Ricorso al tar: il museo di Ugento resta chiuso

Nonostante gli annunci dell’amministrazione cittadina, non sembra chiudersi la questione legata all’appalto di gestione del sistema museale di Ugento. Dopo la revoca infatti arriva il ricorso al tar del precedente gestore Paolo Schiavano.

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Come si legge nella delibera 267 del 26/11/2021 il comune di Ugento ha dato mandato per tutelarsi nel procedimento che lo vede contrapposto al vecchio gestore, nello specifico:

DI AUTORIZZARE, pertanto, il Comune di Ugento a resistere in giudizio in relazione al ricorso promosso innanzi al Tar Puglia – sez. Lecce dallo …OMISSIS… per l’annullamento, previa sospensione cautelare, della “determinazione del responsabile del I Settore – Affari generali e istituzionali n. 838 del 22.10.2021 notificata il 25.10.2021 ad oggetto “Procedura ristretta affidamento in concessione gestione dei beni museali e culturali consistenti nel Museo di Archeologia, Museo Colosso, Complesso monumentale, Cripta del Crocefisso e Chiesa della Madonna di Costantinopoli con annessa area archeologica, Castello, Palazzo Rovito (community library), Chiesa Santa Filomena. Importo di gara € 981.000,00. CIG 80666076AD. Revoca aggiudicazione e conseguente scorrimento della graduatoria”; b) dell’ordinanza del Responsabile del settore gestione del patrimonio del Comune di Ugento n. 112/2021 del 15.11.2021 ad oggetto “Ordinanza di sgombero beni culturali e museali per occupazione abusiva”; c) di tutti gli atti connessi, presupposti e conseguenti, compresa la nota prot. 24984 del 24.9.2021 a firma del Responsabile Affari Generali e Istituzionali, nonché: a) per la declaratoria di inefficacia dell’ordinanza n. 112/2021 del 15.121.2021 del responsabile del settore gestione del patrimonio in assenza di rituale notifica alla società destinataria; b) per il riconoscimento del risarcimento del danno ingiusto subito dalla ricorrente in ragione della illegittimità della revoca e, in generale, del comportamento tenuto dal Comune di Ugento nella complessiva vicenda”;

La vicenda verte su due distinte questioni:

  • la revoca dell’aggiudicazione dell’appalto
  • l’ordinanza di restituzione delle chiavi di tutti gli immobili precedentemente assegnati alla società guidata da Paolo Schiavano.

Mentre la prima potrebbe avere tempi lunghi, la seconda questione è quella che dovrebbe chiarirsi prima, in quanto natura di una procedura d’urgenza.

Per quanto riguarda il merito delle questioni rimane ancora un’aura d’incertezza su tutto il procedimento, con la concreta possibilità di vedere il comune di Ugento soccombente rispetto alle dimostranze del gestore uscente, innescando per questo un procedimento risarcitorio nei suoi confronti.

Il nodo centrale rimane sempre il capitolato d’appalto, che ha visto arrivare seconda la società Orione srl, a cui poi è stato affidato il servizio con uno dei primi atti ufficiali della nuova amministrazione. Un fatto che potrebbe innescare una lunga serie di ricorsi e contro ricorsi che causeranno l’inevitabile allungamento dei tempi, con il perdurare di una situazione di disagio per i cittadini e i numerosi turisti che scelgono di visitare Ugento e che in molti iniziano a sospettare fosse voluta sin dall’inizio.

L’Unica cosa certa per ora, infatti, è che il sistema museale continuerà a rimanere chiuso fino alla fine dell’intera querelle amministrativa in atto. 

20 mila € per il palazzetto di T.S.Giovanni

20 mila Euro con assegnazione diretta per decidere cosa fare di quel che è rimasto dell’ex pallone tensostatico di Torre San Giovanni, che, come pare, sarà destinato a diventare un teatro tenda e non più una piscina coperta, come espresso in campagna elettorale dalla lista Cittadini Protagonisti.

