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Anche Matino nelle nuove 100 mete d’Italia

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100 mete d'italia

Viene pubblicata la nuova lista delle 100 migliori mete d’Italia, come segnalato anche in un recente post del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano :

Il volume è dedicato alle comunità che nell’ultimo anno si sono distinte con progetti di valorizzazione delle tradizioni del territorio, di tutela del paesaggio, della promozione della legalità e del sostegno alle persone in difficoltà: La pubblicazione è patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Senato, da 6 ministeri e ANCI.

Una parte del post su Facebook di Michele Emiliano

Le 10 località citate sono:

Ceglie Messapica, Celle di San Vito, Giovinazzo, Leverano, Matino, Mesagne, Minervino di Lecce, Peschici, San Vito dei Normanni e Specchia.

Arriva la conferma di Coldiretti: è stata un’estate di fuoco per Ugento

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incendi ugento estate 2022

Mai così tanti incendi a Ugento, a dirlo ora è anche coldiretti Puglia, che elaborando i dati forniti dalla protezione civile ha stilato una classifica dei roghi in tutta la regione. Dopo Lecce, nella nostra provincia, Ugento risulta essere il territorio più coinvolto da questa emergenza.

99 incendi, molti dei quali filmati da questa testata giornalistica, fin dal principio in prima linea nella sensibilizzazione ambientale indispensabile per cercare di contenere un fenomeno che sembra implacabile.

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Sull’argomento si è espressa anche l’associazione cittadina degli Amanti della Natura, in un post su Facebook di cui riportiamo il testo:

INCENDI E DESERTIFICAZIONE IN SALENTO

La stampa conferma l’incremento degli incendi con i dati della protezione civile. La provincia di Lecce è la prima in Puglia per numero di incendi con Lecce in prima posizione e Ugento in seconda con 99 incendi. L’aumento è stato di più 56% in confronto con il 2021.

PERCHÉ GLI INCENDI?

Togliendo qualche caso patologico, la maggior parte degli incendi è una questione di soldi.

1) I piccoli proprietari che non hanno beneficiato di sovvenzioni per i loro ulivi ammalati da espiantare e quindi non avendo disponibilità o non volendo spendere soldi decidono di incendiare i loro stessi terreni. Un terreno con ulivi anche se ammalati è vincolato mentre un terreno distrutto dall’incendio è totalmente libero da ogni obbligo, qualora non si determina la responsabilità diretta di qualcuno per l’incendio.

2) Bruciando i terreni e distruggendo gli ulivi il valore di questi terreni crolla e quindi possono essere acquistati molto più facilmente da chi vorrebbe posizionare pannelli fotovoltaici o creare una masseria per attività di ricezione turistica.

Aggiungiamo che spesso gli incendi vanno fuori controllo favoriti anche dalle condizioni atmosferiche favorevoli, creando ancora più danno.

LA DESERTIFICAZIONE

Si è calcolato che ogni albero può far scendere la temperatura da 1 a 2 gradi con la sua presenza e quindi favorire vegetazione, piante, fiori, biodiversità e mantenendo un terreno un po’ più umido trattenendo acqua.

Quindi distruggendo alberi aumenta la temperatura e rende i terreni più secchi. Considerando inoltre che il Salento è la zona dove si è usato più pesticidi negli ultimi decenni in Italia, il risultato è che sempre più terreni diventano aridi e quindi creano desertificazione delle terre e del territorio.

