Home Ambiente e Territorio Il malcostume degli ombrelloni segnaposto

Il malcostume degli ombrelloni segnaposto

TEMPO DI LETTURA 3 Minuti

Con l’arrivo dell’estate, le spiagge si popolano e si caricano di allegria, sole e desiderio di relax. Purtroppo, insieme alla stagione più attesa dell’anno, torna anche un fenomeno odioso e intollerabile: quello degli ombrelloni “segnaposto”, lasciati incustoditi sulla spiaggia già dalla sera prima o all’alba, per riservarsi un posto in prima fila senza alcuno sforzo.

Chi pratica questa abitudine non solo è maleducato e arrogante, ma profondamente irrispettoso del bene comune e del prossimo. L’idea di “segnare” il territorio, come se la spiaggia fosse proprietà privata, è una vergognosa dimostrazione di prepotenza e inciviltà. Questi comportamenti minano lo spirito stesso della convivenza civile: mentre famiglie e turisti si alzano presto per godersi una giornata di mare, si trovano di fronte una fila di ombrelloni vuoti, che resteranno deserti per ore, bloccando l’accesso a chi invece è presente fisicamente.

Pubblicità

Forse non tutti lo sanno, ma lasciare ombrelloni, sedie o altri oggetti sulla spiaggia libera per “prenotarla” è vietato dalla legge. Il Codice della Navigazione (art. 1161) punisce l’occupazione arbitraria di suolo demaniale, e in molte regioni e comuni esistono ordinanze che vietano espressamente questa pratica. La Capitaneria di Porto e la Polizia Municipale hanno il dovere di intervenire, rimuovendo gli oggetti e sanzionando i responsabili. In molte località costiere italiane le autorità lo fanno, eccome.

Ma a Ugento, purtroppo, no.

Ad Ugento, terra bellissima e meta turistica d’eccellenza, questo malcostume prospera indisturbato. Basta farsi un giro al mattino presto su alcune delle spiagge libere del litorale per trovarsi di fronte a un vero e proprio accampamento fantasma: ombrelloni piantati nella sabbia, sdraio legate, persino giochi e salvagenti lasciati a “riservare” uno spazio che dovrebbe essere di tutti.

Il fatto ancora più grave è che la Polizia Municipale, che dovrebbe vigilare e intervenire, non agisce con la necessaria fermezza. Manca un controllo serio, costante, deciso. Manca l’applicazione delle sanzioni. Manca la volontà, o forse il coraggio, di estirpare un fenomeno che rovina l’esperienza di chi vuole semplicemente godersi la spiaggia con rispetto e correttezza.

Pubblicità

Chi pratica il trucco dell’ombrellone segnaposto dimostra una mentalità da “furbetto del quartierino”, egoista e menefreghista. Non c’è giustificazione che tenga: non è furbizia, è cafonaggine pura. È una forma di appropriazione indebita del bene pubblico. È la versione balneare della macchina parcheggiata in doppia fila “solo cinque minuti”. È l’atteggiamento tipico di chi pensa che le regole valgano solo per gli altri.

È ora di dire basta. Chi ama Ugento, chi ama il mare, chi rispetta gli altri, non può più restare in silenzio. Le istituzioni devono svegliarsi, i cittadini devono segnalare, i turisti devono pretendere rispetto. La spiaggia è un bene comune, non il giardino privato di pochi prepotenti.

Servono controlli. Servono rimozioni. Servono multe. E serve, soprattutto, cultura del rispetto.

Entra nella nostra newsletter!

Non inviamo spam! Riceverai una mail settimanale con tutti gli articoli principali della settimana

Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Ricevi i nuovi articoli via mail, ogni lunedì.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Pubblicità
Pubblicità

Exit mobile version