Si è svolta venerdì scorso la liberazione di due giovani esemplari di tartaruga caretta caretta che erano ricoverati presso il CRTM di Calimera. La liberazione è avvenuta presso la spiaggia libera all’altezza della zona Fontanelle e ha visto la partecipazione entusiasta delle decine di bagnanti che si sono trovati ad assistere alla liberazione.
Perché Ugento si sta trasformando in una discarica a cielo aperto?
Una situazione sfuggita di mano e di cui è impossibile ormai far finta di nulla. Iniziato tutto con l’approvazione dell’ultimo bando per la gestione della raccolta dei rifiuti, oggi il territorio di Ugento si lecca le ferite causate da una gestione scellerata del territorio e delle sue risorse.
Ma di chi è veramente la colpa di tutto questo? Possiamo davvero continuare a raccontarci la favola dei turisti sporcaccioni? Gli stessi turisti a cui poi facciamo le feste sull’altare della nostra economia turbo-turistica.
Ma la colpa, a ben vedere, è di altri e si spiega molto semplicemente nella lettura del contratto di appalto della gestione dei rifiuti dell’ARO LE/10 di cui Ugento fa parte, un bando che sembra scientificamente scritto per poter avvantaggiare e far arricchire le aziende di raccolta rifiuti a discapito del territorio e dei cittadini di Ugento.
L’esempio più lampante è sicuramente la gestione degli eco centri di Ugento, in questo momento utili solo ad assumere altro personale a cui era stato promesso il posto in campagna elettorale, ma che sicuramente non servono a espletare la loro funzione primaria, quella cioè di raccogliere tutti i rifiuti che i cittadini più volenterosi e attenti scelgono di portare.
A chi di noi non è capitato almeno una volta di dover andare a smaltire qualcosa presso l’eco centro comunale? Un’avventura che sembra quasi una corsa ad ostacoli, tra controlli, postille ed eccezioni che di fatto, rendono impossibile il conferimento della maggior parte dei rifiuti. È infatti impossibile scaricare rifiuti se:
- Ci si reca presso l’eco centro con un mezzo che non sia la propria auto (e solo quella essendo i mezzi commerciali vietati)
- se i rifiuti da conferire non sono perfettamente separati ed identificabili
- se si vuole conferire un rifiuto speciale
Con il regolamento che impone le seguenti regole:
- richiedere, a chiunque abbia intenzione di conferire i propri rifiuti presso il Centro di Raccolta, documento di identità in modo da verificarne i requisiti per l’accesso di cui al successivo art. 6; ha, inoltre, facoltà di registrare le generalità e la targa del mezzo dell’utente che accede al Centro;
- accertare, a seguito di un esame visivo, l’idoneità dei rifiuti conferiti, assicurando la loro collocazione in aree distinte del centro per flussi omogenei, attraverso l’individuazione delle loro caratteristiche e delle diverse tipologie e frazioni merceologiche, separando i rifiuti potenzialmente pericolosi da quelli non pericolosi e quelli da avviare a recupero da quelli destinati allo smaltimento;
- di negare l’assenso allo scarico per quel rifiuto che non presenti caratteristiche adeguate all’avvio al recupero cui dovrà essere destinato;
- di non consentire l’accesso ai veicoli qualora se ne ravvisi la necessità, così come specificato nel successivo art. 6;
- fornire assistenza all’utenza al momento del conferimento e sensibilizzarla ad un corretto e maggiore conferimento differenziato di rifiuti.
Ma allora una persona che deve smaltire regolarmente dei rifiuti che non rientrino nei crismi prescritti dal regolamento come può fare? Alla precisa domanda, nell’eco centro nessuno sa rispondere, e litigandoci (anche parecchio) si finisce sempre con la solita frase: chiama il numero verde e chiedi. Peccato che questo numero , tra l’altro, non risponda più ormai da un paio di mesi.
A questo punto scatta la classica domanda: ma allora dove vado a buttare tutto questo? La risposta che ci è stata data in tutti e tre gli eco centri ugentini è sempre stata la medesima:
Dove vuoi ma non qua!

