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La Mannoia passa, i rifiuti no: la situazione un anno dopo

L’estate di Ugento sta lasciando dietro di sé un sapore dolce-amaro: il concerto di Fiorella Mannoia, che lo scorso anno aveva sollevato non poco clamore e polemiche, sembra essere solo uno sbiadito ricordo.

L’amministrazione comunale, con un generoso contributo di 15 mila euro e biglietti venduti a oltre 100 euro l’uno, aveva descritto l’evento come un grande passo per rilanciare l’immagine turistica di Ugento, promettendo una rinascita che avrebbe dovuto attrarre turisti e rivitalizzare l’economia locale.

Oggi, a distanza di un anno, la realtà del territorio sembra non aver subito cambiamenti significativi. Le marine di Ugento, invece di essere adornate da una nuova luce di prosperità, sono rimaste sommerse dai rifiuti. Le spiagge, un tempo fiore all’occhiello del nostro comune, sono invase da sacchetti di plastica, bottiglie e altri detriti che contrastano fortemente con l’immagine patinata di un litorale pulito e accogliente. I dati turistici, per giunta, confermano un calo delle presenze, smentendo le promesse di un’impennata di visitatori grazie al tanto decantato evento.

Un cumolo di rifiuti a T.S.Giovanni

Ma il problema non è solo il disastro ambientale. Quello che emerge con chiarezza è un modello di gestione pubblica che sembra favorire sempre le stesse realtà esterne, piuttosto che investire direttamente nella nostra comunità. Il concerto della Mannoia, sebbene apparisse come una grande opportunità, ha in realtà sollevato interrogativi su come vengono spesi i soldi pubblici. I benefici, infatti, sono sembrati circoscritti a pochi e non hanno prodotto i risultati sperati per la collettività.

Un esempio eclatante di questa dinamica è rappresentato dalla Festa dello Sport di Ugento, organizzata con una cifra di 5 mila euro (totalmente coperti dal Comune di Ugento) da un’associazione di Taurisano. Ancora una volta, i fondi pubblici hanno alimentato eventi gestiti da enti esterni, mentre le realtà locali rimangono spesso escluse da tali opportunità. Questo modello di gestione solleva domande fondamentali su chi realmente beneficia degli eventi finanziati con denaro pubblico e se tali investimenti producano risultati tangibili per la comunità. Tutto questo mentre storiche società sportive del luogo soffrono la totale mancanza di contributi pubblici nonostante le importanti manifestazioni organizzate a Ugento.

Il grande evento della Mannoia, quindi, sembra essere stato un esempio di come la pianificazione estemporanea, vista più come una vetrina per pochi piuttosto che come una reale opportunità di sviluppo, possa non risolvere i problemi strutturali. Le promesse di rinascita sono rimaste tali e il problema dei rifiuti, lungi dal risolversi, è diventato un simbolo della scarsa efficacia delle azioni intraprese.

Nel contesto di un investimento di tale entità, è lecito chiedersi se l’amministrazione comunale non avrebbe potuto orientare le risorse verso iniziative con un impatto più diretto e duraturo. Azioni concrete, come il miglioramento della gestione ambientale e investimenti in progetti locali, potrebbero non solo avere un impatto più significativo, ma anche contribuire a una visione a lungo termine per il nostro territorio.

Mentre la Mannoia è passata e le polemiche si sono smorzate, la spazzatura resta una realtà tangibile e costante. È tempo di rivedere le strategie e chiedersi se l’attenzione a eventi di grande richiamo possa essere sostituita da una gestione più oculata e sostenibile. Solo con una pianificazione adeguata e un vero impegno verso la cura del territorio si potrà garantire un futuro migliore per Ugento, lontano dai rifiuti e dalle illusioni.

Droni e intelligenza artificiale al servizio della sicurezza ambientale

Droni e intelligenza artificiale al servizio della sicurezza ambientale

Gallipoli è stata teatro di un’importante iniziativa formativa dal 5 all’8 agosto, presso la prestigiosa cornice de Le Sirenè Hotel, organizzata da Caroli Hotel in collaborazione con l’Aviazione Marittima Italiana, sotto la guida esperta di Orazio Frigino. L’evento ha rappresentato un’occasione unica per approfondire l’uso delle tecnologie di volo di ultima generazione, con un focus particolare sugli apparati ad ala fissa, segnando un momento cruciale di aggiornamento per gli operatori del settore.

