La proposta per l’istituzione di una consulta per il mare e turismo

Cristian Rovito prende carta e penna e scrive a sindaco e assessore per l’istituzione di una consulta per il mare e turismo, in un’ottica che vuole finalmente mettere in rete le eccellenze del nostro territorio al fine di poterne finalmente sfruttare appieno tutte le potenzialità.

Un territorio come il nostro, ricco di potenzialità ambientali, paesaggistiche, storico – culturali e soprattutto turistiche, che peraltro si pregia da due anni del prestigioso riconoscimento ecolabel della “Bandiera blu”, la cui economia è prevalentemente trainata dal turismo e dal mare, ritengo necessiti “Consulta per il mare e il turismo”. E’ facilmente comprensibile il connubio tra mare e turismo, dacché la necessità, quindi la sfida e le relative opportunità, di dotarsi di una struttura interna in grado di coinvolgere cittadini, portatori di interesse, operatori ed imprese di settore, enti pubblici e privati, associazioni di categoria, etc.. Trattandosi di settori strategici,
occorrerà dapprima modificare l’art. 36 dello Statuto comunale e poi disciplinare la consulta con l’adozione di una specifica regolamentazione. Azioni per le quali lo Scrivente è disponibile a fornire ogni utile supporto tecnico – giuridico.
A similitudine di altre realtà locali, scopo dell’istituenda consulta è quello di svolgere un ruolo di organo consultivo di raccordo tra l’Amministrazione comunale e gli stakeholder all’uopo di esaminare, fare proposte e valutare le politiche per il mare e per il turismo in raccordo con le politiche regionali e nazionali per il turismo e il mare (blue economy).
Gli obiettivi strategici dovrebbero/potrebbero essere in primis:
1) Valorizzazione della competitività nel settore turistico e del mare del Comune di Ugento (turismo balneare, turismo congressuale, nautica da diporto, immersioni e diving, etc.);
2) Tutela dell’ambiente marino – costiero e valorizzazione delle risorse marine dal punto di vista ecologico, ambientale, logistico, economico;
3) Promozione e sviluppo della qualità della vita e dell’intero territorio comunale nell’ottica delle politiche di miglioramento continuo;
4) Raccordo con il Comitato interministeriale per le politiche del mare in seno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed alle altre organizzazioni statali e regionali;
5) Valorizzazione del demanio marittimo, con particolare riferimento alle concessioni demaniali marittime per finalità turistico – ricreative. Alla visione strategica della presente proposta seguono specifiche linee di azione, che possono così sintetizzarsi:
a) Contribuire alle iniziative di intrattenimenti e promozione turistica di interesse locale;
b) Proporre strategie comunicative e azioni di marketing rivolte ai mercati italiani e stranieri, in raccordo con l’eventuale elaborazione del proposto “piano di marketing territoriale”;
c) Suggerire iniziative atte a migliorare l’ospitalità e l’offerta turistica locale;
d) Esprimere pareri sulle questioni che gli organi comunali ritengono di sottoporle;
e) Valorizzare l’offerta turistica del nostro territorio suggerendo azioni utili ad evidenziare le peculiarità storico artistiche, culturali, paesaggistiche, commerciali , di intrattenimento e gastronomiche;
f) Promuovere incontri, studi e ricerche nel settore del turismo e del mare;
g) Elaborazione, adozione e adesione a progetti attinenti alle materie mare e turismo;
h) Contribuire alle iniziative di intrattenimento e promozione turistica di interesse locale;
i) Fornire ogni utile supporto al coordinamento dei rapporti permanenti con le consulte e i forum presenti nel territorio provinciale, regionale e nazionale.
Come ho già avuto modo di spiegare su un recente articolo , il mare costituisce una risorsa che pone dinanzi a tutti noi (politici, amministratori e cittadini), delle enormi opportunità che occorre cogliere con attenzione, competenza ed umiltà. La blue economy comporta una sfida che riguarda tutti, non scindibile dal territorio e dal futuro. Credo che abbiamo il dovere di impegnarci, non sottraendoci a porre in gioco ogni risorsa possibile per un futuro prospero e sostenibile per tutti.
Fiducioso nella vostra attenzione, l’occasione è gradita per inviare i migliori saluti. Sempre a disposizione.
Cordialmente,
Dott. Cristian ROVITO

Il testo della proposta protocollata da Cristian Rovito

Non di solo mare vive Ugento. O non dovrebbe!