Dobbiamo quindi ringraziare per questa situazione in primis l’assessore all’ambiente Massimo Lecci, che da ex sindaco e detentore della della delega all’ambiente ormai da oltre 20 anni consecutivi, è stato colui che in prima persona ha seguito questa faccenda e il bando per l’assegnazione di un servizio che, ricordiamolo, costa ai cittadini di Ugento circa 250 mila euro al mese.
Ma perché non favorire l’accesso di tutti, indipendentemente da residenza e posizione fiscale, presso gli eco centri comunali? Non sarebbe interesse pubblico evitare il formarsi di continue discariche abusive nelle periferie dei nostri centri abitati? La risposta è no, ed è presto detto il perchè.
Come già detto in altri articoli, la raccolta dei rifiuti abbandonati lungo le strade e nelle campagne non rientra nell’appalto di gestione della raccolta dei rifiuti. Questo significa che si tratta di un servizio fatturato a parte da parte della stessa azienda che gestisce gli eco centri.
Non ci vuole un esperto di economia politica, dunque, per capire che l’azienda è economicamente spinta a non far funzionare gli eco centri, con le discariche abusive che stanno diventando un capitolo di incasso determinante nei bilanci di aziende che, sulla carta, si sono impegnate in ribassi a loro dire sostenibili.
La soluzione dunque esiste ed è totalmente appannaggio delle istituzioni pubbliche: rivedere il capitolato d’appalto, magari con la stesura di un altro ex-novo, dove vengano riviste le politiche gestionali degli eco centri e dove rientrino nella normale gestione anche gli interventi di raccolta rifiuti lungo strade e campagne. In questo modo sarebbe in primis la ditta gestire il servizio ad avere l’interesse economico a non far creare discariche abusive in tutto il territorio.
Una soluzione semplice, che richiede solo ed esclusivamente una cosa: la volontà politica di salvare Ugento dalla monnezza.
regolamento_centro_di_gestione_rifiutiNovità per il museo di Ugento
Con la pubblicazione della determina n°639 del 2 settembre 2022 il Comune di Ugento ,mette ufficialmente la parole fine ad una questione che va avanti addirittura dal 2016, anno in cui è partita la procedura per l’affidamento in concessione dei beni museali e storici di Ugento.
Un provvedimento propedeutico alle prossime azioni che l’amministrazione vorrà intraprendere per la regolare riapertura del patrimonio storico ugentino, che a questo punto dovrà aspettare l’istituzione di un nuovo bando di gestione che potrebbe vedere i tempi dilatarsi ulteriormente. A un anno dalla promessa elettorale dell’attuale sindaco di Ugento, che insieme all’assessore Chiara Congedi si impegnarono in una soluzione che sarebbe dovuta arrivare nel giro di due settimane dalla loro elezione.
Oggi invece scopriamo che anche quest’estate l’offerta turistica del nostro paese ha fatto a meno del museo con la prospettiva di altre stagioni passate a museo chiuso. Perché se è vero che è certo che il museo sia chiuso, non è altrettanto certa la data, anche ipotetica, della sua riapertura, con l’amministrazione comunale che non accenna a voler parlare di questo argomento.
Intanto l’estate è ormai passata e il museo, come preannunciato più volte da questa testata, è rimasto chiuso.