Con la determina 884 del 12/11/2021 si decide, infatti, di affidare 20 mila Euro derivanti dalla tassa di soggiorno all’architetto di Ugento Antonio Lecci.

DI AFFIDARE, ai sensi dell’art. 36, comma 2, lettera a) del D.Lgs. n. 50 del 18.04.2016 all’Arch. Antonio LECCI, libero professionista, nato ad Ugento (LE), il 13.06.1971 ed ivi residente alla Via A. Del Balzo n. 81, Partita IVA 03812590754, iscritto all’Albo degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Lecce con il n. 1421, l’incarico per l’espletamento dell’attività di progettazione definitiva con proposta di riqualificazione e riconversione della struttura esistente “pallone tensostatico” in “teatro – tenda, per l’importo di € 20.000,00 IVA e CAP compresi;
DI IMPEGNARE, in favore del suddetto professionista, la spesa complessiva di € 20.000,00 compresi oneri previdenziali ed IVA, inerente il pagamento dei servizi affidati con il presente provvedimento, sul Piano dei Conti integrato 1.03.02.11.999, Missione 07, Programma 01 “ALTRE PRESTAZIONI PROF.LI E SPECIAL. NAC – IMPOSTA SOGGIORNO – URBANISTICA”, (ex Cap. 790, art. 14) del bilancio 2021;

Si tratta, quindi, della fase progettuale al quale poi dovranno seguire diversi iter per portare all’effettiva realizzazione dell’opera che, visto lo stato, potrebbe non vedere la luce neanche in questa consiliatura, dopo 15 anni di totale abbandono.

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Quel che è rimasto del progetto “Cavaleonte”

Era il 2011 e sulle pagine della nota testata on-line Lecceprima appariva un articolo dal titolo : “Cavaleonte”: parco multifunzionale nell’area Burgesi” che vi riportiamo integralmente

UGENTO – Sì al progetto “Cavaleonte” del comune di Ugento: con determinazione del 26 gennaio 2011, il dirigente del servizio risorse naturali della Regione Puglia ha approvato la graduatoria provvisoria dei progetti presentati nell’ambito dell’avviso pubblico comprendente interventi finalizzati al recupero ambientale delle cave dismesse. L’amministrazione comunale ugentina saluta con soddisfazione il riconoscimento del finanziamento pari ad euro 998mila euro che, se confermato in sede di stesura della graduatoria definitiva, consentirà di realizzare il progetto denominato: “Cavaleonte: il parco multifunzionale delle cave”. L’iniziativa prevede il risanamento e il riutilizzo ecosostenibile per finalità sociali ed ambientali delle ex-aree estrattive site in località “Burgesi”. Queste cave, da sempre identificate dalla collettività quale emblema di aree degradate, sfregiate dal traffico e dallo smaltimento illegale di rifiuti, sono state oggetto di bonifica dai rifiuti presenti e rimozione del materiale contaminato, dopo essere state acquisite alla titolarità pubblica. La zona oggetto di intervento comprende aree di estrazione, aree pinetate e formazioni carsiche di origine naturale. In particolare, il progetto, per un importo complessivo di un milione di euro, prevede la realizzazione di un centro di addestramento e polo formativo per le unità cinofile dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile e di altri corpi di sicurezza dello Stato. In tutta la Regione Puglia si riscontra l’assenza di un centro con queste caratteristiche, atteso che, in Italia esistono solo due centri simili (Volpiano e Campobasso).

