Lavoro ed Economia
Altro che milione, il turismo di Ugento è a rischio
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Negli ultimi vent’anni, il turismo in Puglia ha vissuto una vera e propria esplosione, portando la regione ai vertici nazionali per numero di arrivi e presenze. Località come Bari, Lecce, Vieste e Melendugno hanno registrato tassi di crescita impressionanti, contribuendo a un’economia turistica sempre più solida e diversificata. Tuttavia, non tutte le destinazioni pugliesi hanno saputo cavalcare con la stessa efficacia quest’onda di sviluppo. Il caso di Ugento è emblematico: pur avendo visto un aumento del turismo, la sua crescita è stata molto più lenta rispetto ai competitor e, dati alla mano, evidenzia un declino relativo che solleva domande cruciali sulle scelte strategiche adottate negli anni.
Secondo i dati della regione Puglia, Ugento ha registrato un incremento delle presenze del 68,5% tra il 2005 e il 2022 (ultimo anno di cui si abbiano dati strutturati), passando da 539.349 a 908.740 pernottamenti. Un dato positivo, ma se confrontato con il resto della Puglia appare deludente. Nello stesso periodo:
- Melendugno ha visto un incremento del 1513,1%, grazie a investimenti mirati e promozione internazionale, che di fatto la pongono come la marina più ricercata in Salento in questo momento. Da sottolineare la presenza di eventi e di calendari estivi molto più variegati rispetto a Ugento.
- Salve ha raddoppiato le presenze (+109,6%), nonostante partisse da una base molto inferiore. Da piccoli ricordiamo le sue marine come posti sperduti in cui si trovavano vecchi pescatori a rammendare le reti, oggi Pescoluse e Torre Vado hanno numeri che fanno impallidire anche Ugento.
- Racale ha visto un aumento del 1439,9%, segno di una valorizzazione più efficace del territorio. Anche per Racale stessa storia di Salve, con la Marina Torre Suda che ha continuato a progredire mentre Torre San Giovanni rimaneva al palo.
- Vieste, pur essendo un mercato già maturo, ha registrato comunque un incremento del 21,8%, consolidando la sua leadership.
- Bari e Lecce, con aumenti del 111,7% e 118,5%, dimostrano una maggiore attrattività grazie a un turismo culturale e business meno stagionale.
Nonostante la crescita, Ugento si posiziona solo al 61° posto nella regione per tasso di crescita turistica, un dato che evidenzia la perdita di competitività rispetto ad altre località pugliesi che hanno saputo sviluppare strategie più efficaci.
Classifica_Presenze_2005_2022In questo contesto, il consigliere comunale Vincenzo Scorrano si è precipitato a enfatizzare il dato del raggiungimento di 1 milione di presenze, approntando velocemente il solito post di propaganda pieno di insinuazioni e velate accuse, bruciando anche il sindaco e l’assessore Chiara Congedi, che continua in silenzio ad assistere allo stupro delle sue funzioni da parte del presidente del consiglio comunale. Questo atteggiamento ha dimostrato ancora una volta la sua totale inadeguatezza, che rispecchia fedelmente quella della sua amministrazione. Il consigliere ha infatti riportato solo un numero grezzo, utile esclusivamente alla propaganda dell’amministrazione comunale.
Tornando ai numeri reali, Ugento ha mantenuto una forte vocazione balneare, con un’offerta ricettiva concentrata nei mesi estivi e una stagionalità estrema. I tassi di occupazione medi nel periodo 2022-2024 mostrano una situazione preoccupante:
- Estate (giugno-settembre): 85-90%
- Primavera e autunno: 35-50%
- Inverno (novembre-febbraio): 15-20%
Questo significa che, al di fuori della stagione balneare, l’economia turistica di Ugento si riduce drasticamente, lasciando scoperta una larga parte dell’anno. La mancanza di eventi culturali, sportivi o di wellness durante la bassa stagione ha impedito alla città di attrarre un turismo destagionalizzato, diversamente da Lecce e Bari.
Declino della vita notturna: un’occasione persa
Nei primi anni ‘90, Ugento vantava anche una vivace vita notturna estiva, grazie alla presenza di due note discoteche, il Diva e il Terenzano, che rappresentavano un punto di riferimento per i giovani e attiravano turisti da tutta la regione. Tuttavia, entrambe furono costrette a chiudere in un clima amministrativo non certo amico, evidenziando un atteggiamento ostile allo sviluppo di questo segmento turistico. A conferma di questa visione, l’attuale sindaco di Ugento, Salvatore Chiga, ha espresso in un’intervista televisiva il proprio sollievo e soddisfazione per il fatto che oggi il comune non abbia discoteche nel proprio territorio. Questa posizione mette in evidenza il vero problema di Ugento: un’amministrazione che sembra non avere una visione strategica per il turismo e che ha contribuito a un progressivo impoverimento dell’offerta turistica, limitando le opportunità di crescita e attrattività per un pubblico più ampio.
