Fiaccolata No Burgesi: c’è chi si sfila

La fiaccolata di protesta organizzata dalle associazioni e dai cittadini di Ugento contro l’ipotesi di ampliamento della discarica Burgesi ha acceso il dibattito politico locale. L’iniziativa, che vedrà la partecipazione di numerosi cittadini preoccupati per le possibili conseguenze ambientali, non vedrà la presenza di alcuni consiglieri comunali, in particolare dei Consiglieri Comunali di opposizione Laura De Nuzzo (Lega), Fabiola Musarò (Uniti verso il Futuro) e Giulio Lisi (Forza Italia), che hanno espresso una dura critica nei confronti dell’amministrazione comunale.

In un comunicato congiunto, i tre Consiglieri hanno ribadito la loro ferma opposizione alla gestione regionale dei rifiuti, definendola “lacunosa nella programmazione e carente nella realizzazione degli impianti”. Tuttavia, secondo loro, la responsabilità della situazione attuale non sarebbe solo della Regione Puglia.

“Riteniamo che l’amministrazione comunale, e per essa l’assessore con delega all’ambiente, non abbia adeguatamente contrastato la delibera di giunta regionale che prevede il sopralzo della discarica Burgesi – dichiarano i Consiglieri – verosimilmente a causa di rapporti pregressi con il gestore della discarica, ancora tutti da definire in termini economici.”

L’accusa nei confronti dell’amministrazione comunale si fa ancora più diretta quando i Consiglieri di minoranza mettono in dubbio la posizione della maggioranza sulla questione.

“Non possiamo accettare – proseguono – che la fiaccolata organizzata dalle associazioni sia strumentalizzata dalla maggioranza per scaricare sulla sola Regione la responsabilità della decisione, quando invece sempre più ambigue risultano le posizioni dell’amministrazione. Prima di altri, attraverso i propri referenti politici di livello regionale, l’amministrazione avrebbe potuto e dovuto battersi almeno per la sospensione di quella delibera a tempo debito.”

I tre Consiglieri concludono il loro intervento prendendo le distanze da ogni tentativo di sfruttare la protesta per fini politici:

“Non intendiamo strumentalizzare un sacrosanto ed apprezzabile movimento popolare per finalità politiche, come invece sta facendo chi artatamente cerca di gettare fumo negli occhi per nascondere le proprie responsabilità ed un evidente imbarazzo politico.”

Il dibattito sull’ampliamento della discarica Burgesi si fa sempre più acceso e la comunità attende ora risposte concrete sia dalla Regione Puglia che dall’amministrazione comunale, chiamate a fare chiarezza sulle scelte adottate e sulle possibili alternative per la gestione dei rifiuti nel territorio, con il comitato che dovrebbe farsi carico innanzitutto delle responsabilità del passato, che hanno portato fino alla situazione odierna, proprio come rimarcato oggi dai consiglieri di minoranza.

Pagliaro al Comitato No Burgesi, “Non fare di tutta l’erba un fascio”

Continua il dibattito sull’ampliamento della discarica di Burgesi a Ugento. Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro ha risposto con una nota alla decisione del Comitato No Burgesi di non partecipare all’audizione in Commissione Ambiente del Consiglio regionale, prevista per lunedì prossimo.

Pagliaro ha espresso amarezza per la scelta del Comitato, sottolineando come non tutti i rappresentanti politici abbiano le stesse responsabilità nella gestione della questione rifiuti.

“Comprendiamo la rabbia e lo scoramento, ma è ingiusto addossare le colpe a tutta la classe politica regionale. Noi ci siamo sempre battuti contro l’invasione di rifiuti nel Salento e contro il partito delle discariche”, ha dichiarato il consigliere.

Il capogruppo de La Puglia Domani verso Fratelli d’Italia ha ricordato il suo impegno ultraventennale sulle tematiche ambientali, fin dai tempi della trasmissione L’Indiano, e le battaglie portate avanti sia con manifestazioni pubbliche che in Consiglio regionale.

“Nel maggio 2021 abbiamo organizzato un sit-in davanti a Burgesi per chiedere la bonifica dell’area e bloccare l’apertura di una nuova discarica. La nostra opposizione è stata sempre chiara e netta”, ha ribadito.