Il prestigioso riconoscimento della Bandiera blu è certamente un traguardo di cui essere orgogliosi. Di cui vantarsi quando si interloquisce con i turisti o con i forestieri provenienti da altri territori. Un brand per attrarre turisti e investitori, creando come direbbero Philip Kotler e Gary Armstrong: «una risorsa più durevole dell’impresa, che vive più a lungo dei singoli prodotti e delle strutture; che identifica come valore in termini di percezione positiva dell’utente una realtà territoriale».

Nei giorni scorsi presso la ex chiesa di Santa Filomena è stata presentata una straordinaria opera titolata “Ugento Sacra”, frutto di un generoso e minuzioso impegno di ricerca storica portato avanti con competenza e passione dal nostro concittadino Luciano Antonazzo. Tra gli interventi, quello del nostro vescovo Vito Angiuli, al dì là dei richiami puramente tecnici sulla storia sacra e sulla metodologia di ricerca utilizzata dall’autore, mi è sembrato alquanto significativo per il riferimento alla necessità per il nostro territorio di “fare cultura” come strumento di progresso economico e sociale, non “essendoci in Ugento soltanto il mare”.

Prendendo quindi spunto da questa interessante e propositiva riflessione, ritengo che se da un latto sia corretto “vantarsi” di un traguardo cosi importante, dall’altro occorra concentrare tutti gli sforzi, si direbbe in un’ottica sistemica, per mantenere e continuare l’azione di miglioramento del territorio, della sua offerta culturale (che è notevole e probabilmente non ce rendiamo neanche conto!), di quei servizi ecosistemici che devono incontrare una fedeltà ed unità di intenti ormai essenziale per crescere in senso ecosostenibile. Crescita sostenibile non significa soltanto “posti di lavoro”. La sostenibilità implica un benessere che è ambientale, sociale ed economico; costante e preferibilmente crescente e la prospettiva di lasciare alle generazioni future una qualità della vita non inferiore a quella attuale. 

Occorre mettere a sistema tutti i beni culturali di cui disponiamo. Quindi l’augurio è che l’Amministrazione comunale possa quanto prima rendere fruibili i nostri beni, mettendoli a disposizione di tutti. Le sfide che abbiamo di fronte non sono facili. Proprio perché non sono facili è indispensabili approcciarsi proattivamente ai problemi con un coinvolgimento a 360° di tutti i centri funzionali della socializzazione. Occorre intervenire efficacemente in quella che un grande sociologo americano come Parsons  ha individuato come “struttura sociale”: famiglia, scuola, centri intermedi di formazione/educazione, Chiesa, associazionismo, etc. Gli interventi devono quindi essere concentrici, mirati e sistemici nel senso che devono agire insieme. Peraltro, la neuroscienza ha ormai dimostrato come ammirare un capolavoro, ascoltare della musica o contemplare un bel paesaggio attiva negli esseri umani l’area celebrale del piacere che può essere curativa per molte patologie. Alla cultura deve essere istituzionalmente riconosciuto un ruolo importante all’interno delle politiche di welfare. L’OMS identifica la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non meramente assenza di malattia”, estendendo notevolmente i fattori che concorrono al benessere individuale e sociale. La cultura è un fattore fondamentale per la promozione del benessere e della salute dei cittadini, in strategie nelle quali convergano azioni volte a favorire la partecipazione culturale attiva, il benessere psicologico, la coesione sociale e l’empowerment individuale e sociale. 

Un’iniziativa importante da promuovere anche nella nostra piccola comunità potrebbe essere la creazione di progetti per consentire ai più giovani di prendersi cura del proprio territorio. Non meri corsi di arte, ma azioni di programmazione serie e condivise per gite, visite, immersioni virtuali, esperienze di volontariato. Purtroppo è abitudine far veleggiare la cultura, perché è divertente e piacevole, ma quando se ne parla è quasi sempre noioso.

Bisogna quindi allontanare la noia, darsi da fare con una consapevolezza che spesso sfugge agli amministratori pubblici, che hanno l’esigenza di creare convegni e stati generali che spesso però non portano ad alcuna conseguenza pratica. E’ necessario che le molte associazioni di volontariato presenti ed operanti nel nostro territorio non si limitino a singoli eventi od anche alle sole “sagre” che pure fanno cultura. Devono essere veicolo di coinvolgimento e di partecipazione alla crescita civile e morale dei propri soci e della collettività, creando un nuovo spirito di comunità.

Chissà se l’occasione di questo articolo non possa essere uno stimolo all’Amministrazione comunale (in realtà è una proposta!) per la costituzione di una “consulta della cultura” con il compito di fungere da raccordo tra la pubblica amministrazione ed il variegato mondo delle associazioni culturali. 

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