È con un senso di profonda amarezza e indignazione che apprendiamo la notizia che ormai era nell’aria: il campo di Padel di Ugento, un luogo che poteva rappresentare il cuore pulsante della nostra comunità sportiva, non riaprirà mai più le sue porte. Dopo aver letto l’articolo pubblicato su ozanews.it, è passato più di un anno e solo ora iniziano a circolare notizie ufficiose circa la sorte del campo di Padel di Ugento che a quanto pare non riaprirà più per le ingenti spese occorrenti alla sua risistemazione.
Sono stati spesi centinaia di migliaia di euro per la costruzione e il rinnovo del campo di Padel di Ugento. Si tratta di una somma incredibilmente ingente, che dovrebbe aver portato a un’infrastruttura sportiva di prim’ordine, accessibile a tutti i cittadini e un punto di orgoglio per la nostra comunità.
Tuttavia, la realtà è ben diversa. Nonostante questi enormi investimenti, il campo di Padel è rimasto chiuso e in stato di abbandono. Le promesse di un futuro radiante per gli amanti di questo sport sono state tradite, e i cittadini di Ugento sono stati privati di un luogo di aggregazione, di divertimento e di competizione.
una foto dall’alto del campo di padel di Ugento
La Mancanza di Giustificazioni Plausibili
Ciò che rende ancora più inaccettabile questa situazione è la mancanza di spiegazioni chiare e plausibili da parte delle autorità competenti. Come cittadini di Ugento, abbiamo il diritto di sapere come e perché un progetto così ambizioso e costoso sia stato abbandonato.
Non possiamo accettare il silenzio come risposta. È nostro dovere esigere trasparenza e responsabilità da parte delle istituzioni che gestiscono le risorse pubbliche. Chiediamo che venga condotta un’indagine approfondita per fare chiarezza su come siano stati spesi i fondi e perché il campo di Padel non sia stato aperto al pubblico come previsto.
Questa situazione va oltre l’aspetto finanziario. Il campo di Padel era un luogo dove le persone potevano praticare uno sport sano, socializzare e creare legami all’interno della comunità. La sua chiusura ha un impatto negativo sulla salute fisica e mentale dei cittadini, oltre a togliere un’opportunità di sviluppo e crescita per i giovani.
Il campo di Padel di Ugento rappresentava una promessa di crescita e sviluppo per la nostra città. La sua chiusura è un tradimento delle aspettative dei cittadini e una violazione della fiducia che abbiamo riposto nelle istituzioni. Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a questa ingiustizia. Dobbiamo lottare per il ripristino del nostro campo di Padel e per una maggiore responsabilità nell’uso dei fondi pubblici.
Lì dove prima si udivano gli schiamazzi e le urla di incitazione dei tifosi oggi regna il silenzio, uno strano silenzio, tipico dei posti ricchi di storia e poi abbandonati. Proprio come il pallone tensostatico di Torre san Giovanni, una delle prime opere di questo tipo in tutta Italia, rimasta aperta la pubblico da metà anni ’80 fino ai primi 2000 per poi essere abbandonata, anche a causa del completamento del PalaOzan di Ugento e degli eventi climatici che ne compromisero definitivamente l’agibilità.
il Palazzetto dopo l’abbandono
Un posto magico, costruito in tempi record per star dietro alla gloriosa cavalcata dei Falchi Ugento, che nel 1983 riuscirono ad arrivare in A1 del campionato italiano di pallavolo, senza avere un vero e proprio palazzetto a disposizione; le partite si svolgevano infatti in campo all’interno dell’allora cantina cooperativa Ozan fino al 1985, anno in cui i Falchi si trasferirono definitivamente nel palazzetto dello sport di Torre San Giovanni. La storia di quei falchi la conosciamo tutti e si concluderà solo pochi anni dopo, con il rovinoso fallimento del 1986.
