Il sindaco chiude il gruppo WhatsApp delle associazioni di Ugento

Vietato parlare al conducente e così il sindaco di Ugento salvatore Chiga chiude unilateralmente il gruppo WhatsApp che coinvolgeva tutte le associazioni del paese, di cui lui era subentrato all’amministrazione a Tiziano Esposito, fondatore del gruppo ai tempi della sua presidenza della protezione civile cittadina.

Gent.li presidenti, visto i contenuti dei diversi messaggi inviati da alcuni di voi, su esortazione anche degli uffici comunali competenti, si rappresenta che ogni comunicazione ufficiale con la P.A. avverrà attraverso i canali ufficiali.
Pertanto, non essendo questo uno strumento formale e onde evitare ogni eventuale disguido, si procederà alla chiusura del gruppo.
Cordiali Saluti.
Il Sindaco
Salvatore Chiga

Il messaggio lasciato dal sindaco prima di chiudere il gruppo
l’immagine di profilo del gruppo delle associazioni

Ma quale è stato il fatto che ha scatenato la furia iconoclasta del primo cittadino?

Alcuni dei membri del gruppo sembrano essersi macchiati del reato di lesa maestà, continuando a chiedere risposte al primo cittadino, riguardanti i costanti e continui problemi di comunicazione ascrivibili all’amministrazione del comune di Ugento, dopo l’ennesimo incontro di parte delle associazioni cittadine, organizzato in poche ore e tra una cerchia ristretta di invitati.

Alla richiesta di diversi presidenti di fare qualcosa per migliorare la comunicazione del Comune di Ugento la risposta è stata dunque quella di chiudere anche l’unico canale di comunicazione e promozione rimasto alle associazioni di questo paese, che lo usavano, oltre che per coordinare le loro iniziative, per promuovere i propri eventi in assenza di un canale ufficiale del Comune. E sembra proprio che sia stato il riferimento al fatto che questo canale esista e sia abbandonato da anni, avanzata da uno dei presidenti in chat, a spingere il sindaco a chiudere il gruppo, che non ha visto comunque arrivare nessuna risposta in merito alle problematiche sollevate.

Una storia che, personalmente, mi ricorda molto quella di un sindaco leghista di un piccolo comune del nord Italia, che più di 10 anni fa per risolvere il problema delle prostitute che usavano un boschetto per esercitare, pensò bene di risolvere il problema radendo al suolo il boschetto.

Allo stesso modo, oggi, la risposta a chi chiedeva più comunicazione è stata quella di sopprimere anche il poco che c’era. Un’atteggiamento che ci riporta agl’anni bui della nostra democrazia, in un periodo dove il vento della guerra sferza sempre più forte le nostre coscienze e che dovrebbe farci riflettere a fondo su cosa sia la nostra democrazia e quanto dobbiamo lavorare per poterla preservare da chi, proprio con comportamenti schizofrenici e liberticidi viene additato dalla nostra cultura come dittatore.

Ed è subito Kim Jong Chig

uno scherzoso fotomontaggio del sindaco di Ugento

È doveroso dire che si tratta di un fotomontaggio fatto per cercare di alleggerire una situazione che di leggero ha ben poco. Nessuno si sognerebbe di dare mai del dittatore al sindaco Salvatore Chiga, perché anche questa volta, come riportato nella sua comunicazione, la responsabilità di questo gesto è da ascrivere agli uffici competenti, che non mancheremo di interpellare nei prossimi giorni per capire da cosa sia nata questa impellente esigenza.

Esigenza che sarebbe stata esaudita semplicemente con l’abbandono del gruppo da parte del sindaco, coinvolto solo ed esclusivamente in quanto ex assessore con delega ai servizi sociali, lasciando la possibilità a tutti gli altri di poter continuare a sfruttare un importante mezzo di comunicazione e confronto.

Salve: un modello da seguire

Salve: un modello da seguire

I social network sono chimere greche: uno strano animale a due teste che mangia gli uomini.

Ora c’è chi abbraccia i cambiamenti e chi li guarda con sospetto, c’è chi vede problemi e rischi, chi soluzioni e possibilità.