Una determina che ripercorre tutta la storia del Museo Archeologico Salvatore Zecca, poi rinominato nuovo sistema archeologico:
2017717_ATT_000047116_34283-chiusura-bando-museoCon Determinazione n. 492 del 20/06/2016 si avviava una Consultazione preliminare di mercato ai sensi dell’art. 66 del D.Lgs. 50/2016 e s.m.i. finalizzata ad individuare, nel rispetto dei principi di trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento, proporzionalità e libera concorrenza, i soggetti da invitare successivamente a una eventuale procedura di affidamento a norma di legge;
con la stessa determinazione si approvava l’Avviso esplorativo per manifestazione di interesse per l’individuazione del concessionario di servizi relativi a beni culturali e museali;
con Determinazione n. 880 del 07/11/2019 veniva stabilito di affidare i servizi in oggetto mediante
procedura ristretta, ai sensi dell’art. 61 del D.lgs. 50/16, approvando la lettera di invito, il capitolato di
gara con relative dichiarazioni e il piano economico-finanziario, i quali prevedono il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa;con determinazione n. 353 del 09/06/2020, a firma del Responsabile del Settore AAGG, all’esito
dell’espletamento della procedura, si disponeva l’aggiudicazione, ex art. 32 co. 5 D.lgs n. 50/2016, della gara avente ad oggetto la concessione dei servizi relativi a beni culturali e museali in favore della società Studio di Consulenza Archeologica, con sede in Ugento alla via Piave n. 21 –
subordinandone l’efficacia all’acquisizione di tutta la documentazione relativa alle verifiche di cui all’art. 32 co. 7 D.Lgs. n. 50/2016 e alla verifica del possesso dei requisiti richiesti dal bando;con successiva determinazione n. 470 del 29/07/2020 si procedeva alla conferma dell’aggiudicazione ai sensi dell’art. 32 co. 7 D.lgs n. 50/2016;
con determina n. 472 di pari data, nelle more della stipula del contratto (stand still), si disponeva “ai
sensi dell’art. 32 comma 8 D.lgs n. 50/2016, l’affidamento in via d’urgenza del servizio per l’esecuzione anticipata del contratto sotto riserva di legge”;con nota prot. 13968 del 21.05.2021 si trasmetteva all’aggiudicatario lo schema di contratto di
affidamento del servizio di gestione dei beni museali;nei giorni 07 giugno 2021 e 29 giugno 2021 si procedeva, in presenza dei Responsabili dei Settori Lavori Pubblici, Patrimonio e Urbanistica nonché del legale rappresentante della società concessionaria, ad esperire una ricognizione attraverso appositi sopralluoghi presso i beni oggetto di concessione;
con nota prot. 20167 del 23.07.2021 l’Ente invitava formalmente la società aggiudicataria alla stipula
del contratto di affidamento fissando la data del 28.07.2021 ore 10.30 presso la Casa Comunale;con nota pec del 28.07.2021, acquisita al protocollo dell’Ente al n. 20448 del 28.07.2021, la società
aggiudicataria comunicava l’indisponibilità a presentarsi per la sottoscrizione del contratto in
considerazione di precedenti impegni assunti;con nota prot. 20485 del 28.07.2021 l’Ente, prendendo atto dell’indisponibilità dell’aggiudicatario a
comparire per la data fissata, chiedeva a quest’ultimo di dare comunicazione della disponibilità alla
sottoscrizione del contratto;con successiva nota prot. 21113 del 04.08.2021 l’Ente reiterava nuovamente l’invito alla sottoscrizione del contratto, chiedendo all’aggiudicatario di comunicare entro le ore 12.00 del 06.08.2021 la data e l’ora in cui sottoscrivere il contratto di affidamento;
CONSIDERATO CHEi vari inviti e solleciti rivolti all’aggiudicatario e finalizzati alla stipula del contratto di affidamento sono rimasti privi di riscontro
in considerazione del silenzio serbato dall’aggiudicatario, con nota prot. 24984 del 24.09.2021 veniva
comunicato alla società Studio di Consulenza archeologica l’avvio del procedimento di revoca
dell’aggiudicazione e della successiva determinazione di affidamento in via d’urgenza del servizio per l’esecuzione anticipata del contratto, con invito a presentare eventuali memorie nel termine di giorni 10 dal ricevimento della comunicazione;nel termine assegnato, con nota prot. 25761 del 05/10/2021, lo Studio di Consulenza Archeologica
faceva pervenire le proprie osservazioni rimesse nella memoria procedimentale a firma dell’Avv.