I soldi servono a speculare

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i soldi servono a speculare

George Bernard Shaw, famoso commediografo irlandese tra i fondatori della London School of Economics di Londra, negli anni ’30 diede un consiglio ai risparmiatori: “Dovete scegliere tra il concedere la vostra fiducia alla solidità dell’oro o all’onestà e all’intelligenza dei governanti. Con il dovuto rispetto per questi signori, vi consiglio, finché dura il sistema capitalista attuale, di scegliere l’oro”. Ancora prima di lui, nel 1931 con Pio XI che nella Quadragesimo anno lamentava che nonostante fossero trascorsi 40 anni dall’enciclica Rerum Novarum, non fosse stato ancora attuato il saggio consiglio di Leone XIII: per ottenere finalmente giustizia sociale nel mondo c’era bisogno di una stretta alleanza tra capitale e lavoro. Constatiamo giornalmente i facili guadagni di strette nicchie di personaggi che approfittano della politica e della burocrazia, sfruttando il lavoro di tanti padri di famiglia che pur di portare il pane a casa sono costretti a turni ed orari di lavoro massacranti. Malpagati e addirittura “assicurati” per mezza giornata. Tanto si usufruirà della “disoccupazione” durante i mesi invernali o del reddito di cittadinanza, pagati con i soldi di tutti i contribuenti. Continuando come spesso accade a fare lavori in nero. Del resto, queste persone devono pur continuare a sopravvivere. 

Assistiamo agli effetti del capitalismo dei “facili guadagni”, che l’anarchia del mercato apre a tutti, allettano moltissimi allo scambio e alla vendita, e costoro unicamente agognano a fare guadagni pronti e con minima fatica. Con la sfrenata speculazione fanno salire e scendere i prezzi secondo il capriccio e l’avidità. Con tanta frequenza mandano fallite tutte le sagge previsioni dei produttori e sotto la coperta di una società che chiamano anonima si commettono le peggiori ingiustizie e frodi. Se quel che più conta, l’intelligenza, il capitale e il lavoro non si associano, quasi a formare una cosa sola, l’umana attività non può produrre i suoi frutti. Si trascura che nel frattempo il prezzo dell’oro è “esploso” da 35 a circa 2.000 dollari e nel primo semestre di quest’anno i contratti sui “derivati” options e futures nelle Borse mondiali sono stati circa 40 miliardi (non di dollari o di euro, ma come numero di contratti!). Sono operazioni finanziarie speculative e molto rischiose, che nulla hanno a che vedere con l’economia reale. Shaw avrebbe detto: ma che vadano a giocare al Casinò e non sui mercati finanziari! In effetti con gli argomenti seri non si gioca. 