Citiamo, poiché sensibile all’argomento, le preoccupazioni di Pierluigi Lamolea che ci ricordava, con le dovute retoriche, che: “bisogna sapere però che i social non costituiscono un canale istituzionale e non possono sostituire le forme di comunicazione istituzionali.” (CLICCA QUI)

Ugento, di fatto, non possiede nessun canale ufficiale di comunicazione, se non un sito internet davvero difficile da navigare, anche per i più esperti tra noi ed un albo pretorio che recentemente pubblica a singhiozzo e con particolari ritardi.

Noi, in quanto comunicatori, desideriamo porre l’attenzione, al contrario del sign. Pietro, i vantaggio di una gestione pubblica dei social e degli innumerevoli vantaggi che esso può portare.

Come argomentazione proponiamo il Comune di Salve.

Piccolo fiore all’occhiello affacciato sullo Ionio, si distingue per l’attenzione e la cura nell’arte della comunicazione; una strada che sembra essere quella che tutti seguiranno, considerando che recentemente anche il sindaco di Taviano ha comunicato l’impegno di 150mila euro per servizi di digitalizzazione, guarda un po’ dal suo canale Facebook (CLICCA QUI).

Ma passiamo alle argomentazioni, molto amate dal sig. Lamolea.

Salve e le sue marine hanno conseguito, oltre alla bandiera blu che hanno ottenuto per 13 anni consecutivi, anche la bandiera verde che premia le spiagge che hanno attrezzature a 360° gradi per i bambini, lista dalla quale Ugento è fuori.

Di qualche giorno fa anche la notizia di un lido che può permettersi di far pagare il soggiorno giornaliero 1.000 euro circa.

Le leggi del mercato ci insegnano che se la tariffa è così alta significa che il servizio vale la spesa, non c’è da meravigliarsi. Questo riguarda non solo il lido in particolare ma anche, e necessariamente, i servizi che ruotano intorno al comune e, di conseguenza, le marine.

Il comune di Salve possiede “ben 3 profili”, uno Facebook, uno Instagram e uno Youtube.

La pagina Facebook può contare più di 6000 iscritti, quella Instagram poco più di 400 e quella Youtube che trasmette tutti i consigli comunali online.

Il tutto contornato dal fatto, non secondario, che l’azienda incaricata della gestione dei canali social è locale, dando lavoro a giovani del posto. Alla modica cifra di 3.700 euro per il 2020 e 5.250 euro per il 2021.

Alleghiamo deliberazione ufficiale.

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Il fatto che la gestione social sia stata affidata ad un’agenzia di comunicazione permette da un lato una gestione condivisa dalle istituzioni, attraverso riunioni ad hoc per i contenuti, e dall’altro una interazione efficiente ed efficace con i fruitori della pagina, per intenderci, i commenti di coloro che scrivono sono letti e ottengono risposte, esemplare un turista che chiedeva di spiagge per il suo amico a quattro zampe che ha avuto indicazioni. Nello specifico i post sulla bandiera verde ottenuta dalla marina di Pescoluse, a differenza nostra.

Questo servizio è il vero segreto del social, ovvero condividere pensieri e ottenere risposte: affidarsi a professionisti garantisce un engagement maggiore che si riflette in una percezione migliore della pagina che produce il contenuto.

La comunicazioni che passano attraverso le pagine sono di vario genere e sono di certo una diminuzione di quella distanza, istituzione-cittadino, decantata dall’art. 150 del 2000, ossia comunicazioni di servizio, eventi, risultati e obiettivi raggiunti e ogni tipo di informazione che possa avvicinare chi governa a chi viene governato.

Altro punto a favore è una gestione snella della lettura dell’albo pretorio che è semplificato attraverso l’apposita pagina web del sito (CLICCA QUI).

Inoltre tutte le informazioni sin qui riportate sono tutte descritte nella pagina COMUNE DI SALVE (LE) – SOCIAL MEDIA POLICY.

I NOSTRI CONTENUTI

I contenuti pubblicati sul sito e sui canali social sono concepiti per informare i cittadini sulle attività, i progetti, le iniziative e gli eventi promossi dall’Amministrazione, e per favorirne la diffusione. I canali social sono usati, inoltre, per la partecipazione attraverso il confronto e il dialogo nell’ottica della trasparenza e della condivisione. Lo staff realizza contenuti originali di carattere testuale, fotografico, infografico, video, etc…

Attraverso i canali del Comune potranno altresì essere condivisi contenuti e messaggi di pubblico interesse e utilità realizzati da soggetti terzi (Istituzioni, associazioni, imprese, media, cittadini) previa verifica dell’attendibilità della fonte.