Pagliaro ha poi attaccato la maggioranza di centrosinistra, accusandola di aver approvato nel 2021 un Piano regionale dei rifiuti che, secondo lui, ha portato all’attuale emergenza.

“Oggi la Giunta Emiliano vuole sopraelevare tre discariche, di cui due nel Salento, dimostrando ancora una volta di considerare questa terra una pattumiera. Noi diciamo no, senza se e senza ma”.

Il consigliere ha infine lanciato un appello al Comitato No Burgesi affinché non si chiuda al dialogo: “Insieme possiamo essere più forti contro decisioni che vengono da Bari e che siamo determinati a bloccare”.

LA nota completa:

“Siamo profondamente amareggiati dal contenuto della lettera del Comitato No Burgesi, che annuncia di non voler partecipare all’audizione di lunedì prossimo in Commissione Ambiente del Consiglio regionale, la seconda in due settimane, convocata su nostra richiesta. Un’audizione a cui abbiamo preteso la partecipazione della parte politica – presidente Emiliano e assessora Triggiani – perché ci mettano la faccia e si assumano la responsabilità della scelta di riaprire e sopraelevare la discarica Burgesi a Ugento.  

Pur comprendendo la rabbia e lo scoramento del Comitato, teniamo a precisare che non siamo tutti uguali. È sbagliato e ingiusto fare di tutta l’erba un fascio, addossando all’intera classe politica regionale colpe che sono in capo a chi ha malgovernato e malgoverna questa Regione. Nella gestione dei rifiuti e non solo. 

Per quanto ci riguarda già 18 anni fa, con i coraggiosi reportage de “L’Indiano”, la televisione di cui sono editore e che da sempre è in prima linea sulle questioni ambientali, denunciava i problemi delle discariche nel Salento, l’inquinamento delle falde acquifere, le criticità dell’impianto di Ugento. Temi scomodi ignorati dalla Regione, che ha continuato a portare avanti la scelta politica di incrementare le discariche nel Salento. Noi abbiamo avuto il coraggio di denunciare il partito delle discariche che c’era dietro questa scelta. Nel maggio 2021 organizzammo un sit-in davanti a Burgesi per chiederne la bonifica e per bloccare l’altra discarica. A quella manifestazione parteciparono esponenti dei Comuni di Presicce-Acquarica, Ugento e altri del territorio. Noi eravamo sul campo, lo siamo sempre stati.

E poi in Consiglio regionale la nostra battaglia è continuata con audizioni, interrogazioni, con tutti gli strumenti che ci ha consentito la nostra postazione di opposizione. Ma la maggioranza di centrosinistra è andata avanti come un bulldozer, e a ottobre 2021 ha approvato un Piano regionale dei rifiuti che prevedeva la riapertura della discarica di Conversano e la realizzazione di un nuovo impianto a Cerignola. Tutto rimasto sulla carta, mentre si decide di ampliare Burgesi e di aprire il sito di Corigliano. Una follia. Nel 2021 noi dell’opposizione votammo contro quel piano e alzammo le barricate in Consiglio regionale per bloccare l’attivazione della discarica di Corigliano, una bomba ecologica costruita sulla falda acquifera che disseta l’80% del Salento. 

Ora che siamo in emergenza – anche se la Regione si ostina a negarlo – la Giunta Emiliano aggiorna il Piano rifiuti del 2021 e decide di sopraelevare tre discariche, due delle quali nel Salento. Immediatamente abbiamo tuonato contro questa ipotesi, contro l’ampliamento di Burgesi, abbiamo detto no a nuovi rifiuti perché il nostro Salento non è la pattumiera della Puglia. Non abbiamo mai avuto paura di denunciare che il Salento è bersagliato dall’inquinamento, di mostrare i numeri agghiaccianti delle patologie tumorali che ne derivano e che sono dilaganti. Non diciamo basta da giorni o settimane, lo diciamo da anni. Non è mancato il nostro impegno di opposizione ma è mancata la volontà politica del centrosinistra che governa la Puglia di chiudere il ciclo dei rifiuti e di realizzare discariche pubbliche. Tutto questo per continuare a ingrassare il partito delle discariche che ora sta battendo cassa per avere tutti gli arretrati delle differenze Tari per i rifiuti conferiti negli impianti privati, applicando la delibera Arera del 2023 con l’avallo dell’Ager, l’Agenzia regionale dei rifiuti che risponde agli indirizzi politici di chi comanda da vent’anni in questa Regione.

