La temperatura politica a Ugento continua a salire, e ieri il “sindaco” Massimo Lecci e il suo vice hanno vissuto un’altra giornata da incubo. Durante la riunione della terza commissione, incaricata di discutere il nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG), i due amministratori sono stati bersagliati da una raffica di insulti e critiche, in un clima che definire infuocato sarebbe un eufemismo.
I cittadini, ormai esasperati, hanno dato voce a un coro di proteste, con particolare accanimento nei confronti del vice sindaco. Il momento di maggiore tensione si è raggiunto quando il presidente della commissione, Francesco Carangelo, ha deciso improvvisamente di chiudere la seduta. Una scelta che ha innescato ulteriore caos, con i presenti già in subbuglio. Carangelo ha poi fatto retromarcia, permettendo che la riunione proseguisse, ma il danno era ormai fatto.
Tra gli interventi di spicco, quello del dott. Damiano Reale ha lasciato tutti di sasso: l’annuncio della possibile chiusura del campeggio di Ugento nel caso in cui il nuovo PUG venga approvato ha scosso profondamente la platea. Non si tratta di un campeggio qualunque, ma del più grande d’Europa, un colosso turistico che ogni anno richiama migliaia di visitatori da tutto il mondo. La sua chiusura significherebbe la perdita di circa 100 posti di lavoro e un colpo mortale all’economia locale.
Ma il campeggio è solo la punta dell’iceberg. Il nuovo PUG, fortemente voluto dall’amministrazione Lecci e in agenda per l’approvazione nel prossimo maggio, rischia di mettere una pietra tombale sullo sviluppo economico della città. Con un impatto devastante sulle famiglie ugentine e un futuro sempre più incerto per i giovani, costretti a cercare fortuna altrove.
Mentre il sindaco e il suo vice continuano a incassare schiaffoni figurati in ogni contesto in cui partecipano, la città assiste a uno scontro che potrebbe segnare il destino di Ugento per anni a venire. A peggiorare ulteriormente la situazione, si aggiunge la questione Burgesi, che in queste ore sta montando con forza. In particolare, il sindaco Chiga si trova al centro delle polemiche, raccogliendo insulti e improperi per una gestione amministrativa che, secondo molti, ha vanificato e oscurato per sempre i suoi 40 anni di attività nel paese, lasciando a tutti il ricordo di un sindaco che non è riuscito a fare nulla per la salute e il bene dei suoi concittadini, mentre ha fatto tanto, anche troppo, per amici e conoscenti. Anche la decisione di continuare ad andare avanti su questo sentiero morto solcato da Massimo Lecci, il vero deus ex machina dell’amministrazione, sottolinea come l’attuale amministrazione comunale di Ugento sia completamente avulsa dalla realtà che vive il territorio e chi lo abita, con manifestazioni di protesta che continuano a segnalare che la misura è ormai colma. Una cosa è certa, il sindaco e il suo vice non godono della fiducia dei cittadini di Ugento, che lo stanno cercando di manifestare in tutti modi, pur tenendo sempre un profilo basso dovuto alla paura che mai passerà fino a quando questa amministrazione, con i suoi modi e i suoi metodi, rimarrà in auge. Il malcontento cresce e la città si interroga: chi pagherà il prezzo più alto di queste scelte?
Mentre Lecce si prepara a rivedere il proprio Piano Urbanistico Generale (PUG), la vicenda diventa un caso esemplare anche per Ugento, dove la prossima amministrazione dovrà affrontare un problema analogo. Il PUG, destinato a ridefinire lo sviluppo urbanistico, infrastrutturale e territoriale delle città, è uno strumento fondamentale, ma la sua gestione e revisione sono spesso accompagnate da polemiche e incertezze. Lecce e Ugento si trovano ora in una situazione parallela: se da un lato il capoluogo salentino ha già avviato la revisione di un piano approvato dalla precedente amministrazione, dall’altro Ugento si prepara ad adottare un PUG che sarà al centro del dibattito politico e urbanistico nei prossimi anni.
L’amministrazione leccese guidata dalla sindaca Adriana Poli Bortone ha deciso di rivedere il PUG varato dalla precedente giunta Salvemini, avvalendosi di un gruppo di esperti selezionati direttamente senza attingere alla precedente short list. La decisione ha suscitato forti perplessità, in particolare da parte del Codacons Lecce, che ha criticato l’assenza di un vero percorso partecipativo e il rischio che il nuovo piano sia il frutto esclusivo di valutazioni tecniche senza un adeguato coinvolgimento della cittadinanza.