Il Comune di Salve non promuove e non condivide:

– contenuti su tematiche oggetto di controversie legali o affermazioni che potrebbero essere utilizzate contro il Comune;

– informazioni riservate o protette dal diritto alla privacy, come la corrispondenza interna, informazioni di terze parti su contenuti, documenti, progetti non ancora resi pubblici o relativi a procedimenti in corso;

– informazioni personali o dati sensibili.

citazione della gestione dei dati, informazioni complete al link sopraindicato.

I contenuti e il resto ci è stato gentilmente e celermente dimostrato dall’assessore al turismo Francesco De Giorgi che si è dimostrato una persona squisita e molto trasparente alla nostra richiesta di maggiori informazioni.

Che dire?! Un ottimo esempio di come potremmo essere, ma non siamo e di come non sia impossibile coniugare necessità di tutela di privacy con la trasparenza della cosa pubblica.

Se a Ugento non si fa non è perché non si può ma perché non si vuole!

Turismo a Ugento: prepariamoci ad una nuova crisi del Gin Tonic

Si avvicina un’altra estate e mentre qualcuno guarda preoccupato alla presunta mancanza di personale, sono tante le strutture che hanno già aperto i battenti, in una stagione che si annuncia ancora una volta da tutto esaurito. Ugento potrebbe confermarsi la seconda meta per presenze in Puglia dopo Vieste. Ma quante persone conoscono Ugento?

…squilla il telefono….

R: pronto

C: Salve […] ma percepisco dal suo accento che lei ha origini del sud…

R: si esatto, vengo da Ugento

C: Ugento? Vicino Gallipoli?

una delle tante chiamate di quando lavoravo al nord

In realtà, come dimostrato anche da questa citazione, chi è rimasto fuori per un pò di tempo se ne era già accorto, ma ora ci sono anche dei dati ufficiali a testimoniarlo: Ugento, nonostante sia la seconda meta in Puglia, non risulta neanche tra le prime 10 mete cercate sui motori di ricerca. Un’incongruenza che ai più può sembrare banale, ma che racchiude un microcosmo ben conosciuto dagli addetti ai lavori e dagli operatori turistici.

Secondo il Summer Price Index 2022 del noto sito Holidù, infatti, certifica la classifica delle località più cercate nel 2022:

  1. GALLIPOLI
  2. OTRANTO
  3. OSTUNI
  4. TORRE DELL’ORSO
  5. PORTO CESAREO
  6. PESCOLUSE
  7. VIESTE
  8. MONOPOLI
  9. BARI
  10. LECCE

Sono queste dunque, numeri alla mano, le località più conosciute della Puglia. Un dato che deve far riflettere e che pone l’accento sull’esigenza di un’attenta politica turistica da parte del nostro comune, incentrata innanzitutto sulla promozione, fino ad ora appannaggio esclusivamente degli imprenditori più avveduti e delle strutture più esclusive del nostro territorio.

Non è un fattore da poco conto se si considera la qualità del turismo che Ugento ospita. Alla ridente località costiera sembra essersi sostituito un tranquillo dormitorio per chi vuole stare a due passi dalle località più rinomate, con la conseguenza di un’economia cittadina monca, nel quale il turista rappresenta una “perdita netta” in termini sia ambientali che economici.

Le case vacanze sono piene di ragazzini che non passeranno mai da nessuna attività di Ugento. Il loro programma è semplice: mare, super mercato, pre-serata a casa, e poi via verso Gallipoli, Leuca, Torre Suda, Pescoluse e altre località che solo vent’anni fa erano poco più che paesini di pescatori.

A questo punto sono obbligato a raccontare un aneddoto che non può che confermare questa testimonianza, in forma indiretta e forse anche un pò comica, mi riferisco a quella volta che ci fu la crisi del gin tonic.

Era Agosto scorso, e impegnati con amici nei preparativi dell’ennesimo compleanno estivo, ci recammo gaudenti come solo la calura di agosto sa renderci al supermercato. Non ne cercammo uno preciso, ci fermammo nel primo posto trovato, tanto quello che c’era da comprare era poco: degli “sgranocchi”, del ghiaccio, qualche bicchiere, del gin e della tonica. Questo spettava e noi e non ci mettemmo molto a realizzare parte della fregatura di quel compito che ci era stato assegnato.