Quindi, caro Comitato No Burgesi, noi non ci stiamo ad essere messi nel mucchio su cui puntare il dito. Noi Ugento l’abbiamo difesa con forza da sempre, e da sempre abbiamo detto basta ai rifiuti nel Salento. Insieme possiamo fare opposizione ed essere più forti contro decisioni che vengono da Bari e che siamo determinati a bloccare”.

Burgesi e la memoria corta degli ugentini

La recente decisione della Regione Puglia di ampliare la discarica di Burgesi, situata nel territorio di Ugento, ha riacceso un dibattito che affonda le sue radici nel passato e mette in luce le responsabilità politiche locali. Già nel settembre 2024, questa testata aveva anticipato possibili sviluppi riguardanti Burgesi, basandosi su indiscrezioni che indicavano Ugento come candidata alla riapertura della discarica. Le voci riguardavano la necessità di trovare soluzioni temporanee per tamponare le carenze del piano regionale dei rifiuti, influenzato anche da esigenze elettorali nel nord Barese, area di interesse del presidente Emiliano.

È difficile credere che tali informazioni non siano giunte all’amministrazione comunale di Ugento. Il vicesindaco Massimo Lecci ha partecipato attivamente alle recenti discussioni, affiancato dal comitato “No Burgesi”, che mantiene una posizione intransigente, focalizzandosi sul rifiuto di nuovi conferimenti senza analizzare a fondo le motivazioni regionali dietro questa decisione. Tuttavia, la domanda cruciale è: perché la Regione ha scelto di sacrificare proprio Ugento?

La presenza di una discarica di soccorso, voluta e costruita quando Massimo Lecci deteneva la delega all’ambiente, rende Ugento una scelta ricorrente quando emergono criticità nel sistema di smaltimento dei rifiuti. È opportuno ricordare che la discarica Monteco di Burgesi, elevata di 12 metri durante il mandato di Lecci come assessore all’ambiente, è stata oggetto di preoccupazioni ambientali confermate da sentenze giudiziarie.

Inoltre, nel 2016, un’inchiesta della Procura di Lecce ha rivelato lo smaltimento illecito di fusti contenenti PCB nella discarica Monteco, sottolineando ulteriormente i rischi per l’ambiente e la salute pubblica.

È sorprendente che oggi si protesti per un’ipotesi di ampliamento, mentre fino ad ora non si è levata una voce unanime contro pericoli concreti e accertati, che continuano e continueranno ad esserci indipendentemente da qualsiasi decisione regionale su questa questione. Sembra, per questo, che alcuni esponenti politici locali tentino di ripulire la propria immagine, sfruttando l’ignoranza e utilizzando fondi pubblici per ottenere consenso, anche attraverso associazioni che ora si schierano con il comitato “No Burgesi”.

È fondamentale accendere un faro sulle responsabilità politiche che hanno portato alla nascita di una nuova discarica di rifiuti solidi urbani e al contestuale abbandono di un impianto pubblico costato miliardi, che avrebbe potuto generare introiti significativi per le casse comunali. Non possiamo ignorare che la situazione attuale è frutto di scelte politiche discutibili e di una gestione dell’ambiente che, negli ultimi 25 anni, ha visto sempre gli stessi protagonisti al timone.

La memoria corta degli ugentini rischia di perpetuare errori del passato. È tempo di una riflessione profonda e di un’assunzione di responsabilità collettiva per garantire un futuro sostenibile al nostro territorio.

Caso Burgesi: le reazioni di Laura De Nuzzo

La protesta contro la riapertura di Burgesi non è solo una questione ambientale, ma un simbolo della lotta per la dignità e il rispetto del territorio salentino. Nel comunicato stampa diffuso dall’Avv. Laura De Nuzzo, Consigliere Comunale della Lega di Ugento, si legge una ferma condanna verso le scelte della Regione Puglia, accusata di voler trasformare il Salento nella “pattumiera della Puglia”.

