Piccoli grandi eroi: gli imprenditori a Ugento

In un periodo di forte crisi economica, con la recessione alle porte che attende a braccetto di una folle guerra atomica, il tema della competitività e della produttività tornano ad essere centrali per molte aziende che rischiano di perdere larghe fasce di mercato.

La crisi delle materie prime sta costringendo alla chiusura forzata diverse aziende piene zeppe di commesse, e in alcuni casi hanno preferito pagare forti penali pur di non riavviare la produzione. Il caso più caldo in questo momento sono sicuramente le cartiere, aziende energivore che esigono una lunga catena trasformativa per funzionare e che per questo si stanno via via spegnendo in tutto il nostro paese.

Un fatto che potrà sembrare secondario, ma che si riverbera effettivamente sui costi di ogni tipo di prodotto, anche e soprattutto quelli editoriali come il nostro magazine mensile, che da dicembre scorso ad oggi ha avuto un aumento dei costi di quasi il 100%, costringendoci più volte a rivedere i nostri piani, rinunciando momentaneamente al piano di sviluppo editoriale che era stato prefissato all’inizio di quest’avventura.

Ma come noi sono in sofferenza ben più grave migliaia di piccole aziende che rappresentano il tessuto vivo della nostra società: piccoli ingranaggi economici che iniziano saltare nell’insieme di leve e contrappesi che da sempre ha fatto funzionare il nostro sistema economico, che mai come oggi appare fragile ed esposta alle bizze degli speculatori di turno.

Ma ci sono anche altri fattori, che particolarmente nel nostro paese, rischiano di far diventare gli imprenditori rari come i panda. Perché se è vero come è vero che Ugento è un paese di questo sconclusionato sud Italia, è anche vero che il nostro paese ha perso, negli anni, più di un’occasione per migliorare la vita degli imprenditori di questo vasto territorio.

una foto dall’alto della zona industriale di Ugento

Partendo da una zona industriale pressoché abbandonata a se stessa, occupata periodicamente da folti gruppi di ROM che trovano comodo campeggiare lungo lo stradone abbandonato che fu concepito a suo tempo per ospitare i capannoni che non si sono mai fatti, complice la totale mancanza di servizi, anche primari, come fogna ed acqua.

Un territorio come detto molto vasto, che per questo soffre di disservizi atavici, legati anche ai servizi essenziali come l’elettricità: è il caso di diverse aziende che si trovano tra Casarano e Ugento, che da anni subiscono danni dovuti agli sbalzi di tensione di una linea elettrica mai effettivamente rinnovata. Ma non solo, perché queste aziende sono le stesse che dopo pochi minuti di pioggia rischiano ogni volta di andare sott’acqua, come successo anche pochi giorni fa, con la via di Casarano che si è trasformata in un piccolo fiume.

Un fenomeno che diventa via via sempre più problematico, complici i cambiamenti climatici e la progressiva desertificazione dei terreni colpiti dalla xylella fastidiosa.

Ma non è tutto, perché nel 2022 il problema per le imprese di Ugento è sempre più legato alla rete Internet. La banda larga, presente in aree costiere come Mare Verde, non è utilizzabile su gran parte del centro abitato di Ugento, compresa la Zona industriale. Esistono aziende in via Mare che continuano a subire enormi disagi legati all’impossibilità di inviare e ricevere materiale digitale via internet. Stessa situazione per le aziende che si trovano fuori dal centro abitato, che molte volte faticano anche ad avere una rete gsm stabile. Di fatto a Ugento è impossibile impiantare aziende 4.0, essendo privo di una rete Internet stabile.

Un quadro che tratteggia quanto sia più difficile fare impresa qui rispetto ad altri posti, schizzando il ritratto di un imprenditore super eroe, che nonostante il ritardo infrastrutturale continua a rimanere sul mercato, misurandosi con colossi che dalla loro possono avere la fattiva collaborazione statale, vera e propria assente ingiustificata nel nostro paese.

Anche la burocrazia influisce in tutto questo: il Comune di Ugento infatti continua a subire sentenze da parte del TAR, che lo vede soccombente rispetto ad imprenditori che si sono visti negata l’opportunità di investire nel nostro territorio, con motivazioni che molte volte sono di natura meramente personale.

Il caso dell’imprenditore )di cui si è anche discusso in consiglio comunale) che per più di dieci anni si è visto negare il suo sacrosanto diritto di poter aprire un’area camper in zona Fontanelle è il caso più lampante, con il Comune di Ugento che è stato condannato a risarcire l’imprenditore con una cifra misera, rispetto ai milioni di euro di mancato fatturato causati da una decisone arbitraria presa dalla giunta guidata da Massimo Lecci.