Entrati nel supermercato ci avviamo verso il reparto bevande che notiamo particolarmente vuoto, uno va verso gli alcolici l’altro verso le bevande gasate. Era un super mercato in cui ero stato altre volte e cercavo la tonica come nei miei ricordi, ma non c’era. Caspita – mi sono detto- l’avranno spostata altrove, cerco le bottigliette. Ma niente neanche bottigliette. Così sento una mano appoggiarsi sulla mia spalla prima di ascoltare le parole che ci avrebbero aperto un mondo “Riccardo nu nc’è gin”

Come è possibile, proprio ora che stiamo pieni di turisti questi finiscono il gin e la tonica??? Non volevamo ancora crederci, ma il fatto che i bicchieri da cocktail fossero diventati come l’amuchina in pandemia ci rendeva tutto più chiaro. Andammo nel secondo, poi nel terzo, nel quarto e nel quinto supermercato prima di arrenderci all’amara verità: a Ugento era finito il gin tonic.

L’identikit dell’alcolista anonimo era sempre quello: abbronzato, in camicia e costume indossava improbabili chianelli. Non stanziale, di solito usa muoversi in branco; è caratterizzato dalla fila alla cassa che riesce a formare dietro di sé, nel lungo rito del “conteggio degli spiccioli” per verificare che il conto sia diviso al centesimo tra i fortunati bevitori.

Ed è così che capimmo qual era la realtà. Ugento era invasa da un’orda di ragazzini stipati (sottolineando stipati) nelle case vacanze pronti a imbottirsi d’alcool per la serata in discoteca. Si proprio le tanto vituperate discoteche che sono così famose in questi giorni nel nostro paese. Un dato che dimostra solo una cosa: Ugento sta perdendo milioni di euro ogni ora che passa. Sono i milioni di euro che circolano intorno alle discoteche Gallipoline, i milioni euro fatturati dai lidi di Salve, i milioni di euro incassati dai localini di Leuca. E giù tutti a ringraziarci per una politica che arricchisce, ancora una volta, qualcun altro.

Allora prepariamoci ad un’altra stagione, con un consiglio ai bevitori: non fatevi trovare impreparati, fate scorte!

Chi gestisce la comunicazione istituzionale del Comune di Ugento?

La comunicazione istituzionale è definita dalla legge 150/2000:

“La comunicazione istituzionale on-line è l’attività prevista dalla Legge 150/2000 per le amministrazioni pubbliche con l’obiettivo di gestire, sviluppare e migliorare le relazioni delle istituzioni con i loro cittadini, mediante modalità di interazione, opportunità di partecipazione ed accesso tipiche della comunicazione via web… I siti web sono ormai diventati portali pubblici, e sportelli virtuali; si sono sviluppate nuove forme di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica attraverso i processi decisionali inclusivi e l’e-democracy . Per non parlare dei  social network che ormai sono divenuti uno strumento irrinunciabile per il dialogo e il confronto tra i cittadini e la Pubblica amministrazione in un’ottica di multicanalità.  “

estratto (CLICCA QUI per visualizzare la fonte)

Questo è quanto descritto dal Dipartimento della Funzione Pubblica riguardo la comunicazione istituzionale del governo.

Il comune dovrebbe seguire questi obblighi di legge ma anche le linee guida.

In un recente post su Facebook un nostro concittadino pubblicava un’informazione, copia-incolla, da un blog, lo definiamo così perché non ci è dato sapere né chi lo scrive né in qualità di cosa scriva, il quale riportava il messaggio del sindaco riguardo le riaperture delle scuole e delle modalità di spostamento per i ragazzi di Gemini.

Il commento che mi ha fatto più pensare è stato quello di una persona, molto vicina al sindaco, che intimava, cito testualmente:

“si scriviamo che le fonti sono quelle ufficiali e non le solite fonti di chiacchiere di paese… Grazie… Facciamo le cose con criterio…”

riferendosi all’articolo e/o il post sulla pagina del partito del nostro attuale sindaco.