“La politica ha il dovere di proteggere i cittadini, non di condannarli”, si legge nel comunicato, che denuncia la mancanza di una posizione chiara e determinata da parte dell’amministrazione comunale di Ugento. La delusione nei confronti della giunta attuale è palpabile, soprattutto alla luce delle promesse fatte nel 2021 e delle battaglie politiche che oggi sembrano essere state dimenticate.

Uno degli aspetti più controversi della vicenda riguarda la posizione della Regione Puglia. Durante un’audizione in Commissione Ambiente, il direttore del Dipartimento Ambiente ha dichiarato che la Puglia non è in emergenza rifiuti. Questo solleva un interrogativo cruciale: se non c’è emergenza, perché si vuole riaprire Burgesi?

Secondo i manifestanti, la riapertura della discarica sarebbe motivata da meri calcoli economici, con l’obiettivo di ottenere fondi dal ristoro ambientale a scapito della salute dei cittadini. Inoltre, l’assenza dell’Assessore Triggiani all’audizione è stata interpretata come un segnale di disinteresse e di mancanza di trasparenza.

Dopo mesi di silenzio e di mancate risposte, arriva il colpo di scena: la Presidente del Consiglio Regionale della Puglia, Loredana Capone, ha inviato un’istanza formale al Presidente della Regione Michele Emiliano e all’Assessore Serena Triggiani, chiedendo il rinvio degli effetti della Delibera Regionale per permettere “un ulteriore confronto con le comunità locali”.

Il tempismo di questa richiesta ha sollevato sospetti tra i cittadini e gli attivisti, che leggono in questa mossa un tentativo di arginare la protesta in vista di possibili ripercussioni politiche. “Perché solo ora ci si accorge delle proteste?”, si chiedono i manifestanti, ritenendo che la richiesta di rinvio sia solo una strategia per guadagnare tempo e smorzare la mobilitazione.

Il messaggio dei cittadini di Ugento e del Salento è chiaro: non si accettano compromessi, non ci si accontenta di un semplice rinvio, si pretende l’annullamento definitivo della delibera. La mobilitazione continuerà con manifestazioni e azioni di protesta per impedire che la discarica Burgesi venga riaperta.

“Le barricate sono pronte”, affermano con determinazione gli oppositori del provvedimento. “Scenderemo in piazza con la forza della nostra voce, con il peso della nostra indignazione e con il coraggio di chi sa che questa è una battaglia di giustizia, di dignità, di sopravvivenza.”

Il comunicato originale:

COMUNICATO STAMPA

NO ALLA RIAPERTURA DELLA DISCARICA BURGESI: È IL MOMENTO DELLE BARRICATE!

Ugento, il Salento, la Puglia intera sono nuovamente sotto attacco. Ancora una volta, i cittadini vengono traditi da una politica miope e irresponsabile, che invece di difendere il territorio e la salute pubblica, sceglie di arrendersi agli interessi di pochi. 

Vogliono riaprire Burgesi, vogliono trasformare il nostro Salento nella pattumiera della Puglia! 

Questa battaglia non è solo una questione ambientale, è una questione di dignità, di rispetto per la nostra terra e per chi ci vive. La politica ha il dovere di proteggere i cittadini, non di condannarli, ma ieri, durante il Consiglio Comunale di Ugento, è andata in scena l’ennesima farsa: una maggioranza comunale incapace di imporsi, un’amministrazione che non ha mai avuto la forza di farsi rispettare e di alzare la testa.

Ricordiamo bene le promesse fatte ai cittadini dall’attuale giunta comunale nel 2021, le urla sui tavoli della Provincia, le dichiarazioni infuocate di chi oggi invece si defila e lascia che la Regione imponga le sue scelte. E che dire dell’audizione in Commissione Ambiente in Regione Puglia? Un altro spettacolo grottesco: la politica di maggioranza, che dovrebbe difendere Ugento e l’intero Salento, si è dimostrata completamente inadeguata e incompetente. L’unica persona che avrebbe dovuto parlare con decisione e determinazione a tutela del territorio – l’Assessore Triggiani – ha scelto di non presentarsi. Una fuga, un tradimento ai danni della nostra comunità!

