Celsorizzo tra valorizzazione e dibattito pubblico: il confronto

futuro del complesso storico di Celsorizzo, uno dei beni simbolo del territorio di Presicce-Acquarica, torna al centro del dibattito cittadino. Sabato 18 ottobre 2025, alle ore 18, presso la Sala Scarpette Rosse del Castello Medievale (Piazza San Carlo, località Acquarica), si terrà il Cenacolo Culturale promosso dal Comitato Difesa Complesso Storico Le Torri di Celsorizzo, dal titolo “Dialogando intorno a Celsorizzo: su valorizzazione e pubblica fruibilità”.

All’incontro parteciperanno l’on. Rocco Palese, Don Salvatore Palese, l’urbanista Roberto Giannì, l’architetto Corrado Cazzato, l’archeologo Paul Arthur dell’Università del Salento, il presidente del Collegio dei Geometri Gino Ratano e il dott. Salvatore Marino. A moderare il dibattito sarà la dott.ssa Ilaria Lia.
Durante la serata avrà inizio anche una raccolta firme per una petizione da presentare al Consiglio Comunale, volta a sostenere la piena tutela e la fruizione pubblica del sito.


Il contesto: il comunicato del Comune del 16 agosto

Il dibattito nasce anche in seguito al comunicato ufficiale del Comune di Presicce-Acquarica, diffuso lo scorso 16 agosto, che ha inteso “superare le polemiche pretestuose” e fornire informazioni precise in merito alla proposta di gestione privata della Masseria Celsorizzo.

Secondo quanto riportato, la masseria, acquistata dall’ex Comune di Acquarica del Capo, è stata oggetto di un progetto di recupero finanziato e supervisionato dalla Sovrintendenza, che prevedeva la creazione di spazi destinati all’ospitalità — quattro camere, una sala ristoro, un’area relax e una cucina attrezzata.
La destinazione ricettiva, dunque, risale già alla fase originaria del progetto di recupero, e la gestione privata rappresenterebbe, secondo l’Ente, una prosecuzione coerente di quella visione iniziale.

Nel comunicato, l’amministrazione ha precisato che il Comune non possiede competenze dirette in ambito turistico tali da garantire una gestione efficiente e sostenibile della struttura, e per questo ha scelto di valutare proposte in project financing — una forma di partenariato pubblico-privato regolata per legge.
L’obiettivo dichiarato è quello di garantire la conservazione, la fruizione pubblica e la valorizzazione culturale del sito, evitando che il bene, pur restaurato con fondi pubblici, finisca abbandonato o improduttivo.

La proposta privata prevede inoltre la musealizzazione in loco dei reperti ceramici ritrovati, laboratori e workshop per la comunità, e un canone di concessione a favore dell’Ente.
Come previsto dalla normativa, dopo la valutazione comparativa delle proposte, il progetto migliore sarà posto a base di gara pubblica, aperta a ulteriori miglioramenti e alla partecipazione di altri soggetti.


Il valore e il significato di Celsorizzo

Il complesso storico di Celsorizzo, con le sue torri, gli ambienti rurali e gli elementi architettonici di epoca medievale e moderna, rappresenta un unicum nel panorama salentino.
Testimonianza di un passato in cui le masserie fortificate erano al centro della vita economica e difensiva del territorio, oggi Celsorizzo è percepito come un simbolo identitario da salvaguardare e restituire alla collettività.

L’incontro del 18 ottobre si inserisce proprio in questo contesto di confronto civile e partecipato, tra chi auspica una gestione pubblica e culturale del bene e chi ritiene necessario coinvolgere i privati per garantirne sostenibilità e continuità.
Un momento di dialogo che, al di là delle posizioni, mira a un obiettivo condiviso: preservare e rendere vivo uno dei luoghi più preziosi della memoria locale.

