Brutto incidente a Torre Mozza

Paura nel tardo pomeriggio di oggi, intorno alle 18.30, sulla rotatoria che conduce a Torremozza, lungo l’arteria che collega Lido Marini a Torre San Giovanni.

Una Fiat Panda bianca a noleggio, proveniente da Lido Marini, è arrivata a forte velocità e, probabilmente per non aver notato la rotatoria, ha impattato violentemente contro l’alto cordolo del rondò. L’urto ha provocato il ribaltamento della vettura, che dopo un lungo salto è terminata all’interno di un vecchio locale abbandonato ai margini della carreggiata.

A bordo del mezzo si trovavano due turisti svizzeri, che fortunatamente sono riusciti a uscire con le proprie gambe dall’abitacolo, nonostante la dinamica impressionante dell’incidente facesse temere subito il peggio.

Sul posto sono intervenuti i Vigili Urbani di Ugento e gli operatori del 118, che hanno provveduto a prestare i primi soccorsi. I due feriti sono stati trasportati in ambulanza presso l’ospedale di Casarano, accompagnati anche da una pattuglia della Polizia di Taurisano, intervenuta per supportare le operazioni di sicurezza e i rilievi.

Come da prassi, verranno effettuati i controlli di rito, compresi quelli tossicologici e alcolemici, per chiarire le condizioni del conducente al momento dell’impatto.

L’auto, risultata noleggiata da una società di Gallipoli, ha riportato gravi danni. Le operazioni di rimozione e messa in sicurezza della zona hanno richiesto l’intervento di mezzi specializzati.

Un episodio che, per la sua spettacolarità e per la violenza della dinamica, ha attirato l’attenzione di numerosi passanti e automobilisti, ma che si è concluso con il sollievo generale per le condizioni non gravi dei due occupanti.

Via Mare, investito anziano sulle strisce: l’automobilista fugge senza prestare soccorso

Poteva trasformarsi in tragedia quanto accaduto ieri mattina, intorno alle 10.30, su via Mare a Ugento, lungo uno dei tratti più discussi e pericolosi del centro abitato ugentino. Un anziano di 92 anni stava attraversando regolarmente sulle strisce pedonali, nei pressi del tabacchino, quando un’auto bianca – dopo essersi fermata allo stop – ha improvvisamente ripreso la marcia senza concedere la precedenza, travolgendo l’uomo e proseguendo la corsa senza fermarsi.

L’anziano ha riportato due evidenti lividi: uno al braccio, causato dallo specchietto dell’auto, e uno alla caviglia, colpita dalla ruota anteriore del veicolo. Per fortuna, le sue condizioni non destano preoccupazione, ma l’episodio ha lasciato sgomenti i familiari, colpiti soprattutto dalla gravissima omissione di soccorso.

Secondo le testimonianze, la seconda auto in transito si è allontanata senza intervenire, mentre solo la terza si è fermato per prestare aiuto. Sul posto sono stati allertati i vigili urbani, ma al momento non è stata sporta denuncia, su volontà dell’anziano stesso.

A inquietare è il luogo in cui è avvenuto il sinistro: il primo dei cosiddetti “stop inutili” installati lungo via Mare – proprio all’incrocio con via Fiume – che da tempo la nostra redazione segnala come inadeguati. Più che dissuasori di velocità, quegli stop sembrano aver creato ulteriore confusione, portando molti automobilisti a comportamenti imprudenti. In quel tratto ma non solo, gli incidenti si susseguono con regolarità, specialmente nei mesi estivi, e la velocità eccessiva è ormai la norma.

Questa vicenda, che solo per pochi centimetri non si è trasformata in una tragedia, dimostra l’urgenza di intervenire seriamente sulla sicurezza stradale di via Mare (io ci abito fin dalla mia nascita) . Occorre ripensare la viabilità, installare sistemi efficaci di rallentamento del traffico e prevedere controlli più serrati, anche con autovelox mobili o fissi, oltre a campagne di sensibilizzazione sulla guida sicura e sul rispetto dei pedoni.

Non può esserci tolleranza per chi fugge dopo un incidente, lasciando una persona ferita sull’asfalto. Non può esserci silenzio quando la vita di un cittadino – specie se anziano e vulnerabile – viene messa in pericolo da chi scambia le strade per piste da corsa.

Via Mare merita sicurezza. E i cittadini meritano rispetto.

le conseguenze del sinistro

A cosa serve un segnale di STOP secondo il Codice della Strada

Il segnale di stop (art. 146 e 145 del Codice della Strada) è un segnale di prescrizione che obbliga il conducente a fermarsi completamente prima di immettersi in una intersezione. Il suo scopo è quello di:

  • Regolare l’immissione nel flusso stradale su arterie ad alta intensità di traffico;
  • Evitare incidenti in presenza di incroci con visibilità limitata;
  • Gestire il diritto di precedenza in modo chiaro e inequivocabile.

Il segnale di stop non può e non deve essere utilizzato come dissuasore di velocità. Il suo utilizzo “creativo”, come nel caso di via Mare, è contrario alla sua funzione originaria, e può generare confusione e pericolo. Infatti, molti conducenti ignorano lo stop perché percepito come fuori contesto (ad esempio in assenza di incroci significativi o di traffico incrociato), contribuendo ad aumentare il rischio di sinistri.

