Nuove regole per la gestione della posidonia spiaggiata

La Giunta regionale ha approvato ieri pomeriggio un importante aggiornamento, frutto del lavoro congiunto degli uffici della Sezione Demanio e Patrimonio e della Sezione Ciclo Rifiuti e Bonifiche, delle “Linee Guida per la Gestione delle Biomasse Vegetali Spiaggiate” elaborate nel 2015, alla luce delle modifiche apportate alla disciplina in materia di rifiuti e intervenute a livello nazione che, di fatto, a talune condizioni, escludono la Posidonia spiaggiata dalle materie ritenute “rifiuti”. 

“Per tutti gli operatori che alimentano la nostra economia blu gestendo le spiagge in concessione e per tutti coloro che frequentano gli stabilimento balneari, si tratta di una semplificazione drastica che libera da una serie di incombenze inutili e indirizza , a partire da una gestione in loco, a riutilizzare la Posidonia a fini agronomici o inserendola nei cicli di compostaggio”, sottolinea il vicepresidente della Regione Puglia e assessore al Demanio e Patrimonio.

Vista la necessità che le biomasse vegetali spiaggiate siano gestite “mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettano in pericolo la salute umana”, il gruppo di lavoro che ha visto coinvolte le articolazioni regionali, l’ARPA Puglia, l’Autorità di Bacino Distrettuale, le Province e la Direzione Marittima di Bari, ha rielaborato il testo per tener conto delle ulteriori opzioni di gestione, compresa la reimmissione in ambiente marino e, appunto, l’impiego in agricoltura, introducendo anche indicazioni tecniche, nel rispetto del delicato equilibrio dell’ecosistema marino-costiero e delle esigenze connesse alla fruibilità delle spiagge durante la stagione balneare.

“Lo spiaggiamento delle foglie di Posidonia oceanica è un fenomeno naturale  e l’uso delle spiagge a scopo turistico attualmente determina spesso la rimozione di questi depositi che vengono considerati un’esternalità negativa da gestori e bagnanti. Le nuove linee guida introducono pertanto nuove modalità di gestione delle Biomasse vegetali  che meritano, per la loro funzione ecologica anche contro l’erosione costiera, una gestione oculata e attenta che privilegia il mantenimento o lo spostamento temporaneo  in loco dei cumuli e, solo in determinate condizioni , lo spostamento ex situ o altre opzioni di gestione ambientalmente sostenibili”, osserva l’assessore regionale all’Ambiente.

La delibera approvata ieri è già esecutiva e da oggi martedì 7 giugno, sarà pubblicata sul portale regione.puglia.it nella sezione dedicata al Demanio e Patrimonio.

Posidonia e bacini: una convivenza difficile

La convivenza tra posidonia e bacini è sempre più difficile a causa dei pochi e inutili interventi di miglioria attuati dall’amministrazione e dal consorzio di bonifica.

A distanza di meno di un anno dalla rimozione della imponente ostruzione di residui di posidonia oceanica (lunga oltre 40 metri), che intasava il bacino di Torre San Giovanni nel bel mezzo del centro abitato, nel tratto tra via Corsica e via Malta, l’annoso problema è tornato a ripresentarsi più volte nei mesi scorsi.

La segnalazione arriva dalla pagina facebook “Monitoraggio bacino Torre San Giovanni”. Dal 2019 questa pagina raccoglie documentazione fotografica, con lo scopo di sensibilizzare la popolazione e le istituzioni sulla tutela di quello che è uno dei più importanti ecosistemi palustri del Salento.

Le praterie di posidonia, che sorgono nei fondali al largo delle nostre coste, oltre a rappresentare un bio-indicatore della qualità delle acque marine costiere, svolgono un importante opera nella protezione della linea di costa dall’erosione.

La posidonia come qualsiasi altra pianta, perde le foglie secche, che normalmente non costituiscono un problema, se non visivo, quando spiaggiate lungo la costa.

Rappresenta, però, un serio problema all’interno di un sistema artefatto come quello dei bacini: l’accumulo dell’alga, impedisce il corretto afflusso di acqua dal mare all’interno degli stessi, compromettendo, di fatto, l’equilibrio del delicato ecosistema palustre.

Ne è un esempio la moria di pesci dello scorso ottobre (QUI l’articolo)

I bacini, nati per bonificare, rendendono abitabile un territorio, il nostro, che prima si rivelava inospitale e malarico.

Allo stesso modo,oggi, rischiamo di tornare una terra “inospitale”, quantomeno per i residenti che più volte hanno denunciato problemi di salubrità quali la massiccia presenza di zanzare e l’odore nauseabondo dovuto alle alghe in putrefazione

Anche se in maniera meno vistosa, attualmente il fenomeno è visibile nel tratto dove il canale si distacca da via Corsica formando una curva che poi immette il canale stesso nel bacino Sudenna.

Questa posizione rende difficile, se non impossibile, una eventuale risoluzione con l’ausilio di mezzi cingolati, metodo questo, utilizzato nel corso degli ultimi interventi

I pochi interventi eseguiti negli ultimi anni, ad opera del Consorzio di Bonifica Ugento Li Foggi, l’ente preposto alla manutenzione, non sono stati mai atti alla risoluzione del fenomeno, ma hanno interessato la rimozione occasionale di cumuli di posidonia.

Il problema, visto e considerato l’importante valore naturalistico del sito, ma anche la vocazione turistica di Torre San Giovanni, meriterebbe maggiore attenzione delle istituzioni che finora sono risultati miopi

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