Uno degli aspetti più controversi della revisione riguarda la possibile trasformazione di alcune aree da agricole a edificabili e la revisione dei vincoli che attualmente impediscono uno sviluppo costiero più esteso. Secondo i tecnici vicini all’attuale amministrazione, l’obiettivo sarebbe quello di rendere il piano meno restrittivo e consentire un maggiore sviluppo infrastrutturale. Tuttavia, le associazioni cittadine temono che la revisione possa privilegiare interessi di parte senza un adeguato bilanciamento tra crescita urbana e tutela ambientale.
A Ugento la situazione è altrettanto delicata. L’amministrazione Lecci si appresta ad approvare definitivamente il nuovo PUG nella prossima primavera, nonostante le polemiche e le contestazioni di parte della cittadinanza. Le preoccupazioni principali riguardano l’impatto del piano sul territorio, la gestione degli spazi pubblici e le ricadute economiche per i residenti.
La prossima amministrazione comunale di Ugento erediterà una “patata bollente”, simile a quella che sta affrontando Lecce. La domanda cruciale sarà: sarà possibile mitigare gli effetti negativi del nuovo PUG o l’impianto normativo che verrà approvato renderà impossibile ogni margine di modifica? E soprattutto, il futuro consiglio comunale avrà la volontà politica e la forza di avviare un processo di revisione senza scatenare un nuovo scontro tra amministrazione, cittadini e categorie professionali?
Seguire da vicino la vicenda leccese potrà fornire agli ugentini preziose indicazioni su come affrontare il proprio dibattito urbanistico. Se a Lecce il processo di revisione del PUG sarà caratterizzato da trasparenza, confronto pubblico e miglioramenti sostanziali, potrà rappresentare un modello anche per Ugento. Viceversa, se a Lecce si confermeranno le preoccupazioni del Codacons, con un piano deciso a porte chiuse e senza coinvolgimento popolare, allora Ugento dovrà prepararsi ad affrontare le stesse criticità con una maggiore consapevolezza.
In un momento in cui le scelte urbanistiche determinano il futuro delle comunità locali, è fondamentale che cittadini, associazioni e professionisti restino vigili e attivi nel dibattito. Lecce sta scrivendo un capitolo importante della sua storia urbanistica, e Ugento farebbe bene a leggerlo con attenzione per non ritrovarsi, tra qualche anno, a ripetere gli stessi errori.
Ugento è ormai prossimo all’approvazione del suo Piano Urbanistico Generale (PUG), un percorso decennale che si avvia alla conclusione entro il 2025, come dichiarato dal vicesindaco Massimo Lecci. Un iter travagliato, di cui si trova traccia sul sito del Comune di Ugento, dove risale addirittura al 2016 l’avvio della fase conoscitiva del piano. Quella fase, in teoria, doveva informare stakeholder e cittadini sugli sviluppi del PUG. In pratica, nessuno è stato informato e le occasioni pubbliche del 2020 sono state pressoché deserte. Tutto come successo molte volte e per molte cose nel nostro paese.
Non è certo la prima volta che la partecipazione pubblica a Ugento è inesistente. Le decisioni vengono prese sempre dalla stessa persona e a vantaggio della solita cerchia di amici e favoriti. Un copione già visto con la redazione e l’approvazione del Piano del Parco – tra l’altro ancora con le 4 frecce – che sembra essersi ripetuto anche questa volta, con una popolazione anestetizzata che non si è accorta di nulla fino ad oggi, quando ormai il PUG è prossimo alla sua approvazione definitiva.