Il programma formativo ha previsto quattro giorni intensi di lezioni e dimostrazioni pratiche, finalizzati a preparare i professionisti al cambiamento radicale che comporta l’adozione di un sistema di volo ad ala fissa. Questo tipo di apparato, infatti, richiede un adattamento significativo nelle abitudini di volo, differenziandosi notevolmente dai sistemi tradizionali. L’obiettivo è stato quello di fornire agli operatori tutte le competenze necessarie per utilizzare al meglio queste nuove tecnologie, sempre più rilevanti in contesti di sorveglianza e intervento ambientale.

Uno dei momenti più significativi della formazione è stata la presentazione del FIREHOUND 0, un drone ad ala fissa, a cura di Andrea Bezzo, titolare della Vector Robotics. Questo modello, frutto di una tecnologia avanzata, rappresenta una vera rivoluzione nel settore. Il FIREHOUND 0 è progettato per scovare incendi ed altre criticità sul territorio in maniera tempestiva, grazie a un sistema basato sull’intelligenza artificiale che lo rende attivo e autonomo. Il drone è in grado di operare per 15 ore consecutive senza la necessità di un intervento umano costante, rendendolo uno strumento di sorveglianza particolarmente efficace e versatile. Grazie alla sua capacità di monitorare ampie aree di territorio, il FIREHOUND 0 può intervenire tempestivamente, riducendo significativamente i tempi di risposta in caso di emergenza.

La partecipazione di Roberto Spennato, in rappresentanza dell’Associazione di Protezione Civile “La Forestal 2” di Ugento, ha ulteriormente arricchito il dibattito. Spennato ha sottolineato come l’introduzione di tecnologie avanzate come il FIREHOUND 0 possa rappresentare un salto di qualità nelle attività di monitoraggio e prevenzione degli incendi, che costituiscono una delle principali sfide per la protezione civile, specialmente in territori ad alto rischio come il Salento. L’integrazione di questi droni nelle operazioni quotidiane delle associazioni di protezione civile potrebbe migliorare sensibilmente l’efficacia degli interventi, riducendo i danni ambientali e garantendo una maggiore sicurezza per le comunità locali.

Un altro aspetto cruciale emerso durante i lavori è stato il potenziale utilizzo di queste tecnologie anche da parte degli Enti Parco e di altre istituzioni deputate alla tutela ambientale. La possibilità di adottare il FIREHOUND 0 per monitorare aree protette e individuare precocemente situazioni di rischio rappresenta una prospettiva interessante. Tuttavia, per trasformare questa possibilità in realtà, sarà necessario avviare procedure per stilare protocolli comuni d’intesa, che possano regolare l’utilizzo di questi droni nel rispetto delle normative vigenti e delle esigenze specifiche dei diversi territori.

L’evento si è concluso con un forte messaggio di collaborazione e innovazione. La sinergia tra esperti del settore, aziende tecnologiche e associazioni di protezione civile ha dimostrato come l’unione delle competenze possa generare soluzioni efficaci per la sicurezza del territorio. Gallipoli, con questa iniziativa, si conferma un centro di eccellenza non solo per il turismo, ma anche per l’innovazione nel campo della sorveglianza ambientale.

Questi quattro giorni di formazione hanno gettato le basi per un futuro in cui tecnologia e natura possano convivere armoniosamente, garantendo una tutela ambientale sempre più efficiente e proattiva. Un futuro in cui droni intelligenti come il FIREHOUND 0 non solo aiuteranno a prevenire disastri naturali, ma diventeranno parte integrante delle strategie di gestione e protezione del nostro patrimonio naturale.

