Pesce Leone avvistato a Ugento: allarme per l’ecosistema salentino
Ugento, Basso Salento – Un esemplare di pesce leone (Pterois volitans), specie aliena e invasiva, è stato rinvenuto nelle acque di Ugento, rappresentando con ogni probabilità la prima segnalazione documentata per il tratto di costa salentina. Questo evento solleva importanti interrogativi sullo stato di salute dell’ecosistema marino locale e sui profondi cambiamenti in atto nel Mediterraneo.
La scoperta è avvenuta nei giorni scorsi, quando il pescatore Antonio Sansò ha individuato il pesce tra le sue reti da posta. Ulteriori conferme visive sono giunte da Matteo Santorsola e Fabio Pellegrino della Pescheria del Porto di Torre San Giovanni. La presenza di questa specie, originaria dell’area indo-pacifica, è un chiaro indicatore delle alterazioni ambientali che stanno interessando il territorio salentino.
Il Pterois volitans, noto anche come lionfish o pesce scorpione, è facilmente riconoscibile per il suo corpo striato di bianco e rosso-bruno, le lunghe pinne pettorali “a ventaglio” e le spine dorsali velenifere. Sebbene la sua puntura non sia generalmente letale, può causare dolore intenso, gonfiore e nausea, rendendo necessaria l’assistenza medica. La sua catalogazione come una delle specie marine invasive più pericolose a livello internazionale non è casuale: in altre aree del mondo, come i Caraibi, ha già provocato gravi squilibri ecologici, riducendo drasticamente le popolazioni di pesci e organismi autoctoni.
Nel Mediterraneo, la crescente diffusione di specie tropicali è un fenomeno favorito dal riscaldamento delle acque e dai cambiamenti climatici. Questo avvistamento lungo la costa di Ugento si inserisce in un quadro più ampio che vede l’arrivo di nuove specie non autoctone, come già evidenziato in passato con la diffusione del “gambero killer” nelle zone umide del Parco Naturale Regionale Litorale di Ugento. Le ipotesi sull’arrivo del pesce leone includono la migrazione attraverso il Canale di Suez, rilasci accidentali da acquari marini o il trasporto passivo tramite attività navali.
Le possibili conseguenze per l’ecosistema locale del Salento sono significative. Si teme una forte pressione predatoria su pesci di piccola taglia e giovani esemplari di specie autoctone, con una conseguente riduzione della biodiversità marina. La specie, non avendo predatori naturali efficaci nelle nostre acque, potrebbe proliferare indisturbata, portando a ripercussioni sulla pesca locale nel medio-lungo periodo e rischi concreti per pescatori, subacquei e bagnanti. La Regione Puglia, che nel 2021 ha riconosciuto come “Oasi blu” lo specchio d’acqua antistante il Parco Litorale Naturale di Ugento per il monitoraggio degli habitat, sarà ora chiamata a considerare anche questa nuova minaccia.
Di fronte a un avvistamento o una cattura, gli esperti raccomandano di non toccare mai l’esemplare a mani nude, ma di utilizzare guanti spessi o strumenti per la manipolazione. È fondamentale segnalare immediatamente la presenza alle autorità competenti o agli enti di ricerca, documentando l’avvistamento con fotografie, indicando luogo e data. La collaborazione tra pescatori, operatori del porto, subacquei e cittadini è cruciale per un monitoraggio tempestivo e una risposta efficace a questa emergenza ambientale che riguarda da vicino il nostro amato mare nostrum.
Questo avvistamento a Ugento è un campanello d’allarme ambientale che non può essere sottovalutato. Il mare del Salento sta mutando, e con esso le specie che lo popolano. Informazione, prevenzione e un monitoraggio costante sono strumenti indispensabili per tutelare la biodiversità e le attività economiche legate alla risorsa marina del territorio salentino.