RUP RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: ing Luca Casciaro
PROGETTISTA: Arch Gianluca Andreassi
GRUPPO DI LAVORO:
Arch. Andrea Tassinari
Dott. Alessandro Bonifazi
Geol. Silvia Ciurlia
Arch. Umberto Gaetano Blaise
Dopo l’avvio della fase conoscitiva nel 2016, il processo di pianificazione urbanistica ha attraversato numerosi passaggi burocratici e istituzionali. La fase preliminare avrebbe dovuto garantire il coinvolgimento di cittadini e portatori di interesse, ma il risultato è stato tutt’altro che partecipativo. Le poche occasioni di confronto pubblico, programmate per il 2020, si sono rivelate fallimentari, con scarsa affluenza e un generale disinteresse alimentato dalla mancanza di un’informazione chiara e accessibile. Nonostante la retorica della trasparenza, l’iter del PUG è rimasto confinato negli uffici comunali, discusso in cerchie ristrette e mai realmente aperto alla comunità. Questo ha portato molti cittadini a scoprire solo ora, a pochi passi dalla definitiva approvazione, gli effetti concreti del piano sulle loro proprietà e sulla futura gestione del territorio, pur essendo pubblici già dal 2022 come si può apprendere dal sito del comune di Ugento
Ma facciamo chiarezza sulla questione dell’argomento: il PUG (Piano Urbanistico Generale) e il PRG (Piano Regolatore Generale) sono strumenti di pianificazione territoriale utilizzati nei comuni italiani, ma si differenziano sotto vari aspetti.
PRG (Piano Regolatore Generale): È uno strumento urbanistico che disciplina l’uso del territorio di un comune. Viene redatto per definire come deve essere organizzato e trasformato l’uso del suolo, prevedendo zone residenziali, commerciali, industriali, agricole, e le infrastrutture necessarie. Il PRG ha valenza di pianificazione a lungo termine, ed è stato tradizionalmente lo strumento più utilizzato per la pianificazione urbanistica.
PUG (Piano Urbanistico Generale): È il successore del PRG, introdotto dalla legge 56/2014 (Legge Delrio) per favorire una maggiore integrazione tra le politiche di sviluppo del territorio e la sostenibilità. Il PUG si propone di affrontare in modo più completo e moderno la pianificazione del territorio, includendo non solo l’urbanistica ma anche la gestione ambientale, la sostenibilità, e la qualità della vita urbana. In pratica, il PUG è più strategico e integrato rispetto al PRG, e include misure legate all’ambiente, alla mobilità sostenibile, e a nuove forme di economia territoriale.
Raggio d’azione e approccio: Il PUG ha un approccio più ampio e integrato, mirando a sviluppare una pianificazione più sostenibile e in armonia con l’ambiente, mentre il PRG si concentrava principalmente sull’uso e la regolamentazione del suolo.
Struttura e contenuti: Il PUG deve includere una valutazione complessiva degli aspetti ambientali, economici e sociali, mentre il PRG si concentrava principalmente sulla regolamentazione della costruzione e dell’uso del territorio.
Obiettivi: Il PUG si propone di rispondere a sfide più moderne come la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica, e l’integrazione di diversi tipi di uso del territorio, mentre il PRG tendeva a focalizzarsi sullo sviluppo e sulla regolamentazione del costruito.
In sintesi, il PUG rappresenta un’evoluzione del PRG, in risposta alle nuove esigenze di sostenibilità e di pianificazione territoriale integrata, ma in assenza del PUG continua a valere il vecchio PRG, senza ulteriori prescrizioni o obblighi.
Per questo le proteste si sono moltiplicate nelle ultime settimane, e non senza motivo. Alcune delle aree più colpite dalle scelte del PUG riguardano Torre San Giovanni, Mare Verde e la zona artigianale di Ugento, dove terreni di alto valore attuale diventeranno, dopo l’approvazione del piano, carta straccia. La diminuzione della cubatura edificabile avrà un impatto devastante, penalizzando proprietari e investitori. I più penalizzati saranno sicuramente le imprese di costruzione e le agenzie immobiliari, con quest’ultime che rischiano seriamente la chiusura definitiva nel giro di pochi anni, non avendo il mercato ugentino la possibilità di attingere a nuovi immobili. Molte zone prima edificabili sono state cancellate, e il sistema risarcitorio previsto è assolutamente inadeguato. Numerosi cittadini hanno pagato per anni tasse su terreni edificabili che ora si trovano svalutati senza un adeguato indennizzo.
Con la pubblicazione a fine 2024 di tutti i pareri favorevoli della Regione Puglia sul sito del Comune di Ugento, il destino del PUG sembra ormai segnato. La sua approvazione procederà spedita, senza possibilità di revisione sostanziale. Chi oggi protesta può farlo solo simbolicamente, perché la normativa non prevede margini di modifica in questa fase avanzata dell’iter. Questo significa che il piano sarà approvato nella sua forma attuale, con tutte le sue criticità e senza che le voci contrarie abbiano un peso effettivo. Si tratta di un modus operandi già visto in passato a Ugento, dove le decisioni strategiche vengono prese senza un reale coinvolgimento della popolazione e dove la partecipazione democratica rimane un concetto puramente teorico.
