Burgesi: la regione stanzia 510 mila euro

La Regione Puglia ha approvato la prosecuzione delle attività del Piano straordinario per la verifica ambientale nella località Burgesi, nel Comune di Ugento. Con la deliberazione n. 1171 del 4 agosto 2025, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione (BURP n. 70 del 1° settembre 2025), la Giunta ha dato il via libera a un nuovo protocollo di intesa con il Comune di Ugento, destinando risorse per 510mila euro.

Un percorso avviato nel 2017

Il piano straordinario di monitoraggio ambientale ha origini nel 2017, quando la Regione approvò una serie di interventi per verificare lo stato della falda idrica salentina, della rete di distribuzione potabile e, in particolare, dell’area di Burgesi. La zona, nota per la presenza della discarica Monteco, è stata al centro di numerosi accertamenti tecnici, con indagini geofisiche, sopralluoghi e studi idrogeologici coordinati da CNR-IRSA, ARPA Puglia, Asl e altri enti competenti.

Negli anni successivi, diversi atti regionali hanno consolidato il piano, finanziando indagini ad alta risoluzione, studi sulla falda superficiale e la localizzazione di piezometri per il monitoraggio delle acque sotterranee. Nel 2024, il CNR-IRSA ha elaborato una nuova proposta di approfondimento idrogeologico, poi discussa in tavoli tecnici con Regione e Comune di Ugento.

Le nuove risorse

Con la delibera 1171/2025, la Giunta ha disposto l’utilizzo della quota vincolata del risultato di amministrazione, attingendo a economie di spesa degli esercizi precedenti. I fondi saranno impiegati per proseguire le indagini ambientali, in particolare per:

  • la sistematizzazione dei dati già raccolti;
  • l’avvio di nuove campagne di indagine sul sito;
  • l’estensione della rete di monitoraggio fino all’area di Acquarica;
  • attività di studio e valutazione dei rischi ambientali connessi all’area della discarica.

Il protocollo approvato stabilisce inoltre modalità di collaborazione tra Regione e Comune, la possibilità per quest’ultimo di stipulare ulteriori accordi con altri enti pubblici e le condizioni di erogazione dei fondi, che saranno distribuiti per fasi, a fronte della dimostrazione dell’avvio e della rendicontazione delle attività.

Il nodo politico

Alcuni osservatori locali interpretano questo finanziamento come la prova dell’accordo con con l’amministrazione comunale di Ugento, che avrebbe accettato la prospettiva di una riapertura della discarica senza particolari opposizioni. Si tratta di una lettura che alimenta il dibattito politico, mentre la Regione e il Comune sottolineano l’importanza del percorso di monitoraggio ambientale.

Attese le reazioni del comitato “No Burgesi”

In questo scenario, cresce l’attesa per le reazioni del comitato civico “No Burgesi”, da mesi impegnato nella battaglia contro la discarica. Finora il movimento non è riuscito a incidere in maniera significativa sulle scelte istituzionali, ma il nuovo provvedimento regionale potrebbe rappresentare un banco di prova per la sua capacità di mobilitazione.

La voce del territorio contro la riapertura della discarica di Burgesi

“C’è una strategia ai danni del Basso Salento”. Con queste parole il movimento Salento Libero ha convocato ieri sera, giovedì 17 luglio 2025, nella sala convegni di Piazza del Popolo a Presicce, una pubblica manifestazione per ribadire la totale contrarietà del territorio alla riapertura della discarica di Burgesi. Un evento molto partecipato, con cittadini, associazioni, attivisti e rappresentanti politici riuniti per fare il punto su una vicenda che, ancora una volta, rischia di compromettere ambiente, economia e salute pubblica.

Ad aprire l’incontro è stato Antonio Nuzzo, coordinatore del comitato “No Burgesi”, che ha illustrato le tappe fin qui percorse dal movimento civico per tentare di fermare la ripartenza dell’impianto. Ricorsi, diffide, azioni legali e comunicati pubblici: tante iniziative, purtroppo, che finora non hanno portato ad alcun risultato concreto, anche se Nuzzo ha parlato di una “mobilitazione da rilanciare con maggiore consapevolezza e coinvolgimento”.