Francesco Muscatello del foro di Bari;
RILEVATO CHEi rilievi esposti nella predetta memoria non consentivano di superare le ragioni che imponevano al
Comune di disporre la revoca dell’aggiudicazione;dall’esame dei verbali della Commissione di gara n. 1 relativo alla seduta del 7/05/2020, n. 2 relativo alla seduta del 22/05/2019 e n. 3 relativo alla seduta del 3/06/2020, recepiti con determinazione n. 470 del 29.07.2020, risultava che la ditta seconda in graduatoria era la società Orione s.r.l. con sede in Maglie alla via Roma n. 130 –
DATO ATTO CHEcon successiva determinazione n. 838 del 22/10/2021 si provvedeva a:
revocare l’aggiudicazione dei servizi relativi alla gestione dei beni culturali e museali dell’Ente disposta con determinazione n. 470 de1 29/07/2020 in favore del concorrente Studio di Consulenza
Archeologica, con sede in Ugento alla via Piave n. 21 – P. Iva 03974430757 e la conseguente
determinazione n. 472 del 29.07.2020 avente ad oggetto l’affidamento in via d’urgenza del servizio per l’esecuzione anticipata del contratto sotto riserva di legge;aggiudicare, ai sensi dell’art. 32 comma 5 del d. lgs. n. 50/2016, i servizi relativi alla gestione dei beni
culturali e museali dell’Ente in favore del secondo concorrente collocatosi in graduatoria. società Orione s.r.l., con sede in Maglie alla via Roma n. 130 –il provvedimento di revoca dell’affidamento e conseguente aggiudicazione al secondo in graduatoria
veniva comunicato alle parti con nota prot. 27631 del 25.10.2021;in data 15.11.2021, nell’esercizio dell’autotutela esecutiva, veniva notificata ordinanza di sgombero al
fine di rientrare nel possesso dei beni detenuti dall’affidatario decaduto;la determinazione n. 838/2021 è stata oggetto di impugnazione da parte dell’affidatario Studio di
Consulenza archeologica innanzi al Tar Puglia sez. Lecce che, con ordinanza n. 716 del 20.12.2021, resa in sede cautelare, rigettava la richiesta di sospensione dell’efficacia del provvedimento di revoca e dell’ordinanza di sgombero sul presupposto dell’insussistenza del fumus boni iuris;con sentenza n°379 del 07.03.2022, divenuta definitiva in data 07.06.2022, il Tribunale Amministrativo
Regionale per la Puglia Lecce – Sezione Seconda – respingeva il ricorso in quanto infondato, facendo
salvi gli effetti della suddetta determinazione n°838 del 22.10.2021;con nota prot. n. 0009176 del 30/03/2022, l’Ente, pertanto, invitava formalmente la Orione s.r.l.,
operatore classificatosi secondo nella procedura di gara, a voler comunicare una data utile per la
sottoscrizione del contratto, significando che l’eventuale perfezionamento del contratto doveva avvenire entro e non oltre l’11 aprile 2022;
PRESO ATTO CHE con nota prot. n. 0009302, acquisita al protocollo dell’ente in data 01.04.2022, la società Orione s.r.l. comunicava la propria mancanza di interesse alla sottoscrizione del relativo contratto, considerato “il lungo lasso di tempo decorso dalla partecipazione della gara in oggetto e tenuto conto dell’emergenza sanitaria che ha modificato quanto previsto nell’affidamento di concessione di gestione”;
CONSIDERATA la necessità, pertanto, di formalizzare la conclusione del procedimento di gara avviato con determinazione n. 880/2019 ed avente ad oggetto la concessione dei servizi relativi a beni culturali e museali di cui in premessa per indisponibilità alla sottoscrizione del relativo contratto anche del secondo concorrente collocatosi in graduatoria, la società Orione s.r.l., con sede in Maglie alla via Roma n. 130
Anche Matino nelle nuove 100 mete d’Italia
Viene pubblicata la nuova lista delle 100 migliori mete d’Italia, come segnalato anche in un recente post del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano :
Il volume è dedicato alle comunità che nell’ultimo anno si sono distinte con progetti di valorizzazione delle tradizioni del territorio, di tutela del paesaggio, della promozione della legalità e del sostegno alle persone in difficoltà: La pubblicazione è patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Senato, da 6 ministeri e ANCI.