Ricordando Marco Pedone: un monito di pace in tempi difficili

Oggi, 9 ottobre 2025, ricorre il 15° anniversario della morte di Marco Pedone, caporal maggiore del 7° Reggimento Alpini di Belluno, originario di Patù. Nato nel 1987, Marco aveva solo 23 anni quando, durante la sua prima missione in Afghanistan, perse la vita insieme ad altri tre commilitoni. Oggi avrebbe avuto la mia stessa età, e pensare a lui giovane come noi rende ancora più doloroso il ricordo della sua perdita.

Marco aveva scelto di servire il proprio paese in nome della pace e della sicurezza internazionale. Il 9 ottobre 2010, mentre scortava un convoglio di camion civili nella valle del Gulistan, provincia di Farah, il suo veicolo blindato Lince fu colpito da un attacco a sorpresa. I nemici avevano preparato un ordigno esplosivo improvvisato e, subito dopo, aprirono il fuoco contro il convoglio. L’esplosione e i colpi di arma da fuoco causarono la morte di Marco e dei suoi commilitoni: Gianmarco Manca, Francesco Vannozzi e Sebastiano Ville. L’attacco, tragico e improvviso, colpì non solo le famiglie dei militari, ma l’intera comunità italiana, che ancora oggi ricorda quei giovani caduti lontano da casa

Marco Pedone ha scelto di servire il suo paese per un ideale: credere nella pace anche dove sembra impossibile. La sua morte, tragica e prematura, non è stata vana. Il suo sacrificio resta un monito per tutti noi, un invito a riflettere sul valore della libertà, della responsabilità e del coraggio.

Il ricordo di Marco assume oggi un significato ancora più profondo. Viviamo un periodo in cui la guerra sembra tornata vicina, e le notizie di conflitti fanno percepire il pericolo più reale e prossimo. In questa realtà, dimentichiamo troppo spesso cosa significhi davvero il dolore della guerra, cosa comporti perdere la vita e l’innocenza dei giovani, cosa significhi vivere sotto il peso di un conflitto. Marco Pedone ci ricorda tutto questo: che la pace non è scontata, e che va difesa ogni giorno, con ogni mezzo a nostra disposizione.

Onorare Marco oggi significa impegnarsi a custodire i valori per cui ha dato la vita. Significa educare a non dimenticare, a riflettere sul costo della guerra e sull’importanza di scegliere sempre la pace, anche nei contesti più difficili. Il suo esempio resta una guida e una sfida: ricordare il sacrificio di chi ha perso la vita per gli altri è il modo più concreto per combattere l’indifferenza e per lavorare a un futuro più giusto e sicuro.

Anche il comune di Patù ha voluto ricordare Marco, con degli appuntamenti solenni lungo la giornata odierna.

Espulsi cinque stranieri con precedenti penali

Nella giornata del 2 ottobre 2025, la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’espulsione di due cittadini extracomunitari, entrambi gravati da numerosi precedenti penali, a seguito di indagini condotte dalla polizia giudiziaria e concluse con l’allontanamento definitivo dal territorio nazionale.

I due uomini, rispettivamente di nazionalità albanese e tunisina, rappresentavano soggetti ritenuti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica. Il primo, un cittadino albanese, era stato tratto in arresto lo scorso 30 settembre dopo ben diciannove anni di latitanza. Su di lui pendeva una condanna a dieci anni di reclusione per sfruttamento della prostituzione, pena che non aveva mai scontato. Dopo l’arresto, il reato è risultato prescritto e, una volta scarcerato, l’uomo è stato immediatamente accompagnato alla frontiera e rimpatriato.

Il secondo soggetto, di origine tunisina, era stato più volte denunciato dal Commissariato di Polizia di Nardò per reati contro il patrimonio ed era già destinatario di un avviso orale emesso dal Questore di Lecce. Lo scorso 1° ottobre, è stato colto in flagranza del reato di ricettazione. La successiva perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire numerosi oggetti di provenienza illecita: monili in oro, ciotole, piatti in argento e orologi di valore. Anche per lui, dopo gli accertamenti, è stato disposto l’allontanamento immediato dal territorio italiano.