Estate a Ugento: calo di turisti italiani e mancanza di marketing territoriale

Anche Ugento soffre un calo di presenze

Ugento, storicamente una delle mete turistiche più ambite del Salento, vive un’estate difficile, segnata da un sensibile calo delle presenze turistiche e dalla chiusura anticipata di diverse strutture rispetto all’anno scorso, complici il meteo avverso e la mancanza di una strategia di promozione territoriale efficace. A fine stagione, il bilancio è tutt’altro che positivo, con un settore turistico locale in sofferenza che fatica a recuperare terreno rispetto ad altre destinazioni del Salento.

I dati raccolti dalle strutture associate ad Assoturismo-Assohotel (Confesercenti), offrono un quadro preoccupante. Il segmento mare, da sempre il punto di forza di Ugento, ha registrato una contrazione delle presenze italiane compresa tra il 10% e il 20%, con punte negative ancora più accentuate rispetto ad altre località della regione.

Le marine di Ugento, tra cui Torre San Giovanni e Torre Mozza, hanno visto lidi semivuoti e case vacanza rimaste sfitte anche nei periodi tradizionalmente più affollati. Questa situazione rappresenta un campanello d’allarme per l’intera economia turistica locale, che dipende in larga parte dalle presenze estive.

Uno dei fattori critici individuati dalle associazioni di categoria è l’assenza di un marketing territoriale efficace. Nonostante le potenzialità di Ugento, che potrebbe essere promossa come una delle perle del turismo pugliese, il comune sembra essere gravemente in ritardo in questo campo. Attualmente, Ugento non dispone né di un’agenzia di promozione turistica né di una piattaforma online ufficiale per la promozione del territorio. Manca perfino una pagina social dedicata agli eventi locali e alle attrazioni turistiche, il che rende difficoltoso comunicare con un pubblico più ampio e attrarre nuovi visitatori.

Questa carenza viene accentuata dal fatto che molti degli eventi estivi, già scarsi, vengono promossi attraverso le pagine personali degli amministratori locali, trasformando iniziative pubbliche in strumenti di consenso politico piuttosto che in eventi di promozione del territorio. Tale approccio ha reso le attività pubbliche divisive e percepite da parte della popolazione come schierate politicamente, piuttosto che focalizzate sulla valorizzazione del comune e delle sue bellezze naturali e culturali.

La mancanza di una gestione professionale del marketing territoriale si riflette anche nella scarsità di servizi moderni a disposizione dei turisti. Il comune, nonostante gli ingenti investimenti fatti per ottenere la Bandiera Blu, non dispone di un sito turistico aggiornato e funzionante. Servizi essenziali per una località che ambisce a essere una destinazione turistica di primo piano, come un sistema di bike sharing, sono del tutto assenti, mentre infrastrutture come la velostazione, già costruita, rimangono abbandonate e inutilizzate. La promozione del territorio è affidata a volontari di pro loco sovvenzionate, ma gli info point gestiti da queste organizzazioni si sono rivelati inefficaci, incapaci di fornire un supporto adeguato ai turisti.

Ad aggravare ulteriormente la situazione è la scarsità di infrastrutture di trasporto adeguate. Durante l’estate, l’unica linea di trasporto pubblico disponibile per i turisti è composta da tre mini bus, che per la maggior parte del tempo circolano semivuoti. Questo servizio, insufficiente a coprire le reali esigenze di spostamento sul territorio, non è in grado di compensare le gravi lacune infrastrutturali e promozionali che affliggono la località. Le difficoltà logistiche rappresentano un ostacolo significativo per i visitatori, che spesso scelgono destinazioni meglio collegate e dotate di servizi più efficienti.

«È incredibile che una località come Ugento, con un patrimonio naturale e culturale di tale rilievo, sia così carente in termini di marketing territoriale e servizi», commenta un operatore turistico locale. «La mancanza di strategie promozionali adeguate e l’assenza di servizi moderni stanno penalizzando gravemente l’intera economia turistica della zona. Senza un marketing professionale e mirato, siamo destinati a perdere terreno rispetto ad altre destinazioni più organizzate e meglio promosse».