Una parte del post su Facebook di Michele Emiliano
Le 10 località citate sono:
Ceglie Messapica, Celle di San Vito, Giovinazzo, Leverano, Matino, Mesagne, Minervino di Lecce, Peschici, San Vito dei Normanni e Specchia.
Arriva la conferma di Coldiretti: è stata un’estate di fuoco per Ugento
Mai così tanti incendi a Ugento, a dirlo ora è anche coldiretti Puglia, che elaborando i dati forniti dalla protezione civile ha stilato una classifica dei roghi in tutta la regione. Dopo Lecce, nella nostra provincia, Ugento risulta essere il territorio più coinvolto da questa emergenza.

99 incendi, molti dei quali filmati da questa testata giornalistica, fin dal principio in prima linea nella sensibilizzazione ambientale indispensabile per cercare di contenere un fenomeno che sembra implacabile.
[embedyt] https://www.youtube.com/embed?listType=playlist&list=PLQRR1d2OD_R3nfelmMr0zwmzBVqZ61CUJ&layout=gallery[/embedyt]Sull’argomento si è espressa anche l’associazione cittadina degli Amanti della Natura, in un post su Facebook di cui riportiamo il testo:
INCENDI E DESERTIFICAZIONE IN SALENTO
La stampa conferma l’incremento degli incendi con i dati della protezione civile. La provincia di Lecce è la prima in Puglia per numero di incendi con Lecce in prima posizione e Ugento in seconda con 99 incendi. L’aumento è stato di più 56% in confronto con il 2021.
PERCHÉ GLI INCENDI?
Togliendo qualche caso patologico, la maggior parte degli incendi è una questione di soldi.
1) I piccoli proprietari che non hanno beneficiato di sovvenzioni per i loro ulivi ammalati da espiantare e quindi non avendo disponibilità o non volendo spendere soldi decidono di incendiare i loro stessi terreni. Un terreno con ulivi anche se ammalati è vincolato mentre un terreno distrutto dall’incendio è totalmente libero da ogni obbligo, qualora non si determina la responsabilità diretta di qualcuno per l’incendio.
2) Bruciando i terreni e distruggendo gli ulivi il valore di questi terreni crolla e quindi possono essere acquistati molto più facilmente da chi vorrebbe posizionare pannelli fotovoltaici o creare una masseria per attività di ricezione turistica.
Aggiungiamo che spesso gli incendi vanno fuori controllo favoriti anche dalle condizioni atmosferiche favorevoli, creando ancora più danno.
LA DESERTIFICAZIONE
Si è calcolato che ogni albero può far scendere la temperatura da 1 a 2 gradi con la sua presenza e quindi favorire vegetazione, piante, fiori, biodiversità e mantenendo un terreno un po’ più umido trattenendo acqua.
Quindi distruggendo alberi aumenta la temperatura e rende i terreni più secchi. Considerando inoltre che il Salento è la zona dove si è usato più pesticidi negli ultimi decenni in Italia, il risultato è che sempre più terreni diventano aridi e quindi creano desertificazione delle terre e del territorio.
I soldi servono a speculare
George Bernard Shaw, famoso commediografo irlandese tra i fondatori della London School of Economics di Londra, negli anni ’30 diede un consiglio ai risparmiatori: “Dovete scegliere tra il concedere la vostra fiducia alla solidità dell’oro o all’onestà e all’intelligenza dei governanti. Con il dovuto rispetto per questi signori, vi consiglio, finché dura il sistema capitalista attuale, di scegliere l’oro”. Ancora prima di lui, nel 1931 con Pio XI che nella Quadragesimo anno lamentava che nonostante fossero trascorsi 40 anni dall’enciclica Rerum Novarum, non fosse stato ancora attuato il saggio consiglio di Leone XIII: per ottenere finalmente giustizia sociale nel mondo c’era bisogno di una stretta alleanza tra capitale e lavoro. Constatiamo giornalmente i facili guadagni di strette nicchie di personaggi che approfittano della politica e della burocrazia, sfruttando il lavoro di tanti padri di famiglia che pur di portare il pane a casa sono costretti a turni ed orari di lavoro massacranti. Malpagati e addirittura “assicurati” per mezza giornata. Tanto si usufruirà della “disoccupazione” durante i mesi invernali o del reddito di cittadinanza, pagati con i soldi di tutti i contribuenti. Continuando come spesso accade a fare lavori in nero. Del resto, queste persone devono pur continuare a sopravvivere.