Inoltre si vuole attrezzare un’area eventi, ricavata all’interno della cava, destinata ad ospitare eventi culturali e didattici all’aperto, quali concerti, rappresentazioni teatrali, raduni dei corpi di sicurezza, manifestazioni legate al settore della cinofilia da soccorso, attività per le scuole collegate alla promozione del limitrofo Parco naturale regionale. E ancora si vuole realizzare un percorso naturalistico/ricreativo attrezzato per la valorizzazione delle peculiarità ambientali del Parco delle cave delimitato da staccionate in legno con pannelli informativi multilingue e piccole isole ecologiche in legno. Infine, la creazione di uno specchio d’acqua per il recupero e ricovero delle tartarughe acquatiche americane Trachemys al fine di ridurre gli impatti negativi provocati dal commercio e dall’abbandono di tali testuggini nelle aree umide, nelle paludi e nei canali della Regione Puglia e del Parco Naturale Regionale “Litorale di Ugento”.

Ma a 10 anni di distanza, sarà andata come descritto in quest’articolo? La risposta è no.

Stiamo parlando di una vasta area a ridosso delle discariche di Burgesi, interessata da un’ampia azione di risanamento e bonifica conseguente al ritrovamento di centinaia di fusti di pcb, avvenuto a cavallo tra gli anni 90 e i 2000.

Dopo la bonifica si poneva il problema dell’impiego di quest’area e da qui nacque il progetto “Cavaleonte”, che ad oggi vede attivo e operativo solo il campo di addestramento dei vigili del fuoco, un’opera importante si, ma dalle ricadute sociali in zona pari a 0. Il resto di quanto annunciato è rimasto solo su carta.

Non si hanno notizie, infatti, del laghetto artificiale per il recupero e ricovero delle tartarughe acquatiche americane Trachemys nè tantomeno dell’area concerti che avrebbe permesso l’utilizzo attivo di quest’area, che ad oggi, sembra versare in uno stato di semiabbandono.

I pannelli annunciati hanno lasciato posto a delle cornici vuote e non risulta traccia di alcuna isola ecologica in legno. Neanche l’importo stimato risulta essere stato mantenuto. Alla cifra di 998mila € vanno infatti aggiunti i costi di rifunzionalizzazione dell’area, vittima di diversi atti vandalici, causati anche dallo stato di abbandono che già 9 anni fa questo blog aveva denunciato con un video

 

https://www.youtube.com/watch?v=CXO3fARuiKE

Nonostante quello che sembra un progetto fallimentare, il sindaco Massimo Lecci non ha perso occasione per sottolinearne l’importanza in campagna elettorale, con un video che non ha però toccato gli argomenti trattati in questo articolo

https://fb.watch/99mpRJ47H5/

Il peccato è che si poteva trattare di un opera dal fortissimo impatto sociale e che, a regime, avrebbe prodotto anche un indotto indiretto per il nostro comune, nonchè l’attivazione e la produzione di posti di lavoro altamente qualificati.

Non di meno conto è che, finalmente , si sarebbe fatto qualcosa di vero e tangibile per le fasce più giovani della popolazione, vere e proprie vittime sacrificali di una politica che da 20 anni considera i giovani come un problema e non come una risorsa, prova ne sia il tasso di emigrazione giovanile in costante aumento.

https://www.youtube.com/watch?v=Rau_TVDoWf4

Opposizione all’attacco: “Il parco archeologico è sempre chiuso”

Prime schermaglie di parte dell’opposizione di Ugento, quella guidata da Giulio Lisi, che oggi ha pubblicato sulla propria pagina Facebook un duro attacco nei confronti dell’amministrazione comunale.

Il post verte sull’apertura del “Parco archeologico delle mura messapiche”, un’opera lodata dall’amministrazione anche in campagna elettorale che però, a dire della lista “Uniti verso il Futuro”, è sempre chiusa.

Un triste destino riservato a diverse opere del comune di Ugento, non ultimo il campo di padel, di cui avevamo già parlato in un precedente articolo.

Ecco il testo del post:

Oggi vi parliamo di un altro importante investimento realizzato nel nostro amato territorio ma anche questo categoricamente CHIUSO.

IL PARCO ARCHEOLOGICO DELLE MURA MESSAPICHE.