Le conseguenze di queste problematiche si riflettono direttamente sulle presenze turistiche. Nonostante un incremento delle presenze straniere, soprattutto nella prima parte della stagione estiva, Ugento non è riuscita a compensare il calo dei turisti italiani. Le strutture ricettive, in particolare quelle extralberghiere come i bed and breakfast, hanno registrato un calo delle prenotazioni compreso tra il 30% e il 35% rispetto agli anni precedenti. Questo calo ha colto di sorpresa molti operatori del settore, che avevano sperato in una stagione più positiva dopo le difficoltà legate alla pandemia.

Raffaele Bitetti, presidente dell’associazione extralberghiera di Lecce e Salento, ha espresso la delusione di molti colleghi: «Non ci aspettavamo un calo così drastico», ammette. «La realtà è che questa stagione sta deludendo le aspettative di molti operatori. Senza una strategia chiara e servizi adeguati, diventa sempre più difficile attrarre turisti, soprattutto italiani, che sono il nostro principale bacino di utenza».

Il calo delle presenze e la chiusura anticipata delle strutture rappresentano segnali di un problema strutturale che non può più essere ignorato. La carenza di un marketing territoriale efficace, la gestione non ottimale delle risorse turistiche e la mancanza di servizi adeguati stanno penalizzando gravemente Ugento, rischiando di marginalizzare sempre di più la località nel panorama turistico pugliese.

Per evitare un declino irreversibile, è fondamentale che le autorità locali intervengano con decisione, investendo in strategie di promozione territoriale all’altezza delle sfide attuali. Valorizzare le bellezze naturali e culturali del territorio in modo professionale e capillare, accompagnando la promozione con servizi moderni e funzionali, rappresenta l’unica via per rilanciare il turismo a Ugento e garantire un futuro sostenibile al settore.

Il rischio, altrimenti, è che Ugento, nonostante le sue spiagge paradisiache e il suo potenziale turistico, finisca per essere superata da altre destinazioni più organizzate e meglio promosse, perdendo opportunità preziose di crescita e sviluppo economico.

La politica non soggioghi il valore del mare e della fascia costiera

La politica non soggioghi il valore del mare e della fascia costiera

È ora interessante occuparci di tutela della fascia costiera, esternando alcune riflessioni su una recente, e fondamentale, pronuncia della Corte costituzionale, come noto, preposta per dettato costituzionale alla tutela dei principi e fondamenti della legge fondamentale del ‘48. Ebbene, con la sentenza n. 151 del 26 luglio 2024, il “Giudice delle leggi” ha annullato alcune disposizioni della Sardegna relative al tema della salvaguardia costiera.

La dichiarazione di illegittimità costituzionale ha riguardato un articolo della legge regionale approvata a fine 2023 dal Consiglio regionale, il quale aveva sostanzialmente reintrodotto la possibilità di demolire e ricostruire i fabbricati siti nella fascia di conservazione integrale dei trecento metri dalla linea di battigia marina anche senza conservarne la conformazione, l’ubicazione, le caratteristiche planivolumetriche e tipologiche originarie. In realtà, il giudizio presso la Corte costituzionale ha dimostrato trattarsi di una riproposizione della stessa legislazione, già dichiarata illegittima nel 2022. A riprova del fatto che l’indirizzo politico era molto più orientato a tutelare alcuni interessi privati, piuttosto che conformarsi non solo ai principi costituzionali, ma anche e soprattutto alle pronunce della stessa Consulta, il che significa che pur a fronte di un mandato elettorale, occorre amministrare e governare i problemi mantenendosi sempre all’interno del perimetro costituzionale.

La volontà politica regionale di “liberalizzare” di fatto gli interventi di demolizione e ricostruzione nella fascia di massima tutela costiera, si scontra prevalentemente con le prescrizioni del Codice dei beni culturali e del paesaggio, che occorre ricordare, è norma prevalente rispetto ad ogni legge regionale ed a qualsiasi altro atto di pianificazione paesaggistica.