Il PUG resterà e condizionerà la vita degli ugentini nei prossimi 30 anni, incidendo sulle dinamiche economiche, urbanistiche e sociali della città. L’ultima e definitiva firma da apporre per pregiudicare definitivamente e senza possibilità di ritorno il futuro della nostra terra.
Il Piano Urbanistico Generale (PUG) di Ugento continua a essere un tema caldo che sta generando accese polemiche e divisioni. La recente riunione della commissione incaricata, tenutasi per discutere delle strategie e degli obiettivi del PUG, ha messo in evidenza la delicatezza della questione e le profonde divergenze politiche che attraversano l’amministrazione comunale e che si riverberano nella cittadinanza ugentina.
Tuttavia, l’incontro, che si sarebbe dovuto rivelare una preziosa occasione di confronto, si è trasformato in un’arena di polemiche. Diverse voci, tra cui membri della commissione e tecnici partecipanti, hanno lamentato una scarsa chiarezza degli obiettivi del PUG e un quadro normativo incerto che rischia di complicare ulteriormente i tempi di approvazione. Le discussioni si sono accese in particolare su punti strategici come la tutela ambientale, lo sviluppo sostenibile e il bilanciamento tra esigenze residenziali e turistiche.
Di fronte alle difficoltà emerse durante l’incontro, l’amministrazione comunale ha deciso di prendersi ulteriore tempo per analizzare le questioni sollevate, fissando il mese di maggio come nuovo termine per una revisione complessiva del PUG. L’obiettivo dichiarato è quello di approfondire gli aspetti tecnici e normativi per arrivare a un piano realmente condiviso e operativo.
Tale decisione, tuttavia, ha alimentato un’ondata di critiche sia all’interno della maggioranza che tra i banchi dell’opposizione. In molti ritengono che il rinvio sia un segnale di debolezza politica e un tentativo di guadagnare tempo senza affrontare concretamente le problematiche sollevate. Alcuni consiglieri di maggioranza hanno manifestato apertamente il loro malcontento, mentre l’opposizione ha accusato l’amministrazione di incapacità gestionale e di mancanza di visione strategica per il futuro del territorio.
La questione del PUG ha ormai assunto i contorni di una vera e propria crisi politica. Il rinvio deciso dall’amministrazione rischia di compromettere ulteriormente la tenuta della maggioranza, con consiglieri sempre più insofferenti verso una gestione giudicata troppo esitante. Parallelamente, i cittadini, in particolare i professionisti e le categorie direttamente coinvolte, chiedono maggiore trasparenza e una roadmap chiara per la definizione del piano.
La strada verso l’approvazione del PUG appare dunque in salita, con sfide tecniche e politiche che sembrano ancora lontane da una soluzione, che passerà come prossime tappe dal 9 e 10 gennaio prossimi, quando l’amministrazione comunale ha fissato una riunione riservata a tecnici e professionisti.
Il dibattito sul futuro urbanistico di Ugento infiamma il confronto politico locale. Il Piano Urbanistico Generale (P.U.G.), proposto dalla Giunta Comunale lo scorso 8 novembre, ha innescato un acceso confronto che rischia di ridisegnare gli equilibri amministrativi del comune salentino.
Le riunioni della 3° Commissione Consiliare, tenutesi lo scorso 6 e 7 dicembre, hanno fatto emergere una spaccatura significativa tra l’amministrazione e una parte consistente della cittadinanza. La partecipazione è stata massiccia e tutt’altro che formale: i cittadini presenti hanno manifestato forti preoccupazioni e sollevato critiche decise rispetto alle scelte urbanistiche proposte.
L’esito più immediato di questo confronto è stata la decisione unanime di rinviare l’approvazione del piano. I termini, inizialmente previsti per i prossimi mesi, sono stati prorogati al maggio 2025, un lasso di tempo che permetterà presumibilmente ulteriori approfondimenti e confronti.
Fratelli d’Italia, attraverso il Coordinatore Cittadino Eugenio Ozza, ha immediatamente colto l’occasione per proporsi come mediatore del dibattito. Il partito si è impegnato ad avviare iniziative volte a garantire un confronto più approfondito, con l’obiettivo dichiarato di giungere a scelte condivise che non penalizzino la cittadinanza e assicurino uno sviluppo armonico del territorio.