Una foto di agosto scorso in zona Fontanelle

Cosa dire poi degli imprenditori del settore turistico, che mai come quest’anno hanno dovuto subire pesanti danni dall’iniziativa statale: Ugento continua ad essere la seconda meta turistica della Puglia ma ancora oggi non ha un servizio di trasporto pubblico messo a disposizione dei turisti estivi, non ha una stazione ferroviaria che si possa dire tale, non ha un servizio attivo di noleggio di bici e mezzi elettrici. Tutto questo in un angolo di paradiso che, soprattutto nella passata estate è stato caratterizzato, dalla presenza sempre crescente di discariche abusive, figlie della politica fallimentare della raccolta rifiuti varata dal Comune di Ugento, con una ricaduta negativa in termini di immagine di un settore che, ricordiamolo sempre, nel nostro paese è nato e si tiene in piedi unicamente per l’iniziativa privata.

Proprio per questo a mio avviso è sempre più urgente poter ricevere un aiuto fattivo dalla politica locale, che deve sforzarsi di capire i bisogni degli imprenditori o almeno provare a farlo. Un atto effettivamente davvero molto difficile per chi non ha mai timbrato un cartellino in vita sua o è stato allevato dalla tetta statale, ma che per questo non può costringere in ginocchio chi contribuisce a portare effettivamente avanti l’economia del nostro paese.

Il pensiero fisso che mi rimane a questo punto è uno solo: riuscireste a pensare cosa sarebbero i nostri imprenditori se avessero gli stessi mezzi dei loro colleghi di altri paesi?

Essere giovani imprenditori a Ugento è possibile: il caso GAAR

In un periodo dove spesso si sente parlare dei devastanti effetti della crisi economica che costringe alla chiusura diverse realtà imprenditoriali, è bello parlare di una storia che va contro corrente, smentendo lo stereotipo che vede il sud Italia come una deserta landa dove per essere imprenditori bisogna per forza aver superato abbondantemente i fatidici “anta”.
Stiamo parlando di due giovani imprenditori ugentini, Antonio e Gianluca, che sulle orme del capostipite Giovanni, hanno rilevato e sviluppato un’attività partita nel 1995, da una piccola pompa di benzina in via mare ad Ugento. Proprio da qui è partita l’avventura imprenditoriale di Giovanni, padre di Antonio, che dopo una vita di sacrifici come emigrante, trovò in questa occasione lavorativa la soluzione per tornare finalmente nel suo amato paese natio.
Antonio e Gianluca non si sono però limitati a portare avanti quello che con Giovanni aveva avuto inizio, bensì hanno investito il loro tempo, la loro passione e il loro denaro nello sviluppo di un’azienda che doveva evolversi per poter stare al passo con le sfide di un territorio che da lì a poco avrebbe visto lo scoppio del grande turismo di massa.
Così facendo nel 2007 apre il primo piccolo Snack Bar, fino ad arrivare a oggi, dove Gaar Srl, la societa’ fondata dai due, conta quattro distributori carburante, tre Snack Café avviati di cui due con annessa rivendita Tabacchi a Ugento e Melissano, 13 dipendenti all’attivo assunti e tutti del nostro territorio, un fattore non da poco visto i tempi.
Sono molte e a volte insormontabili, infatti, le difficoltà che si oggi si incontrano, data la condizione economica generale della nostra nazione oltre a un carico burocratico che molte volte ti porta quasi a mollare.
Il punto di forza è sicuramente il rapporto che abbiamo con i nostri ragazzi, affermano Antonio e Gianluca, sono loro che grazie al loro impegno contribuiscono attivamente alla crescita della nostra attività, cerchiamo di instaurare con loro un clima di fiducia e reciproco rispetto; siamo prima una famiglia, poi un’azienda.

Questo si riflette in un rapporto di fiducia anche con i nostri clienti, vero fulcro della nostra attività che ha avuto la possibilità di espandersi anche grazie al loro entusiasmo e al loro affetto.

Una realtà dinamica e al passo con i tempi quella della Gaar, che dimostra come l’impegno, la dedizione e la passione possano fare la differenza nella riuscita di un progetto imprenditoriale, a qualsiasi latitudine e in qualsiasi condizione. Sicuramente un buon esempio per tutti i ragazzi del nostro paese che iniziano ad affacciarsi al mondo del lavoro.

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