Con la legge approvata quasi a fine legislatura (sarà un caso?), il consiglio regionale della Sardegna ha “reintrodotto la possibilità di ricostruire i fabbricati siti nella fascia di trecento metri dalla linea di battigia marina anche senza conservarne la conformazione e l’ubicazione originarie («sagoma, prospetti, sedime»), esentando, altresì, dall’obbligo di mantenere le «caratteristiche planivolumetriche e tipologiche» dell’edificio demolito. Peraltro, sempre con la stessa disposizione, operando un richiamo alle ipotesi escluse dal vincolo di inedificabilità elencate nella vigente legge regionale del 1989 e agli artt. 136, comma 1, lettere c) e d), e 142 cod. beni culturali, ha inteso puntualizzare che tale facoltà operasse nonostante il fabbricato da demolire e ricostruire ricadesse in un’area tutelata dal piano paesaggistico e dal codice dei beni culturali e del paesaggio. Una stortura palesemente violativa dei principi costituzionali, sintomo di una volontà politica che si traduce in atti legislativi che in nome di politiche neoliberiste spinte, senza freni e marcatamente mercatiste, punta a favorire pochi a discapito di altri. Specie su beni, come quelli attinenti alla libera fruizione della costa e del mare, che appartengono a tutti: res communes ominium, diceva gli antichi latini. E non vi potrebbe essere chi non veda quanto stia diventando difficile, perché eccessivamente oneroso per molte famiglie, soprattutto quelle monoreddito, usufruire di servizi spiaggia che da anni sono in mano a lobby familistiche. Un settore che è privo di concorrenza e che ci si augura possa incontrare quanto prima un nuovo approccio alla luce della direttiva Bolkestein, sulla quale molti addetti ai lavori furbescamente palesano totale ignoranza. 

Siamo dinanzi, addetti ai lavori e non, ad una nuova pronuncia della Corte costituzionale, che s’inserisce in una giurisprudenza costante e consolidata favorevole alla salvaguardia dei valori ambientali, paesaggistici, culturali e identitari del territorio, di cui la politica e gli amministratori locali devono obbligatoriamente tenere conto, perché è una garanzia per il Bel Paese, per la sua storia e per la sua ineguagliabile bellezza.

Ugento Calcio: 40 anni di storia e nuovo inizio!



Ugento Calcio: Festa per l’anniversario e un debutto storico nell’elite calcistica Italiana

Nel panorama sportivo, l’Ugento Calcio esplode di gioia per il suo 40° anniversario e per il debutto nell’ambito della quarta serie nazionale. La squadra salentina, da sempre bandiera di passione e orgoglio, festeggia la sua gloriosa storia calcistica con la presentazione della nuova maglia firmata V2 Underwear.

Il comunicato stampa dell’Ugento Calcio celebra questo momento straordinario per il club e per la comunità, grazie ad un emozionante video promozionale che mette in luce l’entusiasmo e l’unità che contraddistinguono da sempre la squadra e i suoi sostenitori. Tra i protagonisti del video, notiamo le giovani promesse calcistiche salentine come Riccardo ed Emanuele Ricchiuto, Edoardo Antonazzo e Pietro Spennato, dimostrando l’attenzione e l’impegno del club nel promuovere il calcio giovanile.

Il Presidente dell’Ugento Calcio, in un vibrante intervento, ha voluto rimarcare l’intensa emozione di questo momento dichiarando: “L’Ugento Calcio non è solo una squadra, è una famiglia che da 40 anni rappresenta il cuore e l’orgoglio della nostra città. Siamo entusiasti di iniziare questa nuova avventura nella quarta serie nazionale e di farlo con una maglia che incarna lo spirito di Ugento, con un design che guarda al futuro senza dimenticare il nostro passato”.

Nel girone H di serie D, dove milita l’Ugento Calcio, non mancano avversari di spessore. Squadre blasonate come l’Altamura Calcio e il Francavilla FC metteranno sicuramente alla prova la corazzata salentina, ma l’entusiasmo e l’unità che contraddistinguono l’Ugento Calcio potrebbero fare la differenza. Alla luce degli ultimi risultati e degli imminenti appuntamenti in calendario, la sfida è aperta e tutto può succedere nel mondo del calcio.

Vi invitiamo a seguire attentamente le prossime vicende dell’Ugento Calcio su ozanews.it, il vostro punto di riferimento per le notizie sportive. Condividete i nostri articoli e partecipate alla grande comunità di appassionati di calcio. Ricevete in tempo reale tutte le novità e aggiornamenti sullo storico cammino dell’Ugento Calcio in Serie D.