Assistiamo agli effetti del capitalismo dei “facili guadagni”, che l’anarchia del mercato apre a tutti, allettano moltissimi allo scambio e alla vendita, e costoro unicamente agognano a fare guadagni pronti e con minima fatica. Con la sfrenata speculazione fanno salire e scendere i prezzi secondo il capriccio e l’avidità. Con tanta frequenza mandano fallite tutte le sagge previsioni dei produttori e sotto la coperta di una società che chiamano anonima si commettono le peggiori ingiustizie e frodi. Se quel che più conta, l’intelligenza, il capitale e il lavoro non si associano, quasi a formare una cosa sola, l’umana attività non può produrre i suoi frutti. Si trascura che nel frattempo il prezzo dell’oro è “esploso” da 35 a circa 2.000 dollari e nel primo semestre di quest’anno i contratti sui “derivati” options e futures nelle Borse mondiali sono stati circa 40 miliardi (non di dollari o di euro, ma come numero di contratti!). Sono operazioni finanziarie speculative e molto rischiose, che nulla hanno a che vedere con l’economia reale. Shaw avrebbe detto: ma che vadano a giocare al Casinò e non sui mercati finanziari! In effetti con gli argomenti seri non si gioca.
Non c’è dubbio che lo sviluppo economico nel mondo occidentale abbia tuttavia fatto passi da gigante, ma viviamo sempre sotto la spada di Damocle della scarsa intelligenza, competenza e onestà dei governanti, che non sono ancora riusciti a capire l’inutilità e la pericolosità del capitalismo “stile Las Vegas”. E peggio ancora, non è stato fatto niente per evitare tutto ciò portando alla distruzione della coesione sociale ed all’aumento delle disuguaglianze. Il “salvabile” è dovuto alla straordinaria creatività, competenza e capacità di lavoro dei piccoli produttori, che con sacrificio e passione riescono a distinguersi non riuscendo purtroppo a frenare l’avanzata dei grandi pericoli causati dalla scarsa capacità di buona gestione dei governanti. La loro incompetenza talvolta si unisce al loro ambizioso egoismo e alla loro disonestà. Occorre avere ben chiara la funzione economico-sociale del credito bancario e dell’impresa privata, disprezzando il capitalismo speculativo. I tempi si presenteranno difficili, anche perché le banche centrali stanno percorrendo la strada dell’aumento del costo del denaro. Chi accenderà un mutuo per comprare casa pagherà più interessi rispetto agli anni scorsi. Il tempo del denaro a basso costo sembra volgere al tramonto sebbene siano stati più lo strumento di un capitalismo speculativo perché a partire dal 2008, la moneta, con i tassi di interesse portati a zero e per diversi anni con valori negativi, è stata creata dal nulla (fiat money – sia moneta!). Una ricchezza artificiale creata dalla firma digitale dei banchieri centrali e non dall’economia reale (economia collegata alla produzione e alla distribuzione di beni e servizi: imprese, merci prodotte, terreni, immobili e tutti i beni connessi alla produzione nonché i fornitori di servizi). Per varie ragioni non sono state messe fuori legge le cripto valute, ossia le monete “nascoste”, soprattutto al fisco, create da chiunque desideri crearle senza alcuna autorizzazione e controllo delle istituzioni pubbliche. Pura follia, che ha già causato centinaia di miliardi di perdite a risparmiatori sprovveduti e agli Stati per mancate entrate fiscali. L’euro (i nostri soldi) non è affatto stabile, mentre il dollaro è forte solo in virtù della potenza militare degli Stati Uniti, che peraltro non riescono più a vincere una guerra dal lontano 1945. È solo una potenza militare “dissuasiva”, ma che ha un costo enorme per la finanza pubblica americana, il cui debito pubblico è triplicato in dieci anni. Siamo in un mondo pieno di ricatti ed in un sistema che è socialmente, politicamente