La vicenda solleva questioni cruciali circa il modello di sviluppo urbanistico di Ugento. Le tensioni emerse sembrano ruotare intorno a scelte che i cittadini percepiscono come potenzialmente lesive degli interessi della comunità locale. Il rinvio appare dunque non tanto come un’interruzione, quanto come un’opportunità di ridefinizione partecipata delle linee di sviluppo comunale.
Il comunicato di Fratelli d’Italia, pur nella sua brevità, tratteggia un approccio politico improntato all’ascolto e alla mediazione. La volontà dichiarata è quella di costruire un percorso condiviso, superando le contrapposizioni iniziali e cercando un punto di sintesi tra le diverse istanze.
Sullo sfondo resta la sfida più ampia: immaginare uno sviluppo urbano che sappia coniugare le esigenze di crescita con la salvaguardia delle peculiarità territoriali e degli interessi della comunità in confronto che sia vero e privo di tratti punitivi.
Un passaggio politico significativo per Ugento, che dimostra come la vera democrazia si realizzi attraverso il confronto e la partecipazione attiva dei cittadini, assenti ormai da troppo tempo nel circo della politica cittadina.
La presentazione del nuovo Piano Urbanistico Generale da parte della Giunta Comunale di Ugento ha sollevato polemiche e preoccupazioni tra i cittadini e i professionisti del settore. In questi giorni, infatti, le distinte versioni che viaggiano via WhatsApp, rimbalzando da un gruppo all’altro, stanno destando molte preoccupazioni nel nostro paese. Il piano sembra rappresentare un freno allo sviluppo economico e turistico della città, penalizzando diverse aree strategiche, questa la tesi che sembra partire dal basso attraverso piccoli gruppi spontanei che si stanno costituendo.
Secondo un volantino non firmato circolato in rete, recapitato anche alla nostra redazione, sarebbero più di una le criticità del prossimo Piano Urbanistico Generale di Ugento:
Riduzione dei piani di lottizzazione a Torre San Giovanni: Ben 200 ettari sarebbero colpiti, senza alcuna compensazione, rendendo di fatto inattuabili molti interventi di sviluppo.
Soppressione delle Zone B: Gli indici di edificabilità vengono drasticamente ridotti (di 1/3 a Torre San Giovanni e di 1/5 a Ugento), con alcune zone totalmente cancellate.
Demolizioni di fabbricati: Sono previste demolizioni definite “illogiche”, che interessano anche edifici situati nel centro storico.
Limitazione delle aree produttive: Si registra una riduzione delle zone artigianali, industriali e commerciali già consolidate, frenando ulteriormente l’attività economica locale.
Assenza di formule migliorative per le strutture ricettive: Il piano non introduce strumenti per incrementare l’offerta turistica, nonostante la crescente domanda di servizi di qualità.
Secondo i critici, le scelte urbanistiche contenute nel PUG rischiano di penalizzare l’intera economia locale, già messa a dura prova da anni di difficoltà. Ridurre le aree edificabili e produttive, senza prevedere compensazioni o incentivi, rappresenta un freno allo sviluppo turistico, settore fondamentale per il territorio di Ugento. Inoltre, si teme un impatto negativo sul lavoro dei tecnici e dei professionisti locali, come ingegneri e architetti, che potrebbero vedere ridursi le opportunità lavorative.
Tutte questioni che sembrano effettivamente trovare riscontro nelle tavole generali del nuovo PUG che ho avuto la possibilità di visionare, anche se resta la necessità di approfondire l’argomento attendendo la versione data dai tecnici e dall’amministrazione comunale. Per affrontare, discutere ma soprattutto comprendere le criticità del PUG, diventa dunque indispensabile partecipare alle sedute della commissione sul PUG, che si terranno:
Venerdì 6 dicembre alle ore 15:30
Sabato 7 dicembre alle ore 8:30
Gli incontri si svolgeranno presso Palazzo Rovito (ingresso da Via Roma).
L’accusa più pesante mossa al nuovo PUG è quella di rappresentare una “pugnalata” all’economia e al futuro di Ugento. Questo piano, secondo i critici, rischia di bloccare il progresso del territorio invece di incentivarlo. La sfida per la cittadinanza e i professionisti sarà ora quella di far sentire la propria voce, partecipando attivamente alle discussioni e contribuendo a una pianificazione urbanistica che possa davvero rispondere alle esigenze del territorio.
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