Sarà un’annata ricca di emozioni e sorprese. Buon calcio a tutti e forza Ugento Calcio!

(Il comunicato stampa dell’Ugento Calcio)

(Il comunicato stampa dell’Ugento Calcio: 40° anniversario e debutto storico in Serie D. Segui con ozanews.it il cammino dell’Ugento.)


Ugento Calcio: 40 anni e il sogno della quarta serie

L’Ugento Calcio celebra i 40 anni con una nuova sfida: la quarta serie nazionale

La storica squadra di calcio di Ugento, attiva da 40 anni, si prepara a fare il grande salto nella quarta serie nazionale. Vestirà, per l’occasione, una maglia celebrativa, rappresentazione di continuità e innovazione.

Una delle squadre storiche del panorama calcistico salentino, l’Ugento Calcio, festeggia un importante traguardo. La squadra, infatti, celebra i 40 anni dalla fondazione e si appresta a vivere un’emozionante stagione nella quarta serie nazionale, un debutto storico per il club di Ugento.

Per l’occasione, il team ha realizzato un video promozionale in cui annuncia l’inizio della nuova stagione e presenta la nuova maglia, firmata dallo sponsor tecnico V2 Underwear. La grafica, curata da Luciano Basile, si basa su un design moderno ma radicato nella tradizione, riflettendo l’identità della squadra e dei suoi tifosi.

Il video, diretto da Oscar Serio con soggetto e riprese di Riccardo Primiceri, presenta alcuni giovani tifosi e giocatori del team, affiancati dal veterano Elio De Nuzzo, uno dei giocatori storici del club e padre dell’attuale presidente Massimo De Nuzzo.

Moltissime le aspettative per l’Ugento Calcio in questa stagione ricca di emozioni e sorprese. E’ interessante notare che nel Girone H della Serie D, dove l’Ugento è inserito, ci sono squadre blasonate come il Taranto, il Foggia e il Nardò, ma non mancano le new entry come il Gravina e la Vigor Lamezia, pronte a dare del filo da torcere.

Il debutto della squadra in quarta serie nazionale è previsto per il 1° settembre, con una partita casalinga contro l’Acr Messina, una delle squadre più quotate del girone. È sicuramente un avvio di stagione impegnativo per l’Ugento Calcio, ma i tifosi sono fiduciosi e non vedono l’ora di supportare la loro squadra in questa nuova avventura.

Segui le prossime partite dell’Ugento Calcio e resta aggiornato sulle ultime notizie riguardanti la squadra su Ozanews.it. Condividi i nostri articoli sui social per mostrare il tuo supporto alla squadra.

Per vedere in anteprima il video promozionale e la nuova maglia, visita il seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=-cjUyJOkqq4

(Frase chiave: Ugento Calcio in quarta serie nazionale)

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Nuova stagione, vecchi problemi: le marine di Ugento sommerse dai rifiuti

le marine di ugento sommerse dai rifiuti

Con l’estate che volge al termine, le marine di Ugento sono ancora una volta alle prese con un problema che sembra essere diventato parte del paesaggio: la gestione dei rifiuti. Nonostante il sensibile calo di presenze turistiche, in particolare a Torre San Giovanni, i rifiuti continuano a invadere il territorio, creando disagi che nemmeno il sole e il mare riescono a far dimenticare.

Le spiagge, da sempre orgoglio della zona, sono diventate il simbolo di un sistema che non funziona. Cassonetti scarsi e raramente svuotati fanno da cornice a cumuli di immondizia lasciati a macerare sotto il sole, mentre la temperatura supera i 40 gradi. Tra sacchetti di plastica, bottiglie vuote e resti di picnic abbandonati, il turista che ancora si avventura in queste zone potrebbe essere tentato di scambiare il litorale per una discarica a cielo aperto.

La situazione non migliora spostandosi a Lido Marini, dove i recenti lavori di rifacimento del lungomare sembrano aver aggravato i problemi. Residenti e turisti lamentano polvere sollevata dalle aiuole spoglie di qualsivoglia vegetazione e parcheggi selvaggi che trasformano la zona in un caos infernale. È un’esperienza che nessuno dovrebbe desiderare per le proprie vacanze, ma che purtroppo è diventata la triste normalità.

