Treni Storici: un’altra occasione persa dal comune di Ugento

“Quello dei cammini e dei treni storici è un patrimonio enorme che dobbiamo mettere a frutto, svilupparlo senza consumarlo”. Lo ha detto il ministro del Turismo Massimo Garavaglia che sta percorrendo, a bordo di un treno storico della fondazione Fs, accompagnato dall’assessore al turismo della Regione Puglia Massimo Bray ,l’ultima tappa della Marcia europea della via Francigena ‘Road to Rome 2021’, da Otranto a Gagliano del Capo, che però non ha previsto alcuna fermata ad Ugento

L’importanza dell’occasione persa da Ugento viene sottolineata dalle parole dello stesso ministro:

I cammini sono uno strumento importantissimo ma dobbiamo creare un sistema in modo che non siano sono eventi spot, così come per i treni storici”. “Questa miscela straordinaria di arte, storia, cultura e paesaggio che abbiamo – ha concluso – è la nostra migliore materia prima sulla quale bisogna investire”.

Ugento, quindi, sembra essere coinvolto in questo progetto solo marginalmente, pur essendo storicamente una delle fermate più importanti della via Francigena in Salento. Eppure la nuova amministrazione ha approfittato subito per promuoversi attraverso la sua pagina Facebook. Ecco il post intero:

Un post che suona come una presa in giro per un territorio che così tanto sta investendo nel settore turistico. La verità rimane comunque scolpita nella realtà dei fatti: il treno ad Ugento non si è fermato. Questo potrebbe essere dovuto anche dalle condizioni in cui versa la sua stazione?


    A bordo del convoglio storico erano presenti anche il presidente dell’associazione europea delle Vie Francigene Massimo Tedeschi, i rappresentanti istituzionali di Inghilterra, Francia, Svizzera, Italia, e delle regioni che compongono la via Francigena, e il direttore generale della Fondazione FS italiane Luigi Cantamessa. (ANSA)

Pronti, partenza, via: c’è già la prima promessa mancata ed il museo resta chiuso

Clamoroso ad Ugento, a pochi giorni dall’insediamento del nuovo sindaco Salvatore Chiga, si constata già la prima, grande, promessa mancata. Il 4 ottobre, infatti, doveva decidersi della sorte del nuovo museo di Ugento, ma purtroppo ad oggi, nessuno ha notizie.

Quello che ci è dato sapere è solo che il museo è e continuerà a rimanere chiuso, in uno stato di totale abbandono.

una delle telecamere esterne del museo, asportata con la forza da ignoti

Una storia, quella del nuovo sistema museale di Ugento, piena zeppa di polemiche fin dal suo principio. Fu infatti proprio il sindaco uscente Massimo Lecci a decidere del destino del museo, spingendo per l’assegnazione dei beni alla società “Studio di consulenza archeologica” . La gara non mancò di provocare ardenti polemiche, con un capitolato che sembrava cucito magistralmente sulla società aggiudicataria.

Nonostante questo, le polemiche non si assopirono, vertendo sulla presunta irregolarità del DURC (DOCUMENTO UNICO DI REGOLARITA’ CONTRIBUTIVA) della società di proprietà del Sig. Paolo Schiavano.

Proprio per questo ci furono diversi esposti e missive rivolte sia a politici che ai tecnici che curarono quella gara. La risposta fu elusiva e scarna di particolari: chi di dovere si difese dicendo che non era compito dell’amministrazione controllare il DURC dell’aggiudicatario. Infatti, in questi lunghi 10 anni, sono stati affidati a questa società lavori e contratti per Centinaia di migliaia di Euro, come è facile constatare sul sito del comune di Ugento.

https://www.comune.ugento.le.it/amministrazione/attivita/bandi-di-gara-e-contratti/item/studio-di-consulenza-archeologica

Oggi, dopo 10 anni, la situazione è sotto gli occhi di tutti. Beni per cui sono stati spesi milioni di euro lasciati marcire in uno stato di perenne abbandono e con un ulteriore beffa: la comunità, infatti, sta continuando a pagare le bollette e i conti che per contratto spettavano al gestore. Anche del canone di gestione che la società doveva versare al comune non è dato sapere nulla.

Quella volta che Fabio e Mingo vennero nella discarica di Ugento

Era il 2006, Massimo Lecci era assessore all’ambiente e i noti inviati di Striscia la Notizia fecero visita ad Ugento, in particolare a contrada Burgesi. Qui, infatti, oltre all’ex discarica Monteco e all’attuale discarica Marcegaglia, è presente uno scheletro di cemento armato che, nel tempo, è diventato un monumento allo spreco e alle opportunità mancate.

Foto satellitare dell’area in cui ricade il centro di selezione rifiuti

Stiamo parlando di un centro per lo smistamento e la selezione dei rifiuti tal quale. Un impianto avveniristico che a pieno regime avrebbe dato lavoro a circa 20 persone, producendo un’introito per il comune di Ugento di circa 400 mila Euro annui.

Un impianto costato più di 5 miliardi di Lire e che fu anche al centro di un’inchiesta della magistratura, che costò l’arresto ad un dirigente comunale dell’epoca; nonostante questo l’impianto non è mai entrato in funzione, diventando ben presto meta di vandali e sciacalli, che nel giro di pochi mesi ripulirono tutta l’area, rendendo l’impianto, di fatto, inutilizzabile. Oggi non esiste più neanche la linea di separazione, scomparsa magicamente in una notte di 12 anni fa.

una foto dell’impianto oggi

Ricorda Luigi Corvaglia, ex segretario cittadino dei DS e uno dei più attivi nella battaglia per salvare l’impianto

Quell’impianto comunque nasce senza padri. Anzi no, uno lo aveva: la Monteco. Fu lei, in virtù della prima convenzione della discarica (che gli consegnava ogni attività, presente e futura nell’ambito dei rifiuti) a sponsorizzarlo.

Certo è che, ad oltre 20 anni dalla sua realizzazione, l’unica cosa a rimanere sono i rimpianti e la rabbia: rimpianti per quello che poteva essere e non è stato, rabbia per le tante promesse mancate degli amministratori che si sono avvicendati in questo arco di tempo.

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