Connect with us

Ambiente e Territorio

Perché Ugento è di nuovo tra i rifiuti?

Published

on

CONDIVIDI SUBITO QUESTO ARTICOLO
TEMPO DI LETTURA 3 MinutI

Le immagini sono ormai ricorrenti: sacchi abbandonati lungo le strade, rifiuti ammassati nei pressi delle villette turistiche, cartoni accatastati vicino a bidoni stracolmi e odori nauseanti che accompagnano le serate estive. Succede puntualmente ogni anno, nelle marine di Ugento, da Torre San Giovanni a Lido Marini, passando per Torre Mozza. Eppure, il Comune continua a puntare su un sistema che – nei fatti – non regge l’urto delle presenze turistiche: la raccolta porta a porta.

Ma perché, nonostante le evidenze, si continua su questa strada? E, soprattutto, qual è la vera natura del problema?


Quando il modello non regge

Il sistema porta a porta, pensato per una popolazione residente stabile e organizzata, si dimostra inadeguato nei contesti stagionali e ad alta densità turistica, come quello delle marine ugentine.

Durante i mesi estivi, la popolazione effettiva del territorio triplica o quadruplica: seconde case, B&B, case vacanza, campeggi, resort e flussi di turisti giornalieri modificano radicalmente la realtà urbana e la quantità di rifiuti prodotta.

In questo scenario:

  • Il calendario di raccolta non è compatibile con i tempi dei turisti, che arrivano e partono in giorni non previsti dal servizio.
  • I rifiuti vengono abbandonati fuori orario o fuori zona, generando degrado visivo e problemi igienico-sanitari.
  • Mancano informazioni chiare e in lingua per gli ospiti occasionali.
  • Il sistema, pensato per le famiglie residenti, non tiene conto delle esigenze delle utenze temporanee, né dei flussi intensivi dei weekend.

Un modello superato, una visione arretrata

L’adozione ostinata di questo modello, ormai superato in molte località turistiche italiane ed europee, dimostra la scarsa cultura ambientale di chi lo ha ideato e voluto, e una preoccupante incapacità di visione da parte dell’assessorato all’ambiente del Comune di Ugento.

Un assessorato che appare più impegnato a intercettare fondi e occuparsi di progetti su carta piuttosto che a risolvere i problemi reali dei cittadini. Problemi che, negli ultimi vent’anni, si sono moltiplicati diventando endemici, segnando il territorio con inefficienze croniche e una crescente sfiducia nella politica locale.


Altri Comuni hanno già cambiato strada

In altre città italiane, il porta a porta è stato superato o integrato con sistemi più moderni, efficaci e compatibili con il turismo. Alcuni esempi virtuosi:

  • Jesolo (VE) ha introdotto isole ecologiche interrate intelligenti, aperte h24 con accesso tramite tessera, affiancate da eco-informatori stagionali.
  • Rimini (RN) ha adottato cassonetti smart con calotta, accessibili solo tramite tessera magnetica, e un sistema flessibile di raccolta differenziata adattato ai flussi turistici.
  • Lignano Sabbiadoro (UD) ha sviluppato una raccolta mista con isole mobili, app in più lingue e servizi dedicati agli alloggi turistici.
  • Ischia (NA), nonostante le difficoltà logistiche, ha introdotto punti di conferimento temporanei vigilati, evitando il caos estivo.
  • Trento (TN), modello nazionale, utilizza cassonetti intelligenti e tariffazione puntuale, dimostrando che l’efficienza è possibile anche nei centri storici complessi.

Queste esperienze mostrano che esistono soluzioni migliori, già collaudate, sostenibili e adattabili anche al contesto di Ugento. Serve solo la volontà politica.


Dietro la scelta del Comune di Ugento di mantenere il porta a porta, c’è una logica più politica che tecnica: il sistema consente infatti di impiegare un numero maggiore di operatori ecologici, garantendo così posti di lavoro.

Una scelta che, sul piano occupazionale, può apparire lodevole, ma che sul piano ambientale e gestionale si rivela fallimentare. Il risultato è un circolo vizioso: più operatori, ma meno efficienza; più costi per i cittadini, ma peggioramento del decoro urbano.

Quella dei rifiuti non è solo una crisi ambientale: è una crisi politica e culturale, che interroga direttamente chi governa da troppo tempo con logiche vecchie, incapaci di rinnovarsi. È sempre più evidente che la generazione che comanda a Ugento non riesca a sintonizzarsi con i problemi e la sensibilità dei giovani, i veri protagonisti del futuro.

I ragazzi e le ragazze del territorio chiedono risposte concrete, rispetto per l’ambiente, modernità e partecipazione. Esigenze ben diverse da quelle dei loro genitori, legate spesso a logiche di gestione conservativa del potere. È tempo di voltare pagina.

Serve un cambiamento non solo nel modello di raccolta, ma nella governance di un paese che continua a zoppicare, frenato da una zavorra generazionale che non riesce più a interpretare il presente, figuriamoci il futuro.

Il futuro di Ugento – città a forte vocazione turistica – passa da scelte nuove, responsabili e lungimiranti. Continuare a ignorare l’inefficacia del porta a porta nelle marine significa danneggiare l’immagine del territorio, peggiorare la qualità della vita e allontanare le nuove generazioni dalla politica.

Chi governa oggi ha una responsabilità storica: o cambia passo, o sarà ricordato come parte del problema. Il tempo degli slogan è finito. Ora servono visione, coraggio e un vero ascolto del territorio.

Pubblicità

Videomaker, Fotografo, Giornalista ed esperto di marketing digitale. Tutto questo dopo aver vissuto dieci anni a Bologna ed esser tornato in Salento. Oggi dirigo la redazione di Ozanews, la comunicazione di Ugento Calcio e le iniziative di Officine Multimediali ETS mentre continuo a lavorare per i miei clienti storici.