Torre Mozza non fa eccezione. Qui, i bordi delle strade, appena sfalciati, sono diventati ricettacoli di rifiuti di ogni tipo. In tutto il territorio di Ugento, la situazione sembra peggiorare di anno in anno, segno di un sistema di gestione dei rifiuti che non solo è fallito, ma che si ostina a non voler migliorare.

E qui entra in gioco il vero problema: un’amministrazione che da oltre 25 anni sembra non aver mai davvero messo mano alla questione. Una programmazione inesistente e una gestione opaca, affidata da troppo tempo alle stesse mani, hanno trasformato il sistema dei rifiuti in un affare privato, lasciando il pubblico a pagarne il conto. Non sorprende, quindi, che Ugento continui a essere il fanalino di coda della provincia per quanto riguarda il riciclaggio, con una tassa sui rifiuti più alta rispetto ai comuni vicini. E questo, nonostante le promesse susseguitesi in questi lunghi 25 anni dall’attuale (vice) sindaco Massimo Lecci, l’uomo che ha di fatto disegnato l’attuale (dis)organizzazione del sistema di raccolta.

Ma non è solo una questione di tasse. L’ex impianto di selezione dei rifiuti di Contrada Burgesi è lì, abbandonato da vent’anni, a ricordarci quanto poco si sia fatto per migliorare la situazione. L’ex discarica Monteco, invece, rappresenta una ferita ancora aperta, con nessun amministratore disposto a farsi portavoce delle richieste di giustizia dei parenti delle vittime di cancro nella zona. E poi c’è il Parco Cavalonte, nato dalla bonifica di ex discariche e lasciato all’incuria, un monumento all’inutilità di milioni di euro spesi male.

Ma non è solo una questione ambientale, la crisi della società incaricata della raccolta rifiuti è evidente: libri portati in tribunale, stipendi in ritardo e mezzi di raccolta pericolosamente fatiscenti. L’ultimo episodio, un mezzo per la raccolta differenziata andato in fiamme, è solo l’ennesimo campanello d’allarme in una situazione ormai al collasso.

Ma se la politica locale non è in grado di risolvere il problema, allora il cambiamento deve partire dai cittadini. È fondamentale che ognuno di noi, oltre a riciclare correttamente e a non sporcare, inizi a scegliere con maggiore attenzione chi ci rappresenta. Dopo 25 anni di governo ininterrotto, è giunto il momento di chiedere conto a chi ha amministrato il comune, facendo luce su una gestione che ha favorito interessi privati a scapito della collettività.

Aiutare questi amministratori significa perpetuare un sistema fallimentare, un sistema che ha dissipato risorse pubbliche senza risolvere i problemi. E non bastano più i bei discorsi di propaganda, tanto pomposi quanto vuoti, per nascondere la dura realtà che i cittadini vivono ogni giorno. Né servono a qualcosa le manovre per comprare consenso attraverso finanziamenti diretti e bandi regionali, o per manipolare l’opinione pubblica tramite le associazioni amiche, le pro loco(s) e nuovi autoproclamati “opinion leader” pronti a fatturare al pubblico. È ormai chiaro a tutti che a Ugento si sta avvicinando la fine di un sistema malato, denunciato tra l’altro da un esponente delle istituzioni barbaramente ucciso ormai 16 anni fa e per il quale nessun politico di Ugento ha mai mosso un dito (sia di maggioranza che di opposizione!!!), dimostrando ancor di più che la responsabilità di cambiare rotta è, ora più che mai, nelle mani dei cittadini.

Avere una memoria lunga in questo senso non è solo un dovere dell’elettore, ma un bisogno impellente per il nostro territorio. Sempre più urgente sembra essere l’avvio di una fase “istruttoria” in cui si riesca ad assegnare la responsabilità di tutto quel che sta succedendo a Ugento, con la premura di riuscire a dare un nome e un cognome ai padri di questo disastro, che presto a tardi torneranno nelle vostre case a chiedere il voto.

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