A dare peso istituzionale alla serata è stata la presenza del consigliere regionale Sergio Blasi, che ha risposto alle domande della nostra redazione, sottolineando la necessità di un cambio di passo nella gestione dei rifiuti: «Non possiamo pensare che la discarica sia ancora oggi una soluzione accettabile. Serve una programmazione diversa, che metta al centro il riciclo, il riuso e la riduzione a monte. Il Salento è già stato troppo penalizzato». Blasi ha criticato duramente la delibera regionale e ha promesso un’azione di pressione in Consiglio per chiedere alla Giunta di fare marcia indietro.

Il dibattito ha anche toccato il tema della mancanza di trasparenza da parte delle istituzioni e delle contraddizioni della politica regionale, incapace – secondo molti – di assumersi fino in fondo la responsabilità di un piano serio e condiviso sulla gestione dei rifiuti.

La serata si è chiusa con un invito alla mobilitazione civile e alla partecipazione attiva, per far sentire la voce dei cittadini. «Non possiamo più delegare. La battaglia contro Burgesi deve essere una battaglia per il nostro futuro e per la dignità del nostro territorio», è stato il messaggio finale.

Comitato No Burgesi, nuovo ricorso al TAR

Il testo completo del comunicato stampa

Il Comitato “NO Burgesi” comunica che in data 14 luglio 2025 è stato notificato dal legale incaricato Avv. Giacomo Massimo Ciullo il ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale di Bari (R.G.N 763/2025) in quanto Atto di Intervento ad Adiuvandum aderente al ricorso presentato dal comune di Presicce-Acquarica contro Regione Puglia, Ager Puglia e nei confronti di Progetto Ambiente Bacino Lecce Tre S.U.R.L. per l’annullamento

degli effetti della Deliberazione della Giunta regionale pugliese n. 130 dell’11.02.2025 e le recenti iniziative dell’AGER di cui la nota AGER Puglia prot. N.3355 del 01.07.2025 che sancisce la ripartenza della discarica Burgesi. Tale iniziativa è stata voluta da tutti i membri del comitato, formato e sostenuto da più di 40 associazioni, gruppi locali e cittadini.

Il ricorso è stato presentato a nome di diverse associazioni membri del comitato “No Burgesi” avendo titolo legale, ossia

• PRO LOCO DI PRESICCE APS (Presicce-Acquarica),

• PRO LOCO DI ACQUARICA DEL CAPO APS (Presicce-Acquarica),

• PRO LOCO DI LIDO MARINI APS (Ugento)

• PRO LOCO DI UGENTO E MARINE APS (Ugento)

• ASSOCIAZIONE PRO LOCO GEMINI – T. SAN GIOVANNI – TORRE

MOZZA “BEACH” – APS (Gemini, Ugento)

• AMANTI DELLA NATURA APS (Gemini, Ugento)

• ASSOCIAZIONE CULTURALE “CELSORIZZO” – APS (Presicce-Acquarica)

• TERRÀMJA SOCIAL EXPERIENCE – APS (Presicce-Acquarica)

• CENTRO STUDI LEONARDO LA PUMA – APS (Presicce-Acquarica),

• ASSOCIAZIONE CULTURALE GEMINI – APS (Gemini, Ugento)

• ATTIVAMENTE ASSOCIAZIONE DI QUARTIERE UGENTO (Ugento).

In coerenza con i motivi della sua fondazione, il Comitato “No Burgesi”, formato e sostenuto da più di 40 associazioni, gruppi locali e cittadini, procede con tutti i mezzi e per tutte le vie legali esistenti e possibili al fine di far valere i diritti dei cittadini e realizzare

i tre obiettivi predefiniti :

1) L’annullamento della Delibera regionale n. 130 e dei suoi effetti

2) La chiusura definitiva di tutte le discariche ed impianto di Burgesi

3) Bonifica delle due discariche presenti nel sito.

Andiamo avanti con questo ulteriore passo per un cammino che ha una sola direzione, quella della libertà dei salentini di scegliere il loro destino senza alcuna imposizione o ingiustificabile decisione presa nei palazzi vicini o lontani.

