fbpx
Connect with us

Politica

A Ugento non vota più nessuno e la politica è ufficialmente morta

Published

on

ugento che non vota alle eleziomni politiche 2022
CONDIVIDI SUBITO QUESTO ARTICOLO
TEMPO DI LETTURA 3 MinutI

Ancora non si conoscono i risultati esatti e l’ordine della grandezza della vittoria delle destre qui a Ugento ma un dato è già chiaro a tutti: a Ugento non vuole votare più nessuno, in una costante riduzione dei votanti che dura da circa 20 anni.

Il civismo imperante che ha sminuito il ruolo dei partiti, un livello culturale che da anni ha ripreso a cavalcare verso il basso e il virus del relativismo che dalla chiesa ha anche attaccato la società civile sono solo alcuni dei sintomi che a livello nazionale hanno deciso un dato dell’affluenza così basso, che a livello nazionale si è comunque attestato sul 64% bel lontano dal 48,5% del dato di Ugento.

A Ugento non si vota più e non lo si fa per non disturbare il manovratore, che tra una votazione e l’altra potrebbe scivolare dimenticandosi di erogare i contributi casa, gli assegni ordinari e straordinari, i buoni spesa e tutti gli altri benefit che continuano a mantenerlo in piedi.

Cosa significa votare, dunque, nel nostro paese? Un dovere prima ancora di un diritto che si sta trasformando in un mero gesto per cui riscuotere un premio, come l’addestratore consegna lo zuccherino al cane meritevole, dopo l’esercizio riuscito bene a suon di mesi di cinghiate sul muso.

Delle elezioni davvero strane quest’ultime, con una campagna elettorale di cui in pochi si sono accorti ad Ugento, mai come questa volta completamente abbandonata da big e meno conosciuti candidati, che all’inutile richiesta del voto hanno questa volta scelto la latitanza. Nessun grande evento elettorale. Nessun comizio pubblico. Solo eventi privati organizzati massonicamente negli eleganti salotti di alcuni professionisti che continuano a non voler andare in pensione. Questa è stata la campagna elettorale di Ugento.

Non vogliono più neanche i nostri voti nelle oscure stanze di partito lì a Bari, questo perché a Ugento il dato è consolidato già da diversi anni: la politica qui è morta sotto il peso dei favori fatti ad amici e parenti.

Cosa servono allora i partiti quando si può far parte del gruppo del sindaco di questo o quell’assessore? Questo è il modo di intendere la politica nel nostro paese e lo possiamo appurare con i nostri occhi, con gente che nel giro di pochi giorni abbiamo visto passare dagli scudi alle feste elettorali degli odiati ex nemici, ora amici, diventati tali a suon di promesse e dicerie. L’appartenenza, la coerenza, la passione sono così scomparse schiacciate nella tramoggia del clientelarismo e del malaffare.

Eppure non era difficile capirlo, anche leggendo i dati delle ultime comunali, quelle di un anno fa, che hanno visto, in termini di affluenza, il peggior risultato del nostro paese in epoca repubblicana. Fino ad oggi, scesi anche sotto la soglia psicologica del 50%.

Più di un ugentino su due ha scelto di non votare. Questo è il dato che ci deve far pensare, ma che più di noi deve far pensare i sindaci di Ugento, così impegnati nel dare ai loro elettori, ma che in questo continuo dare stanno continuando a svuotare quel poco che ci è rimasto nella nostra democrazia.

Prova ne sia quello successo a Ugento dove il sito del comune non ha neanche pubblicato i dati sull’esito delle elezioni. A guardare il sito oggi si direbbe che le elezioni a Ugento non ci siano mai state, un pò come sogna qualcuno in questo paese.

la home del sito di Ugento oggi

Che senso ha dunque continuare con questa storia? Che senso ha indire consulte farsa con il solo scopo di continuare a mortificare la politica? Con quale faccia uno dei sindaci di Ugento si rivolgerà ai prossimi eletti della consulta giovanile? Come farà a spiegare loro che rappresenta una minima parte degli elettori di un paese che ormai non vuole più neanche votare?

Pubblicità
gipi service nuovo sito
Azzurra torre san giovanni

Videomaker, Fotografo, Giornalista ed esperto di marketing digitale. Tutto questo dopo aver vissuto dieci anni a Bologna ed esser tornato in Salento. Oggi dirigo la redazione di Ozanews, la comunicazione di Ugento Calcio e le iniziative di Officine Multimediali ETS mentre continuo a lavorare per i miei clienti storici.

Continue Reading
1 Comment

1 Comments

  1. Ombradellasera

    26 Settembre 2022 at 20:31

    Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
    Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
    Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

    Antonio Gramsci

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *