servirà come base per l’assegnazione degli alloggi disponibili e futuri.

Alla scadenza dei termini per la presentazione delle domande, fissata al 25 marzo 2023, il Comune ha ricevuto un totale di 37 domande. A seguito di questo sviluppo, è stata necessaria la nomina di una Commissione interna per la formazione della graduatoria provvisoria, come previsto dall’art. 3 del Bando di Concorso e dalla legge regionale pertinente.

La Commissione incaricata di questa importante operazione è composta dai seguenti membri:

  • Dott. Pierpaolo Tripaldi: Segretario Generale con funzioni di Responsabile del Settore AA.GG. del Comune di Ugento – PRESIDENTE;
  • Dott.ssa Viviana De Marini: Assistente Sociale del Comune di Ugento – COMPONENTE;
  • Dott. Iacopo Inguscio: Istruttore Direttivo dell’Ufficio Scuola del Comune di Ugento – COMPONENTE;
  • Dott. Alberto Lezzi: Istruttore Amministrativo dell’Ufficio Segreteria del Comune di Ugento – SEGRETARIO VERBALIZZANTE.

La nomina di questa Commissione segna un importante passo avanti nella gestione delle assegnazioni di alloggi di edilizia residenziale pubblica nel Comune di Ugento. L’operazione si svolge nel rispetto della normativa vigente e con l’obiettivo di garantire una distribuzione equa e trasparente degli alloggi tra i cittadini che ne hanno fatto richiesta.

Inizia l’iter per la ricostruzione di via Barco

Nel cuore di Ugento, la situazione di Via Barco, una delle arterie principali del paese, continua a preoccupare i residenti e gli automobilisti locali. La strada è chiusa da ormai nove mesi, causando disagi considerevoli nella viabilità della zona. Tuttavia, l’inizio dei lavori di ripristino sembra essere ancora lontano, e i costi previsti per questa operazione di recupero ammontano a 300.000 euro.

La notizia dell’ulteriore prolungamento della chiusura di Via Barco è stata resa pubblica a maggio scorso dal consigliere di minoranza Tiziano Esposito attraverso un post su Facebook. Da allora l’intera comunità di Ugento attende con ansia l’apertura di questa strada vitale, ma sembra che i tempi tecnici e burocratici per il ripristino siano più lunghi del previsto.

Attualmente, la fase iniziale dei lavori di ripristino ha visto l’investimento di 30.000 euro. Precisamente:

  • € 24.107,17 sono stati destinati a I-Planning S.r.l., con sede a Casarano in Piazza Indipendenza, per la redazione del progetto.
  • € 6.039,00 sono stati assegnati a GEOPROVE S.R.L., con sede legale in Via II giugno n. 2 a Ruffano per le indagini geologiche.

Tuttavia, è importante notare che questa somma è stata impiegata principalmente per la fase di progettazione e pianificazione.

La strada, chiusa nella sua intersezione con Via Ripamonti, ha subito danni significativi che richiedono un intervento complesso e costoso. La stima di 300.000 euro per il ripristino riflette l’entità del problema. Tuttavia, prima che i lavori possano iniziare, è necessario attendere l’approvazione del prossimo bilancio comunale per garantire i fondi necessari.

Una delle sfide principali che rallentano il processo di ripristino è la complessa procedura burocratica coinvolta, che include anche la Soprintendenza per i Beni Culturali. Questo organismo deve essere coinvolto nel processo decisionale, data la possibile rilevanza archeologica dell’area.

Tiziano Esposito ha condiviso la notizia della prolungata chiusura di Via Barco attraverso il suo profilo Facebook, evidenziando le sfide e i ritardi che la comunità sta affrontando nella riapertura di questa importante strada. Tuttavia, da allora nessuna comunicazione ufficiale è arrivata da parte dell’amministrazione comunale e dell’assessore ai lavori pubblici Alessio Meli, se non le dichiarazioni nel consiglio comunale che ha approvato la variazione al bilancio necessaria per il rinvenimento di 300mila euro provenienti totalmente da fondi comunali.

Mentre la comunità di Ugento continua a sperare nella riapertura di Via Barco, è chiaro che la strada sarà chiusa ancora per un periodo significativo. I cittadini dovranno avere pazienza mentre vengono affrontate le complesse procedure burocratiche e di progettazione necessarie per garantire un ripristino completo e sicuro. Nel frattempo, il dibattito sulla questione della proprietà dell’area coinvolta e sugli interventi archeologici rimarrà aperto, con la speranza che un giorno presto Via Barco possa tornare a essere una strada accessibile e sicura per tutti.

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Conflitto di Interessi, Traffico di Influenza e Voto di Scambio: il potere a Ugento

Il Conflitto di Interessi, il Traffico di Influenza e il Voto di Scambio: il Caso di Ugento, e la Connessione con l’Economia Turistica e lo Sfruttamento del Lavoro Nero

Nel pittoresco scenario del Salento, dove il fascino delle tradizioni si mescola con la bellezza della costa e la cucina mediterranea, un’ombra lunga si proietta sui piccoli comuni, tra cui Ugento. Questa ombra è fatta di conflitti di interessi, traffico di influenza, sfruttamento del lavoro nero e voto di scambio, elementi che mettono a repentaglio la democrazia e minano il tessuto economico e sociale di queste comunità.

Il Conflitto di Interessi nell’Economia Turistica e non solo

Il Salento è una delle gemme turistiche dell’Italia, ma questo status di attrazione per i visitatori può diventare una maledizione per i piccoli comuni, quando il conflitto di interessi si insinua nell’industria turistica. Come sottolineato dall’ex presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter, “I conflitti di interessi fanno parte della natura umana, ma dobbiamo affrontarli con decisione.”

In molti comuni, i politici o i funzionari locali possono essere coinvolti nella gestione di attività turistiche private, come hotel, ristoranti o agenzie di viaggio. Questo crea la possibilità di influenzare le decisioni pubbliche a proprio vantaggio, come l’assegnazione di licenze o l’organizzazione di eventi turistici. In alcuni casi, ciò potrebbe portare all’incremento della speculazione edilizia e al degrado delle risorse naturali, a scapito dell’ambiente e del bene pubblico. Senza dimenticare i casi di assunzione di parenti di primo grado di politici ancora in carica o di dirigenti che firmano provvedimenti a beneficio di loro parenti prossimi.

Il Traffico di Influenza: Sotto la Superficie dell’Economia Turistica

Il traffico di influenza è un fenomeno che prospera nelle comunità in cui le reti di potere sono intricatamente intrecciate con l’industria turistica. L’uso delle connessioni per ottenere favori personali o per influenzare le decisioni dell’amministrazione pubblica può danneggiare gravemente l’integrità del settore turistico.

Un esempio concreto è il caso di un imprenditore turistico ben collegato politicamente che ottiene un trattamento di favore per il suo stabilimento balneare, come l’occupazione illegale di spiagge pubbliche. Questo non solo danneggia l’equità tra gli operatori turistici, ma può anche portare a una sovrappopolazione delle coste, compromettendo la bellezza naturale che attira i visitatori.

Lo Sfruttamento del Lavoro Nero nell’Industria Turistica

L’industria turistica spesso offre opportunità di lavoro stagionale, ma purtroppo, in molti casi, queste opportunità sono associate allo sfruttamento del lavoro nero. Come affermato dal filosofo Albert Camus: “Lo schiavo è convinto che la sua schiavitù sia giustificata perché ha lavorato per essa.”

Nel Salento, come in altre regioni turistiche italiane, è comune che i lavoratori stagionali, spesso stranieri, vengano sottopagati e costretti a lavorare in condizioni precarie, senza alcuna protezione sociale. Questo fenomeno è favorito da imprenditori senza scrupoli e da una mancanza di controlli efficaci da parte delle autorità locali, che molte volte chiudono tutti e due gli occhi in cambio di consenso.

Il Voto di Scambio e le Associazioni Compiacenti

Il voto di scambio è una macchia sulla democrazia, e il suo collegamento con le associazioni compiacenti rende la situazione ancora più grave. In alcune situazioni, i soldi pubblici vengono dirottati verso associazioni che non dovrebbero avere scopo di lucro, che in realtà servono a formare bacini elettorali comprati a suon di denaro.