Ufficiale: Burgesi riapre i battenti

È ufficiale: la discarica di soccorso di Burgesi riapre i cancelli. La conferma arriva direttamente dalla nota AGER (Agenzia Territoriale della Regione Puglia per il Servizio di Gestione dei Rifiuti), datata 1° luglio 2025, che comunica ai Comuni interessati la ripresa dei conferimenti di rifiuti indifferenziati presso l’impianto di TMB di Ugento, gestito dalla società “Progetto Ambiente Bacino Lecce Tre srl”, a partire dal 2 e fino al 31 luglio 2025.

La nota specifica che il conferimento è stato autorizzato esclusivamente dal 2 al 31 luglio 2025 per i rifiuti indifferenziati (codici EER 20.03.01) e per quelli provenienti dallo spazzamento stradale (codice EER 20.03.03). Tali rifiuti verranno presumibilmente trattati all’interno dell’impianto TMB di Ugento: la frazione umida derivante dal processo finirà nella discarica di Burgesi, mentre la restante parte sarà destinata alla discarica di Cavallino, al netto dei materiali riciclabili eventualmente recuperati dalla selezione.

Una decisione che brucia. Non sono bastate le proteste dei cittadini, le battaglie dei comitati, le mobilitazioni pubbliche e nemmeno la sfilata dei sindaci dello scorso aprile, che si erano detti compatti nel respingere qualsiasi ipotesi di riapertura. La linea di demarcazione tra intenzioni dichiarate e risultati concreti si è mostrata, ancora una volta, drammaticamente netta.

Una scelta già scritta?

Da settimane si rincorrevano le voci sulla possibile riattivazione dell’impianto di Burgesi, ma oggi la pubblicazione della nota AGER e le prime foto dell’impianto operativo lo rendono un fatto compiuto. I rifiuti indifferenziati NON SOLO del bacino ARO Lecce 10 hanno già iniziato a fluire verso Burgesi, rendendo evidente che, al di là delle parole, le istituzioni hanno scelto la continuità e non la discontinuità.

Un’amara conferma per chi sperava in un’inversione di rotta, in una gestione dei rifiuti più moderna, trasparente, sostenibile. Ma anche una pesante sconfitta per chi ha creduto nel ruolo dei sindaci, che solo pochi mesi fa avevano promesso “battaglia fino all’ultimo” per evitare questo scenario.

Il silenzio assordante e le vere responsabilità

A colpire, oggi, è anche il silenzio delle istituzioni locali. Nessuna dichiarazione ufficiale, nessuna presa di posizione netta. Solo le carte che parlano, i documenti che autorizzano, e i camion che entrano.

Una dinamica che ripropone un tema annoso: la gestione dei rifiuti nel Salento e, in particolare, nel territorio di Ugento, dove Burgesi è da decenni simbolo di un modello contestato, fatto di deroghe, emergenze e scelte calate dall’alto. Un impianto che avrebbe dovuto rappresentare un’eccezione, ma che è diventato sistema.

Le battaglie dei comitati: chi resta a resistere?

Resta solo la voce dei comitati civici, delle associazioni ambientaliste e dei pochi cittadini che, stanchi ma ancora presenti, continuano a chiedere chiarezza, giustizia e salute per il territorio. È a loro che oggi va il riconoscimento di una battaglia condotta con coerenza, anche se apparentemente persa. Ma le battaglie perse sono spesso quelle che lasciano i segni più forti, che seminano dubbi, che spingono altri ad aprire gli occhi.

Perché Burgesi non è solo una discarica. È il simbolo di un problema strutturale che da troppi anni pesa su questo territorio. Ed è anche la cartina tornasole di una politica che, quando il gioco si fa duro, troppo spesso si volta dall’altra parte.

Burgesi: i dati della relazione 2024

Sorge in località Burgesi, nel territorio di Ugento (LE), la discarica per rifiuti solidi urbani e assimilati oggetto della relazione annuale 2024 redatta da Monteco S.p.A., oggi in fase di post-gestione dopo la chiusura del 2009. Un sito storicamente al centro delle attenzioni ambientali e politiche, che, nonostante non accolga più rifiuti da anni, continua a generare dati preoccupanti.

Importante chiarire: la discarica oggetto della relazione è quella “storica”, diversa sia dall’impianto cosiddetto “di emergenza” che si sta per riattivare nella stessa area, sia dal sito delle doline bonificate nell’ambito del Progetto Cavaleonte. Tre realtà distinte, ma geograficamente contigue, che nel tempo hanno alimentato confusione e timori nella popolazione.