Eppure, durante quell’audizione, il direttore del Dipartimento Ambiente della Regione ha dichiarato chiaramente che la Puglia non è in emergenza rifiuti. E allora perché si riapre Burgesi? Perché si insiste su un impianto che ha già superato del 50% la sua capacità iniziale? Forse perché qualcuno ha già fatto i conti e ha deciso che i soldi del ristoro ambientale valgono più della salute dei cittadini? Forse perché si gioca sulla pelle dei cittadini per salvare le amministrazioni amiche che non sanno come gestire i rifiuti?

E come se non bastasse il teatrino messo in scena fino a ieri, immediatamente dopo il Consiglio Comunale di Ugento, ecco che arriva puntuale l’ennesimo colpo di scena: un’istanza formale della Presidente del Consiglio Regionale della Puglia, Loredana Capone, indirizzata al Presidente della Regione Michele Emiliano e all’Assessore alle Politiche Ambientali Serena Triggiani. Un documento che, guarda caso, prende improvvisamente le distanze dalla decisione di riapertura imminente di Burgesi e chiede il rinvio degli effetti della Delibera Regionale, sostenendo la necessità di un “ulteriore confronto con le comunità locali”.

Strano tempismo, non è vero? Per mesi, la Regione ha ignorato le richieste dei sindaci, dei cittadini, delle associazioni ambientaliste. Per mesi, chi aveva il potere di fermare questa follia ha fatto finta di niente, lasciando che il piano di devastazione ambientale andasse avanti senza il minimo ostacolo. Nessuno ha mai avuto il coraggio di mettere nero su bianco una presa di posizione chiara, di opporsi fermamente a questo scempio.

E poi, all’improvviso, quando la protesta esplode e Ugento si prepara alla battaglia, Loredana Capone fiuta il pericolo, sente il vento cambiare e si affretta a prendere le distanze dalla decisione della sua stessa maggioranza in Regione.

Forse la paura di perdere consensi elettorali inizia a farsi sentire? Forse qualcuno ha capito che questa volta la gente non starà zitta e che non basteranno promesse vuote per calmare la rabbia? Perché il dubbio è legittimo: se davvero la Regione non è in emergenza rifiuti, se davvero ci sono dubbi sulla delibera, perché solo ora si chiede un rinvio? Perché solo adesso ci si accorge delle proteste? Perché, cara Presidente Capone, non ha mosso un dito quando si poteva davvero impedire questo disastro? Perché solo ora chiede di “approfondire”, quando il popolo è già sul piede di guerra?

Ma noi non ci facciamo prendere in giro! Non bastano le lettere di facciata, non ci accontentiamo di un rinvio tattico pensato solo per prendere tempo e far scemare la protesta! Vogliamo fatti concreti! Vogliamo che questa delibera venga cancellata, non solo sospesa per qualche mese! Vogliamo che Burgesi sia definitivamente esclusa dai piani della Regione per lo smaltimento dei rifiuti!

E soprattutto, vogliamo che i cittadini vengano rispettati! Questa terra non è più disposta ad aspettare, a subire, a essere trattata come il tappeto sotto cui nascondere i problemi della Regione.

Le barricate sono pronte. Scenderemo in piazza, ci opporremo con la forza della nostra voce, con il peso della nostra indignazione, con il coraggio di chi sa che questa è una battaglia di giustizia, di dignità, di sopravvivenza. Se pensano di seppellire Ugento sotto una montagna di rifiuti e silenzi, troveranno un muro di cittadini pronti a resistere. Non barattiamo la salute con elemosine, vogliamo che la nostra terra sia rispettata! E questa volta non arretreremo di un millimetro.

Perché la voce di un popolo che difende la propria casa non si spegne, la rabbia di chi ama la propria terra non si ignora e la volontà di chi lotta per il futuro non si piega!

SALENTO UNITO CONTRO LA RIAPERTURA DI BURGESI: QUESTA È LA NOSTRA LOTTA!