ed economicamente instabile. Occorre capire e comprendere l’importanza della cooperazione e della stretta alleanza tra capitale e lavoro, da tempo immemore sostenuta dalla dottrina sociale della Chiesa. All’orizzonte, né a destra, né a sinistra appaiono soluzioni valide. Al centro invece è spuntato un terzo polo sostenitore di un “liberalismo sociale, che vuole uno Stato forte in materie fondamentali come la sanità e l’istruzione, salvaguardando la libertà di scelta educativa, ma che non invade la vita dei cittadini”. Si dimentica di dichiarare guerra al capitalismo speculativo, che razionalmente spinse George Bernard Shaw a consigliare l’investimento nell’oro piuttosto che nelle monete di carta. L’Italia, oltre a essere il Paese più bello del mondo può dimostrarsi anche il più intelligente. Una bussola per tutti gli altri, perché il più cristianamente ispirato senza essere clericale o dipendente dal Vaticano. Bisogna prima capirlo, poi volerlo ed infine metterlo in pratica. E prima ancora come ugentino, dobbiamo iniziare ad educarci alla democrazia esercitando ogni diritto costituzionale.
Bandiera Blu Mon Amour: altri 12 mila euro per il sito internet
Non si fermano le spese dedicate alla bandiera blu di Ugento. Questa volta si tratta di 12 mila euro affidate con assegnazione dirette alla ditta gallipolina 3m Lab al fine di realizzare un sito internet dedicato all’assegnazione della bandiera blu 2022 al Comune di Ugento.
Una spesa che porta quasi a 150 mila euro l’importo complessivo dell’operazione bandiera blu, con l’intera somma prelevata principalmente dai proventi della tassa di soggiorno e lavori affidati prevalentemente ad assegnazione diretta. Si tratta quindi di un’iniziativa totalmente finanziata con soldi degli ugentini.
Questa volta si tratta di una spesa davvero singolare: mentre da una parte l’amministrazione di Ugento ha dichiarato a mezzo stampa di non avere bisogno di una pagina Facebook per la comunicazione istituzionale, dall’altro spende ben 12 mila euro per la realizzazione di un sito internet di cui nessuno comprende bene l’utilità. 12 mila euro che comprendono anche i servizi di grafica per le locandine degli eventi estivi. Un servizio sicuramente di qualità che è riuscito anche a trasformare la silhouette di Torre Mozza, trasformandola in altro, in una locandina addirittura condivisa sui profili social della Pro Loco di Gemini, con un danno di immagine inestimabile.

Questo, del resto, è quello che succede quando si affidano certi tipi di lavori a ditte di fuori paese che non hanno la minima concezione del nostro territorio. Un concetto che questa testata ha sottolineato più volte anche nel caso dell’assegnazione di 32 mila euro ad un azienda di Racale per la gestione di 6 fototrappole su tutto il territorio di Ugento.
Fatto sta che di questo sito internet ancora non vi è traccia, con la stagione che si avvia mestamente alla fine e con la consapevolezza che il territorio di Ugento ha evidenziato delle lacune che minano l’economia turistica degli anni a venire: ci ricorderemo di quest’estate, infatti, soprattutto per gli enormi cumuli di spazzatura che deturpano i paesaggi delle nostre marine e per gli incendi che hanno devastato oltre la metà dei terreni incolti presenti sul territorio di Ugento.
Un sito internet che si prospetta, tra l’altro, essere avveniristico e super funzionale, se si considera che il prezzo di mercato di questi servizi ai privati va dai 500 ai 5000 euro a secondo della loro complessità.
Ma a questo punto, come al solito, sorge spontanea una domanda: non sarebbe stato meglio investire questi 150 mila euro nella pulizia straordinaria di un territorio diventato un’enorme discarica a cielo aperto?













