Nel corso delle ultime settimane, inoltre, sono stati eseguiti ulteriori provvedimenti di espulsione con accompagnamento in frontiera nei confronti di tre cittadini stranieri irregolari: un cittadino americano, un albanese e una cittadina moldava, tutti ritenuti pericolosi per la sicurezza collettiva.

I provvedimenti espulsivi, emessi dal Prefetto della Provincia di Lecce e convalidati dall’Autorità Giudiziaria, sono stati eseguiti in via coattiva dal Questore Lionetti. L’operazione rappresenta l’esito di un lavoro sinergico tra le diverse articolazioni della Polizia di Stato, in particolare la Divisione Immigrazione, che svolge un ruolo fondamentale nel “chiudere il cerchio” delle attività di polizia giudiziaria riguardanti cittadini extracomunitari irregolari.

Come previsto dalle normative vigenti in materia di immigrazione, le espulsioni sono state accompagnate dal divieto di reingresso in Italia per un periodo non inferiore a cinque anni, estendibile fino a dieci in base alla gravità delle condotte accertate.

Un arresto a Taurisano per maltrattamenti in famiglia

Nel pomeriggio del 6 ottobre 2025, gli agenti della Squadra Investigativa del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Taurisano hanno tratto in arresto un uomo di 50 anni, originario di Casarano, ricercato per gravi reati commessi nei confronti dei propri familiari. L’arresto è avvenuto al termine di una mirata attività di indagine e di appostamento, che ha permesso ai poliziotti di individuare il soggetto in un’abitazione privata dove si nascondeva da alcuni giorni.

L’uomo era destinatario di un provvedimento di cattura emesso dal Tribunale di Lecce il 15 settembre 2025, a seguito di una sentenza di condanna per atti persecutori, maltrattamenti in famiglia ed estorsione.

L’uomo era rientrato in Italia dalla Germania, dove si era rifugiato presumibilmente per sfuggire all’arresto, gli agenti del Commissariato di Taurisano hanno immediatamente organizzato un servizio di osservazione e controllo. Le verifiche hanno portato a individuare il ricercato all’interno dell’abitazione della sua compagna.

Una volta avuto riscontro della sua presenza, i poliziotti sono intervenuti con discrezione e tempestività, evitando qualsiasi rischio per l’incolumità delle persone presenti. L’uomo è stato quindi fermato, identificato e successivamente condotto presso gli uffici del Commissariato per le formalità di rito.

Informata l’Autorità Giudiziaria competente, il 50enne è stato tradotto presso la casa circondariale “Borgo San Nicola” di Lecce, dove rimarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per l’espiazione della pena.

L’operazione portata a termine dagli agenti della Polizia di Stato di Taurisano conferma l’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrasto ai reati di violenza domestica e nel garantire protezione e sicurezza alle vittime di maltrattamenti, in un contesto territoriale in cui l’attenzione alla tutela della persona resta una priorità assoluta.

Moggi e Balzarini oggi a Melissano

Serata da non perdere per tutti i tifosi juventini.
Oggi, alle 18.30, presso l’ex Cinema Teatro Aurora di Melissano, andrà in scena un appuntamento speciale interamente dedicato ai colori bianconeri, con ospiti d’eccezione e un programma che promette emozioni, aneddoti e passione.

A organizzare l’evento è il Juventus Official Fan Club Puglia Bianconera, una realtà che riunisce diversi club sparsi per la regione, tra cui anche il gruppo Ugento Bianconera, sempre attivissimo nel promuovere iniziative e momenti di incontro per i supporter della Vecchia Signora.

Protagonisti della serata saranno quattro figure di primo piano del mondo juventino:

Luciano Moggi, storico dirigente e protagonista di un’epoca calcistica irripetibile, racconterà retroscena e ricordi della sua lunga carriera tra Roma, Napoli, Torino e, naturalmente, Juventus, club con cui ha conquistato trofei e lasciato un’impronta indelebile nella storia bianconera.

Gianni Balzarini, giornalista sportivo di Mediaset e volto noto ai tifosi, offrirà il suo punto di vista sull’attualità della squadra e sul modo in cui il tifo juventino continua a evolversi nel tempo, restando fedele ai propri valori.