Reddito e impatto sociale: una comunità che non beneficia del turismo
Nonostante l’importanza economica del turismo per Ugento, il benessere della popolazione locale non ne ha tratto vantaggi significativi. Secondo la Classifica Comuni per Reddito Pro Capite (2022), Ugento si colloca al 91° posto in provincia, con un reddito pro capite di 13.265 euro, nettamente inferiore a comuni come Lecce (23.032 euro) o Maglie (19.486 euro). Questo indica che la ricchezza prodotta dal turismo non si è distribuita equamente, finendo per arricchire pochi investitori privati piuttosto che la comunità nel suo insieme.
Classifica_Comuni_Reddito_Pro_Capite_OrizzontaleL’analisi dei dati evidenzia alcuni fattori chiave che hanno frenato lo sviluppo turistico di Ugento:
- Mancanza di diversificazione dell’offerta: Il turismo balneare è rimasto il pilastro centrale senza un adeguato sviluppo di alternative culturali, sportive o di wellness.
- Poca attrattività per il turismo internazionale: Nel 2022, il 78% dei turisti è italiano, con una quota straniera ridotta al 22%, mentre località come Lecce e Vieste hanno aumentato sensibilmente l’appeal internazionale. Questo dato mostra una netta controtendenza rispetto alla media regionale.
- Carente strategia di marketing e promozione: Competitor come Melendugno e Salve hanno beneficiato di campagne mirate e collaborazioni con tour operator esteri, investendo al meglio i proventi della tassa di soggiorno e i finanziamenti per la promozione turistica.
- Strutture ricettive poco competitive: Ugento presenta una scarsa presenza di hotel di lusso (4 e 5 stelle), elemento chiave per attrarre un turismo alto-spendente.
- L’uso efficace della tassa di soggiorno ( a Ugento 850mila euro nell’ultimo anno) e dei fondi per la promozione turistica: è essenziale garantire che questi fondi vengano utilizzati realmente per la valorizzazione del territorio e non per alimentare clientelismo e campagne elettorali. Per troppo tempo, elargizioni a pro loco e associazioni sono state fatte non per meriti sul campo, ma in cambio di sostegno elettorale, portando all’azzeramento delle politiche di promozione di Ugento. Questa gestione inefficace è emersa chiaramente nell’ultima BIT: mentre Ceglie Messapica ha presentato un video promozionale per l’estate, l’assessora di Ugento si è limitata a distribuire un mazzo di penne e delle shopper brandizzate con il logo del Parco di Ugento, un’entità che invece di brillare nel panorama turistico si è rivelata una grande zavorra economica per cittadini e turisti.
Per evitare un ulteriore declino relativo rispetto ai competitor, Ugento dovrebbe adottare una serie di strategie mirate:
- Diversificazione dell’offerta: Creazione di eventi culturali e sportivi in bassa stagione, sviluppo di pacchetti benessere per il turismo senior. Continuare con sagre e concerti di pizzica in alta stagione non serve a niente.
- Internazionalizzazione: Collaborazioni con tour operator stranieri e investimenti in digital marketing per mercati esteri in crescita (Germania, Austria, Polonia, Spagna e sud America).
- Miglioramento della ricettività: Incentivi per attrarre investitori nel settore alberghiero di lusso e promozione di standard più elevati nelle locazioni turistiche.
Ugento ha ancora un grande potenziale, ma senza un cambiamento radicale nelle politiche turistiche ed economiche, rischia di perdere ulteriormente terreno rispetto ai competitor. Un piano strategico turistico per il 2025-2030, focalizzato sulla diversificazione dell’offerta e sull’attrazione di turisti alto-spendenti, potrebbe rappresentare la chiave per un rilancio sostenibile e inclusivo.
Per trasformare il turismo in un volano di crescita reale per la comunità, è necessario passare da un modello basato sulla rendita di pochi a una strategia che valorizzi l’intero territorio e ne distribuisca i benefici in modo equo, ma soprattutto bisogna iniziare ad investire bene i soldi per la promozione turistica, che fino ad oggi sono stati solo utilizzati per ingrassare le tasche di pochi amici ed eletti.