Sono giorni che scrupolosamente monitoriamo il parco per vedere effettivamente se il parco viene reso fruibile al pubblico o meno.

Ovviamente la risposta è troppo semplice da intuire. Oltre a non essere MAI stato aperto, qualcuno ha pensato benissimamente di ricordare ai passanti, al vicinato ed ai cittadini tutti che l’intera area è una ZONA PRIVATA!

Come per dire ” non mi assillate, qui è casa mia e faccio quello che voglio”.

AVETE CAPITO BENE CARI CITTADINI.

Giustamente, perché in sede contrattuale quando ad un privato si chiedono delle condizioni ed in cambio recuperi l’intera area queste devono essere rispettate non solo sulla carta, ma soprattutto all’atto pratico. Qualcuno ha mai controllato?

Che senso ha sottoscrivere una convenzione nel 2021 (dopo anni di chiusura) per la gestione del parco, affrettarsi prima delle elezioni comunali di installare la segnaletica stradale, promuovere l’apertura del parco con tanto di orari invernali ed estivi (sempre in campagna elettorale) e poi…

PROPRIETÀ PRIVATA!!!

La convenzione recita che gli orari di apertura sono:

Inverno

dalle 10.30 alle 18.00

Estate

dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 18.30 alle 20.30

e non parla di PRENOTARE l’ingresso, è un parco e non un museo ( ah già ancora chiuso).

Chiederemo spiegazioni a tal proposito. Una cosa è certa, i recuperi delle aree private, parco e castello in primis, sono ammissibili con una condizione essenziale richiesta dagli uffici preposti (ministero e/o regione Puglia).

FRUIZIONE PUBBLICA !!!

SOLDI PUBBLICI = FRUIZIONE PUBBLICA

per chi ancora non lo avesse compreso!

Nel frattempo ci auguriamo che al suo interno gli accessori e i beni presenti siano ancora in buono stato.

Condividiamo cittadini affinché questi tesori possono diventare realmente fruibili. Insieme possiamo cambiare le cose.

Che fine ha fatto il centro di aggregazione di Ugento?

Sono passati 7 anni ormai da quando l’allora sindaco Massimo Lecci annunciava la realizzazione di un centro di aggregazione presso l’immobile che ospitava il consorzio di bonifica in via Mare.

ecco le sue parole di allora

Aver concluso con successo una procedura così articolata ci consentirà di portare avanti progetti ambiziosi per lo sviluppo sociale ed economico del paese. Per questo sento il dovere di ringraziare sentitamente il direttore dell’Agenzia del Demanio di Puglia e Basilicata, dottoressa Giuliana Dionisio, i suoi collaboratori, dottoressa Roberta Deliddo, geometra Fedele Gentile e per il Comune di Ugento gli ingegneri Leonardo Lieviello, Simona Bramato e Luca Casciaro”.

L’amministrazione spiegò in una nota di aver avviato la procedura per perseguire una serie di opere di pubblico interesse, cioè riqualificare, dal punto di vista urbanistico, un intero quartiere attraverso il recupero della sede dell’ex Consorzio di bonifica e realizzare, all’interno della struttura, un centro di aggregazione. (fonte lecceprima)

Tutto molto bello, peccato che ad oggi, dopo quasi 10 anni dall’avvio della pratica che ha portato il comune di Ugento ad acquisire la proprietà dell’immobile di via Mare, nulla sia cambiato. Anzi no, perchè a ben vedere qualcosa è cambiato, cioè le condizioni dell’immobile stesso, murato per evitare il reiterarsi di occupazioni abusive e diventato ormai un rudere, con il pericolo di crolli potenzialmente pericolosi.

“Il campo c’è ma non è regolamentare” Nuova segnalazione

Non ci sono strutture adatte ai giovani..

Per giocare a calcetto bisogna andare fuori paese. A ugento non ci sono campi adatti.