Avv. Laura De Nuzzo, Consigliere Comunale Lega di Ugento

Caso Burgesi: la posizione di Loredana Capone

Dopo il consiglio straordinario tenutosi a Ugento sulla questione della discarica di Burgesi, arriva una presa di posizione ufficiale da parte della Presidente del Consiglio Regionale della Puglia, Loredana Capone. Con una lettera indirizzata al Presidente della Giunta Regionale, Michele Emiliano, e all’Assessora alle Politiche Ambientali, Serena Triggiani, la Capone ha chiesto un rinvio dell’efficacia della Delibera di Giunta Regionale (DGR) n. 130 dell’11 febbraio 2025.

La delibera prevede la sopraelevazione della discarica Soccorso Burgesi e la riattivazione della discarica di Corigliano d’Otranto. Una decisione che ha generato forti preoccupazioni tra i sindaci della provincia di Lecce e le associazioni ambientaliste, allarmati dalle possibili conseguenze sulla salute pubblica e sull’ambiente.

Nella sua missiva, la Capone evidenzia che, secondo le dichiarazioni ufficiali della Regione Puglia, non esiste al momento uno stato di emergenza nella gestione dei rifiuti tale da giustificare interventi straordinari. Inoltre, sottolinea che le modifiche al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGRU) dovrebbero essere oggetto di un approfondito confronto con le comunità territoriali coinvolte, anche alla luce dei dati dei monitoraggi ambientali già effettuati.

Nel frattempo, il Comune di Ugento ha annunciato la volontà di presentare un ricorso al TAR contro la delibera regionale. Una decisione che arriva dopo il consiglio comunale straordinario in cui il tema è stato al centro del dibattito. Tuttavia, sul fronte politico si registrano divergenze significative all’interno del Partito Democratico: mentre alcuni membri del PD di Presicce-Acquarica hanno espresso pubblicamente il loro dissenso, i rappresentanti PD di Ugento hanno scelto di non rilasciare dichiarazioni, nonostante le sollecitazioni ricevute nel corso dell’assemblea da parte dei consiglieri Tiziano Esposito e Laura De Nuzzo.

Questi ultimi hanno puntato il dito contro l’amministrazione comunale, accusandola di non essere in grado di farsi rispettare dagli esponenti regionali dello stesso schieramento politico, nonostante il sostegno ricevuto durante le campagne elettorali e le celebrazioni ufficiali.

La richiesta della Presidente Capone potrebbe aprire un nuovo scenario nel dibattito sulla gestione dei rifiuti in Salento. Se il Governo regionale accoglierà l’appello, si aprirebbe la possibilità di un confronto più ampio con amministrazioni locali e cittadini. Se invece la Regione procederà senza modifiche, il caso potrebbe presto arrivare sui banchi del Tribunale Amministrativo Regionale.

La comunità locale, intanto, resta in allerta, mentre il dibattito continua a infiammare il fronte politico. Resta da vedere se la Regione sarà disponibile ad un ripensamento o se prevarrà la linea della fermezza sulle decisioni già prese.

Intanto, la questione Burgesi sembra destinata a segnare ulteriormente gli equilibri politici locali e regionali nei prossimi mesi.

Il comunicato di Tiziano Esposito dopo l’audizione in regione

Il consigliere comunale di Ugento, Tiziano Esposito, che ha partecipato alla recente audizione in Commissione Ambiente della Regione Puglia, ha espresso la sua posizione con un comunicato pubblicato sui suoi canali social. Nel post racconta come durante l’incontro, una dichiarazione del direttore del Dipartimento Ambiente della Regione abbia attirato la sua attenzione:

“La Regione Puglia non si trova in uno stato di emergenza rifiuti”.

Una precisazione che contrasta con le recenti decisioni della Giunta Emiliano, che l’11 febbraio ha approvato un aggiornamento del Piano Rifiuti, prevedendo l’ampliamento di discariche già sature, come quella di Ugento. Esposito e altri amministratori locali si chiedono perché si sia scelto di procedere in questa direzione invece di attuare le misure previste nel Piano Rifiuti del 2021, che contemplavano la riapertura della discarica di Conversano e la costruzione di un nuovo impianto a Cerignola.