Non c’è dubbio che lo sviluppo economico nel mondo occidentale abbia tuttavia fatto passi da gigante, ma viviamo sempre sotto la spada di Damocle della scarsa intelligenza, competenza e onestà dei governanti, che non sono ancora riusciti a capire l’inutilità e la pericolosità del capitalismo “stile Las Vegas”. E peggio ancora, non è stato fatto niente per evitare tutto ciò portando alla distruzione della coesione sociale ed all’aumento delle disuguaglianze. Il “salvabile” è dovuto alla straordinaria creatività, competenza e capacità di lavoro dei piccoli produttori, che con sacrificio e passione riescono a distinguersi non riuscendo purtroppo a frenare l’avanzata dei grandi pericoli causati dalla scarsa capacità di buona gestione dei governanti. La loro incompetenza talvolta si unisce al loro ambizioso egoismo e alla loro disonestà. Occorre avere ben chiara la funzione economico-sociale del credito bancario e dell’impresa privata, disprezzando il capitalismo speculativo. I tempi si presenteranno difficili, anche perché le banche centrali stanno percorrendo la strada dell’aumento del costo del denaro. Chi accenderà un mutuo per comprare casa pagherà più interessi rispetto agli anni scorsi. Il tempo del denaro a basso costo sembra volgere al tramonto sebbene siano stati più lo strumento di un capitalismo speculativo perché a partire dal 2008, la moneta, con i tassi di interesse portati a zero e per diversi anni con valori negativi, è stata creata dal nulla (fiat money – sia moneta!). Una ricchezza artificiale creata dalla firma digitale dei banchieri centrali e non dall’economia reale (economia collegata alla produzione e alla distribuzione di beni e servizi: imprese, merci prodotte, terreni, immobili e tutti i beni connessi alla produzione nonché i fornitori di servizi). Per varie ragioni non sono state messe fuori legge le cripto valute, ossia le monete “nascoste”, soprattutto al fisco, create da chiunque desideri crearle senza alcuna autorizzazione e controllo delle istituzioni pubbliche. Pura follia, che ha già causato centinaia di miliardi di perdite a risparmiatori sprovveduti e agli Stati per mancate entrate fiscali. L’euro (i nostri soldi) non è affatto stabile, mentre il dollaro è forte solo in virtù della potenza militare degli Stati Uniti, che peraltro non riescono più a vincere una guerra dal lontano 1945. È solo una potenza militare “dissuasiva”, ma che ha un costo enorme per la finanza pubblica americana, il cui debito pubblico è triplicato in dieci anni. Siamo in un mondo pieno di ricatti ed in un sistema che è socialmente, politicamente ed economicamente instabile. Occorre capire e comprendere l’importanza della cooperazione e della stretta alleanza tra capitale e lavoro, da tempo immemore sostenuta dalla dottrina sociale della Chiesa. All’orizzonte, né a destra, né a sinistra appaiono soluzioni valide. Al centro invece è spuntato un terzo polo sostenitore di un “liberalismo sociale, che vuole uno Stato forte in materie fondamentali come la sanità e l’istruzione, salvaguardando la libertà di scelta educativa, ma che non invade la vita dei cittadini”. Si dimentica di dichiarare guerra al capitalismo speculativo, che razionalmente spinse George Bernard Shaw a consigliare l’investimento nell’oro piuttosto che nelle monete di carta. L’Italia, oltre a essere il Paese più bello del mondo può dimostrarsi anche il più intelligente. Una bussola per tutti gli altri, perché il più cristianamente ispirato senza essere clericale o dipendente dal Vaticano. Bisogna prima capirlo, poi volerlo ed infine metterlo in pratica. E prima ancora come ugentino, dobbiamo iniziare ad educarci alla democrazia esercitando ogni diritto costituzionale.

Bandiera Blu Mon Amour: altri 12 mila euro per il sito internet

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12 mila euro per sito bandiera blu ugento

Non si fermano le spese dedicate alla bandiera blu di Ugento. Questa volta si tratta di 12 mila euro affidate con assegnazione dirette alla ditta gallipolina 3m Lab al fine di realizzare un sito internet dedicato all’assegnazione della bandiera blu 2022 al Comune di Ugento.

Una spesa che porta quasi a 150 mila euro l’importo complessivo dell’operazione bandiera blu, con l’intera somma prelevata principalmente dai proventi della tassa di soggiorno e lavori affidati prevalentemente ad assegnazione diretta. Si tratta quindi di un’iniziativa totalmente finanziata con soldi degli ugentini.

Questa volta si tratta di una spesa davvero singolare: mentre da una parte l’amministrazione di Ugento ha dichiarato a mezzo stampa di non avere bisogno di una pagina Facebook per la comunicazione istituzionale, dall’altro spende ben 12 mila euro per la realizzazione di un sito internet di cui nessuno comprende bene l’utilità. 12 mila euro che comprendono anche i servizi di grafica per le locandine degli eventi estivi. Un servizio sicuramente di qualità che è riuscito anche a trasformare la silhouette di Torre Mozza, trasformandola in altro, in una locandina addirittura condivisa sui profili social della Pro Loco di Gemini, con un danno di immagine inestimabile.

Questo, del resto, è quello che succede quando si affidano certi tipi di lavori a ditte di fuori paese che non hanno la minima concezione del nostro territorio. Un concetto che questa testata ha sottolineato più volte anche nel caso dell’assegnazione di 32 mila euro ad un azienda di Racale per la gestione di 6 fototrappole su tutto il territorio di Ugento.