A rappresentare la Fondazione Jdentità Bianconera ci saranno Massimo Durante, presidente del Consiglio di Indirizzo, e Michele Patrisso, avvocato e responsabile del team legale della Fondazione.
Entrambi racconteranno il lavoro svolto da questa realtà, nata per tutelare e valorizzare l’identità juventina, promuovendo iniziative culturali, sociali e giuridiche a difesa dei tifosi e della loro passione.

Sarà un incontro fatto di ricordi, confronti e orgoglio bianconero: un modo per rinsaldare il legame che unisce la Juventus ai suoi sostenitori, anche lontano da Torino, e per celebrare un’appartenenza che va oltre i confini geografici.

L’ingresso è libero fino a esaurimento posti: un motivo in più per non mancare a questo grande abbraccio bianconero.

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Consiglieri supplenti, scontro politico in Regione Puglia

Il dibattito sul bilancio regionale pugliese si accende su un punto che promette di lasciare strascichi politici: l’introduzione dei cosiddetti consiglieri supplenti. Una proposta che, secondo la maggioranza, garantirebbe continuità e rappresentanza all’interno del Consiglio; ma che per l’opposizione – e in particolare per il capogruppo di La Puglia Domani, Paolo Pagliaro – rappresenta solo “un espediente vergognoso per pagare poltrone extra con i soldi dei gruppi consiliari”.

Con la revisione della legge elettorale e il taglio imposto per legge nazionale del numero dei consiglieri da 50 a 40, la giunta regionale ha valutato l’introduzione di una figura di supplenza: il primo dei non eletti che subentra temporaneamente nel caso in cui un consigliere diventi assessore.
In teoria, il numero totale dei rappresentanti resterebbe invariato, ma di fatto si aggiungerebbero fino a otto nuovi ingressi temporanei. Un’operazione che, secondo le stime interne, comporterebbe un aggravio di circa 3 milioni di euro l’anno per coprire indennità e spese di funzionamento.

La maggioranza, guidata dal centrosinistra, difende la proposta appellandosi al principio dell’invarianza di spesa: nessun aumento dei costi per la Regione, solo una riallocazione delle risorse già disponibili.
Ma è proprio qui che si concentra la critica più dura delle opposizioni. Secondo Pagliaro, il vincolo di invarianza sarebbe “ipocrita”, perché le indennità dei consiglieri supplenti finirebbero per essere coperte tagliando i fondi destinati al personale dei gruppi consiliari, ossia a giornalisti, collaboratori e staff tecnico che garantiscono l’operatività quotidiana dei consiglieri.

«Si sacrificano professionalità e si mettono a rischio lavoratori incolpevoli – denuncia Pagliaro – solo per garantire seggi in più ai probabili non eletti delle liste sature di Decaro».

Il tema è destinato a pesare anche sul piano politico. L’istituzione del consigliere supplente viene letta da molti come un modo per mantenere equilibrio e consenso interno nelle coalizioni, offrendo uno sbocco ai “primi dei non eletti” senza rinunciare formalmente al taglio dei seggi.
Un equilibrio fragile, che rischia però di tradursi in un aumento dei costi della politica e in nuovi malumori tra i gruppi consiliari.

La proposta, inserita in un pacchetto di emendamenti al bilancio di previsione, sarà discussa in aula nelle prossime ore. L’opposizione ha già annunciato battaglia, definendo il progetto “scellerato” e pronto a “gonfiare i costi della politica” sotto la bandiera della rappresentanza.
In attesa del voto, resta la sensazione di un provvedimento che divide profondamente la politica pugliese: per alcuni un correttivo tecnico, per altri un espediente politico destinato a pesare sui conti pubblici e sulla credibilità delle istituzioni regionali.

Caso via De Gasperi: la risposta dell’assessore Meli alle polemiche

Nei giorni scorsi hanno suscitato discussione e curiosità i lavori in corso su via Alcide De Gasperi a Ugento, dove – dopo un recente intervento di asfaltatura – è comparsa una nuova trincea di scavo. Le reazioni dei cittadini e le polemiche social non si sono fatte attendere, accompagnate da richieste di chiarimento sui motivi di tale intervento.