Un esempio è quello di associazioni che organizzano eventi culturali o ricreativi finanziati con fondi pubblici, ma in realtà, questi eventi hanno lo scopo di guadagnare consensi elettorali. Ciò distorce gravemente il processo democratico e rende difficile per i cittadini esprimere la propria volontà in modo libero ed equo, oltre che rappresentare un grave economico per l’ente che si trova a spendere per fatture gonfiate e servizi mai erogati.

Nonostante queste sfide, ci sono molte persone oneste e impegnate nel Salento che stanno cercando di combattere il conflitto di interessi, il traffico di influenza, lo sfruttamento del lavoro nero e il voto di scambio. La soluzione richiede un impegno collettivo per la trasparenza, l’etica e la giustizia.

È fondamentale che le autorità locali intensifichino i controlli e applichino rigorosamente le leggi contro lo sfruttamento del lavoro nero. Inoltre, è importante promuovere l’educazione civica e l’informazione sulla corruzione e i suoi effetti negativi sulla società.

Ugento, con la sua ricchezza culturale e naturale, merita un futuro migliore. Solo attraverso uno sforzo congiunto delle autorità, delle organizzazioni della società civile e dei cittadini stessi, è possibile preservare la bellezza della regione e garantire un’industria turistica sostenibile e equa, che beneficia tutti e non solo pochi privilegiati. Come disse Mahatma Gandhi: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.” È ora che Ugento diventi il cambiamento che desidera vedere, un faro di integrità e prosperità che passi innanzitutto dal cambiamento radicale di volti e modi di pensare.

Tiziano Esposito lancia l’allarme sul porto di Torre San Giovanni

Emergenza Ambientale nel Porto di Torre San Giovanni: Una Storia di Inerzia e Dispendio di Fondi Pubblici.

Nel cuore del Salento, la pittoresca località di Torre San Giovanni è stata per anni un punto di riferimento per il turismo nautico e per i pescatori locali. Tuttavia, negli ultimi tempi, questa idilliaca cornice si è trasformata in un’area di preoccupazione ambientale e finanziaria a causa dell’inerzia nell’affrontare l’emergenza nel porto locale. Il Consigliere Comunale di Ugento, Tiziano Esposito, ha sollevato una serie di critiche e interrogativi riguardo al progetto di dragaggio del porto, mettendo in luce un problema che affligge da tempo la comunità.

‼️PORTO DI TORRE SAN GIOVANNI‼️

UNA ULTERIORE OCCASIONE PERSA E TANTI TANTI SOLDI PUBBLICI GESTITI SUPERFICIALMENTE 💸💸💸

Il Comune di #Ugento ha redatto un progetto per gli interventi di dragaggio del porto.

Un progetto annunciato con tanti proclami oramai da oltre 5 anni. Ancora una volta, però, gli Amministratori Ugentini dimostrano una scarsa conoscenza del territorio ed una grandissima superficialità nella spesa di ben quasi QUATTRO MILIONI E MEZZO DI EURO di soldi pubblici!!!

Le scelte progettuali attuate prevedono il dragaggio soltanto di una parte limitata del porto in corrispondenza dell’accesso (le foto mostrano quale sia la zona interessata dal progetto). Tutta la restante area del porto resterà esattamente come è, con posidonia in putrefazione, alghe, rifiuti che spuntano ovunque ed odori nauseabondi insopportabili. In sostanza Metà porto completamente inutilizzabile, alla faccia del turismo nautico.

L’ulteriore beffa è che buona parte della #sabbia dragata dal porto verrà buttata in discarica a costi altissimi, mentre le spiagge ugentine sono sempre più in erosione ed hanno disperato bisogno di sabbia (altri comuni invece la acquistano, addirittura).

Dopo aver speso inutilmente circa CINQUE MILIONI DI EURO di soldi pubblici per una fantomatica riqualificazione dei paesaggi costieri e dei bacini di Ugento mai vista, ora si sta per verificare una nuova gestione scellerata dei nostri soldi con una spesa di altri quasi QUATTRO MILIONI E MEZZO DI EURO:

➡️ senza un concreto beneficio per il territorio;

➡️ senza risolvere il problema dello spiaggiamento e dei cattivi odori ai quali sembra ormai esserci rassegnati.