Fatto sta che di questo sito internet ancora non vi è traccia, con la stagione che si avvia mestamente alla fine e con la consapevolezza che il territorio di Ugento ha evidenziato delle lacune che minano l’economia turistica degli anni a venire: ci ricorderemo di quest’estate, infatti, soprattutto per gli enormi cumuli di spazzatura che deturpano i paesaggi delle nostre marine e per gli incendi che hanno devastato oltre la metà dei terreni incolti presenti sul territorio di Ugento.

Un sito internet che si prospetta, tra l’altro, essere avveniristico e super funzionale, se si considera che il prezzo di mercato di questi servizi ai privati va dai 500 ai 5000 euro a secondo della loro complessità.

Ma a questo punto, come al solito, sorge spontanea una domanda: non sarebbe stato meglio investire questi 150 mila euro nella pulizia straordinaria di un territorio diventato un’enorme discarica a cielo aperto?

9000 persone scelgono di passare il ferragosto in museo: ma a Ugento no

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Sono stati pubblicati i numeri riguardanti la partecipazione alle aperture straordinarie di dive4rsi siti storici e archeologici durante il week end di ferragosto. I numeri fanno ben sperare e sottolineano la costante crescita di un turismo che guarda alla storia oltre che il mare.

Domina Castel del Monte con oltre 4500 persone che hanno scelto di passare la loro giornata ad Andria.  Il secondo luogo più visitato è stato il Castello di Bari con 2000 presenze, mentre il terzo posto è occupato dal Castello svevo di Trani con più di 600 persone che hanno scelto il prestigioso maniero vicino al duomo.

Nessun risultato degno di nota per i musei salentini, ma ancora peggio per il sistema museale di Ugento, che essendo rimasto totalmente chiuso al pubblico, non ha potuto registrare alcun visitatore, come in tutto il resto della stagione estiva.

Un vero peccato per un paese come Ugento che si fregia del titolo di “città d’arte”, una vera e propria presa in giro per i turisti che hanno provato a visitare il museo quest’anno e che sono dovuti mestamente tornare a casa, sorpresi del fatto che nessuno gli abbia mai avvisati della totale chiusura dei beni storici di Ugento, che continua nella tattica dello struzzo, preferendo all’informare i turisti il più totale e completo silenzio.

Rifiuti, parcheggi selvaggi e 0 servizi: il parco regionale di Ugento

rifiuti parcheggi selvaggi e 0 servizi. Il parco litorale di ugento

Si moltiplicano in queste ore le segnalazioni arrivate da parte di turisti e persone del luogo che denunciano la grave situazione ambientale del parco Litorale di Ugento, ormai sommerso dai rifiuti mai ritirati da giugno sino ad ora. Ma non solo, la mancanza assoluta di informazioni e i parcheggi selvaggi stanno distruggendo diverse zone del parco.

La totale assenza di controlli ha consentito anche quest’anno l’abbattimento di un muretto nei pressi del bacino spunderati permettendo alle auto di percorrere e parcheggiare sulle dune a soli 20 metri dalla battigia. Una situazione tragica che coinvolge anche la zona di Punta del Macolone, una zona in cui il delicatissimo equilibrio ambientale è stato ormai irrimediabilmente compromesso dalle centinaia di macchine che tutti i giorni percorrono questo tratto retrodunale in cerca di parcheggio, in una zona dove, ricordiamolo tutti, la sosta e il transito dei mezzi dovrebbe essere vietato.

una cista dall’alto di Punta Macolone

Risultano poi abbandonati e vandalizzati tutti i percorsi attrezzati all’interno del parco: il percorso per ipovedenti, l’area avventura e il percorso fitness attrezzato di fatto non esistono più, nonostante una spesa totale di oltre 500 mila euro per la loro costruzione.

Tutto questo all’indomani dell’arrivo delle osservazioni che stravolgeranno il piano parco improntato dal Comune di Ugento, che dopo più di dieci anni sembra non aver ancora trovato il bandolo della matassa nella gestione di un parco che fino ad ora ha rappresentato una perdita secca per le tasche degli ugentini.