A fornire una risposta dettagliata è stato l’assessore ai Lavori Pubblici, Alessio Meli, che ha voluto ricostruire l’intera vicenda, collegandola al quadro generale degli investimenti in corso sul territorio comunale.

Meli ha spiegato che Ugento rientra nella Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), una politica territoriale di sviluppo sostenuta da fondi europei e nazionali, finalizzata al miglioramento dei servizi e delle infrastrutture nei territori a rischio marginalizzazione.
Grazie alla partecipazione a questo programma, Ugento beneficia di investimenti significativi in materia di riqualificazione urbana e infrastrutturazione, finanziati con fondi esterni e dunque senza pesare sul bilancio comunale né sui cittadini.

Gli interventi in corso

Nel dettaglio, la città è interessata da un vasto piano di fresatura, asfaltatura e aggiornamento della segnaletica stradale su diverse arterie principali, tra cui:

  • Via dei Gaballo
  • Via Ripamonti (dal tratto di via Taurisano fino a piazza Porta San Nicola)
  • Via Marina
  • Via Alcide De Gasperi (da via Marina a piazzetta San Giovanni Bosco)

A questi lavori si aggiungono interventi sui marciapiedi principali (via Barco e altre zone, anche costiere), nonché la posa di pensiline per le fermate degli autobus, arredi urbani e dispositivi di ricarica per veicoli elettrici.

L’assessore ha precisato che la gestione tecnica del progetto è affidata a un Comune capofila di un’aggregazione territoriale del Sud Salento, di cui Ugento fa parte come beneficiaria ma non come stazione appaltante.

Il “caso” di via De Gasperi

Riguardo allo scavo realizzato dopo l’asfaltatura in via De Gasperi, Meli ha chiarito che si è trattato di un caso fortuito dovuto alla necessità di un operatore di riprendere un sottoservizio già eseguito per la posa della fibra ottica.
L’equivoco – spiega l’assessore – è stato immediatamente risolto e le due imprese coinvolte hanno già concordato la ripresa integrale del manto stradale al termine dei lavori, senza costi aggiuntivi per l’Ente o per i cittadini.

“Nessuna improgrammazione, solo opere sovrapposte”

Meli ha respinto le accuse di mancata programmazione, ricordando che la città è oggi attraversata da molteplici cantieri pubblici – dalla sostituzione delle reti idriche e fognarie alla posa della fibra, fino alla metanizzazione e all’efficientamento della pubblica illuminazione.


«È chiaro – ha sottolineato – che quando più progetti insistono sullo stesso sedile stradale, può verificarsi un’eccezione come quella di via De Gasperi. Ma questo non significa disordine, bensì la naturale conseguenza di un territorio in piena trasformazione infrastrutturale».

Nei prossimi mesi Ugento sarà interessata da un grande intervento di sostituzione delle reti idriche, che riguarderà circa due terzi delle strade cittadine per un investimento complessivo di 11 milioni di euro.


«Si tratta – ha detto Meli – di un’opera fondamentale per eliminare le perdite, migliorare la pressione idrica e garantire continuità del servizio. È già previsto il rifacimento integrale dell’asfalto al termine dei lavori, quindi nessuna strada rimarrà danneggiata».

“Serve pazienza, ma è il prezzo del progresso”

L’assessore ha infine rivolto un appello ai cittadini:

«Capisco i disagi e le lamentele, ma è necessario comprendere che ogni intervento di oggi serve a garantire servizi migliori domani. Tra dieci o quindici anni, i nostri figli potranno beneficiare di infrastrutture moderne perché oggi abbiamo saputo cogliere le opportunità di investimento».

Conclude Meli:

«La stampa fa il suo mestiere, ma mi auguro che si guardi all’insieme e non solo al singolo scavo. Ogni buca racconta un passo avanti verso una città più efficiente e meglio servita».

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