Chissà cosa penseranno i nostri pescatori e i residenti di T.S. Giovanni.

Ho posto all’Amministrazione, agli uffici ed ai tecnici progettisti una serie di quesiti per conoscere le motivazioni delle scelte adottate. Son passati circa dieci giorni e non ho ancora avuto risposta.

Vi aggiornerò se dovesse arrivare qualche risposta. Nel frattempo continueremo a vigilare!!

il post integrale di Tiziano Esposito

Cenni Storici: Il Porto di Torre San Giovanni

Per comprendere appieno la situazione attuale, è fondamentale fare un breve excursus storico. Il porto di Torre San Giovanni, ha una lunga tradizione di pesca e commercio. La sua importanza economica e culturale per la regione è stata fondamentale nel corso dei secoli. Tuttavia, nel corso degli anni, il porto ha affrontato una serie di sfide ambientali e infrastrutturali, dovute ad un progetto fin da subito contestato e che si sta rivelando in tutti i suoi errori di progettazione. Di fatto il porto di Torre San Giovanni sta determinando l’anomala erosione di una delle parti più belle del litorale sabbioso ionico e la perdita irreparabile di bio diversità. con una parte della pineta di contrada fontanelle che sta scomparendo aggredita dal mare.

L’emergenza ambientale nel porto di Torre San Giovanni è una questione che preoccupa non solo i residenti locali ma anche tutti coloro che apprezzano la bellezza naturale della zona. L’area ha subito un drammatico deterioramento ambientale, con la crescita incontrollata di posidonia marina, alghe e accumuli di rifiuti. Questa situazione ha creato odori sgradevoli e reso gran parte del porto inutilizzabile, minando così il turismo nautico e le attività dei pescatori.

Il Comune di Ugento ha annunciato un progetto di dragaggio del porto come soluzione all’emergenza. Tuttavia, secondo le affermazioni del Consigliere Comunale Tiziano Esposito, questo progetto sembra essere stato gestito in modo superficiale e privo di una comprensione approfondita delle esigenze del territorio.

Il progetto di dragaggio, che ha un costo di quasi quattro milioni e mezzo di euro di fondi pubblici, prevede il dragaggio solo di una parte limitata del porto, lasciando il resto dell’area in uno stato di degrado. Questa scelta solleva una serie di interrogativi sulla reale efficacia del progetto nel risolvere l’emergenza ambientale e nel sostenere il turismo nautico e le attività dei pescatori.

Inoltre, una parte significativa della sabbia dragata dal porto sarà destinata a discarica, mentre molte spiagge del Salento soffrono di erosione e hanno bisogno disperatamente di sabbia. Questa apparente mancanza di coordinamento tra le esigenze ambientali e le decisioni sulle risorse solleva ulteriori domande sulla gestione dei fondi pubblici.

Le preoccupazioni del Consigliere Comunale Tiziano Esposito non sono infondate. Ha sottolineato che il Comune di Ugento ha già speso circa cinque milioni di euro per un progetto di riqualificazione dei paesaggi costieri e dei bacini, i cui risultati non sono stati chiaramente visibili. Ora, si sta per investire un ulteriore ammontare considerevole di fondi pubblici senza garantire un concreto beneficio per il territorio e senza risolvere i problemi ambientali che affliggono il porto di Torre San Giovanni.

Interrogativi Senza Risposta

Il Consigliere Comunale Tiziano Esposito ha sollevato una serie di quesiti riguardo alle scelte progettuali adottate e alle motivazioni dietro di esse. Nonostante siano passati circa dieci giorni dalla sua richiesta di spiegazioni, non ha ancora ricevuto risposta. Questo solleva ulteriori preoccupazioni riguardo alla trasparenza e alla responsabilità nell’uso dei fondi pubblici.