Allora mi sono chiesto:

Questo blog è il canale istituzionale del Comune di Ugento? Chi li ha investiti di questa missione? Chi è il responsabile? Si tratta gi un giornale, un uffico stampa o un blog? Esiste solo un contatto telefonico per le segnalazioni. Può contare ben 388 followers sulla pagina Facebook. Troppo pochi se pensiamo ai 12.000 cittadini di Ugento. Inoltre la legge citata all’inizio, la 150/2000, recita che l’ufficio stampa istituzionale, che Ugento non ha, debba essere gestito da un giornalista iscritto all’albo.

È per caso il profilo personale del sindaco? O meglio, la vecchia pagina politica di “Cittadini protagonisti Ugento”, ora rinominata “Salvatore Chiga sindaco”, che ad oggi conta poco più di 1000 follower a fronte delle oltre 12.000 che popolano la nostra Ugento? Avevamo già parlao della cosa QUI

Questo è come appariva l’attuale pagina del sindaco(a destra) e la vecchia pagina di partito.(a sinistra)

Non crediamo sia un buon esempio di comunicazione istituzionale.

Non si chiede nulla di complesso e articolato. Se non si hanno idee su come fare basta copiare esempi virtuosi:

Taurisano, per esempio, ha un’ottima esperienza utente (User Experience) del sito istituzionale e veicola le informazioni attraverso la pagina ufficiale, non politica, del comune, non avranno la spunta blu ma hanno fatto un buon lavoro.

Ruffano è un altro esempio di buona user experience.

Non citiamo Lecce, che pur avendo una comunicazione ottima (si sono preoccupati anche di avere la spunta blu su Facebook), è una realtà molto più grande e forse non è possibile fare paragoni.

Questa è la sezione acqua in guida ai servizi (CLICCA QUI per vedere)

Ugento, dal canto suo, propone un canale per ogni rappresentante e ovviamente quello del partito/sindaco, nei quali ognuno pubblica solo ciò a cui tiene.

Un’esperienza del sito istituzionale davvero pessima:

pagine poco aggiornate, un albo pretorio difficilissimo da spulciare e che se si cerca su Google reindirizza su una pagina inesistente (CLICCA QUI) ma facente parte del sito, infatti si chiama Albo2.

Per accedere all’Albo è necessario andare prima sulla home del comune, poi amministrazione e infine Albo,

Esistono persino pagine letteralmente vuote, come ad esempio la guida ai servizi, dove ogni categoria è vuota o completa con contenuti default. (CLICCA QUI per vedere).

CLICCA QUI per vedere il bando completo

Di recente abbiamo visto altre polemiche su un lodevole progetto il “Treno della memoria” che è stato sponsorizzato dai profili personali dell’amministrazione, e nemmeno tutti, oltre agli organizzatori.

Nel post che annunciava i vincitori alcuni cittadini commentavano sul fatto che non tutti i partecipanti sono stati informati del luogo e dell’ora in cui si sarebbe svolta la pubblica estrazione. Non era nemmeno stata inserita nel bando pubblico a differenza di altri paesi limitrofi, come viene esplicitato nel commento.

Il maggiore flusso informativo/comunicativo del nostro paese si verifica sottobanco, con il passaparola.

Questa non è una pratica sbagliata, ma può rivelarsi dannosa in quanto facilmente travisabile e poco corretta nei confronti dei cittadini che sono meno avvezzi ai pettegolezzi o alle “chiacchere di paese” per citare il commento di prima.

Sicuramente non si addice ad un’amministrazione comunale che dovrebbe puntare ad una comunicazione istituzionale chiara, trasparente e oggettiva.

La convergenza delle informazioni sui canali maggiormente utilizzati dalla popolazione dovrebbe essere l’obiettivo principale di chi comunica.

La comunicazione è un bene prezioso che va oltre le dispute politiche e dovrebbe abbracciare tutti quanti, perché un cittadino non ha il dovere di informarsi ma lo stato o chi lo rappresenta ha il dovere di informare.

Ci auguriamo che si faccia chiarezza e che l’amministrazione rifletta per migliorare le numerose lacune, perchè tutti noi cittadini non abbiamo bisogno di polemiche ma di risposte concrete, coerenti e apartitiche.

Tutti abbiamo diritto di essere informati ed è obbligo del comune trovare i cittadini, non viceversa.

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