Percolato: mille tonnellate da smaltire

Nel corso del 2024 sono state smaltite 1.112 tonnellate di percolato, un liquido altamente contaminante prodotto dalla decomposizione dei rifiuti. L’intero quantitativo è stato conferito all’impianto Tecnoparco Valbasento (MT). Sebbene la gestione avvenga nel rispetto delle procedure, permane una condizione strutturale precaria: uno dei pozzi originari di captazione del lotto 3 è fuori uso dal 2019, sostituito da un pozzo originariamente destinato all’estrazione di biogas.

Biogas: recuperato solo il 10% del massimo autorizzato

Sono 144 le tonnellate di biogas recuperate nel 2024, ben al di sotto del limite annuale autorizzato di 1.398 t. Tuttavia, si registra anche lo smaltimento di 2,81 tonnellate, segno che parte del gas prodotto non è stato intercettato per il recupero energetico. L’impianto di captazione e cogenerazione funziona, ma resta fragile e bisognoso di manutenzioni frequenti.

Falde contaminate: nitrati e conducibilità oltre i limiti

Le analisi effettuate da ARPA Puglia sui pozzi di monitoraggio delle acque sotterranee (pozzetti A, B, 1 e 3) hanno mostrato parametri critici in diversi casi:

  • Nel pozzo B, la conducibilità elettrica ha superato in più occasioni il limite di 2.500 µS/cm, raggiungendo oltre 3.000 µS/cm. Questo dato segnala un’alterazione chimica della falda che potrebbe indicare un inquinamento da sali e metalli.
  • Sempre nel pozzo B, il valore dei nitrati ha superato il limite dei 50 mg/l stabilito per le acque potabili, con picchi di oltre 100 mg/l, rappresentando un potenziale rischio per la salute e l’ambiente.
  • Il pozzo n.2 è stato chiuso in quanto completamente anidro, rendendo impossibile la rilevazione.

Nel monitoraggio effettuato ad aprile 2024, le emissioni di ossidi di azoto (NOx) dal motore di recupero energetico hanno superato il limite consentito di 400 mg/Nm³, toccando i 422 mg/Nm³. Un’anomalia isolata ma significativa, che richiede attenzione e verifica costante.

Le emissioni diffuse e gli scarichi idrici si mantengono entro i limiti normativi, ma i valori rilevati mostrano una presenza costante di microinquinanti e sostanze organiche volatili. Si tratta di situazioni che non generano superamenti immediati ma indicano una contaminazione di fondo persistente.

Una discarica sotto sorveglianza, ma con nodi ancora aperti

Il gestore Monteco ha dichiarato il rispetto delle prescrizioni previste dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), ma la Regione Puglia e ARPA hanno disposto una ridefinizione della rete di monitoraggio della falda superficiale, a conferma delle preoccupazioni circa lo stato reale dell’inquinamento del suolo.

In parallelo, la cittadinanza e le istituzioni locali sono chiamate a vigilare anche sul futuro dell’impianto emergenziale limitrofo, che sta per essere riaperto per scopi contingenti, e a mantenere alta l’attenzione sul recupero dell’area delle doline bonificate con il Progetto Cavaleonte, un intervento di rinaturalizzazione finanziato con fondi europei.

Il quadro che emerge dalla relazione 2024 della discarica di Burgesi non è allarmante in senso assoluto, ma presenta elementi critici che non possono essere sottovalutati. Falda inquinata, emissioni fuori scala, apparati danneggiati o da sostituire: tutto indica che, seppure chiuso da anni, quel sito non ha ancora cessato di far sentire la propria impronta ambientale.

Discarica di Ugento, la minoranza del Comune contro la Regione: “Ci chiamano sito strategico, ma è una condanna”

A Ugento la pazienza è finita. Dopo anni di battaglie, promesse disattese e silenzi istituzionali, la minoranza consiliare del Comune ha deciso di alzare la voce con un comunicato che non lascia spazio ai fraintendimenti: la Regione Puglia va avanti come se nulla fosse, incurante delle proteste dei cittadini e dei territori.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la determina AGER del 9 maggio 2025, che non solo conferma la prosecuzione dell’attività della discarica Burgesi, ma la inserisce anche tra i siti “strategici” della programmazione regionale per la gestione dei rifiuti. Parola che, per la comunità, ha il sapore amaro di una condanna.