Hanno costruito due campi da calcetto che fanno schifo. Troppo piccoli e non andato a giocare a calcetto 5 contro 5.

Hanno costruito un campo da PADEL. Altra storia non regolamentare. Perché non conforme alle regole del gioco ..

Se devono fare una cosa che la facciano per bene .. che ci siamo stancati ..

Ecco il testo pervenuto sulle nostre pagine social da parte di un nostro lettore. Per questo oggi ci siamo recati presso il campo di Padel di Ugento, realizzato all’interno del cortile adiacente agli spogliatoi del Palaozan “Tiziano Manni”, dove abbiamo effettivamente verificato la veridicità di quanto denunciato.

Oltre alla tenuta del campo di padel, interessato per la seconda volta da lavori di adeguamento, infatti, sono sotto accusa gli scalini che portano ad esso, fatto che renderebbe il campo “irregolare”.

In realtà abbiamo potuto constatare come il campo di padel sia stato omologato con “limitazioni“, riferite appunto al fatto che sia rialzato rispetto al piano strada, rendendo vana la regola del gioco che prevede il poter uscire dal campo per recuperare la palla.

le scale incriminate

Ma come è possibile che un campo realizzato solo 3 anni fa sia stato protagonista già di 3 interventi di ripristino di cui nessuno servito a migliorare la sua agibilità? Questo sembra essere il quesito fondamentale, ricordando le tante opere realizzate e poi abbandonate nel nostro paese.

Politiche giovanili significa anche dare la possibilità ai giovani di avere un’alternativa, avendo a disposizione spazi adeguati per farlo. Cosa dire allora della seconda parte del messaggio, che si sofferma sui campi di calcetto, realizzati da pochi anni e che sembrano versare in uno stato di abbandono perenne, dovuto anche al fatto della loro grandezza non regolamentare.

Il senso del discorso è sempre quello che torna da anni: che senso ha spendere i soldi in questo modo?

Opere inutili, fatte male e delle volte addirittura controproducenti o pericolose, che contribuiscono al disagio dei giovani del nostro territorio, costretti a dover andare fuori paese anche e solo per una semplice partitella a calcio tra amici. La nuova amministrazione è corsa ai ripari assegnando la delega alle politiche giovanili al neo eletto consigliere Vincenzo Scorrano, di cui attendiamo un commento in merito.

Comunicazione istituzionale o campagna elettorale permanente? Il clamoroso caso dei cittadini protagonisti

Ugento, a quanto pare, non è più degli ugentini, bensì solo dei cittadini protagonisti e della loro cerchia. Questo è quello che si evince dopo solo pochi giorni dalle elezioni. Il nostro paese infatti, risulta essere l’unico a non utilizzare un canale “istituzionale” per le comunicazioni ufficiale, bensì un canale politico. Oggi, in questo momento, si sta consumando il fatto più clamoroso: il consiglio comunale trasmesso in diretta sulla pagina politica della maggioranza.

Il concetto è chiaro: se vuoi vedere i consigli comunali, devi essere “fan” dei Cittadini Protagonisti, in una campagna elettorale permanente che offende ogni iniziativa dei cittadini che, pur essendo in disaccordo con la linea di governo, intendono investire o intraprendere iniziative di carattere sociale nel nostro territorio.

uno screenshot dalla pagina Facebook “Cittadini Protagonisti.

Eppure Ugento una pagina ufficiale per la comunicazione istituzionale ce l’ha già, ma risulta inattiva da aprile 2019.

Allora come mai non viene utilizzato il giusto canale per la comunicazione istituzionale del nostro comune? I casi sono due: o sono state smarrite le credenziali per amministrare questa pagina e quindi siamo davanti a persone di estrema incompetenza, oppure si fa finta di non sapere e in questo caso staremo parlando di individui incredibilmente furbi.