Il diporto e l’omicidio nautico

Nel Canto XX dell’Inferno, vi è un passo in cui Dante Alighieri scrive: «Suso in Italia bella giace un laco, a piè de l’Alpe che serra Lamagna sovra Tiralli, c’ha nome Benaco». Egli si riferisce al bellissimo Lago di Garda. Luogo da cui vogliamo partire per immergerci nel nostro mare.
Nel giugno 2021, sul Lago di Garda, Umberto Garzarella, insieme alla fidanzata Greta, rimase vittima di un incidente nautico, causato da un tedesco che si era messo alla guida di un motoscafo in stato di ebrezza. La coppia sul proprio gozzo venne travolta dall’imbarcazione che navigava ad una velocità quattro volte superiore a quella consentita. Si sono susseguiti altri avvenimenti tragici.
Non ultimo quello dell’agosto scorso: due imbarcazioni si scontrano; su una di queste lo skipper è risultato positivo all’alcooltest. Muore una turistica americana.
Abbiamo fortuna di disporre di diversi chilometri di costa, un mare straordinario in un contesto costiero alquanto suggestivo. Si caratterizza per un asset economico, fonte di grande sviluppo e crescita territoriale, il diporto nautico. Insieme di attività nautiche che si svolgono per scopi sportivi e ricreativi senza fine di lucro, secondo la definizione del codice della nautica da diporto (decreto
legislativo n. 171 del 2005). La norma definisce le unità da diporto quella categoria in cui rientrano i natanti, le imbarcazioni da diporto e le navi da diporto. Distinguibili in base alla lunghezza ed alla registrazione o meno nei rispettivi registri. Comunemente i natanti sono quelle “barche” di lunghezza non superiore ai 10 metri, non iscritte nel RID – Registro imbarcazioni da diporto.
Si è soliti affrontare questioni attinenti alla nautica da diporto soprattutto durante il periodo estivo.
Con la forte affluenza degli utenti del mare e di bagnanti e diportisti in particolare. Nelle nostre marine, se ci sono molti natanti e qualche imbarcazione, piuttosto rare sono le navi da diporto. Per cause evidentemente tecniche, il nostro porticciolo non è adeguato a rispondere alle richieste “dei naviganti”, ben che meno alle esigenze degli yacht di un certo livello. Forse un motivo su cui
riflettere nell’ottica della strategia di sviluppo costiero che si vorrebbe/dovrebbe improntare per il futuro? Basti pensare che in Italia, posizionata all’ottavo posto per numero di barche possedute, nei registri risultano iscritte 100.000 unità da diporto (imbarcazioni e navi da diporto, iscritte rispettivamente nel Registro imbarcazioni da diporto – RID e Registro navi da diporto – RND), per
un totale di 600.000 unità circolanti.
Nei giorni scorsi anche la Camera dei deputati ha dato il suo via libera con 261 voti a favore all’introduzione del reato di “omicidio nautico” nel vigente codice penale. Un nuovo reato che va ad affiancarsi a quello di “omicidio stradale”, introdotto nel 2016. Un iter legislativo che nasce proprio a seguito della drammatica vicenda di Umberto e Greta.
La nuova legge ha previsto la reclusione da due a sette anni in caso di morte della vittima; da otto a dodici anni con l’aggravante della guida in stato di ebbrezza alcolica o di alterazione psicofisica.
La norma ha esteso la disciplina vigente alle ipotesi di omicidio (comma 1) e di lesioni gravi o gravissime (comma 2) conseguenti a violazioni delle norme sulla navigazione marittima o interna.
Ad essere modificato è stato l’articolo 589-bis c.p., nel quale viene introdotto il reato di “omicidio colposo nautico”, volto a punire, con la reclusione da 2 a 7 anni, chiunque, ponendosi alla guida di un’unità da diporto, cagioni per colpa la morte di una persona avendo agito in violazione delle norme sulla disciplina della navigazione marittima o interna.
A similitudine dell’omicidio stradale, sono state previste alcune aggravanti per la commissione del fatto: stato di ebbrezza superiore a 1,5 g/l o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope (reclusione da 8 a 12 anni); stato di ebbrezza compreso tra 0,8 g/l e 1,5 g/l se il conducente dell’imbarcazione esercita attività di trasporto di cose o persone (reclusione da 8 a 12 anni); stato
di ebbrezza compreso tra 0,8 g/l e 1,5 g/l (reclusione da 5 a 10 anni); non essere in possesso della patente nautica, ovvero se la stessa è stata sospesa o revocata (nei casi in cui questa è richiesta) oppure con un’unità da diporto di proprietà dell’autore del fatto sprovvista di assicurazione obbligatoria. È stato previsto anche un aumento della pena in caso di fuga del conducente
successiva all’omicidio. Vi è infatti uno specifico riferimento all’omicidio nautico.
In mare, come sulla strada, la raccomandazione non può che essere quella della massima prudenza e del rispetto delle regole, evitando soprattutto comportamenti rischiosi in un ambiente, quale quello marino, che si presenta molto più complesso rispetto a quello terrestre. Il mare, come del resto la natura, merita rispetto perché è assolutamente imprevedibile. L’inasprimento delle
pene è utile ma non sufficiente perché non potrà mai colmare quel vuoto di ignoranza, imprudenza, incoscienza ed irresponsabilità, su cui occorre lavorare garantendo informazione e formazione dell’utenza.