Ma il pallone tensostatico di Torre San Giovanni non ha significato qualcosa solo per la pallavolo e i suoi tifosi, si trattava infatti di una struttura che per anni ha rappresentato l’unico punto sport in tutto il comune e che per questo rappresentava un centro culturale e propulsivo per tutta la frazione di Torre San Giovanni: qui infatti si organizzavano saggi di danza, eventi pubblici e recite scolastiche organizzate da quello che era l’asilo di Torre San Giovanni.
una foto d’epoca durante gli allenamenti dei ragazzi, grazie ad Annarita e Salvatore per avercela inviata sulla nostra pagina Facebook.
15 anni pieni di vita fino al suo declino, coinciso con lo scoppio del turismo di massa nella prima marina (frazione) di Ugento.
Dopo la pubblicazione del piano triennale delle opere pubbliche del Comune di Ugento si apprende della presenza di un piano di investimento di capitali privati pari a un milione e cinquecentomila euro, destinati proprio alla rifunzionalizzazione del palazzetto dello sport di Torre San Giovanni.
Una prospettiva inaspettata che arriva dopo i due progetti approntati dal comune di Ugento:
il project financing da 1 milione e centomila euro del 2019, realizzato senza spese dagli uffici comunali,
il progetto da 20 mila euroaffidato all’architetto Antonio Lecci commissionato solo pochi mesi fa e che prevede la realizzazione di un teatro tenda al posto del palazzetto. Un progetto che punta al mercato del turismo congressuale, stravolgendo il tipo di uso di quest’area.
Abbiamo chiesto per questo spiegazioni all’assessore ai lavori pubblici Alessio Meli:
Dal piano si apprende la presenza di un progetto sostenuto da un forte investimento privato. Può spiegarci meglio?
Il vigente piano triennale delle opere pubbliche, prevede una serie di progetti in corso di programmazione. Fra questi rientra anche il progetto di “Rifunzionalizzazione dell’area dell’impianto sportivo (Pallone Tensostatico) di via Colleoni in Torre San Giovanni”. Il progetto deve necessariamente avere un inquadramento tecnico e come tale va inserito nel rispettivo strumento programmatico quale il piano triennale delle opere pubbliche. Il piano supporta al suo interno, interventi finanziabili con risorse rivenienti da vario gettito, fondi di biliancio o trasferimenti esterni quali contributi straordinari e finanziamenti o capitali privati. La configurazione tecnica e finanziaria di ogni progetto in suddetto piano, rientra nelle prassi gestionali a carattere tecnico, in capo agli uffici competenti.
Quindi in realtà non è stato ancora avanzata nessuna proposta progettuale fattiva che preveda l’investimento di questa somma da parte dei privati, ma gli uffici hanno tenuto conto della possibilità di trasferimenti esterni quali contributi straordinari e finanziamenti o capitali privati.
Abbiamo poi chiesto all’assessore notizie del progetto che era già stato approntato per il recupero del pallone tensostatico di Torre San Giovanni:
Sulla testata Ausentum n°19 del febbraio 2019 appariva un articolo sul bando da 1 milione e cento mila euro. Che fine ha fatto quel progetto?
L’Amministrazione Comunale, al fine di riqualificare il bene in questione, rimuoverlo dal degrado e creare un polo di attrazione per la frazione, anche per il periodo invernale, favoriva l’avvio di una procedura volta, attraverso lo strumento della finanza di progetto, ad individuare un soggetto a cui concedere l’immobile. Con questi propositi, nel 2017, il Settore Lavori Pubblici, conferiva incarico al Prof. Fabio Michele Amatucci, docente presso l’Università Bocconi di Milano, apposito incarico per la redazione di un progetto di fattibilità tecnica ed economica dell’intervento in questione, il quale, successivamente, depositava un’articolata relazione prevedendo il recupero dell’intera struttura da adibire a piscina comunale e a sala conferenze, per un investimento complessivo pari ad €. 1.100.000,00, che veniva successivamente posto a base di gara, attraverso appunto “project financing”, finalizzando tale azione ad acquisire manifestazioni di interesse da parte di operatori economici, che in via prioritaria, avrebbero potuto valutare la realizzazione di quanto previsto dal progetto, ma anche proporre proposte di interventi alternativi, finalizzate comunque a valorizzarne l’area, in conformità alla programmazione urbanistica territoriale.