Per verificare la veridicità di quanto scritto basta fare un giro su facebook e cercare qualsiasi comune d’Italia e potrete verificare con i vostri occhi come gli altri comuni si comportano: esiste una pagina ufficiale dove vengono diffuse tutte le notizie inerenti il territorio, perchè questo sia di tutti e non solo di chi vota il sindaco. Anche i post su manifestazioni o altro non dovrebbero essere diffuse da pagine a carattere politico, denotando lo stile di chi evidenzia questi comportamenti.

la pagina del comune di Taurisano

Ma non è tutto. Esiste anche una questione di carattere normativo. Le riprese dei consigli comunali sono infatti espressamente vietate dalla legge in assenza di un regolamento che le normi (e non ci risulta che il comune di Ugento abbia mai adottato un regolamento in tal senso), cosi come sottolineato anche dal Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, con un parere che tutti possono leggere utilizzando questo link https://dait.interno.gov.it/pareri/97948.

Come si legge chiaramente : “La giurisprudenza (in particolare, la sentenza n.826 del 16.3.2010 del T.A.R. per il Veneto) afferma che in assenza di un’apposita disciplina regolamentare adottata dall’ente, non possono essere garantiti i diritti previsti dal codice sul trattamento dei dati personali di cui al d.lgs.196 del 2003 e successive modifiche, non essendo consentito al sindaco-presidente estemporanei assensi, alla videoregistrazione.
È stato ritenuto, invece, immediatamente concedibile da parte del Presidente del Consiglio Comunale, nei confronti di emittenti televisive nazionali e locali l’autorizzazione a riprendere, in via non sistematica, gratuitamente e senza diritti di esclusiva, talune brevi fasi delle sedute del Consiglio Comunale in quanto da tale autorizzazione non conseguono obblighi di sorta per l’Amministrazione Comunale quale ‘titolare’ o ‘responsabile’ del trattamento dei personali.
Non sussiste, quindi, un autonomo e indiscriminato diritto a procedere alla registrazione che consenta di superare gli eventuali divieti posti dall’amministrazione.
Sulla materia, anche il Garante per la protezione dei dati personali con nota del 23 aprile 2003 ha ritenuto che l’Amministrazione comunale possa, con apposita norma regolamentare, porre delle condizioni e dei limiti alle riprese ed alla diffusione televisiva delle riunioni del Consiglio Comunale, prevedendo, in quella sede, l’onere di informare preventivamente i presenti nell’aula consiliare dell’esistenza delle telecamere e della successiva diffusione delle immagini, ovvero il divieto di divulgare informazioni sullo stato di salute, nonché le ipotesi in cui eventualmente limitare le riprese per assicurare la riservatezza dei soggetti presenti o oggetto del dibattito.”

Quindi a questo punto le domande sono tante: i consiglieri sono stati informati delle riprese in anticipo? Chi è il responsabile del trattamento dati? A chi è stato affidato questo servizio e perchè? E’ stato pubblicato un avviso pubblico per poterlo selezionare o è stato affidato in assegnazione diretta? Esiste un documento che possa affermarlo? Il soggetto che effettua le riprese viene retribuito?

Non pensiate che questi siano argomenti nuovi per questa maggioranza, che già dieci anni fa provò a bloccare le riprese video dei consigli, con il sottoscritto che fu costretto ad essere scortato dai carabinieri durante il primo consiglio comunale dell’amministrazione Lecci. In quel caso il presidente d’allora Biagio Marchese fu costretto dai fatti a rilasciare un permesso alle riprese a me e altri due soggetti che, in seguito, avrebbero svolto questo servizio.

Uno spregio delle regole fondamentali che governano la democrazia che dimostra ancora una volta il modo di fare di questa maggioranza, che, come espresso anche da diversi suoi esponenti in campagna elettorale, interpreta l’opposizione come un’orpello fastidioso di cui fare a meno. Una minoranza che, speriamo, questa volta vorrà muoversi nelle sede opportune per denunciare questo perdurante malcostume.

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