“Strategico significa che questo sito, nato come discarica di soccorso, rischia di non chiudere mai”, scrivono i consiglieri Ezio Garzia, Giulio Lisi, Fabiola Musarò, Laura De Nuzzo e Tiziano Esposito. “E con esso resteranno anche tutte le conseguenze sanitarie, ambientali e sociali che da anni stiamo denunciando”.


Un ampliamento che il territorio non voleva

La vicenda è nota: la Regione, con la delibera di febbraio 2025, ha deciso di ampliare la discarica di 190.000 metri cubi, giustificando la scelta con la necessità di far fronte alla saturazione del sito di Autigno, a Brindisi. In sostanza, si è scelto di spostare il problema da una parte all’altra della Puglia, senza risolverlo.

Ma per i cittadini di Ugento e dei comuni vicini, questa non è solo una questione tecnica. È la storia di un territorio che da decenni vive all’ombra di una discarica e che vede ogni giorno le proprie richieste di tutela rimanere inascoltate.

“Le proteste, i cortei, gli articoli, gli striscioni sembrano essere stati ignorati. Mentre la popolazione chiede chiusura e bonifica, le istituzioni programmano l’esatto contrario”, si legge nel comunicato della minoranza.


Un tema che brucia è quello della “narrativa dell’emergenza”, usata – secondo la minoranza – per giustificare decisioni prese senza reale confronto con i territori. La discarica di Ugento, nata come “di soccorso”, avrebbe dovuto avere un ruolo temporaneo. E invece, a ogni passo, la prospettiva della chiusura si allontana.

“Ci stanno prendendo in giro da anni. Con parole come ‘emergenza’, ‘soccorso’, ‘necessità’. Ma l’emergenza vera è nella salute di chi vive qui, nella dignità calpestata, nell’arroganza politica che ci tratta come numeri”, denunciano i consiglieri.

Una denuncia che non è solo simbolica: nel Salento, i dati sulle patologie tumorali legate a inquinamento e contaminazioni ambientali sono tra i più preoccupanti della regione. Per questo, la questione della discarica non viene percepita come un semplice problema di gestione rifiuti, ma come una ferita aperta sulla pelle della comunità.


“Ci resta solo la via dei ricorsi”

Nel comunicato, la minoranza esprime anche la delusione per l’assenza di risposte concrete e lancia un appello: l’unica speranza rimasta sono i ricorsi presentati dalle amministrazioni e dai comitati locali.

“Qui non è solo una discarica. È la dignità di una comunità che chiede aiuto”.

Le parole dei consiglieri arrivano dopo settimane di tensioni crescenti. Prima le audizioni in Commissione Ambiente, poi le dichiarazioni del consigliere regionale Paolo Pagliaro che ha accusato la Regione di usare Ugento come merce di scambio per compensare le perdite economiche del gestore. Ora, anche la minoranza prende posizione, a dimostrazione che la questione non è solo tecnica o politica, ma profondamente sociale.

LA NOTA COMPLETA PERVENUTA IN REDAZIONE

DISCARICA DI UGENTO: LA  REGIONE PUGLIA TIRA DRITTO, I CITTADINI  E I TERRITORI RESTANO INASCOLTATI

Mentre i cittadini continuano a opporsi alla discarica e alla sua sopraelevazione, la Regione Puglia procede indisturbata con atti ufficiali che autorizzano non solo un ampliamento di 190.000 mc di rifiuti, ma addirittura dichiarano il sito “strategico”.

Una parola che pesa come una condanna: “strategico” significa che questo sito, nato come discarica di soccorso, rischia di non chiudere mai, trasformandosi in un impianto perenne, con le relative conseguenze sanitarie, ambientali e sociali.

Tutto avviene in silenzio. Le proteste, i cortei, gli articoli, gli striscioni sembrano essere stati ignorati. Mentre la popolazione chiede chiusura e bonifica, le istituzioni programmano l’esatto contrario, lavorando nei documenti alla riconversione dell’impianto e al prolungamento della concessione.

A febbraio Hanno  approvato altri 190.000 metri cubi di rifiuti, una montagna in più.

E nel frattempo? Silenzio. Totale.