Il duro sfogo di un lettore: “siamo delle merde umane”

Iniziamo oggi a dare spazio alle numerose segnalazioni e messaggi giunti in redazione durante l’ultima e quanto mai travagliata stagione estiva. Iniziamo dallo sfogo di un lettore, che ha avuto la possibilità di villeggiare per una settimana a Torre San Giovanni. Un messaggio che, insieme ad altri, abbiamo deciso di pubblicare a stagione quasi finita, per evitare di aggiungere inutili polemiche in un’estate in cui sicuramente non sono mancate.

Buongiorno ho visto la vostra pagina Facebook consigliato da un amico.
Stando a Torre San Giovanni una settimana intera ho notato il paese allo sbando soprattutto parlando di immondizia.
Spiego meglio cosa ho visto che più mi ha fatto male: il mercato di lunedì, i commercianti alle 13 .30 smontano baracche e baracchini lasciando l impossibile di plastica, quella che serve per rivestire i vestiti venduti e grucce a terra riempiendo così tutto il lungo mare.
Giustamente qualcuno dirà che passeranno gli spazzini dopo poco, ed io rispondo che in una giornata ventosa come quella di lunedì scorso compresa di pioggia ,la maggior parte delle plastiche se ne è andata in mare senza aspettare l’arrivo degli spazzini.
Se passate dal lungo mare verso la nave incagliata si possono notare varie grucce a terra NON raccolte.
Il vizio di buttare a terra le plastiche e carte dopo aver venduto, denota la propria inciviltà che andrebbe punita. Basterebbe poco per far passare la voglia. Basterebbe una circolare con il divieto ad ogni singolo commerciante previa multa salata. Purtroppo l’italiano se non viene multato non si castiga mai.
Altro punto dove solo a passeggiare ti viene da piangere è la zona di fine porto.
Sembra di arrivare nella discarica con varie bottiglie buttate e cassette di polistirolo.
Sicuramente non funziona qualcosa anche nella ditta della nettezza urbana che vista con i miei occhi non raccoglie la plastica poggiata a terra accanto il bidone apposito ed il giorno stabilito. Fanno finta di nulla per non piegarsi per non consumare troppe energie.
Facendo il bagno ieri verso il faro mi sono imbattuto in ben 3 tartarughe giganti stupende. L’emozione è stata così forte che ancora oggi le rivedo negli occhi. Penso di non dimenticare mai più quella giornata. Ma purtroppo quelle tartarughe nuotavano nella plastica.
Con questo concludo dicendo che siamo delle merde umane. Soprattutto chi dovrebbe controllare e fa finta di nulla per non farsi nemici.
Torre San Giovanni potrebbe essere una delle marine migliori ma forse qualcuno non vuole farla crescere più di tanto.
Forse ho sbagliato a scrivere su questo numero ma almeno mi sono sfogato. Ritorno a Matino con una bellissima esperienza ma con un nodo alla gola sapendo che poi a molti non interessa la vita del mare.
Un abbraccio a chi leggerà questo messaggio.

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