Secondo Esposito, la mancata attuazione di queste soluzioni ha portato la Regione a una scelta definita “inaccettabile”, ricorrendo ancora una volta a siti già compromessi, con conseguenze ambientali e sanitarie devastanti per le comunità locali. “Perché continuare a martoriare un territorio che ha già pagato un prezzo altissimo in termini di salute e ambiente?” si chiede il consigliere, evidenziando l’allarme lanciato dai sindaci di Ugento, Presicce Acquarica, Salve e Taurisano.

La discarica di Ugento, secondo Esposito, ha già accolto circa il 50% in più dei volumi di rifiuti previsti, su un terreno carsico fragile dal punto di vista idrogeologico, con gravi conseguenze sanitarie per la popolazione locale. La scelta della Regione di sopraelevare ulteriormente la discarica è dunque fortemente contestata. “Non ci sono ragioni né tecniche né economiche per giustificare questa decisione”, sottolinea Esposito, ribadendo la ferma opposizione alla misura.

Un’altra questione evidenziata è l’assenza dell’assessora regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, che per la seconda volta non ha partecipato all’audizione, evitando di fornire risposte sulle scelte politiche della Giunta. “Prima o poi dovranno darle queste risposte”, afferma Esposito, suggerendo che le decisioni assunte potrebbero essere influenzate da dinamiche elettorali, con le regionali all’orizzonte.

L’opposizione del territorio resta ferma: “Continueremo a batterci contro decisioni che minacciano il benessere e il futuro delle nostre comunità, prese senza un reale confronto con chi rappresenta questi territori”, conclude Esposito. La battaglia per la gestione dei rifiuti in Puglia è tutt’altro che conclusa, e il tema rischia di diventare un nodo cruciale della prossima tornata elettorale.

Lecci ed Esposito in audizione nella V commissione regionale

Si è tenuta ieri una seduta straordinaria della V Commissione consiliare della Regione Puglia, convocata su richiesta dei consiglieri regionali Paolo Pagliaro e Cristian Casili, per discutere della controversa questione dell’apertura della discarica di Ugento.

A rappresentare la città di Ugento erano presenti il vice sindaco Massimo Lecci e il consigliere comunale Tiziano Esposito, affiancati dai sindaci dei comuni limitrofi Taurisano, Presicce-Acquarica e Salve, tutti uniti nella volontà di tutelare il territorio.

La seduta si è concentrata sull’analisi del programma già approvato nel 2021 dalla Regione Puglia in tema di gestione dei rifiuti, alla luce della delibera di giunta dello scorso gennaio che ha sancito la riattivazione della discarica di Ugento. Il dirigente regionale intervenuto ha chiarito che non esiste attualmente una crisi ambientale legata ai rifiuti in Puglia, ma che l’apertura della discarica di Ugento risulta inevitabile a causa del ritardo nell’attuazione del piano regionale già approvato.

Una posizione ribadita con forza anche dal vice sindaco Massimo Lecci, che ha espresso apertamente il proprio dissenso verso la decisione regionale di bloccare l’apertura della discarica di Corigliano d’Otranto, sostenendo che tale scelta ha avuto come diretta conseguenza l’attuale pressione sul territorio di Ugento. Tra Lecci e il consigliere regionale Pagliaro si è registrato un acceso confronto, con quest’ultimo che invece ha sottolineato la necessità di impedire qualsiasi apertura di nuove discariche sul territorio salentino, per proteggere ulteriormente la salute ambientale e pubblica della regione.

Intervenuto con dati alla mano, il consigliere comunale di Ugento, Tiziano Esposito, ha ricordato il pesante tributo pagato dalla sua città nel corso degli anni, evidenziando la natura fragile e particolarmente sensibile del terreno sul quale sorge la discarica. Esposito ha sottolineato come Ugento abbia già accolto una quantità di rifiuti doppia rispetto a quella inizialmente programmata, dovendo inoltre subire l’arrivo di rifiuti provenienti da ambiti territoriali diversi rispetto al proprio bacino.

La seduta si è conclusa ribadendo l’urgenza di trovare soluzioni condivise per alleggerire il peso ambientale e sociale imposto alla città di Ugento e ai comuni circostanti, nonostante la decisione della giunta regionale sembra essere confermata.

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