Un progetto che purtroppo non ha trovato il benestare del mercato, con un bando andato deserto. Forse anche per questo l’amministrazione prova a sondare nuove soluzioni, proprio per questo abbiamo chiesto spiegazioni sulla nuova proposta progettuale:
Con determina 884 del 16/11/2021 sono stati affidati 20 mila euro per redigere un progetto per la realizzazione di un teatro tenda. Può spiegarci?
Premesso che non venivano rilevati operatori economici interessati, l’Amministrazione Comunale, sempre attenta a cogliere ogni qualsiasi sviluppo di nuove misure finaziarie, da parte di Enti sovracomunali, continua a perseguire ogni azione volta al recupero dell’area del Pallone Tensostatico. Posto che svariati sono gli avvisi pubblici rivenienti ed in corso di pubblicazione, da parte di soggetti attuatori, ministeriali e regionali in primis, l’A.C. ha ritenuto di ampliare il proprio parco-progetti, inseriti nella programmazione triennale, talvolta investendo in altra progettazione di livello, quale quella di un Teatro Tenda, utili ad incentivare un turismo congressuale ma anche a garantire una polifunzionalità dell’area con annessa struttura tensostatica.
Abbiamo quindi chiesto, in chiusura, se l’amministrazione avesse una data certa per il recupero di questa importante opera pubblica:
Quando si presume di recuperare definitivamente l’immobile?
Partendo dal presupposto che l’Amministrazione comunale è impegnata a ricercare qualsiasi tipo di soluzione finalizzata al recupero e alla rifunzionalizzazione dell’area in questione, importante è allo stato attuale, dotarsi di progettazioni utili alla fruizione sociale, secondo i dettami posti alla base di ogni nuova misura finanziaria in via di sviluppo. La realizzazione di ogni progetto già maturato, veniva resa possibile, solo in presenza di due importanti fattori: progettazione del livello richiesto e risorsa finanziaria. Ogni misura finanziaria spesso è caratterizzata da vari “Assi” o “Azioni”: ognuna di esse coglie e promuove “spunti chiave” contemplati in ogni avviso pubblico, che necessariamente devono costituire il telaio di ogni progetto. Se manca la progettazione, non si può partecipare ad alcun avviso pubblico, di conseguenza, non si può sperare di intercettare alcun finanziamento. Ampliare la rete di progetti in dotazione, significa avere più chance di partecipazione e più possibilità di esser ammessi al beneficio finanziario, poiché si dirà “che il progetto era rispondente all’Azione n … dell’Avviso Pubblico del …”e di riuscire pertanto a dar seguito ad ogni intervento di riqualificazione.
Niente di certo quindi, si tratta per ora solo di una “speranza” da parte dell’amministrazione comunale, che in questo momento non può ancora garantire una data certa per il recupero di un bene che giace abbandonato da ormai oltre 20 anni.
Anche questa testata , negli anni, si è occupata più volte di quest’argomento; l’ultimo contributo video è infatti di appena un anno fa, con il palazzetto ridotto ormai ad uno scheletro inutilizzabile.
https://www.youtube.com/watch?v=3aAwtyT_6d8
Quello in cui si può magari sperare è un impegno politico nell’attingere a fondi comunali per il recupero e la valorizzazione di questo bene pubblico, senza dover per forza aspettare un bando intercettato dall’alto, in un paese che arriva a incassare fino a 450 mila euro l’anno provenienti dalla tassa di soggiorno. Questo potrebbe permettere l’accelerazione di un iter che non ha ancora niente di definitivo. Una speranza che naturalmente non compete in toto all’assessore Meli, ma che speriamo faccia sua per riportarla all’amministrazione di questo paese.
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