Stop usati impropriamente: quando la sicurezza diventa finzione

A Ugento, su via Mare, questi “stop dissuasori” sono installati all’altezza di incroci minori o poco trafficati, spesso senza visibilità o elementi di pericolo tali da giustificarne la presenza. Non sono supportati da una segnaletica orizzontale ben visibile, né da segnalatori luminosi o impianti semaforici intelligenti.

La conseguenza è l’effetto boomerang: anziché indurre prudenza, la segnaletica abusata genera sfiducia e disorientamento nei guidatori, con molti che non rispettano l’obbligo di arresto. Questo crea situazioni di estremo pericolo per pedoni e ciclisti, come dimostra il caso dell’anziano investito ieri.

Velocità: come va regolata secondo il Codice

Per ridurre la velocità dei veicoli nei tratti urbani pericolosi o ad alta densità pedonale, il Codice della Strada prevede strumenti diversi rispetto allo stop:

1. Dossi rallentatori (art. 179)

  • Sono autorizzati in tratti dove il limite di velocità è non superiore a 30 km/h.
  • Possono essere accompagnati da segnaletica verticale e orizzontale.

2. Segnaletica elettronica con rilevatori di velocità (art. 142)

  • Dispositivi luminosi che segnalano la velocità in tempo reale al conducente.
  • Possono essere abbinati a sanzioni nei tratti controllati con autovelox.

3. Autovelox fissi o mobili (art. 142 e direttive ministeriali)

  • Autorizzati nei centri abitati e nelle strade extraurbane secondarie.
  • Sono uno strumento più efficace per scoraggiare le velocità eccessive e migliorare la sicurezza stradale.

4. Limiti di velocità ridotti (art. 142 c.d.s.)

  • Nei centri urbani con forte presenza di pedoni, scuole o attività turistiche, il limite può essere abbassato a 30 o 40 km/h, previa delibera comunale.

L’uso arbitrario dello stop come “tappabuchi” per la sicurezza stradale è una pratica pericolosa e inefficace, che va superata con strumenti previsti dal Codice della Strada, progettati per prevenire gli eccessi di velocità in modo coerente, legale e realmente dissuasivo.

L’incidente di ieri non è che l’ennesimo campanello d’allarme. A Ugento servono interventi strutturali, non pannicelli caldi. Servono dossi, autovelox, limiti chiari, ma soprattutto una cultura della sicurezza stradale che metta pedoni e ciclisti al centro del progetto urbano, soprattutto in località a forte vocazione turistica come questa

Quella pista chiamata via del mare

Puntuale come un appuntamento con la cattiva sorte, ogni estate torna a imporsi sotto gli occhi di tutti il problema irrisolto della strada provinciale Ugento – Torre San Giovanni e della litoranea salentina.

Strade che, da decenni, invece di evolversi in arterie moderne e sicure, restano imprigionate in una condizione precaria e pericolosissima. Una via di mare che sembra più una pista per le corse clandestine.Ogni estate si ripete lo stesso copione. E anche quest’anno, come se nulla fosse cambiato, i sinistri si moltiplicano, lungo tutto il tracciato. Incroci pericolosi, segnali inefficaci, stop installati in punti secondari mentre quelli davvero a rischio vengono ignorati.

Lo si è notato nell’ultimo grave sinistro, avvenuto pochi giorni fa, poco prima dell’incrocio per la nuova Ugento: un ciclomotore e un furgoncino si sono scontrati. Poteva finire molto peggio. Ma la tragedia non può essere sempre evitata solo per fortuna.A rendere la situazione ancora più insostenibile sono le testimonianze dei cittadini, che denunciano – da anni – vere e proprie gare clandestine nel tratto noto come “Contrada Tagliamento”. In quel rettilineo, nonostante un limite ufficiale di 70 km/h, auto e moto sfrecciano a velocità folli, arrivando anche ai 200 km/h, trasformando la strada in un circuito illegale a cielo aperto. A nulla servono i proclami. A nulla servono le promesse.

Servono soluzioni immediate e concrete.È giunto il tempo di installare autovelox fissi, non per fare cassa, ma per salvare vite. Per attivare un meccanismo virtuoso di bonus-malus, basato sulla civiltà e sul rispetto delle regole. Chi rispetta la legge va premiato, chi corre e mette in pericolo la vita degli altri deve pagare. È giusto che le sanzioni generate vengano reinvestite sul territorio: in sicurezza stradale, in manutenzione, in educazione civica e ambientale.Non è più accettabile che ogni estate sia una roulette russa. Le famiglie si spostano, i turisti arrivano, i residenti subiscono. E le istituzioni? Mutano stagione, ma restano ferme. Nel frattempo, l’asfalto continua a ingoiare sangue e paura.

Basta con la retorica, basta con le dichiarazioni d’intenti.Questa non è più solo una strada, è il simbolo del fallimento amministrativo di un’intera area, di una visione che non arriva mai. Una via che dovrebbe unire la città al mare, e invece separa i cittadini dalla sicurezza.Se davvero teniamo al nostro territorio, se davvero crediamo nello sviluppo turistico e umano di Ugento, allora cominciamo dalle basi: rendiamo sicura la nostra via del mare. Prima che sia troppo tardi e purtroppo per qualcuno lo è già stato.

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