La cosa peggiore è che di fatto il parco Litorale di Ugento in queste condizioni sta significando il blocco dello sviluppo turistico del nostro territorio, con anacronistiche e incomprensibili prescrizioni che impediscono importanti investimenti in zone che altrimenti, come dimostrano anche le immagini, sono destinate a diventare discariche a cielo aperto. Sono decine i progetti milionari che in quest’anni non hanno visto la luce a causa anche delle restrizioni dovute all’istituzione del parco regionale.

In tutto questo il Parco Litorale di Ugento manca ancora di un centro informazioni, mancano le mappe, la maggior parte dei cartelloni installati nel tempo sono scoloriti o vandalizzati, non esistono servizi, anche solo una semplice panchina per potersi sedere a bordo dei bacini. Tutto questo dopo milioni e milioni di euro pubblici spesi in questo che appare a tutti come un vorace buco nero, che fino ad ora non ha visto portare un solo euro di beneficio al territorio, con investimenti che hanno visto, come al solito, finire ingenti capitali pubblici fuori paese.

Più di una volta l’ex sindaco Massimo Lecci ha chiesto ai cittadini di avere pazienza, ma il tempo a disposizione dell’ambiente e dell’economia ugentina sembra ormai arrivato agli sgoccioli. Risponda almeno a una semplice domanda l'(ex) sindaco Lecci: a cosa serve un parco in queste condizioni?

Ordinanza anti vetro a Ugento

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ordinanza anti bottiglie

Arriva all’indomani di ferragosto la pubblicazione dell’ordinanza anti bottiglie di vetro del sindaco del Comune di Ugento.

Un’ordinanza che vieterà dunque la vendita di qualunque bevanda contenuta in bottiglie di vetro o lattine durante le manifestazioni pubbliche che si svolgono nel territorio di Ugento, divieto che vale anche per la consumazione.

Precisamente, citando l’ordinanza:

che l’adozione delle seguenti misure possa contribuire alla tutela della salute e dell’incolumità delle persone e a contrastare i possibili fenomeni di incuria e di degrado riconducibili al consumo di bevande e alimenti in contenitori di vetro e lattine o al consumo non responsabile di bevande alcoliche:

  1. divieto a chiunque, nelle aree pubbliche interessate allo svolgimento delle manifestazioni e
    comunque nelle loro immediate vicinanze, di introdurre e/o consumare in bottiglie o
    contenitori di vetro e/o lattine bevande;
  2. Divieto di vendita per asporto di bevande contenute in bottiglie di vetro e/o in lattine, anche
    ove dispensate da distributori automatici;
  3. Il divieto di cui ai precedente punti 1 e 2 opera anche nel caso in cui la somministrazione e
    la conseguente consumazione avvengano all’interno dei locali e delle aree del pubblico
    esercizio o nelle aree pubbliche esterne di pertinenza delle attività artigianali e/o commerciali,
    legittimamente autorizzate con l’occupazione di suolo pubblico;

Le multe per i trasgressori andranno dai 100 a 500 euro.

AVVISA
che, fatte salve le responsabilità civili e penali, chiunque non osservi le disposizioni di cui alla
presente ordinanza, se non già sanzionate da specifica normativa, è soggetto al pagamento di una
sanzione amministrativa di carattere pecuniario da euro 150,00 ad euro 500,00, con facoltà per i
responsabili delle attività che si siano rese fonti e causa dei fatti degenerativi sopraindicati di
estinguere l’illecito con il pagamento della sanzione in misura ridotta di euro 100,00 nel caso della
1° violazione, Euro 200,00 nel caso della 2^ violazione, Euro 300 dalla 3° violazione, oltre
all’applicazione della misura cautelare del sequestro, finalizzato alla confisca amministrativa delle
cose che formano o sono servite alla commissione dell’illecito amministrativo, in applicazione
dell’art. 13 della Legge n. 689/1981

un estratto dell’ordinanza

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