I rumori delle proteste, i cortei, le audizioni, gli articoli, gli striscioni ecc.. sono serviti solo a spegnere per un po’ la vergogna, a dare l’illusione che qualcuno ci ascoltasse.

Ci stanno prendendo in giro. Da anni.
Con parole come “emergenza”, “soccorso”, “necessità”. Ma l’emergenza non è nei rifiuti: è nella salute di chi vive qui, nella dignità calpestata, nell’arroganza politica che ci tratta come numeri.
Eppure siamo persone. Famiglie. Bambini.
Siamo quelli che ogni giorno respirano quell’aria e si chiedono se sarà l’ultima senza diagnosi.

Ci viene detto che il sito resterà attivo fino al 2026, ma tutti sappiamo cosa vuol dire “discarica di soccorso”: non finirà mai.

Le speranze sono tutte nei vari ricorsi istruiti dalle varie amministrazioni e dal comitato.

Perché qui non è solo una discarica. È la dignità di una comunità che chiede aiuto.

       I consiglieri comunali di
Minoranza del
Comune di UGENTO

Ezio Garzia, Giulio Lisi, Fabiola Musarò , Laura De Nuzzo , Tiziano Esposito

Grande partecipazione alla fiaccolata contro l’ampliamento della discarica Burgesi

Ieri sera, le strade di Ugento sono state illuminate dalle fiaccole della protesta organizzata dalle associazioni locali e dai cittadini contro l’ipotesi di ampliamento della discarica Burgesi. L’evento ha visto la partecipazione di circa 500 persone, unite in un lungo corteo partito da via Edison. Alla testa del gruppo, bambini e striscioni simbolici, che hanno guidato la marcia attraversando tutto il paese.

L’iniziativa si è conclusa in piazza San Vincenzo, dove sono intervenute le autorità locali. Sul palco hanno preso la parola i sindaci presenti, tra cui quelli di Ugento e Presicce-Acquarica, i quali hanno ribadito con fermezza la loro contrarietà alla decisione regionale. Un messaggio chiaro e forte è stato lanciato alla Regione Puglia, affinché riveda la propria posizione su un provvedimento che, al momento, sembra confermato.

La fiaccolata ha rappresentato un momento di grande unità per la comunità, con cittadini di tutte le età scesi in strada per manifestare il proprio dissenso. Gli organizzatori hanno sottolineato come l’evento sia stato pacifico ma determinato, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su una questione che tocca da vicino la salute e l’ambiente del territorio.

Intanto, all’indomani della manifestazione, non arretra Giulio Lisi, consigliere comunale di opposizione, che ha voluto chiarire la sua posizione rispetto alla fiaccolata. Insieme alle colleghe Fabiola Musarò e Laura De Nuzzo, Lisi ha spiegato i motivi della loro assenza:

“Appoggiamo la lodevole iniziativa delle associazioni e dei cittadini e con essi siamo assolutamente solidali. Ciò che non possiamo permetterci di accettare, per rispetto di quegli stessi cittadini, è che colui (coloro) che fino alla delibera di Giunta Regionale che ci ha decretato pattumiera di Puglia sono rimasti inerti e non hanno difeso il diritto costituzionale alla salute dei loro cittadini, manifesti il suo dissenso unitamente alla comunità penalizzata dal suo operato!”

Lisi ha poi attaccato l’amministrazione comunale, accusandola di aver avuto un atteggiamento rinunciatario nella gestione della questione ambientale e di non aver fornito ai cittadini le informazioni necessarie in tempo reale.

“Nell’ultimo ventennio quanta informazione è stata data ai cittadini? I rapporti ambientali cosa hanno evidenziato? Chi è al corrente che il nostro territorio è cronicamente border line? Non si può strumentalizzare una manifestazione spontanea per lavarsi la faccia e la coscienza!”

Il consigliere ha concluso ribadendo il proprio impegno nel contrastare l’ampliamento della discarica e sostenere la comunità:

“Da cittadini diciamo NO BURGESI e lo gridiamo a squarciagola insieme con voi, ma da cittadini impegnati in politica non accettiamo di protestare al fianco di chi dovrebbe essere oggetto della contestazione. La nostra coerenza può essere fraintesa, ma il tempo sarà galantuomo. Faremo tutto quello che ci sarà possibile per scongiurare questa drammatica situazione!”

Exit mobile version